I Partiti politici italiani

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Transcript della presentazione:

I Partiti politici italiani Filosofia, Storia, Costituzione

I partiti nella Costituzione italiana «Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale» Articolo 49 della Costituzione

Breve storia dei partiti italiani Il primo partito italiano di massa in senso moderno è il Partito Socialista Italiano, fondato nel 1892. In precedenza le forze politiche non erano propriamente partiti, ma gruppi parlamentari liberali che rappresentavano diverse anime del Risorgimento: (Cavour, Mazzini, Garibaldi) Nel primo dopoguerra nascono importanti forze politiche: nel 1919 Partito Popolare italiano e il Movimento dei Fasci di combattimento (poi divenuto Partito Nazionale Fascista) nel 1921 il Partito Comunista d’Italia, da una scissione del Partito Socialista Italiano. Essi sono caratterizzati da una precisa ideologia, cioè da una particolare visione dell’uomo e della società. I loro programmi sono plasmati su questa visione filosofica.

Il regime fascista il Partito Nazionale Fascista era l'unico partito ammesso, con Regio Decreto n. 1848 del 6 novembre 1926 che prevedeva lo scioglimento di tutti i partiti, associazioni e organizzazioni che esplicano azione contraria al regime

I partiti della Repubblica A partire dalla caduta di Mussolini, nel 1943 i partiti vengono ricostituiti: tra questi, nasce la Democrazia Cristiana, erede del Partito Popolare, guidata da Alcide De Gasperi; il Partito Comunista Italiano, guidato da Palmiro Togliatti; Il Partito Liberale Italiano rifondato da Benedetto Croce e Luigi Einaudi. Ogni partito rappresenta una precisa ideologia e una precisa visione della società Tale caratteristica è favorita dal sistema proporzionale, che permette di rappresentare tutte le idee politiche, che trovano la loro composizione in un secondo momento, quando il partito di maggioranza relativa va alla ricerca di coalizioni parlamentari. I nomi dei partiti rappresentano ideologie: liberale, socialista, comunista, ecc.

I partiti e la resistenza I partiti ricostituiti formano il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), che coordina le attività della Resistenza. Tra le forze partigiane vi sono dunque esponenti di diverse correnti politiche: monarchici, liberali, democristiani, liberal-socialisti, socialisti, comunisti Non sempre completamente d’accordo sulle strategie e le tattiche da adottare

I partiti e la costituzione Il 2 giugno 1946 gli italiani sono chiamati a scegliere tramite referendum tra monarchia e repubblica, e ad eleggere i parlamentari per l’assemblea costituente, quella che dovrà scrivere la nuova costituzione. Si vota per la prima volta in Italia a suffragio universale.

Le forze politiche dell’assemblea costituente

I principali partiti Democrazia Cristiana Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria Partito Comunista Italiano Unione Democratica Nazionale (liberali) Fronte dell’Uomo Qualunque (movimento popolare antifascista e anti antifascista, anti statalista e contro il potere dei partiti) Partito Repubblicano Italiano

Governo e opposizione nella «prima repubblica» A partire dal 1947 l’Italia sarà governata da coalizioni a guida democristiana, il partito che otterrà sempre la maggioranza relativa, fino al suo scioglimento, avvenuto nel 1994. Nel 1947, sulla scia della «Dottrina Truman» la Democrazia Cristiana rompe la coalizione con il Partito Comunista. Nel 1948 la DC stravince le elezioni e da quel momento fino al 1994 governerà l’Italia con coalizioni di centro (DC, PLI, PRI, PSDI) poi di centro sinistra (comprendendo anche il Partito Socialista)

Il passaggio alla «seconda repubblica» Quando cade il Regime Comunista Sovietico (1989- 1991) si modifica l’assetto di potere mondiale, e di conseguenza viene modificato l’assetto di potere in Italia. Dal 1992 si attuano in Italia diversi piani che portano allo scioglimento di tutte le forze politiche che hanno governato l’Italia per oltre quarant’anni.

1992 7 febbraio: firmato il trattato di Maastricht (Comunità Europea) 17 febbraio: inizia «tangentopoli» 12 marzo: omicidio di Salvo Lima, parlamentare siciliano «andreottiano» 28 aprile: si dimette il Presidente della Repubblica Cossiga 23 maggio: omicidio di Giovanni Falcone 25 maggio: Scalfaro Presidente della Repubblica 19 luglio: omicidio di Paolo Borsellino 26 agosto: tempesta valutaria che mette in ginocchio la lira (provocata tra gli altri da George Soros)

1993 27 marzo: richiesta di autorizzazione a procedere contro Andreotti per associazione mafiosa 29 aprile: governo tecnico del banchiere Ciampi 14 maggio: attentato contro Maurizio Costanzo 27 maggio: bomba agli Uffizi di Firenze 20 luglio: morte (suicidio?)di Gabriele Cagliari in carcere per la vicenda EniMont 23 luglio: morte (suicidio?)di Raul Gardini, Dirigente del colosso EniMont 27 luglio: bomba in via Palestro a Milano 28 luglio: bombe a San Giorgio al Velabro e a San Giovanni in Laterano

1994 A causa dell’operazione «mani pulite» sono sciolti i 5 partiti che hanno governato l’Italia repubblicana dal secondo dopoguerra. L’unico partito che rimane immune dall’operazione è il PDS, nonostante partecipasse al sistema illecito di finanziamento dei partiti L’imprenditore Silvio Berlusconi fonda «Forza Italia» un partito «liberale di massa» che «vuole colmare il vuoto politico conseguente allo scioglimento dei 5 partiti di governo (DC, PSI,PLI, PSDI,PRI)». Nelle prime elezioni a cui partecipa conquista la maggioranza relativa e va al governo del Paese.

