Intervista a un grande matematico: John Horton Conway Alice Merli
Cenni sulla vita: E’ nato in Gran Bretagna, a Liverpool, il 26 dicembre 1937 E’ uno dei più geniali e anticonformisti matematici della Princeton University, dove si è trasferito nel 1986, da Cambridge, per occupare la cattedra di Matematica intitolata a John von Neumann I suoi studi lo hanno portato a grandi risultati in campi diversi, come la teoria dei numeri, la teoria dei giochi e la teoria dei gruppi, è inoltre uno dei più eminenti studiosi di teoria dei nodi e ha inventato un nuovo insieme di numeri, i numeri Surreali.. e tanto altro!
Cari lettori. Figuratevi nella mente il suo studio che è una delle più evidenti rappresentazioni del caos. Mucchi di libri, fogli e riviste occupano ogni spazio, ci sono computer, appunti, tazzine di caffè, reticoli cristallini e altri modelli matematici in una grande confusione, in un angolo spicca una piramide costruita con palle da tennis e dal soffitto pendono grandi poliedri multicolori. A dispetto della sua eccellente memoria difficilmente riesce a ritrovare il pezzetto di carta sul quale ha appuntato l'importante risultato scoperto alcuni giorni prima e che non ha registrato da nessun'altra parte. Questo è il suo quotidiano. Lo spazio dove esprime se stesso. Un sorriso solare e barba e capelli incolti… un vero genio!
Qual’è l’idea che hanno della matematica, secondo lei, le altre persone? La maggior parte delle persone ritiene che la Matematica non sia altro che una serie di sgradevoli artifici meccanici, ma questo non è assolutamente vero!
Quindi per lei che cos’è la matematica? Per me la Matematica è eccitante, è sensuale. Mi piace, e personalmente ne ricavo più piacere di quanto molta gente non ne tragga dall'arte. Anzi, mi sento come un artista. Mi piacciono le cose belle e queste sono lì, a portata di mano, l'uomo non le deve creare, ma soltanto scoprire. Io rimango sempre stupefatto di fronte alla bellezza della Natura. E la Matematica è Natura. Nessuno può aver inventato l'Universo matematico che è lì e aspetta soltanto di essere scoperto. E' una cosa pazzesca, straordinaria.
Ma quindi che cosa, veramente, all’inizio l’attiro verso questa materia? Già da molto piccolo mia madre racconta che dicevo con scorrevolezza le tabelline. Probabilmente quello che mi attirò irresistibilmente verso la matematica fu il misterioso rapporto fra oggetti diversi, che ne è la caratteristica fondamentale. C'è questo mondo meraviglioso di logica e relazioni, così difficile da vedere. Io posso vedere alberi, gatti e persone, ma c'è anche quest'altro mondo così potente, straordinariamente potente.
Si vede che la sua passione si esprime in parte attraverso i giochi matematici, ricordiamo il “gioco dei germogli” ma soprattutto “il gioco della vita”. Parte del piacere di essere matematico deriva dallo studio di cose banali, ma condotto in modo chiaro e preciso. Forse è per questo che amo così tanto i giochi logici o matematici, cose semplici ma che ti appassionano forse proprio per questa metodicità; un gioco senza regole non è fattibile.
germogli Automi cellulari
C’è qualcuno che la potrebbe accusare di frivolezza per questa sua passione. Come risponde? I giochi non sono normalmente molto profondi ma talvolta, qualcosa che sembra frivolo si rivela poi un profondo problema strutturale. E questo è quello a cui siamo interessati noi matematici.
Poi come non ricordare la scoperta a cui i “giochi frivoli” hanno portato.. Esattamente. Il gioco mi ha reso famoso istantaneamente ma soprattutto ha aperto un nuovo campo nella ricerca matematica: il campo degli automi cellulari.
Che cosa vorrebbe dire alle persone che non amano molto la matematica? Riconsiderate le vostre scelte perché ad esempio la matematica spiega perché i petali della rosa sono sistemati in un certo modo. Io ritengo di provare più piacere di altri nell'osservare una rosa perché conosco queste cose. Per capire la straordinarietà della matematica vi consiglio una mia pubblicazione: “il libro dei numeri” che suggerisce proprio una serie di possibili percorsi alla scoperta della bellezza della matematica.