IGIENE E SICUREZZA SUL LAVORO Dott.G.M.Comito

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IGIENE E SICUREZZA SUL LAVORO Dott.G.M.Comito

MEDICINA DEL LAVORO DEFINIZIONE La medicina del lavoro studia i rapporti tra lo stato di salute dell’uomo che lavora, lavoro svolto e condizioni ambiente di lavoro.

MEDICINA DEL LAVORO Si pone 2 OBIETTIVI: Promuovere il più alto stato di benessere psico-fisico del lavoratore Adoperarsi a prevenire qualunque malattia che possa derivare dal lavoro

Fattore di rischio professionale RISCHIO E PERICOLO RISCHIO : PROBABILITÀ CHE SI VERIFICHI UN DETERMINATO EVENTO che può comportare un danno all’integrità psico-fisica dell’operatore durante l’attività lavorativa PERICOLO proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni L’entità del RISCHIO è data da R = P x G P = probabilità che si verifichi un evento negativo G = gravità del danno che ne può derivare all’operatore. IL D.Lgs.vo 626/94 ci chiede di ragionare in termini di “fattori di rischio” ovvero di situazioni rischiose. Fattore di rischio professionale agente fisico, chimico, biologico presente nell'ambiente di lavoro in grado di causare un danno al lavoratore.

SALUTE E SICUREZZA DEI LAVORATORI NEI LUOGHI DI LAVORO LEGISLAZIONE Il medico titolare dell'ambulatorio si trova nella condizione di datore di lavoro e dunque deve rispettare tutti gli obblighi previsti dalle norme vigenti in materia di SALUTE E SICUREZZA DEI LAVORATORI NEI LUOGHI DI LAVORO

D.Lgs. n. 81/2008 Autocertificare, trattandosi di strutture con meno di 10 dipendenti, di aver eseguito la valutazione dei rischi. L’autocertificazione va fatta anche se si hanno solo collaboratori o soci l’autocertificazione vale non oltre il 30 giugno 2012. Entro tale data bisognerà predisporre il DVR vero e proprio! Provvedere all'informazione o formazione dei propri lavoratori sia per far loro conoscere i rischi lavorativi specifici presenti nell’ambiente di lavoro, sia per addestrarli alle procedure messe in atto per eliminare i rischi o per ridurli al più basso livello possibile, onde raggiungere l'obiettivo di lavorare in sicurezza.

D.Lgs. n. 81/2008 Provvedere a nominare il responsabile del servizio di prevenzione e protezione, qualora non lo possa svolgere personalmente, ( in questo caso bisogna possedere un attestato di formazione di durata minima di 16 ore e massima di 48 ore, adeguati alla natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro e relativi alle attività lavorative ) Provvedere a nominare il medico competente laddove dalla valutazione dei rischi sia emersa la necessità della sorveglianza sanitaria, Ciascuna mancanza è punita con l’arresto da 4 a 8 mesi o con l’ammenda da € 5.000 a € 15.000; Per lavoratori la legge comprende anche i soci lavoratori di cooperative o di società che prestino la loro attività per conto della società.

IL Medico Competente E’ un medico di qualificata professionalità, in grado di diventare l’interlocutore del datore di lavoro e del responsabile del Servizio di prevenzione e protezione in possesso di uno dei seguenti titoli:  Specializzazione in medicina del lavoro Autocertificazione o in medicina preventiva dei lavoratori e psicotecnica dei propri titoli presso il Ministero Docenza in medicina del lavoro della Salute o in medicina preventiva dei lavoratori e psicotecnica o in fisiologia e igiene del lavoro o in clinica del lavoro o in tossicologia industriale o in igiene industriale Autorizzazione di cui all’articolo 55 del decreto legislativo 15 agosto 1991, n. 277 Elenco dei Specializzazione in igiene e medicina preventiva medici competenti o in medicina legale percorsi formativi universitari

Il datore di Lavoro nomina nei casi previsti il Medico Competente (art.4 dl 626/94) E’un atto che presuppone una scelta fiduciaria del medico competente, per la delicatezza dei compiti normativamente individuati Il medico competente è l’unico titolare dei compiti previsti dalla normativa vigente che deve svolgere direttamente; Non può, a sua volta, delegare ad altri sanitari l’esecuzione dei compiti (e delle relative attività) che gli sono propri. Può essere dipendente da una struttura esterna pubblica o privata convenzionata con l'imprenditore libero professionista; dipendente del datore di lavoro.