La novità di Forza Italia L’imprenditore Silvio Berlusconi apporta delle novità nel modo di fare politica: È il primo ad usare i sondaggi È il primo ad usare strategie di comunicazione mutuate dal mondo imprenditoriale All’epoca criticato e preso in giro, oggi tutti usano questi strumenti

I partiti della «seconda repubblica» Forza Italia vuole restituire all’Italia il bipolarismo di fatto che ha caratterizzato tutta la storia politica della prima repubblica: si contrappone ai «comunisti» in nome dei valori occidentali. È un partito liberale di massa. I «comunisti» hanno nel frattempo cambiato nome, simbolo, strategia, ideali e programmi; si trasformano in un partito socialdemocratico Si impone un modello maggioritario, anche se non dal punto di vista formale: si vota una coalizione ed un leader.

Il «bipolarismo» dell’età «berlusconiana» Dal 1994 al 2011 si alterneranno al governo coalizioni guidate da Forza Italia (centro-destra) e da Berlusconi o dai PDS-DS (centro- sinistra) e da Prodi, D’Alema, Dini

Alternanza di governi di centro destra e centro- sinistra Governi di centro-sinistra Berlusconi 1 226 Berlusconi 2 1414 Berlusconi 3 372 Berlusconi 4 1275 Totale giorni= 3287 Prodi 1 876 Dini (tecnico) 486 D’Alema 1 423 D’Alema 2 119 Amato 2 398 Prodi 2 730 Totale giorni = 3032

2011 Il 2011 è un anno in cui si verificano diversi cambiamenti di regime nell’area mediterranea. Italia: Silvio Berlusconi, sotto ricatto politico-economico in seguito ai numerosi processi in cui è coinvolto, a causa dello spread altissimo e fuori controllo, viene sostituito dal Presidente della Repubblica Napolitano, che forma un Governo tecnico con il banchiere Mario Monti, nominato ad hoc senatore a vita da Napolitano. Nord Africa: cambio di regime in Tunisia, Libia ed Egitto In particolare la Libia viene attaccata militarmente dai Paesi occidentali (Francia in testa) e viene ucciso Gheddafi: sprofonda in un caos che dura a tutt’oggi. Ancora oggi la Francia contribuisce ad aumentare il caos.

Berlusconi e la credibilità internazionale 23 ottobre 2011: si prepara il cambio di regime in Italia; il Presidente del Consiglio italiano Berlusconi, viene pubblicamente deriso dai padroni europei. Il 12 novembre Berlusconi si dimette. Napolitano ha già da tempo preparato la successione con il banchiere Monti.

I partiti dopo il 2011 Dal 2011 al 2017 si alterneranno governi che non rappresentano esattamente la volontà espressa dagli elettori, in quanto nominati dal Presidente della Repubblica anche se non leader di coalizione votati. (Cosa peraltro legittima dal punto di vista costituzionale). Monti Letta Renzi Gentiloni

I partiti attuali Rispetto alla «Prima Repubblica» ci sono nuovi partiti, che hanno un’ideologia non riconducibile ai vecchi schemi (M5S, Lega) I partiti attuali sono in gran parte dipendenti dalle fortune mediatiche dei loro leader I vecchi partiti che rappresentavano precise ideologie sono praticamente scomparsi: I partiti esplicitamente comunisti, socialisti e liberali raccolgono ormai pochissimi voti. Non esiste più un grande partito comunista, né un grande partito socialista, mentre potrebbero essere considerati liberali «Forza Italia» e «più Europa» E’ invece presente un diretto erede dei vecchi partiti: Fratelli d’Italia, che raccoglie l’eredità del Movimento Sociale, poi Alleanza Nazionale.

Classificare i partiti: destra e sinistra Questa classificazione, che nasce dalla rivoluzione francese e si basava su un presupposto ideologico discutibile e superato, era comunque sufficientemente esplicativa fino a che sono sopravvissuti i partiti tradizionali. Classificazione dei Partiti della «Prima Repubblica» (fino al ‘94): Partiti di Destra: Movimento Sociale Italiano- poi Alleanza Nazionale Partiti di Centro: Democrazia Cristiana, Partito Liberale, Partito Radicale, Partito Repubblicano Partiti di Sinistra: Partito Socialista Democratico, Partito Socialista, Partito Comunista

Il finanziamento ai partiti La battaglia contro il finanziamento pubblico ai partiti è sempre stata fatta da pochissimi soggetti politici: i Radicali e i Liberali. Molti referendum sono stati celebrati, e spesso la maggioranza si è espressa contro il finanziamento, In tempi recenti questa è stata la battaglia del Movimento 5 Stelle. Attualmente il finanziamento pubblico è abolito, ma i cittadini possono destinare il 2 per mille ai partiti