Le funzioni dell’impresa e le teorie sulle finalità imprenditoriali
L’evoluzione della teoria dell’impresa: teoria degli “stakeholder” e teoria dell’agenzia
La visione sociale dell’impresa Un’impresa non può più essere vista come un’iniziativa imprenditoriale il cui scopo è soltanto la finalità economica dell’investitore proprietario, ma deve essere considerata come un sistema da guidare in funzione di un giusto equilibrio tra obiettivi economici (e, cioè, la ricchezza creata) e responsabilità sociali * Per responsabilità sociali si intendono ricadute occupazionali, d’investimento, di mercato, di inquinamento etc. “Stakeholder è ogni individuo o gruppo (interlocutore) che influenza o è influenzato dalle finalità perseguite dall’impresa” (Freeman, 1984)
Gli interlocutori dell’impresa: gli stakeholder Proprietari Gruppi politici Istituzioni finanziarie Governo Gruppi di opinione Fornitori Clienti IMPRESA Concorrenti Associaz. di consumat. Associaz. di categoria Sindacati Dipendenti
Stakeholder primari e secondari Stakeholder secondari COMUNITA’ LOCALE GRUPPI DI OPINIONE Dipendenti GRUPPI DI CONSUMATORI Stakeholder primari Concorrenti Clienti IMPRESA MEDIA GRUPPI AMBIENTALISTI Fornitori SOCIETA’ CIVILE SINDACATI
Approccio manageriale alla Teoria degli Stakeholdrs Chi sono i portatori d’interesse dell’impresa? Che interesse hanno i diversi stakeholders nell’impresa? Alcuni interessi sono comuni a più stakeholders? Che responsabilità ha l’impresa verso di loro? Gli stakeholders sono un’opportunità o piuttosto una minaccia? Quali politiche adottare per gestire i diversi portatori d’interesse?
Per capire il grado d’influenza che gli stakeholders possono esercitare sulla gestione occorre individuarne: La forza (o potere) alla luce del ruolo ricoperto (es. proprietari vs. i dipendenti) La legittimazione o riconoscimento ufficiale della loro capacità di rappresentare e difendere determinati interessi (es. i sindacati vs. le associazioni dei consumatori) L’attualità dell’interesse difeso, ovvero l’urgenza di ottenere una risposta dall’impresa (es. i clienti vs. i fornitori) NB: gli stakeholder e gli interessi di cui sono portatori possono variare nel tempo rendendo necessario monitorare l’evoluzione dei rapporti fra l’impresa ed i portatori d’interesse
Individuazione e classificazione degli “stakeholder” aziendali Gli interlocutori aziendali possono essere classificati in quattro gruppi sulla base delle seguenti variabili: A – possibilità di collaborazione: Alta vs Bassa B – possibilità di minaccia: Alta vs Bassa stakeholder amichevoli (supportive) stakeholder avversari (non supportive) stakeholder non orientati (mixed blessing) stakeholder marginali (marginal) Tenendo conto del peso rivestito e della propensione dei vari stakeholders nei confronti dell’impresa si può decidere di perseguire politiche di coinvolgimento, di collaborazione, di difesa o di monitoraggio
Tipologia di rapporti strategici con gli stakeholder Possibilità di minacce per l’impresa provenienti dallo stakeholder ALTE BASSE STAKEHOLDER NON ORIENTATO Strategia: COLLABORAZIONE STAKEHOLDER AMICHEVOLE COINVOLGIMENTO STAKEHOLDER AVVERSARIO DIFESA STAKEHOLDER MARGINALE MONITORAGGIO ALTA Possibilità di collaborazione con l’impresa da parte dello stakeholder BASSA
Teoria degli stakeholder Nella teoria degli stakeholders il ruolo centrale rimane sempre quello dell’imprenditore (stockholder): gestisce il rapporto con tutti gli interlocutori (primari e secondari) e crea/mantiene l’equilibrio generale che consente all’impresa di continuare a produrre e distribuire ricchezza Il punto problematico nella teoria degli stakeholder concerne il ruolo della proprietà
Il ruolo della proprietà Caso N°1: La proprietà detiene il governo dell’impresa: l’imprenditore-capitalista cura il rapporto con gli stakeholders e non figura tra questi. Caso N° 2: La proprietà investe nell’impresa, il management la governa: l’imprenditore è rappresentato dal management ma la proprietà risulta il principale stakeholder Teoria dell’agenzia (Berle e Means, 1932)
Stakeholder primari e secondari Stakeholder secondari COMUNITA’ LOCALE GRUPPI DI OPINIONE Proprietari GRUPPI DI CONSUMATORI Stakeholder primari Fornitori Clienti IMPRESA MEDIA GRUPPI AMBIENTALISTI Concorrenti Dipendenti SOCIETA’ CIVILE SINDACATI
Teoria dell’agenzia Il rapporto di agenzia si ha quando un soggetto (agente) svolge un’attività nell’interesse di un altro soggetto (principale). L’agente si caratterizza per: - discrezionalità nelle scelte - maggiori informazioni (asimmetria informativa) e controllo dei sistemi informativi d’impresa - remunerazione che non dipende, in tutto o in parte, dal risultato (es. manager) Il problema d’agenzia consiste nel fatto che l’agente sfrutti la discrezionalità per perseguire i propri interessi, l’asimmetria informativa per celarli, e contare sul diritto ad essere remunerato anche in caso di risultato negativo. Jensen e Meckling (1976) introducono il concetto di costi di agenzia.
Teoria dell’agenzia Esiste il problema del monitoraggio degli agenti da parte del principale. Per questo nasce la Corporate Governance: Sistema di norme e regole che disciplinano i rapporti tra proprietà e management assicurando che l’impresa sia gestita nell’interesse dei primi.