Medico Competente Il datore di lavoro assicura al medico competente le condizioni necessarie per lo svolgimento di tutti i suoi compiti garantendone l'autonomia Il medico competente può avvalersi , per accertamenti diagnostici, della collaborazione di medici specialisti scelti in accordo con il datore di lavoro che ne sopporta gli oneri  

Obblighi del medico competente ( art. 25 D. Lgs . 81/2008 ) Collabora con il Datore di lavoro e con il Servizio di prevenzione e protezione alla valutazione dei rischi , anche ai fini della programmazione, ove necessario, della sorveglianza sanitaria, Collabora alla predisposizione della attuazione delle misure per la tutela della salute e della integrita’ psico fisica dei lavoratori Collabora alla attivita’ di formazione e informazione dei confronti dei lavoratori, per la parte di competenza Collabora alla organizzazione del servizio di primo soccorso considerando i particolari tipi di lavorazione ed esposizione e le peculiari modalita’ organizzative del lavoro Collabora alla attuazione e valorizzazione dei programmi volontari di “ promozione della salute” , secondo i principi della responsabilita’ sociale

Obblighi del medico competente ( art. 25 D. Lgs . 81/2008 ) Fornisce informazioni ai lavoratori sul significato della sorveglianza sanitaria cui sono sottoposti e, nel caso di esposizione ad agenti con effetti a lungo termine , sulla necessità di sottoporsi ad accertamenti sanitari anche dopo la cessazione della attività che comporta l'esposizione a tali agenti . Fornisce a richiesta , informazioni analoghe ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza . Informa ogni lavoratore interessato dei risultati della sorveglianza sanitaria e a richiesta dello stesso , gli rilascia copia della documentazione sanitaria Visita gli ambienti di lavoro almeno una volta all’anno o con cadenza diversa in base alla valutazione dei rischi L’indicazione di una periodicità diversa deve essere comunicata al datore di lavoro e annotata nel documento di valutazione dei rischi

Obblighi del medico competente ( art. 25 D. Lgs . 81/2008 ) Alla cessazione del rapporto di lavoro del lavoratore, invia all’ISPESL , esclusivamente per via telematica, le cartelle sanitarie e di rischio nei casi previsti,(esposizione ad agenti cancerogeni/mutageni o uso di agenti biologici gr. III e IV ) Il lavoratore interessato puo’ chiedere copia delle predette cartelle all’ISPESL anche attraverso il proprio medico di medicina generale

Obblighi del medico competente ( art. 25 D. Lgs . 81/2008 ) Programma ed effettua la sorveglianza sanitaria Istituisce , aggiorna e custodisce , sotto la propria responsabilità , una cartella sanitaria e di rischio per ogni lavoratore sottoposto a sorveglianza sanitaria. Nelle aziende o unita’ produttive con più di 15 lavoratori il medico concorda con il datore di lavoro il luogo di custodia Consegna al datore di lavoro, che firmerà per ricevuta alla cessazione dell’incarico, la documentazione sanitaria in suo possesso, con salvaguardia del segreto professionale ; Consegna al lavoratore, alla cessazione del rapporto di lavoro,la documentazione sanitaria in suo possesso e gli fornisce le informazioni riguardo la necessità di conservazione

SORVEGLIANZA SANITARIA L'Organizzazione Mondiale della Sanità e l'Organizzazione Internazionale del Lavoro nel 1959 hanno dichiarato che gli obiettivi della Medicina del Lavoro sono quelli di: promuovere e mantenere il più alto grado di benessere fisico, mentale e sociale dei lavoratori adoperarsi per prevenire ogni danno causato alla salute da condizioni legate al lavoro proteggere i lavoratori contro i rischi derivanti dalla presenza di agenti nocivi destinare e mantenere i lavoratori in occupazioni consone alle loro attitudini fisiologiche e psicologiche E quindi Adattare il lavoro all'uomo e sistemare ogni persona al posto giusto".

Definizione di Salute Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, non assenza di malattia, ma completo benessere fisico, psichico e sociale.

Insieme degli atti medici, finalizzati alla tutela dello stato di salute e sicurezza dei lavoratori, in relazione all’ambiente di lavoro, ai fattori di rischio professionali e alle modalità di svolgimento dell’attività lavorativa;

SORVEGLIANZA SANITARIA Insieme di indagini clinico strumentali volti a stabilire l’idoneità del lavoratore alla mansione specifica e a prevenire le malattie da lavoro ATTRAVERSO LA VERIFICA DELLA DEGLI DELLA Compatibilità Effetti precoci Misure di tra condizioni sulla salute prevenzione di salute e correlati alla dei rischi compiti lavorativi esposizione professionale

MEDICO COMPETENTE E VALUTAZIONE DEL RISCHIO Il Medico Competente esegue la Sorveglianza Sanitaria sulla base del Documento di Valutazione del Rischio. Programma-Protocollo di sorveglianza sanitaria che contenga anche le motivazioni per cui vengono eseguiti gli accertamenti previsti Copia di questo programma diventa parte del documento di valutazione dei rischi e va presentata alla riunione periodica di prevenzione e protezione dai rischi.  

