Le subordinate completive

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Transcript della presentazione:

Le subordinate completive

Le subordinate completive sono: la soggettiva; l’oggettiva; Le subordinate completive sono proposizioni dipendenti che completano il significato della proposizione reggente. Nel periodo esse svolgono la stessa funzione che nella frase semplice svolgono il soggetto, il complemento oggetto e il complemento di specificazione. Le subordinate completive sono: la soggettiva; l’oggettiva; la dichiarativa; l’interrogativa indiretta.

Le proposizioni soggettive sono rette da: La proposizione subordinata soggettiva svolge la funzione di soggetto della frase reggente. La sua funzione è simile a quella del soggetto in una proposizione. E’ inevitabile che io usi il vecchio motorino di papà. Mi sembra che il treno sia già partito. Si dice che la posta sia un’invenzione dei cinesi. Bisogna ricordarsi che il verbo della reggente di una proposizione soggettiva non deve avere un proprio soggetto, né espresso né sottinteso. Le proposizioni soggettive sono rette da: verbi impersonali come piace, sembra, pare, accade, capita, bisogna, occorre, conviene ecc.: Sembra che tu abbia sbagliato qualcosa./  Mi piacerebbe andare a scuola in motorino.

locuzioni impersonali formate dal verbo essere (o parere o sembrare) alla 3° persona singolare + un nome, un aggettivo o un avverbio sostantivato del tipo è bello, è giusto, sembra opportuno, è necessario, è utile, è doveroso, è lecito, è tradizione, è consuetudine, è tempo, sembra bene, pare certo ecc.: Non è giusto che i genitori lo vietino ai figli./  E’ ormai certo che la nostra classe sarà trasferita al primo piano. verbi come credere, pensare, raccontare, affermare,sapere, capire, sperare, temere ecc., usati con il si passivante: Si sa che i genitori reputano il motorino pericoloso. / Si pensava di fare un giro in barca. Le proposizioni soggettive si costruiscono in maniera diversa a seconda che siano esplicite o implicite. • In forma esplicita sono introdotte dalla congiunzione che e hanno il verbo all’indicativo, al congiuntivo o al condizionale Risulta che Marco è arrivato primo Sembra che sia tutto a posto Si sapeva che sarebbe andata così

In forma implicita, invece, presentano il verbo all’infinito e possono essere introdotte dalla preposizione di oppure non essere precedute da nessuna preposizione Succede di star male Bisogna aiutarsi tra fratelli.

La  subordinata oggettiva svolge la funzione di complemento oggetto del predicato verbale della frase reggente. La sua funzione è simile a quella del complemento oggetto in una proposizione. La proposizione oggettiva dipende da una reggente il cui soggetto è espresso oppure è sottinteso. Essa inoltre può essere retta solo da verbi transitivi. Tutti dicono che sei un ragazzo in gamba. Mi hanno comunicato che domani arriveranno le tue scarpe. Le proposizioni oggettive sono rette da verbi o locuzioni che esprimono: opinioni, giudizi, dubbi: pensare, credere, supporre, dubitare, rendersi conto ecc.: Penso che anche i genitori a volte possano sbagliare; dichiarazioni, affermazioni: affermare, dichiarare, dire, negare, annunciare, comunicare, raccontare ecc.: Luca ha detto di aver bisticciato con sua madre;

La proposizione dichiarativa è la subordinata che serve a chiarire e specificare meglio un elemento anticipato nella frase reggente. Questa subordinata è introdotta dalla congiunzione che e serve a spiegare e completare ciò che viene anticipato dal pronome dimostrativo questo. Vediamo alcuni esempi: Ho questo sospetto: che non sia opportuno usare la bici per andare a scuola.→ la subordinata chiarisce quale sospetto ha la mamma. Il fatto che tu abbia dei dubbi mi preoccupa un po’. → la subordinata chiarisce il fatto al quale Elena si riferisce, L’elemento della reggente spiegato dalla dichiarativa può essere: un pronome dimostrativo: Di questo mi preoccupo, che tu non abbia abbastanza denaro. un aggettivo : Ero ansioso di sentire tue notizie. un nome come dubbio, sospetto, certezza, desiderio, convinzione, speranza ecc.: Ho il dubbio che tu non dica la verità.

Anche le dichiarative hanno: 1) una forma esplicita introdotta dalla congiunzione subordinativa “che”, con un verbo all'indicativo e al congiuntivo: La certezza che se n'era andata mi calmò. La paura che non partisse era grande. 2) Una forma implicita, introdotta dalla preposizione “di”, con un verbo all'infinito: La paura di non rivederlo era grande. La dichiarativa ha, nel periodo la funzione che il complemento di specificazione ha nell'analisi della frase: L'inquietudine di essere sola mi sconvolse. (= della solitudine, complemento di specificazione).

LE PROPOSIZIONI INTERROGATIVE DIRETTE ED INDIRETTE Possono essere dirette o indirette, semplici, doppie o disgiuntive, reali o retori che. Le interrogative dirette sono quelle proposizioni principali che comunicano un pensiero non sotto forma di enunciato di un fatto, ma sotto forma di domanda per sapere un fatto. Si dicono dirette perché la domanda è espressa in forma diretta (nel parlato si riconoscono per il tono interrogativo della voce, nello scritto per la presenza del punto interrogativo) e perciò sono proposizioni principali, indipendenti: Chi ti ha scritto? Quando andremo al ristorante? Sono indirette quelle proposizioni interrogative non poste in forma diretta ma fatte dipendere (e quindi sono proposizioni subordinate, dipendenti) da altre proposizioni in cui sono presenti verbi o nomi o aggettivi esprimenti domanda come chiedere, interrogare, cercare, domandare, ecc; esprimenti dubbio come non so, dubito, sono incerto, ignoro, sono in dubbio  ecc; o di significato dichiarativo come dire, sapere, spiegare, ecc:

Sono semplici quando contengono una sola domanda: Dove stai andando? Ti ho chiesto se hanno portato il gatto. Non capisco perché non sei contento del contratto. Dimmi quanti piatti hai rotto. Sono semplici quando contengono una sola domanda: Dove stai andando? Ti ho chiesto dove stai andando. doppie quando pongono due o più domande: Sei andato al supermercato e hai comperato il pane? Mi dici se sei andato al supermercato e hai comperato il pane. Sono disgiuntive quando le domande sono due o più ma alternative tra loro: Volete andare al concerto  o allo stadio?

Le interrogative dirette sono formate  col verbo all’indicativo,  quando  esprimono eventualità o possibilità  anche col congiuntivo e il condizionale. A volte anche con l’infinito, sia presente che passato. Sono aperte da un pronome, aggettivo o da un avverbio interrogativo. E dove andresti? Dove andremmo a finire, se facessero tutti come voi? Mi dareste una mano? Che sia già partita? Che abbia capito male? Che sia successo qualcosa? Che dire del suo intervento? Che strategia adottare? Perché partire proprio adesso?

Le interrogative indirette sono introdotte da pronomi, aggettivi o avverbi interrogativi o da congiunzioni subordinative con valore interrogativo- dubitativo come quando, come, perché, se. Possono essere esplicite ed implicite. le esplicite hanno il verbo all’indicativo, al congiuntivo o al condizionale: Non so chi potrà mai aiutarmi. Non so a chi potrei rivolgermi. Non so se uscirò con questa pioggia fastidiosa. Ditemi che cosa avreste fatto voi se vi foste trovati nella stessa situazione. le implicite (che devono avere identità di soggetto con la reggente) hanno il verbo all’infinito: Non so dove andare. Siamo in dubbio sul vestito da scegliere.