La relazione docenti-alunni e la comunicazione dei saperi

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
OBBLIGO SCOLASTICO ASSI CULTURALI.
Advertisements

LA SCUOLA DEL FUTURO: “Indicazioni per il nuovo curricolo”
Dagli obiettivi alle competenze
Dalle discipline alle competenze di cittadinanza
LA MEDIAZIONE DIDATTICA PER L’ACQUISIZIONE DELLE COMPETENZE
Comprensione e interpretazione del testo
CURRICOLO D’ISTITUTO IPOTESI DI LAVORO ZELO BUON PERSICO.
PIANO REGIONALE ORIENTAMENTO ° INCONTRO Salò, 8 ottobre 2010.
La valutazione personalizzata Alessandra La Marca.
PSICOLOGIA DELL’EDUCAZIONE Felice Carugati e Patrizia Selleri
Formazione sul campo: presentazione esperienze Pescara, 10 settembre 2012.
O C C O R R E non è E La scoperta, come la sorpresa, favorisce soltanto una mente ben preparata.
Il processo di apprendimento non è accumulo nella mente di una serie di dati acquisiti a ttivare la partecipazione d dellalunno al processo che rende.
Piani di studio personalizzati Percorsi didattici annuali
Gli Apprendimenti come si realizzano e cosa producono.
Caratteri di una formazione diretta allo sviluppo di competenze Michele Pellerey 1Montesilvano 19 marzo 2010.
quale responsabilità educativa?
SEMINARIO PROVINCIALE PROGETTO EMERGENZA LINGUA Sintesi e conclusioni Modena 18 Maggio 2011 Modena – USR Progetto ELLE – Gruppo Tutor Senior.
FATTORI DI QUALITA DELLINTEGRAZIONE - IL CONTESTO ISTITUZIONALE - LORGANIZZAZIONE DELLA CLASSE Luciano Rondanini.
Coordinate culturali ed operative INDICAZIONI PER IL CURRICOLO INDICAZIONI PER IL CURRICOLO Scuola dellinfanzia Scuola dellinfanzia Primo Ciclo distruzione.
DAL PERCORSO DI ORIENTAMENTO AL PROCESSO DECISIONALE
INDICAZIONI PER IL CURRICOLO (strumento di lavoro)
LE COMPETENZE E GLI ESITI FORMATIVI PER LIRC NELLA SS 1° E 2°
Fuori dal Guscio Le architravi culturali e pedagogiche.
Struttura logica del curricolo tra obiettivi, competenze e finalità
PERSONALIZZAZIONE apprendimento e insegnamento valorizzazione dell’alunno Innovare la didattica per personalizzare L'educazione personalizzata non si riduce.
Sistemi educativi locali per la sostenibilità Limpegno della Provincia di Roma con la Rete dei L.E.A Tivoli, 13 novembre 2012.
DIDATTICA PER COMPETENZE
A.N.DI.S Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici Sezione Regionale della Toscana 18 ottobre 2013 I Bisogni Educativi Speciali nella Scuola di Tutti.
Il concetto di competenza nella scuola dell’infanzia alla luce delle Nuove Indicazioni per il Curricolo Maila Pentucci.
UNICAL Progettazione dei percorsi personalizzati di apprendimento
IL CURRICOLO VERTICALE DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO
Irc e competenze rinnovamento nella continuità
IL COMPUTER NELLA SCUOLA
Dino Cristanini PROGETTO DI FORMAZIONE E DI RICERCA AZIONE
PROGETTAZIONE EDUCATIVA
La ricercazione partecipativa
Riferimenti normativi: Decreto 22 agosto 2007 n Allegati
Direzione Scolastica Regionale
UCIIM-SICILIA SISTEMA SCUOLA: TRA TRADIZIONE ED INNOVAZIONE GIACOMO TIMPANARO.
Verso una scuola ben fatta Linee di ricerca e azione per una progettazione formativa sostenibile Le proposte del Nucleo Provinciale per le Indicazioni:
Incontro annuale IdR 20 maggio 2010
SCUOLA DELL’INFANZIA DI ASSO A.S. 2010/2011
PROGETTO LATINO “MAIORUM SERMO” Anno scolastico
ISTITUTO COMPRENSIVO GORLAGO PROGETTO ORIENTAMENTO D’ISTITUTO
Progetto di educazione sociale e affettiva dai 3 ai 18 anni
UN CURRICOLO PER COMPETENZE
indicazioni per il curricolo
dalle abilità alle competenze
ROVIGO 29 – 30 settembre 2014 Elaborazione di Simulazioni di Seconde Prove relative agli Esami di Stato a conclusione del primo quinquennio.
Autovalutazione & Qualità
Anno scolastico 2013/2014 ISTITUTO COMPRENSIVO OZZANO/VIGNALE MONFERRATO Curricolo verticale d’istituto.
TEMI TEOLOGICI NELLE INDICAZIONI NAZIONALI IRC
Lo sviluppo dell’identità nell’adolescenza
Il curricolo ?... Spunti di riflessione.
PSICOLOGIA DELLA FORMAZIONE a.a. 2012/2013 dott. ssa Di Petta Grazia.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE SCIENZE DELL’EDUCAZIONE E DELLA FORMAZIONE DIDATTICA GENERALE - MODULO A I SEMESTRE.
“COMPETENZE, FORMAZIONE E SCAMBI PROFESSIONALI PER GLI IdR FORMATORI”
Università degli Studi di Macerata
Grottaferrata 24 marzo 2015 Esami di Stato a conclusione del primo quinquennio di applicazione delle Indicazioni Nazionali Gestire il cambiamento.
Valorizzazione dei beni culturali e competenze di cittadinanza: un percorso integrato di formazione M. R. Turrisi.
ISTITUTO COMPRENSVO DI ALI’ TERME POF
SITUAZIONE “Frenesia da riforma”, Proliferazione documenti Cambia tutto ma …. CAMBIA BEN POCO Incertezza momento politico Scarsa motivazione docenti.
48° C. D. “Madre Claudia Russo”di Napoli “A piccoli passi verso… la qualità “ DS Prof.ssa Rosa SecciaRQ Teresa Pedone.
La didattica ermeneutica esistenziale.
AZIENDA ULSS 20 DI VERONA LA DISABILITA’ COME RISORSA PER LO SVILUPPO DI COMPETENZE RELAZIONALI, SOCIALI, EMOTIVE L’AZIENDA ULSS PROMUOVE I LABORATORI.
L'insegnamento scientifico nella Scuola dell'infanzia
LA DIDATTICA LABORATORIALE
Workshop n. 3 Dalla comprensione del manuale di storia alla produzione del testo storico A cura di Paolo Coppari e Maria Catia Sampaolesi.
Curricolo e competenze Prof.ssa Senarega. Curricolo Per curricolo intenderemo il percorso formativo di un certo segmento scolastico Dimensioni del curricolo.
Transcript della presentazione:

La relazione docenti-alunni e la comunicazione dei saperi Direzione Scolastica Regionale. Incontro con i docenti referenti del progetto: “Comunicare educando, educare comunicando” La relazione docenti-alunni e la comunicazione dei saperi imparo solo ciò che ha per me valore! prof.Alfio Briguglia

Disegno di legge 18 febbraio 2003 Articolo 1 Al fine di favorire la crescita e la valorizzazione della persona umana, nel rispetto dei ritmi dell'età evolutiva, delle differenze e dell'identità di ciascuno e delle scelte educative della famiglia, nel quadro della cooperazione tra scuola e genitori in coerenza con il principio di autonomia delle istituzioni scolastiche e secondo i principi sanciti dalla Costituzione…….

e quindi sette sfide comunicative! Sette tensioni saranno al centro dei problemi educativi di questo secolo. Rapporto UNESCO della Commissione internazionale sull’Educazione per il XXI secolo a cura di J.Delors 1997: la tensione tra il globale e il locale; la tensione tra l'universalità e unicità dell’esistente; la tensione tra tradizione e modernità; la tensione tra considerazioni a lungo termine e a breve termine; la tensione tra il bisogno di competizione e la preoccupazione dell'uguaglianza e delle pari opportunità; la tensione tra l'espansione straordinaria delle conoscenze e la capacità degli esseri umani di assimilarle; la tensione tra lo spirituale e il materiale. e quindi sette sfide comunicative!

