ARTE E GEOLOGIA NEL TERRITORIO

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ARTE E GEOLOGIA NEL TERRITORIO

ARTE E GEOLOGIA NEL TERRITORIO La geologia di un territorio condiziona lo sviluppo dell’arte. PER QUALE MOTIVO? Presenza di materie prime La scelta dell’utilizzo della tipologia di materiale con la quale costruire gli edifici artistici era dettata dalla presenza e vicinanza delle materie prime nel territorio. La scelta del sito Il luogo fisico sul quale si decideva di costruire era influenzato dalla natura del territorio e del terreno.

Com’è il territorio del Comune di Cascina? Il Comune di Cascina è situato ai piedi delle pendici meridionali dei Monti Pisani, in un territorio pianeggiante a breve distanza dal fiume Arno. Cascina si trova su una pianura alluvionale La pianura alluvionale è una pianura costituita da materiale alluvionale, cioè trasportato prevalentemente da fiumi e deposto nella piana durante le alluvioni, durante le quali il corso d'acqua esonda tracimando dagli argini.

Mappa del territorio del Comune di Cascina

Dall’analisi della cartina: Il fiume Arno fa da spartiacque tra i Monti Pisani e la pianura del Comune È un confine naturale Gli altri confini invece sono detti antropici

La conformazione geologica del suo territorio ha influito sullo sviluppo dell’arte e sui materiali per costruire edifici e monumenti. Infatti, la maggior parte delle chiese è stata costruita con materiali presenti e facilmente reperibili nelle zone circostanti. Nel Medioevo i Monti Pisani sono stati i maggiori “fornitori” di rocce come quarzite e calcare Cave San Giuliano Monte Serra

Monumenti a Cascina Pieve di S. Maria X – XI secolo Chiesa di S. Giovanni Battistero Campanile XII –XIII sec. Oratorio di S. Giovanni Santuario della Madonna dell’Acqua Monumento ai Caduti Mura e Torri

Monumenti sul territorio Chiesino di Marcianella 1111 - Pieve di S. Casciano 1180 - Chiesa di S. Giorgio a Bibbiano XI – XII secolo Badia di S. Savino 1115 c.a. Chiesa di S. Andrea di Ripoli Chiesa di S. Jacopo a Zambra XI secolo Chiesa di S. Lorenzo alle Corti Chiesa di S. Lorenzo a Pagnatico Chiesa di San Benedetto

La maggior parte di questi edifici sono stati costruiti nel Medioevo ed appartengono allo stile romanico pisano. Il romanico pisano si sviluppò a Pisa al tempo in cui era una potente Repubblica Marinara, dalla seconda metà dell'XI alla prima del XIII secolo, e si irradiò ai territori controllati dalla Repubblica di Pisa (Corsica e Sardegna comprese) ed a una fascia di Toscana settentrionale da Lucca fino a Pistoia. Il carattere marittimo della potenza pisana, e la peculiarità degli elementi stilistici propri del suo stile fecero sì che la diffusione del romanico pisano si estendesse ben oltre la sfera di influenza politica della città. Influssi pisani si trovano in diversi punti dell'areale mediterraneo, oltre che in Sardegna. Da segnalare le chiese disposte sulle coste dell'adriatico (Puglia, Istria)

Elementi tipici del romanico pisano sono: l'uso dalle loggette pensili, ispirate all'architettura lombarda, ma moltiplicate fino a coprire su ordini diversi intere facciate, e di arcate cieche il motivo della losanga, una delle caratteristiche più riconoscibili, derivato da modelli islamici nord-africani, e la bicromia a fasce alternate, derivata da modelli della Spagna musulmana

Come si estraevano le rocce? La tecnica più diffusa era l’estrazione dei blocchi , si scavavano dei solchi in corrispondenza dei lati accessibili, tramite l’impiego di cunei di legno o metallo. L’altezza dei solchi era determinata soprattutto dalle altezze degli strati omogenei di roccia e dalle interfacce tra uno strato e l’altro, in corrispondenza delle quali si creano dei piani di distacco semplificati dalla natura stessa della stratificazione geologica. Si posizionavano dei cunei in legno o metallo. La progressiva battitura di questi ultimi produceva un suono ben preciso quando la tensione esercitata era la stessa su tutti i cunei presenti, suono riconoscibile soltanto all’orecchio esperto del cavatore, e determinava infine il distacco del blocco dal piano. I cunei in legno venivano invece inumiditi con acqua ed in tal caso era la crescita di volume a causare il distacco del blocco. Cuneo piccone scalpello

I blocchi, una volta estratti, subivano una prima lavorazione in cava,occorreva riquadrare i blocchi irregolari e dividere alcuni blocchi in pezzi più piccoli. La fase più impegnativa e dispendiosa era però il trasporto. La discesa dei blocchi verso l pianura era realizzata attraverso piste con piani inclinati, scavate nel fianco del monte, lungo le quali i blocchi, legati a slitte di legno e frenati con funi, venivano fatti scivolare su rulli di legno duro.