Strumenti operativi della SS le visite mediche (preventiva, periodiche, straordinarie); gli accertamenti laboratoristici e strumentali; le visite specialistiche; la conoscenza dei processi e dei rischi connessi con l'attività produttiva; i giudizi di idoneità, l l'istituzione e l'aggiornamento della cartella sanitaria e di rischio.

Giudizio di Idoneità

idoneità al lavoro specifico Giudizio di Idoneità idoneità al lavoro specifico e non idoneità specifica al lavoro, la specificità è essenzialmente da riferire al lavoro organizzato e non al soggetto idoneità non concetto astratto ma riferita a una determinata mansione, in quel posto di lavoro, in quella azienda in cui esiste una precisa organizzazione del lavoro che determina tempi e modalità di esposizione a specifici rischi. PRIMO ATTO VALUTAZIONE AMBIENTE DI LAVORO

Formulazione del Giudizio di Idoneità Il giudizio di idoneità deve essere formulato all’atto della visita di assunzione delle visite periodiche della visita di rientro al lavoro dopo malattie extralavorative Esso non sempre è assoluto (idoneo, non idoneo) ma può essere formulato per gradi intermedi idoneità con prescrizione, quando il lavoratore è ritenuto idoneo con la prescrizione dell’uso di dispositivi di protezione individuale; idoneità parziale, per cui si preclude al lavoratore lo svolgimento di alcune operazioni pericolose alla sua o all’altrui incolumità ; inidoneità temporanea, quando si presume che le condizioni del lavoratore possano modificarsi nel tempo e quindi è resa necessaria una successiva verifica ; (vanno precisati i limiti temporali di validità) inidoneità totale, in qual caso occorre suggerire al datore di lavoro le mansioni che il lavoratore può svolgere in alternativa, in maniera che si possano rendere operative le conclusioni del medico competente senza peraltro rendere palese l’eventuale diagnosi clinica

Requisiti di Igiene e Sicurezza dei locali di lavoro

LUOGHI DI LAVORO Definizione Luoghi destinati a ospitare posti di lavoro, ubicati all'interno dell'azienda o dell'unità produttiva, nonché ogni altro luogo di pertinenza dell'azienda o dell'unità produttiva accessibile al lavoratore nell'ambito del proprio lavoro;

REQUISITI STRUTTURALI Gli Edifici che ospitano i luoghi di lavoro devono essere stabili I luoghi utilizzati come deposito devono avere l’indicazione sul carico massimo ammissibile per unità di superficie dei solai ei carichi non devono superare tali massimi I luoghi di lavoro devono avere una cubatura non inferiore a 10 mq per lavoratore che deve disporre di una superficie di almeno 2 mq Vi devono essere Locali appositamente destinati a spogliatoi i quando i lavoratori devono indossare indumenti di lavoro specifici Gli spogliatoi devono essere distinti fra i due sessi e Nelle aziende che occupano fino a cinque dipendenti lo spogliatoio può essere unico per entrambi i sessi; in tal caso i locali sono utilizzati secondo opportuni turni prestabiliti e concordati Gli spogliatoi devono essere dotati di attrezzature che consentono a ciascun lavoratore di chiudere a chiave i propri indumenti durante il tempo di lavoro

REQUISITI STRUTTURALI . Lavabo in acciaio o ceramica attivabile con pedale o fotocellula; Attrezzato con dispensatore di sapone e/o detergente antisettico e con salviette Servizio/i igienico/i per gli utenti Servizio igienico dedicato al personale

VIE ED USCITE DI EMERGENZA DEFINIZIONE Vie di emergenza percorso senza ostacoli al deflusso che consente alle persone che occupano un edificio o un locale di raggiungere un luogo sicuro; Uscita di emergenza: passaggio che immette in un luogo sicuro; Luogo sicuro: luogo nel quale le persone sono da considerarsi al sicuro dagli effetti determinati dall'incendio o altre situazioni di emergenza Le vie e le uscite di emergenza devono rimanere sgombre e consentire di raggiungere il più rapidamente possibile un luogo sicuro in caso di pericolo Qualora le uscite di emergenza siano dotate di porte, queste devono essere apribili nel verso le vie dell'esodo e, senza impedimenti. Le vie e le uscite di emergenza devono essere evidenziate da apposita segnaletica, collocata in luoghi appropriati.

