I GRACCHI E L’INIZIO DELLE GUERRE CIVILI Unità 8 | La crisi della repubblica Lezione 17 I GRACCHI E L’INIZIO DELLE GUERRE CIVILI M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018 1
La crisi della Repubblica L’afflusso di ricchezze dovuto alle conquiste modificò profondamente la società romana Diffusione della corruzione Crisi della piccola proprietà e diffusione dei latifondi Formazione di nuovi ceti sociali: cavalieri e plebe urbana M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
Il tentativo dei Gracchi Tiberio (133 a.C.) e Gaio Gracco (123 a.C. ) tentarono di porre fine alla crisi delle istituzioni, ma i loro tentativi si infransero contro la resistenza del Senato. Con la morte dei Gracchi finì la pace sociale che aveva contrassegnato la storia di Roma. Si formano due partiti – i populares e gli optimates – le cui lotte furono la causa della fine della Repubblica. M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018 3
I due partiti Optimates Populares Appartenevano al ceto senatorio Appartenevano al ceto dei cavalieri Sostenevano di difendere i valori tradizionali della Repubblica Rappresentavano i nuovi ceti in rapida ascesa sociale. Per questo sono detti anche “uomini nuovi” Volevano mantenere il controllo delle cariche pubbliche Chiedevano di poter accedere alle cariche pubbliche Erano contrari a concedere la cittadinanza romana agli Italici Erano più attenti alle richieste della plebe e degli Italici M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
I due partiti: gli scontri Nelle lotte che li contrapposero optimates e populares fecero ricorso a due “armi”. L’esercito La plebe urbana venne utilizzato dai generali per conquistare il potere ed eliminare gli avversari politici seguiva chi le garantiva panem et circenses le legioni romane finirono per scontrarsi tra di loro veniva usata contro gli avversari politici M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
Caio Mario Era un «uomo nuovo», il primo a raggiungere il consolato. Quando si scoprì che Giugurta aveva corrotto i comandanti romani, gli venne affidato il comando dell’esercito in Africa (107 a.C.). Mario, con l’aiuto di Silla, tese una trappola a Giugurta e lo catturò (105 a.C.). Busto di Caio Mario (Città del Vaticano Museo Chiaramonti) Tornato in Italia, sconfisse i Cimbri e i Teutoni. Dal 104 a.C. al 100 a.C. Mario ricoprì ininterrottamente il consolato. M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
Caio Mario Mario aprì l’arruolamento anche ai nullatenenti l’equipaggiamento venne fornito dalla Repubblica nacque un esercito di professionisti che combatteva per il bottino la loro fedeltà era rivolta ai generali non alla Repubblica i cavalieri guadagnarono vendendo armi alla Repubblica i generali usarono l’esercito per ricercare il potere personale M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
La guerra sociale (91-89 a.C.) I populares, ormai al potere, proposero tramite Livio Druso di estendere la cittadinanza romana agli Italici. Quando Livio Druso venne assassinato, gli Italici si ribellarono. La guerra sociale (dal latino socii) si concluse quando Roma accettò di concedere la cittadinanza alle città che si sarebbero arrese. M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
Silla Era un luogotenente di Mario: aveva combattuto con lui in Africa e durante la guerra sociale. Apparteneva a una famiglia di optimates. A lui erano ostili sia la plebe sia i cavalieri. Busto di Silla risalente al I sec. a.C. (Venezia, Museo Archeologico) Nell’88 a.C. ottenne dal Senato il comando della spedizione contro Mitridate. M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
La guerra civile (88-82 a.C.) I comizi, su richiesta di Mario, tolsero a Silla il comando della spedizione contro Mitridate. Silla attaccò Roma e uccise i populares, che non erano riusciti a fuggire. Mentre Silla era in Oriente a combattere Mitridate, Mario morì di morte naturale. Al ritorno in Italia, Silla affrontò in battaglia i populares e li sconfisse. M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
La dittatura di Silla La dittatura di Silla Si fece nominare dittatore a vita. Varò le liste di proscrizione. Riformò le istituzioni e rafforzò il ruolo del Senato. Rafforzò il cursus honorum. Pose il divieto di portare l’esercito a sud del Rubicone. M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018
La dittatura di Silla Perché Silla si fece nominare dittatore a vita? Perché i poteri del dittatore gli permettevano di controllare la politica romana e di varare nuove leggi. Quale era l’obiettivo di Silla? Porre fine alle lotte politiche restituendo al Senato e agli optimates la sua centralità. Silla era sicuro che le sue riforme avrebbero rafforzato la Repubblica e ripristinato il controllo del Senato sulla politica romana. Perché nel 79 a.C. Silla lasciò il potere? Le riforme di Silla avevano risolto i problemi della Repubblica? No. La corruzione era sempre diffusa, gli eserciti sempre legati ai loro generali. Di fatto la crisi della Repubblica era inarrestabile. M. Lunari, Tempo e civiltà, volume 1 © Zanichelli editore 2018