Sono conciliabili i punti di vista? Centralità dei saperi Il modo specifico in cui la scuola fa crescere, la sua ragione istitutiva è la comunicazione dei saperi (che non coincidono con le discipline)! L’alunno sta al centro delle attenzioni della Istituzione Scuola in quanto orientato a sapere di più per saper fare di più e per essere di più! E’ aiutato ad essere “persona” non in un modo qualunque (anche la famiglia lo fa!); è aiutato ad essere persona attraverso i saperi! E’ educato ai valori attraverso la progressiva padronanza dei saperi! L’educazione alla cittadinanza passa attraverso la reponsabilità verso il proprio sapere. Il dibattito pre-riforma: centralità dell’alunno, del sapere o della società? E’ un falso problema? Sono conciliabili i punti di vista? (vedi: a cura di A.Colombo, R.D’Alfonso, M.Pinotti, Curriculi per la scuola dell’autonomia, La Nuova Italia

Centralità della comunicazione La scuola è un ambiente protetto nel quale si impara a comunicare. La competenza che regge tutte le altre è: saper comunicare (con l’altro da sé, con i testi, con la natura, con le istituzioni, con se stesso..)! L’agire nella scuola deve diventare comunicativo Ogni sapere diviene sapere personale e competenza acquisita in quanto socialmente condiviso attraverso la comunicazione (non solo verbale).

Agire comunicativo L'agire strumentale riguarda il cambiamento e l'organizzazione della società; nell’azione comunicativa l'uomo condivide valori in un contesto di comprensione reciproca. L'agire comunicativo è un mondo vitale che si oppone alla burocratizzazione della vita e riguarda il comprendersi umano. Stile comunicativo (Indicazioni Nazionali, Scuole dell’infanzia): Attenzione e disponibilità Stabilità e positività delle relazioni umane Flessibilità e adattabilità alle situazioni Adozione di interazioni sociali cooperative Clima caratterizzato da simpatia e curiosità Affettività costruttiva Gioiosità ludica Volontà di partecipazione e di comunicazioni significative Intraprendenza progettuale ed operativa

Comunicazione verbale L’uso del linguaggio verbale può avere diversi scopi: comunicare informazioni; ottenere risultati; istituire nuove situazioni; esprimere sentimenti; ………………… riconoscere l’altro in quanto appartenente alla stessa comunità umana (conversazione).

“Ri-spettarsi” conversando Alla voce Conversare: “comunicare attraverso il linguaggio, faccia a faccia, con una o più persone, trattando argomenti vari”. Lo Zingarelli aggiunge: «In modo garbato e tranquillo». Aggiungo alla definizione (e sottolineo!) lo stile paritetico dello scambio verbale. Nella conversazione vi può essere differenza di ruoli e funzioni tra gli interlocutori; tale differenza è vissuta all’interno di una comune appartenenza ad un contesto significativo ed alla stessa storia. Non includo in “conversazione” tutti i modi di comunicare per via telematica o quelli che sono mediati dalla scrittura e che, quindi, escludono quel “faccia a faccia” che rende la locuzione-ascolto un evento unico[1]. Buona parte di quelle attività che chiamiamo conversazione è spesso solo una preparazione ad essa o un diversivo per evitare l’impegno di un autentico conversare. Nella pratica della conversazione si fondono l’interesse per i contenuti comunicati e l’attenzione ai comunicanti. E’ proprio questa intenzione duplice che rende la conversazione un evento performativo, capace, cioè, di provocare conseguenze. Coloro che si impegnano in una conversazione sono, quindi, attori responsabili in una relazione di reciprocità nella quale ciò che accomuna è più di ciò che divide. [1] La parola «evento» può essere diversamente interpretata. Qui intendo per evento un accadimento spazio temporale interpretato, in quanto evento, all’interno di un contesto di significati.

Formare il cittadino conversando Il greco politéuein (=comportarsi da cittadini) è tradotto in latino con conversari (avere a che fare con, dimorare con). Ad esempio la versione Cei della Bibbia traduce «politéueste in modo degno del vangelo» (Paolo Fil 1,27) con: «conversamini in modo degno del vangelo». C’è un felice scambio semantico tra comportarsi da cittadini e conversare, perché attraverso l’azione di conversare si costruisce qualunque comunità e in particolare la comunità civile; l’atto di conversare è tipico di chi riconosce di appartenere ad una stessa comunità. Per accogliere il diverso occorre una casa comune; la conversazione costruisce dimore nelle quali abitare. Se così è, educare alla conversazione, costruire occasioni di conversazione diventa un progetto politico. La conversazione è momento indispensabile della costruzione di una comunità.