La pavimentazione e le pareti I Pavimenti dei locali devono essere lavabili e disinfettabili, così come le pareti per un’altezza non inferiore a m 2 ;laddove vi fossere fughe non congrue queste possono essere sigillate con idoneo materiale impermeabile e lavabile. fissi, stabili ed antisdrucciolevoli nonché esenti da protuberanze,cavità o piani inclinati pereicolosi Il raccordo tra pavimento e parete può essere arrotondato o realizzato con idonea sigillatura del battiscopa. le pareti completamente vetrate, nei locali o nelle vicinanze dei posti di lavoro e delle vie di circolazione, devono essere chiaramente segnalate e costituite da materiali di sicurezza fino all'altezza di 1 metro dal pavimento

Continua requisiti Locale o spazio per attività amministrative, accettazione, archivio, consegna referti; Locale attesa adeguatamente arredata con numeri di posti a sedere commisurato ai volumi di attività; Locale o spazio per deposito materiale di pulizia; Piano prevenzioni incendio; Locale spazio dedicato per i processi di decontaminazione, pulizia, disinfezione e sterilizzazione dispositivi medici riutilizzabili.

Particolari sulle normative La legge 46/90: un impianto elettrico è adeguato quando: - possiede un dispositivo di sezionamento posto all’origine dell’impianto (int. Generale) - possiede dispositivi di protezione contro le sovra correnti (int. Automatici, fusibili ecc…) - possiede protezione contro i contatti indiretti (dispositivo differenziale coordinato con la messa a terra) oppure int. Differenziale - possiede le protezioni contro i contatti diretti (isolamenti, involucri ecc..)

MICROCLIMA insieme dei componenti (es. temperatura, umidità, velocità dell’aria) che regolano le condizioni climatiche di un ambiente chiuso o semi-chiuso e che influenzano gli scambi termici tra soggetto e ambiente Un microclima incongruo è spesso fonte di disagio che si ripercuote con conseguenze più o meno gravi sulle capacità lavorative e, in condizioni estreme,da manifestazioni patologiche. Il benessere termico E’ una sensazione soggettiva in cui il lavoratore non è costretto ad attivare i propri meccanismi di termoregolazione (sudorazione-brividi )per mantenere costante la temperatura interna del corpo Tale situazione dipende dall’attività svolta (dispendio metabolico) dal tipo di vestiario indossato e da parametri ambientali quali la temperatura dalla velocità dell’aria e l’umidità relativa

con impianti di areazione. MICROCLIMA Attualmente non esistono delle norme precise che prevedano dei limiti fissi, salvo che per alcune lavorazioni particolari. Diversi articoli di leggi e decreti danno comunque delle indicazioni riguardo le caratteristiche del microclima negli ambienti di lavoro. art. 2087 Codice civile L'imprenditore è tenuto ad adottare nell'esercizio dell'impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro D.Lgs. 19 settembre 1994, n. 626° 81/08 La temperatura nei locali di lavoro deve essere adeguata all'organismo umano durante il tempo di lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori. Nel giudizio sulla temperatura adeguata per i lavoratori si deve tener conto della influenza che possono esercitare sopra di essa il grado di umidità ed il movimento dell’aria concomitanti Dl 81/08 allegato 4° Nei luoghi di lavoro chiusi, è necessario far sì che tenendo conto dei metodi di lavoro e degli sforzi fisici ai quali sono sottoposti i lavoratori, essi dispongano di aria salubre in quantità sufficiente anche ottenuta con impianti di areazione.

MICROCLIMA Se sono utilizzati impianti di condizionamento dell'aria o di ventilazione meccanica, essi devono funzionare in modo che i lavoratori non siano esposti a correnti d'aria fastidiosa. 1.9.1.4. Gli stessi impianti devono essere periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori. 1.9.1.5. Qualsiasi sedimento o sporcizia che potrebbe comportare un pericolo immediato per la salute dei lavoratori dovuto all'inquinamento dell'aria respirata deve essere eliminato rapidamente

Zona di benessere termico in condizione di lavoro sedentario e vestiario di stagione PERIODO TEMPERATURA °C UMIDITA’ RELATIVA % VELOCITA’ ARIA m/sec ESTATE 19-24 (22) 40-60 <0,2 INVERNO 17,5-21,5(19,5)