Questo sistema, definito della ´lizzatura´, dal nome delle funi, era in uso ancora nella prima metà di questo secolo, prima dell´introduzione dei mezzi meccanici. Giunti in pianura i blocchi potevano essere trainati da animali o, in prossimità di porti marittimi o fluviali o di appositi canali, trasportati via acqua.(Arno e canali artificiali)

Lavorazione roccia Spaccatura blocchi irregolari in forma e dimensione Sbozzatura pietre irregolari a forma di parallelepipedi ( conci) Squadratura pietra lavorata a grandi blocchi regolari

Chiesa di San Iacopo di Zambra Attestata nel IX secolo. Siamo in epoca longobarda. I longobardi sono stati la prima popolazione a convertirsi al Cristianesimo Abside Incisioni semplici di significato complesso Tetto a capriate in legno Quarzite Una navata Unica aula

Pieve di Santa Maria e San Giovanni Risale alla fine dell'XI secolo ed è a pianta basilicale a tre navate,. La facciata è spartita in cinque archeggiature che includono i tre portali, alternandoli a rombi gradonati. Tre archeggiature scandiscono la parte superiore, in cui si ripete il motivo della losanga, impreziosita da intarsi marmorei; al di sopra il timpano con due oculi affiancati alla croce centrale, in intarsio marmoreo. quarzite

Campanile di Cascina XII-XIII sec. Laterizio Calcare Uliveto Ingresso mediante una scala Base robusta

Pieve di San Casciano Proprio i blocchi di calcare di Uliveto( molto compatto) e di San Giuliano (più chiaro, tipo marmo) sono stati utilizzati per costruire uno dei più importanti edifici religiosi delle nostre zone: la pieve di San Casciano (stile romanico –pisano)edificata nel XII secolo, esattamente nell’anno 1180 come attesta l’iscrizione sulla facciata Edificio tozzo e largo 3 navate

Iscrizione in latino L’opera che stai osservando è stata realizzata dal Maestro Biduino 1180, considerato il Michelangelo del Medioevo

Era inoltre molto diffusa l’usanza di spoliare antichi edifici ormai caduti in disuso da utilizzare come ‘cave’ nelle quali rifornirsi di materiali da costruzione già lavorati e pronti all’uso. Si dicevano anche materiali di reimpiego. All’interno della pieve di San Casciano: Le colonne sono di diversa composizione e diversa altezza. Per pareggiare sono stati disposte “zeppe”di pietra di varia altezza

Chiesa San Giorgio a Bibbiano XI-XII Secolo Chiesa non orientata ( Abside orientata a Nord) Lunetta San Giorgio combatte con il Drago Calcare e quarzite

Chiesa di Marcianella (San Miniato) Buche pontaie Campanile a vela Unica aula, senza abside Calcare cavernoso Piccola chiesa di campagna

Badia di San Savino - Montione Dedicata a San Savino, fu costruita tra la fine dell'XI e i primi del XII secolo in sostituzione della precedente abbazia, datata 780, completamente distrutta da un'alluvione. Il complesso, dalle notevoli dimensioni, si articola su due piani: un piano terra – che ospitava i magazzini per il grano e i foraggi, le cantine e le stalle – e un piano superiore dove vivevano i monaci (dell'Ordine di Camaldoli, a parte qualche breve parentesi storica), con i dormitori, la cucina, la biblioteca, le stanze per gli ospiti. L'antica merlatura, che coronava l'edificio, non esiste più ma è ancora riconoscibile dalle finestrelle sotto la copertura. Quarzite e calcare

Fornace di San Frediano sul fiume Arno Dal 1600 si cominciano a prediligere i mattoni in quanto erano facilmente trasportabili (erano leggeri) e l’argilla era reperibile in grandi quantità sul territorio Fornace di San Frediano sul fiume Arno

Dall’Arno si estraevano la sabbia e la” mota” per fare i mattoni e le pietre. A S. Frediano,in località “Barca di Noce”, c’erano diverse fornaci di mattoni. Un anziano “mattonaio”, Florio Gneri, che abita ancora in quella località, ci ha raccontato la sua esperienza giovanile di quando l’occupazione prevalente degli abitanti della zona era: “ fare i mattoni “. Nella civiltà contadina, fino al secondo dopoguerra, a contribuire all’economia familiare erano tutti i componenti.. Donne, uomini e bambini svolgevano questa attività, da metà aprile fino a settembre, per circa dodici ore al giorno: dalle quattro del mattino fino alle nove di sera con una breve pausa per il pranzo. I mattonai lavoravano sul greto del fiume Arno soggetto molto spesso a piene. L’ acqua, raccolta in profonde fosse dette “cavi”lasciava un sedimento alto anche fino ad un metro di “mota”(argilla)che, con catini di legno, veniva raccolta e portata sull’aia. I bambini avevano dei contenitori più piccoli. L’argilla veniva lavorata,impastata e messa dentro telai di legno per ottenere la forma del mattone.

L’argilla veniva lavorata,impastata e messa dentro telai di legno per ottenere la forma del mattone. Questo, essiccato, veniva tolto dal telaio e messo “ per ritto” ad asciugare e, quando assumeva il colore grigio, era pronto per essere cotto nella fornace In un giorno, mediamente, una famiglia produceva da 1500 a 2000 mattoni.

Santuario della Madonna dell’Acqua Sulla facciata della Chiesa le decorazioni diventano scarne rispetto ai secoli precedenti. Prima veniva data molta importanza all’esterno che rappresentava il corpo mentre adesso viene privilegiata la decorazione dell’interno in quanto rappresenta lo spirito e l’anima. Santuario della Madonna dell’Acqua 1600

Cappella del Sacramento - Cascina In questo edificio è possibile osservare due momenti costruttivi diversi riconoscibili dall’utilizzo di materiali differenti: quarzite in basso ( come la Pieve) e laterizio in alto.

ECCEZIONE L’oratorio, pur essendo costruito in laterizio, risale alla fine del 1300. L’utilizzo di questo materiale in questo periodo per la costruzione di un edificio di culto è dovuto al fatto che il committente era un privato