With the financial support of EIT Digital – Digital Wellbeing Action Line Educare, fare ricerca, costruire insieme. Contrastare il cyberbullismo con un approccio partecipativo Enrico Maria Piras, Filippo Oncini, Sara Tonelli, Stefano Menini, Rachele Sprugnolli, Cristina Calvi piras@fbk.eu
Introduzione Forme di cyberbullismo: come si manifesta il fenomeno? Cyberbullismo: le definizioni del fenomeno Qualche dato sul cyberbullismo in Italia Il progetto CREEP: Cyberbullying Effects Prevention CREEP living lab: una simulazione con gruppi Whatsapp Qualche risultato e riflessioni conclusive
Forme di cyberbullismo (1) FLAMING: si fomentano discussioni animate online in cui la vittima viene insultata e/o minacciata; HARASSMENT: la vittima viene attaccata attraverso comunicazioni (via email, telefono, social network) non desiderate, offensive e inopportune; CYBERSTALKING: si tratta di una comunicazione indesiderata ai danni della vittima che diventa talmente invasiva da risultare persecutoria; IMPERSONATION: l’aggressore si appropria dell’identità della vittima attraverso il furto di credenziali e/o di materiale fotografico;
Forme di cyberbullismo (2) EXCLUSION: la vittima viene esclusa dalla propria “vita sociale online” (l’esclusione da gruppi WhatApp o da gruppi all’interno dei social network sono esempi di questa fattispecie); DENIGRATION: questa categoria raccoglie tutti gli atti di cyberbullismo finalizzati a ledere la reputazione della vittima; OUTING & TRICKERY: l’aggressore individua una persona che sta attraversando un momento di difficoltà e inizialmente finge di supportarla con l’obiettivo di carpire informazioni sensibili (outing) utili a ricattare la vittima (trickery); HAPPY SLAPPING & CYBERBASHING: l’aggressione della vittima viene video ripresa (happy slapping) e messa in rete (cyberbashing) . [fonte: Berti M, Valorzi S, Facci M, (2017), Cyberbullismo, Reverdito Editore]
Il cyberbullismo: una questione di definizioni? (1) Dal punto di vista normativo: la legge 29 maggio 2017, n.71 “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto” definisce il cyberbullismo come «qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo. (Art.1) e indica misure di carattere preventivo ed educativo nei confronti dei minori (qualunque sia il ruolo nell’episodio) da attuare in ambito scolastico, e non solo.»
Il cyberbullismo: una questione di definizioni? (2) Dal punto di vista scientifico (academic definition), il cyberbullismo viene definito come: “un comportamento aggressivo, volontario, ripetuto nel tempo e messo in atto da un singolo individuo o da un gruppo utilizzando mezzi elettronici contro una vittima che non può difendersi facilmente” (Smith 2006) “un atto violento inflitto volontariamente e ripetutamente nel tempo contro un’altra persona attraverso l’utilizzo di tecnologie per la comunicazione on line (computers, smart phones, e altri dispositivi elettronici” (Hinduja, Patchin 2008, 2009)
Il cyberbullismo : una questione di definizioni? (3) Dal punto di vista del senso comune, il cyberbullismo viene definito come: “un tipo di attacco continuo, ripetuto, offensivo e sistematico attuato mediante gli strumenti della rete” (Wikipedia - https://it.wikipedia.org/wiki/Cyberbullismo) Il progetto CREEP, nell’ottica di dare priorità alla prevenzione del fenomeno, pone attenzione su ogni singolo atto violento perpetrato online
Cyberbullismo in Italia: le dimensioni del fenomeno (Istat 2014) 82.6% dei ragazzi 11-17 usa tutti i giorni il cellulare 56.9% dei ragazzi 11-17 accede tutti i giorni ad internet. Questa percentuale sale al 70% circa se consideriamo solo la fascia 14-17 Il 5.9% dei ragazzi 11-17 è stato vittima di cyberbullismo 1 o più volte al mese. La percentuale sale al 16.4% se consideriamo anche le vittime che subiscono "solo" qualche volta all'anno. Le ragazze adolescenti, probabilmente per la loro maggior propensione a utilizzare il cellulare, sono più spesso vittime di cyberbullismo 7.1% vs 4.6% (1 o più volte al mese). Bullismo e cyberbullismo sono fenomeni parzialmente collegati: l'88% delle vittime di cyberbullismo dichiara di esser stato vittima di bullismo tradizionale.
Frequenza con cui ragazzi e ragazze (11-17 anni) hanno subito, tramite internet o telefono cellulare, comportamenti offensivi, non rispettosi e/o violenti per sesso, classe di età, ripartizione territoriale e demografica del comune di residenza (Fonte: ISTAT 2014)
Modi migliori per reagire a comportamenti offensivi, non rispettosi e/o violenti secondo gli 11-17enni (Fonte: ISTAT 2014)
Il progetto CREEP: Cyberbullying effects prevention
Il progetto CREEP: Cyberbullying Effects Prevention Il progetto CREEP (Cyberbulling Effects Prevention) mira a realizzare nuove tecnologie per l’individuazione precoce di fenomeni di bullismo online attraverso il monitoraggio dei social media raccomandazioni personalizzate per gli adolescenti tramite un assistente virtuale (chatbot). Per maggiori informazioni: http://creep-project.eu/it/ Facebook: https://www.facebook.com/CyberbullyingEffectsPrevention/?ref=br_rs
Conoscere / educare / partecipare: la triplice sfida Come conoscere un fenomeno che prende forma in spazi preclusi allo sguardo? Come comprendere il senso dei gesti nella rappresentazione dei ragazzi? Educare Come fare formazione su un tema sensibile e parzialmente sconosciuto? Partecipare Come coinvolgere senza astrazioni?
Realizzare un laboratorio esperienziale Fare esperienza del cyberbullismo in un ambiente controllato da diverse prospettive Raccogliere dati per la realizzazione dei sistemi Raccogliere dati per offrire materiali didattici Analizzare in modo partecipativo i dati
Realizzare un laboratorio esperienziale Affrontare il cyberbullismo da diverse prospettive Costruire un percorso di avvicinamento progressivo ai momenti emozionalmente delicati Raccogliere informazioni sui contenuti e sul processo
Realizzare un laboratorio esperienziale Un percorso in 5 fasi Lezione ”aperta” sul cyberbullismo Annotazione interazioni ”grigie” Role-playing cyberbullismo Analisi partecipativa Restituzione a docenti e familiare
Realizzare un laboratorio esperienziale Un percorso in 5 fasi Lezione ”aperta” sul cyberbullismo – Cyberbullismo come tema/esperienza Annotazione interazioni ”grigie” – Cyberbullismo come oggetto di analisi Role-playing cyberbullismo – Cyberbullismo come esperienza personale (in ambiente controllato) Analisi partecipativa – Cyberbullismo come oggetto di riflessività Restituzione a docenti e familiare
Il living lab: a cosa serve? Materiale di ricerca da utilizzare per permettere il machine learning e l’identificazione delle interazioni a rischio Informazioni sulla percezione delle interazioni da parte dei ragazzi: quando inizia il cyberbullismo? Cosa avreste fatto in questa situazione? Chi avreste chiamato? Materiale di riflessione per i ragazzi, che al momento della restituzione possono ripensare «a freddo» sul tema Quanto è realistica la simulazione? Dipende…ma i primi risultati sembrano incoraggianti
Il living lab: il chatbot?
Il living lab: il bullismo
Il living lab: il supporto alla vittima
Educare, fare ricerca, costruire insieme? …… …….. ………
Grazie per l’attenzione e per la disponibilità!