Comunicare il sapere, comunicare attraverso le discipline Il saper comunicato attraverso le discipline Il problema: parcellizzazione delle discipline Un doppio tradimento: Del sapere e dell’allievo Che implica Comunicare il sapere, comunicare attraverso le discipline Parcellizzazione dell’allievo: cognitiva ed emotiva Soluzione? Doppia fedeltà: al sapere e all’allievo

I saperi decontestualizzati “questa riforma [del pensiero] è paradigmatica e non programmatica: è la questione fondamentale per l'educazione, poiché concerne la nostra capacità di organizzare la conoscenza. In effetti, vi è un'inadeguatezza sempre più ampia, profonda e grave tra, da una parte, i nostri saperi disgiunti, frazionati, compartimentati e, dall'altra, realtà o problemi sempre più polidisciplinari, trasversali, multidimensionali, transnazionali, globali, planetari. Per questa inadeguatezza diventano invisibili: il contesto, il globale, il multidimensionale, il complesso” (E.Morin, I sette saperi necessari all’educazione del futuro, Raffaello Cortina Editore p.36)

H.Gardner, Una molteplicità di intelligenze: Le dimensioni della cultura e i registri della comunicazione: ontologico cognitivo (“Logos”)   emotivo affettivo (“Pathos”)   strumentale operativo (“Methodos”)   etico deontologico (“Ethos”)   estetico sensoriale (“Aisthesis”)   salvifico valoriale (“Sotheria”)   politico sociale (“Polis”) linguistica logico-matematica musicale   spaziale cinestetica intelligenza personale interna ed esterna   intelligenza naturalistica esistenziale

Professionalità docente Cultura della scuola Diversa comunicazione della disciplina: trama storico-epistemologica; stile narrativo; metodo costruttivo (insegnare e/o comunicare?) contesto cooperativo: non importa solo ciò che si apprende, ma anche come si apprende. Comunicazione tra le discipline: la scuola è già ambiente Pluridisciplinare. Professionalità docente

Cultura della scuola La cultura è la sentinella della scuola, scruta l’orizzonte, elabora modelli di comportamento. La cultura a scuola si articola in quattro grandi aree tematiche: 1.      organizzazione del sapere: scelta dei saperi; esplicitazione della trama metodologica dei saperi; esplicitazione del processo di comunicazione dei saperi; estrapolazione delle linee di ricerca nei saperi. L’allievo deve diventare capace di comprendere il processo di ricerca! 2.      organizzazione degli apprendimenti: sviluppo dei talenti, conoscenza accompagnamento e facilitazione dei processi mentali; comunicazione degli obiettivi, motivazione, testimonianza di una vita di ricerca (gli obiettivi reali sono quelli vissuti dal docente!); modo in cui i livelli di difficoltà possono diventare obiettivi formativi; percorsi esemplari di formazione degli insegnanti; 3.      organizzazione e qualificazione dell’offerta formativa: POF; produzione didattica. 4. organizzazione delle interazioni col territorio e con altri soggetti educatori (famiglie: informazione, consultazione, partecipazione, proposte, controlli, servizi, organi collegilai, etc… ).

Trama epistemologico e didattica “lunga” “La cultura è e deve essere, a questo livello, soprattutto, giudizio. Quindi, molto più che proposizione consapevole ma descrittiva di alcunché (non parliamo, poi, di mera ripetizione di nozioni); essa si fa riflessione critica su se stessa: cultura alla seconda potenza: metagiudizio, metacognizione, con risvolti su tutti gli aspetti della personalità. Bisogna essere capaci non solo di comprendere, ma anche di esplicitare le condizioni sotto le quali i giudizi espressi e le ipotesi e le teorie su cui si fondano si possono dichiarare in tutto e in che senso affidabili e certi; ovvero 'scientifici', 'intersoggettivi'. Una continua esplorazione del perché delle cose, più che del loro come si presentano. Inoltre, bisogna che le consapevolezze sulla secondarietà del sapere si trasformino in atteggiamenti e in prese di posizione: in altre parole, in una personalità che, con e grazie ad esse, matura, si fa più saggia e prudente. Questo processo conoscitivo, quando è condotto in maniera adeguata, richiede tempi di approfondimento non affrettati, una riflessione fatta di prove e controprove sistematiche, un dialogo continuo, una topica disciplinare che solo un'ispezione razionale vigile e instancabile riesce a trasformare in logica disciplinare. Del resto, l’adolescenza, quando è ben guidata e non è distratta da sollecitazioni caleidoscopiche, è un’età della vita molto adatta a questo cammino di interiorizzazione riflessiva. In una scuola secondaria di II grado, si impone, perciò, ancor più che in quella di I grado, una cospicua selezione delle prospettive disciplinari che alimentano la cultura presupposta dai profili terminali. Ciò non significa congedarsi dal dovere pedagogico di impostare, anche a questi livelli, un piano degli studi organico, unitario, educativamente attento a tutte le dimensioni della personalità, orientativo. Vuol dire soltanto che in una scuola nella quale si studia in modo progressivamente secondario un settore specifico della cultura si è chiamati a far rintracciare l'organicità, l'unitarietà, l'integralità educativa e l'orientatività dei saperi selezionati nel piano degli studi ad un livello più profondo rispetto a quello esperibile nell’istruzione precedente.” (Rapporto Bertagna)