Illuminazione areazione A meno che non sia richiesto diversamente dalle necessità delle lavorazioni e salvo che non si trattidi locali sotterranei, i luoghi di lavoro devono disporre di sufficiente luce naturale. In ogni caso, tutti i predetti locali e luoghi di lavoro devono essere dotati di dispositivi che consentano un'illuminazione artificiale adeguata per salvaguardare la sicurezza, la salute e il benessere di lavoratori.- Il rapporto d’illuminazione/aereazione deve essere non inferiore a 1/8; si calcola con la divisione tra la superficie finestrata e quella della pavimentazione; Gli impianti di illuminazione dei locali di lavoro e delle vie di circolazione devono essere installati in modo che il tipo d'illuminazione previsto non rappresenti un rischio di infortunio per i lavoratori. Le superfici vetrate illuminanti ed i mezzi di illuminazione artificiale devono essere tenuti costantemente in buone condizioni di pulizia e di efficienza. Gli ambienti, i posti di lavoro ed i passaggi devono essere illuminati con luce naturale o artificiale in modo da assicurare una sufficiente visibilità.

RISCHI PER LA SICUREZZA E SALUTE DEL LAVORATORE

Rischi per la sicurezza Sono i rischi infortunistici, INFORTUNIO Evento traumatico, violento, che in occasione di lavoro provoca lesioni all’operatore, ne comporti la morte o l’invalidità permanente assoluta o parziale o una inabilità temporanea assoluta che comporti l’astensione dal lavoro per più di tre giorni Elementi caratterizzanti: Lesione alterazione psicofisica (anatomica o funzionale) dell’organismo del lavoratore che causi inabilità al lavoro, temporanea, assoluta,permanente, parziale Causa violenta fatto esterno che agisce con modalità concentrata nel tempo (un turno di lavoro) Occasione di lavoro connessione tra evento lesivo e attività lavorativa, ovvero l’evento lesivo deve essere avvenuto per finalità di lavoro e non per concomitanza di tempi o luoghi

INFORTUNIO IN ITINERE Infortunio che si verifica al lavoratore mentre percorre il tragitto che porta dalla casa al lavoro e viceversa. L’infortunio è indennizzabile solo se è avvenuto durante il normale tragitto: • di andata e ritorno fra l’abitazione e il luogo di lavoro, • tra due posti di lavoro, se il lavoratore presta più di un’attività • tra la sede di lavoro e il luogo di consumazione dei pasti, nel caso in cui non vi sia la mensa. Sono escluse le deviazioni non necessitate; per “necessitate” s’intendono le deviazioni dovute a cause di forza maggiore, quelle dettate da esigenze essenziali ed improrogabili e quelle legate all’adempimento di obblighi penalmente rilevanti

INFORTUNIO IN ITINERE

MALATTIA PROFESSIONALE Evento dannoso che, correlato alla prestazione lavorativa, agisce lentamente e progressivamente sulla capacità lavorativa del soggetto assicurato Elementi caratterizzanti: Lesione alterazione psicofisica (anatomica o funzionale) dell’organismo del lavoratore che causi inabilità al lavoro, temporanea assoluta o permanente parziale Causa lenta e progressiva componente specifica della attività lavorativa, che agisce con modalità diluita nel tempo (più di un turno di lavoro)

Oggetto dell’assicurazione Non è un qualunque evento dannoso, ma solo quello che si verifica per causa violenta ed in occasione di lavoro (INFORTUNIO) o le patologie che insorgono nell’esercizio ed a causa del lavoro (MALATTIE PROFESSIONALI)

INFORTUNIO SUL LAVORO _MALATTIE PROFESSIONALI Essendo la salute dei lavoratori un bene collettivo, anche le conseguenze dei danni causati ad essa dal lavoro, devono essere oggetto di una tutela privilegiata attraverso l’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali, Soggetti dell’assicurazione sono Assicuratore (INAIL) Assicurante Tutti i titolari di un rapporto di lavoro pubblici e Privati Assicurato Tutti coloro che prestano la propria attività alle dipendenze o sotto la direzione altrui in modo permanente o avventizio, con ogni forma di retribuzione

Procedure per fornitura di prestazioni da parte dell’INAIL Infortunato deve denunciare immediatamente al datore di lavoro gli infortuni e le malattie professionali Datore di lavoro deve denunciare all INAIL gli infortuni entro due giorni e le malattie professionali entro cinque giorni

