MOVIMIENTO JOVENES DE LA CALLE

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Transcript della presentazione:

MOVIMIENTO JOVENES DE LA CALLE CIUDAD DE GUATEMALA la morte di Miguel la vita nella casa dell’amicizia molli e massimo 18-11-2006

Per Miguel Miguel, un ragazzo silenzioso… si muoveva lentamente e con l’aria assonnata nella casa dell’amicizia delle ragazze e dei ragazzi di strada, dove tutti si muovono in fretta parlando ad alta voce, ciascuno con qualcosa da fare o un compito da svolgere.

chi si lava, dopo una notte passata in strada

chi lava i propri vestiti e li stende al sole nel patio

chi fa le pulizie nei patii e nei vari locali

chi va a fare la spesa al mercato

chi scarica i pacchi della spesa e li sistema nella dispensa

chi cucina la colazione o il pranzo

chi sposta tavoli e sedie per apparecchiare

chi mangia e beve

chi sparecchia e lava piatti e bicchieri nei lavatoi del patio

chi lava pentoloni nei lavandini di cucina

chi riporta tavoli e sedie nelle aule per le attività scolastiche

chi insegna con pazienza e creatività

chi impara a leggere, scrivere, fare i conti, disegnare

chi impara insegnando

chi chiede aiuto e chi aiuta

chi vuole far da solo

chi dorme per terra, negli angoli o sotto i tavoli

chi taglia giornali con le forbici e costruisce oggetti

chi compone e scompone frasi, racconti, figure

chi insegna a tagliare e cucire stoffe nel laboratorio di sartoria

chi impara a confezionare borse e vestiti con le macchine da cucire

chi insegna a lavorare il legno nel laboratorio di falegnameria

chi taglia il legno con la sega elettrica

chi leviga e lucida gli armadi appena costruiti

chi cucina pizze e dolci nel laboratorio di panetteria-pasticceria

chi mangia i dolci appena fatti e chi li va a vendere in strada

chi organizza riunioni per progettare le varie attività

chi lavora al computer per far conoscere il Mojoca

chi si preoccupa di trovare i fondi per finanziare i progetti

chi lavora in amministrazione

chi fa i conti con i soldi che non bastano mai

chi fotografa la vita nella casa

chi insegna a fotografare e chi impara a fare foto

chi legge il giornale e commenta le rapine e gli omicidi quotidiani

chi racconta e chi ascolta

chi gioca, corre, salta, fa a pugni

chi litiga e chi mette pace

chi piange e chi ride

chi sta male e chi l’accompagna all’ospedale

chi rimane appollaiato sul davanzale delle finestre a guardar fuori

chi va in strada per stare con le ragazze e i ragazzi

chi entra e chi esce

chi accende la radio ad altissimo volume

chi canta e chi balla

chi si muove a fatica con una pancia di nove mesi

chi dorme nelle culle o sopra i tavoli

chi prende in braccio i neonati che piangono e li coccola

chi li allatta al seno o con il biberon

chi alla sera va a dormire alla casa “otto di marzo” insieme ai bambini

chi ritorna in strada

In mezzo a tutto questo movimento si aggirava Miguel, con un’espressione pensierosa uno sguardo mesto e una traccia di sorriso osservando tutta quella vita che gli ruotava intorno. Con quel suo corpo sottile e un po’ inclinato spesso si sedeva al sole sui gradini del patio o su una panca, vicino a qualcun altro

Chiedeva soltanto di esserci, di stare in mezzo agli altri ragazzi. e si addormentava… anche a tavola o a scuola, e la sua testa scivolava lentamente fino a d appoggiarsi dolcemente sulla spalla di chi gli stava accanto. I suoi compagni a volte lo lasciavano dormire, condividendo il peso di quel corpo abbandonato. A volte lo svegliavano, stimolandolo a partecipare alle varie attività. Miguel veniva alla casa dell’amicizia tutti i giorni e anche se non partecipava attivamente alla vita del Mojoca la sua presenza silenziosa era più che eloquente. Chiedeva soltanto di esserci, di stare in mezzo agli altri ragazzi. Lo chiedeva con gli occhi e con la ricerca di vicinanza fisica, senza parlare, per alleviare il peso di una storia indicibile che portava nel cuore.

Miguel, un ragazzo mite… che adesso non c’è più, ucciso a diciassette anni da una violenza inenarrabile, della quale siamo tutti un po’ responsabili. Miguel, ragazzo dolcissimo… che tu possa finalmente dormire in pace, con la testa appoggiata sulla spalla accogliente dei tuoi compagni di strada, che non ti dimenticheranno mai!