Le due culture “Il tempo non è penetrato soltanto nella biologia, nella geologia, nella scienza delle società e delle culture, ma nei due livelli da cui era stato più tradizionalmente escluso, a favore di una legge eterna: nel livello microscopico fondamentale e nel livello cosmico globale. Non soltanto la vita, ma anche l'insieme dell'Universo ha una storia e questa è stata una scoperta con risonanze culturali profonde” (I.Prigogine, La nuova alleanza p.214). L’evento imprevisto, la novità, le scelte possibili non sono più tipici solo della esistenza umana. Per di più l’intervento libero dell’uomo sulla natura rischia di ridurre lo spessore degli eventi prevedibili, introducendo elementi di instabilità nel complesso sistema Terra. Di conseguenza il divario tra “le due culture” si è assottigliato: le scienze dello spirito e le scienze della natura sono costrette a confrontarsi. L’uomo non è più un caso assurdo in un mondo estraneo come pensava J.Monod; tra uomo e cosmo si scoprono nuove parentele. Possiamo raccontare storie che hanno per protagonisti non solo uomini; oggi raccontiamo la storia delle novità emergenti nella evoluzione di sistemi lontani dall’equilibrio o dell’intero universo. Spetterà, forse, proprio all’attività del raccontare il compito di aprire nuovi orizzonti ermeneutici e passaggi segreti tra i tempi dell’uomo e quelli della scienza? Ha ragione P.Ricoeur quando scrive che solo la struttura del racconto offre una via di comprensione, che non c’è tempo senza racconto, che dobbiamo ‘considerare il racconto come il custode del tempo’ (P.Ricoeur, Tempo e racconto, Jaka Book, vol.III p.369)?

…. raccontare la verità! la narrazione riempie di senso e fa diventare i fatti eventi «Volevo dirvi... » riprese Teo, «vorrei così tanto che la vostra misura rimanesse... come dire? Nel cuore degli uomini, perché quello che resta non è ciò che è stato, ma è il racconto di ciò che è stato. Io non sono un saggio come voi, ma i libri li conosco, e so che cosa ricordano gli uomini: le belle storie.» «Qui non si tratta di storie, Teo, ma di scienza.» «E che cosa cambia?» «Che cosa vuoi? Che inventi metodi falsi, ma pieni di fascino perché Mentep, là sul ponte, possa cantarli... che io metta insieme come capita delle misure eleganti ma inesatte perché le belle alessandrine ne parlino durante i banchetti, voluttuosamente sdraiate sui loro triclini?» Teo sorrise: «No. Alla verità della vostra scienza, aggiungete la dimensione mitica della poesia, e la vostra misura diventerà una storia così bella che si avrà voglia di raccontarla per secoli. La verità da sola non basta ‑ ed è meglio così». (D.Guedj, La chioma di Berenice, Longanesi)

Comunicare la relazione tra le discipline “In un indirizzo di studi nel quale si scelga di esplorare in maniera 'secondaria' lo specifico settore matematico-fisico-naturalistico della cultura generale, infatti, non si possono trascurare anche le componenti linguistico-letterarie, estetico-espressive, storico-filosofiche e tecnico-applicative che esso implica e presuppone. Senza di esse, d'altra parte, le stesse discipline matematico-fisico-naturalistiche non potrebbero costituirsi. Pretendere di assumere la cura teoretica di tutte queste componenti della cultura, per ciascuna analoga a quella delle discipline matematico-fisico-naturalistiche sembra, tuttavia, impossibile. Se non di diritto, di fatto. Avremmo piani di studio ed orari smisurati, impraticabili sul piano prima logistico che psicopedagogico. La soluzione semmai è quella di scoprire le condizioni e le dimensioni linguistico-letterarie, estetico-espressive, storico-filosofiche e tecnico-applicative delle conoscenze matematico-fisico-naturalistiche che caratterizzano un particolare corso di studi secondario. Analogamente, in altri indirizzi di studio, unitarietà e onnicomprensività della cultura significano scoprire dimensioni e condizioni matematico-fisico-naturalistiche, estetico-espressive, storico-filosofiche e tecnico-applicative delle conoscenze linguistico-letterarie che si intendono approfondire. E così via, in una circolarità mai conclusa, per ciascun grande settore della cultura coinvolto dai profili terminali e dagli obiettivi specifici di apprendimento dei diversi Licei.” (Rapporto Bertagna)