Infortunio sul lavoro e danno biologico L'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali esonera il datore di lavoro dalla responsabilità civile, tranne nei casi in cui sussiste anche la responsabilità penale, La Corte Costituzionale nel.1991 ha affermato che l'oggetto di tale assicurazione e le relative prestazioni non comprendono il danno biologico. Il datore di lavoro pertanto non viene esonerato dalla responsabilità civile, limitatamente ai casi in cui sussista una condotta colposa o dolosa da parte del datore di lavoro. L'evento colposo è di norma dovuto a violazioni di specifiche norme in materia di prevenzione di infortuni e di igiene del lavoro. In caso di danno biologico causato dal datore di lavoro, il dipendente potrà dunque richiedere al datore di lavoro il risarcimento del danno biologico, da liquidare in aggiunta alle prestazioni rese dall'INAIL, in quanto esse non lo comprendono.

Rischi infortunistici Urti contro ante di armadi cassetti di scrivanie lasciati aperti dopo il loro utilizzo Caduta di materiale disposto in modo disordinato e irrazionale sui ripiani degli armadi e sulle mensole Cadute per uso improprio di sedie o di ripiani di scaffalature Ribaltamento di scaffalature non opportunamente fissati al muro Cadute per urti contro attrezzature posizionate nelle aree di passaggio o per scivolamento sul pavimento bagnato od i eccessivamente incerato Infortuni elettrici dovuti alle apparecchiature utilizzate. Possibili lesioni da taglio o punture con aghi,

Rischi infortunistici - Prevenzione Scegliere i mobili in funzione dell’utilità distribuirli nella posizione più opportuna prevedendo l’esigenza di movimento garantirne l’uso senza intralci e senza compiere sforzi inutili verificare l’assenza di spigoli vivi e parti sporgenti e/o taglienti variare la disposizione degli elementi di arredo in funzione dell’illuminazione,di eventuali ostacoli pericolosi (ad es rubinetti dei termosifoni,quadri elettrici verificare la collocazione di classificatori,cassetti di scrivania schedari etc che potrebbero essere causa di urto o inciampo E’ fatto obbligo ai titolari del rapporto di lavoro di tenere a disposizione il registro delle verifiche periodiche di tutti gli impianti elettrici e di provvedere alla manutenzione degli apparecchi elettromedicali La normativa prevede l'obbligo di registrare sul registro infortuni tutti gli eventi che comportino l'assenza di almeno una giornata lavorativa e non solo quella da segnalare all'INAIL ossia superiore a tre giorni di assenza di lavoro.

Rischi per la salute del lavoratore Rischi biologici, legati oltre che all'intervento sanitario diretto sul paziente con possibile esposizione a liquidi biologici (sangue, urina, saliva), anche alle eventuali fasi di raccolta, analisi o di eliminazione dei liquidi stessi; Rischi chimici, legati in gran parte alle sostanze utilizzate (detergenti,disinfettanti...) Rischi allergici legati a una possibile manifestazione allergica sia nei riguardi delle sostanze utilizzate, sia nei confronti di alcune componenti dei guanti o di altri strumenti in lattice presenti nell'ambulatorio; Rischio radiologico può derivare dalle apparecchiature utilizzate per possibile esposizione a radiazioni ionizzanti, Rischio da utilizzo di videoterminali Rischio da agenti fisici può assumere importanza negli studi dentistici per l'utilizzo di strumenti vibranti ad alta frequenza (turbine, micromotori, ablatori);

IL RISCHIO BIOLOGICO

RISCHIO BIOLOGICO DEFINIZIONE Il rischio biologico è la probabilità di sviluppare una malattia in conseguenza di un contatto con un AGENTE BIOLOGICO 51

AGENTE BIOLOGICO: DEFINIZIONE microrganismo anche se geneticamente modificato coltura cellulare: il risultato della crescita in vitro di cellule derivate da organismi pluricellulari endoparassita umano che potrebbe provocare Infezione Allergia Intossicazione Microrganismo :qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico 52

CLASSIFICAZIONE La classificazione riportata nell'allegato XI del D.Lgs. 626,è stata studiata valutando la pericolosità dei vari agenti biologici per la salute del lavoratore e della popolazione generale. Tra le caratteristiche di pericolosità sono state considerate: l'infettività, intesa come la capacità di un microrganismo di penetrare e moltiplicarsi nell'ospite; la patogenicità, riferibile alla capacità di produrre malattia a seguito di infezione; la trasmissibilità, intesa come la capacità di un microrganismo di essere trasmesso da un soggetto infetto a uno suscettibile la neutralizzabilità, intesa come la disponibilità di efficaci misure profilattiche per prevenire la malattia o terapeutiche per la sua cura. Sulla base dei rischi infettivi per l'uomo, gli agenti biologici vengono distinti in 4 gruppi 53

VIE DI TRASMISSIONE AEREA CONTATTO PARENTERALE

VIA AEREA AVVIENE PER DISSEMINAZIONE DI goccioline (emesse dal paziente mentre parla o con la tosse, oppure ancora durante manovre invasive quali bronconcoscopia, aspirazione endotracheali) particelle di polvere contenenti l’agente infettivo. I microrganismi trasportati in questo modo possono essere ampiamente dispersi dalle correnti d’aria ed essere inalati da un ospite suscettibile, nella stessa stanza o ad una maggiore distanza dalla sorgente, in rapporto a fattori ambientali

CONTATTO Il passaggio di microrganismi da un paziente infetto o colonizzato verso un ospite recettivo (ad es. infermiere) può avvenire per contatto cute contro cute. Può verificarsi quando si svolge un’attività assistenziale che richieda un contatto fisico stretto col malato

PARENTERALE ATTRAVERSO IL SANGUE O ALTRI LIQUIDI BIOLOGICI Le modalità d’infezione più frequenti sono le seguenti: Lesioni della cute non protetta o non adeguatamente protetta provocate da aghi, bisturi o da altri strumenti contaminati. Contaminazione della mucosa degli occhi e/o della bocca mediante lo schizzo di liquidi biologici contaminati. Infezione mediante il contatto della cute delle mani caratterizzata da lesioni o abrasioni con materiale contaminato.

Vie di penetrazione CUTE E MUCOSE VIE AEREE APPARATO DIGERENTE

Le malattie più frequenti AIDS, epatiti B e C, Tubercolosi maggior interesse pratico per gli operatori sanitari. specifiche indicazioni operative ci si limita di solito a raccomandare il rigoroso rispetto della buona pratica d’ igiene. Altri sporadici casi di malattie infettive

VALUTAZIONE DEL RISCHIO Ma qual è la reale portata del rischio di contrarre l’epatite B, l’epatite C, l’AIDS, la tubercolosi a causa del loro lavoro? VALUTARE IL RISCHIO DI ESSERE ESPOSTI PREVALENZA della malattia nella popolazione TIPO DI ATTIVITA’ svolta misure di prevenzione adottate VALUTARE IL RISCHIO DI INFETTARSI UNA VOLTA ESPOSTI carica infettante (combinazione di potere infettante dell’agente e dell’entità dell’esposizione) resistenza della vittima dell’infortunio INFEZIONE

PREVALENZA della Malattia nella popolazione per HBV-HCV-HIV DIPENDE DA: area geografica fasce di età condizioni socio economiche presenza o meno di specifici fattori di rischio POPOLAZIONE IN GENERALE POPOLAZIONE AFFERENTE ALLE STRUTTURE SANITARIE HBV 1% HCV 3% HIV 0,1% HBV = 2% HCV = 4% HIV = 1%

PREVALENZA della Malattia nella popolazione per TUBERCOLOSI Negli ultimi anni si è assistito ad una recrudescenza della TBC per epidemia di infezione HIV e la tubercolosi associata a tale infezione aumento dell’immigrazione da paesi ad alta endemia tubercolare sviluppo della multiresistenza ai farmaci antitubercolari di prima scelta, associato al rischio di sviluppare tubercolosi in pazienti anziani infettatisi nel passato progressiva diminuizione del livello di attenzione che ha comportato una minore incisività dei programmi di controllo L’incidenza della malattia in Italia è stimata attualmente in 28 casi/100.000 il rischio di TBC nel personale sanitario è risultato essere fino a 30 volte superiore a quello della popolazione generale

PROCEDURE A MAGGIOR RISCHIO DI ESPOSIZIONE Procedure in cui le mani dell’operatore, anche se indossa i guanti, possono venire a contatto con strumenti affilati e appuntiti oppure con tessuti taglienti (quali spicole ossee o dentarie) all’interno di una cavità corporea aperta, di una ferita o di uno spazio anatomico confinato dove possono non essere visibili in ogni momento

Malattie Emotrasmesse Rischio di contrarre infezione una volta che l’esposizione sia avvenuta Varia a seconda dei virus coinvolti HCV 0,45% HIV 0,13 HBV 5-30% (dipende dalla modalità di esposizione e viremia della fonte)