Il docente comunica innanzitutto il proprio rapporto con la disciplina, i propri disagi e i propri entusiasmi “Non si insegna ciò che si sa. Non si insegna ciò che si vuole. Ma si insegna ciò che si è” (Jean Jaures). “Il compito che ci è proposto è tremendamente difficile, bisogna che qualcosa di vivo che è in noi passi nello spirito di lui. Ma per fare ciò occorre dunque che anche noi maestri, nell’atto di insegnare, ripetiamo non già il risultato freddo degli studi fatti, bensì il travaglio interiore per cui riuscimmo a conquistare la verità” (F.Enriques). “Vi è un tempo in cui si insegna ciò che si sa, ma poi ne viene un altro in cui si insegna ciò che non si sa; e questo significa cercare” (R.Barthes).

… un profilo di uomo e di cittadino (in A … un profilo di uomo e di cittadino (in A.Nanni, Una nuova paideia, EMI 2000) Prima dimensione: verso un Io accogliente, narrante, comunicativo, capace di reciprocità.- capace di ascoltare e di dire, di accogliere e di comunicare patrimoni e identità culturali e spirituali, capace di vedere negli altri dei volti e di conversare, “Non c’è dialogo o è sempre più raro in una società che è un’immensa chiacchera in comune” (Prini). In sintesi educare al silenzio, alla concentrazione, all’ascolto, alla comunicazione significativa. Seconda dimensione : verso un Io libero, autonomo, selettivo, capace di resistenza – capace di pensare operare resistere in un mondo che ha voluto liberarsi di ogni trascendenza, attraverso strategie di recupero di attenzione nel quotidiano. Nel quotidiano più che nelle grandi imprese troviamo le energie che ci salvano dal caos. (Bonhoeffer). Etica del limite e cultura della sobrietà. Resistere alla seduzione. Terza dimensione: verso un Io responsabile, cooperativo, democratico, dotato di forte coscienza civica – capace di appartenere ad una com-munitas società di uomini che scambievolmente si devono qualche cosa (munus), capace di rispettare norme e di vedere sempre uomini in tutti i contesti competitivi. Quarta dimensione: verso un Io nomade (impegnato in un viaggio significativo, quindi non in un nomadismo senza meta!), creativo, ludico, aperto alla mondialità e alla trascendenza. Il viaggio è la metafora della vita: incontro, rischio, novità, ma anche meta. La mente, la memoria, i desideri del viandante non coincidono con quelli del sedentario. Chi è educato al viaggio è capace di trasmigrare tra culture diverse, dal cortile di casa al mondo, è capace di decentrarsi e di tornare arricchito. Trascendenza: il gioco è trascendenza rispetto agli interessi materiali della quotidianità, libera dall’ansia per il futuro e rimette le cose a posto.

…un profilo di curriculum e di insegnante Ne viene fuori un profilo di curriculum intenso ma disteso, essenziale, rispettoso dei tempi, che favorisca nell’alunno la crescita di una dimensione critica, che significa consapevolezza della fatica del conoscere, dell’importanza del concetto e della sua precarietà, della dimensione sociale della conoscenza e della provvisorietà di molte nostre convinzioni, attrattiva per una esplorazione attenta del reale. Ne viene fuori anche un profilo di insegnante-ricercatore capace sempre di porsi in questione, di avventurarsi su terreni nuovi, di comunicare entusiasmo verso un impegno intellettuale ed etico; grande metabolizzatore di testi, esperienze, conoscenze che occorre filtrare, ridurre all’essenziale, ai nuclei tematici, alle questioni veramente di rilievo. Un insegnante progettista dal profilo professionale specifico: non un insegnante universitario mancato o un forzato della scuola in mancanza d’altro. Operatore culturale piazzato in quello snodo generazionale nel quale ragazzi e adolescenti imparano l’arte di vivere in questo mondo. Utopia si! Ma con tutta la forza orientatrice e moltiplicatrice di energie delle prospettive limite!