PREVENZIONE

PREVENZIONE Prevenire gli infortuni a rischi biologico e le loro conseguenze oltre che per condivisi motivi etici è necessario anche per l’’importanza che rivestono motivazioni economiche e di responsabilità penale: costo delle giornate lavorative perse per inabilità temporanea in caso di lesioni costo, anche in assenza di conseguenze, degli infortuni, in massima parte evitabili, costo per il risarcimento in caso di sieroconversione responsabilità penale per lesioni personali colpose

Misure di prevenzione e protezione per la gestione del rischio Misure organizzative e procedurali Prevenzione tecnica (dispositivi di protezione collettiva) Sorveglianza Sanitaria D.P.I. Informazione e formazione

LE PRECAUZIONI UNIVERSALI CHE COSA SONO A CHI SONO INDIRIZZATE? insieme delle misure di barriera e dei A tutti gli operatori sanitari comportamenti volti a prevenire la cui attività comporta un contatto o contenere la trasmissione con sangue e liquidi organici, dei microrganismi attraverso il sangue o liquidi biologici A QUALI PERSONE DEVONO QUANDO DEVONO APPLICATE? ESSERE APPLICATE? A tutti i pazienti routinariamente durante l’esecuzione di indipendentemente dalla diagnosi procedure che prevedono un possibile contatto accidentale con sangue o materiale biologico;

PRECAUZIONI UNIVERSALI CHE COSA PREVEDONO? LAVAGGIO SOCIALE E/O ANTISETTICO DELLE MANI; ADOZIONE DI IDONEE MISURE DI PROTEZIONE; ADEGUATE PROCEDURE DI DECONTAMINAZIONE, PULIZIA, DISINFEZIONE E/O STERILIZZAZIONE DI PRESIDI E ATTREZZATURE PULIZIA, SANIFICAZIONE E DISINFEZIONE DI SUPERFICI E AMBIENTI CORRETTA GESTIONE E TRASPORTO DEI CAMPIONI DI MATERIALE BIOLOGICO

? Igiene delle mani Sicurezza per l’operatore Le mani del personale sanitario sono il veicolo più frequentemente implicato nella trasmissione dei patogeni Sicurezza per il paziente

LAVAGGIO DELLE MANI Circa 1 milione di cellule di desquamazione contenenti germi sono eliminate ogni giorno dalla cute normale Oggetti attorno al paziente (letto, arredo, oggetti) si contaminano con germi del paziente (specialmente stafilococchi ed enterococchi) Dopo contatto con pazienti e/o oggetti contaminati, i germi possono sopravvivere sulle mani per un tempo variabile (2-60 minuti) In assenza di azioni di igiene delle mani, più lunga è l’assistenza fornita, più alto è il grado di contaminazione delle mani

E’ una operazione semplice, ma deve avvenire secondo alcune regole LAVAGGIO DELLE MANI: E’ una operazione semplice, ma deve avvenire secondo alcune regole togliere bracciali, anelli, orologio insaponare la mani accuratamente (dita, palme, dorso, polsi, unghie) per almeno 10 secondi sciacquare con acqua corrente in modo completo asciugarsi con carta a perdere chiudere i rubinetti con la carta a perdere per asciugarsi se non presenti i dispositivi di azionamento a leva o pedale Una quantità insufficiente di prodotto e/o una durata insufficiente dell’azione di igiene delle mani determina una scarsa decontaminazione delle mani Lavarsi le mani anche dopo aver rimosso i guanti e nel contatto tra un paziente e l’altro.

Anche se si sono usati i guanti Lavaggio antisettico Si basa sull’impiego di agenti antisettici ( sostanze che arrestano o prevengono la crescita di microrganismi) E’ praticato per ottenere riduzione di microrganismi residenti oltre a quelli transitori Si pratica Prima di: Effettuare punture asettiche ceteterismo vescicale Entrare nelle terapie intensive Avere contatti con pazienti immunodepressi Avere un contatto con ferite Sostituire linee infusionali a cvc Dopo il contatto con ferite Secrezioni Escreti Sangue Oggetti contaminati Anche se si sono usati i guanti

Lavaggio antisettico i prodotti Dopo essersi lavati con il sapone e risciacquati, bagnare le mani con liquido antisettico in modo completo (dita, palme, dorso, polsi, unghie) per almeno 30 secondi PRODOTTI E’ necessario tener conto della: Composizione chimica Aggressività sul mantello lipidico naturale Possibili reazione allergiche Costi Spettro di attività del principio Durata del suo effetto Clorexidina e iodopovidone ( batteri gram +, batteri gram -mycobacterium tubercolosis, funghi, virus) buona / discreta

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE Definizione Attrezzatura destinata a essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro nonché ogni complemento accessorio destinato a tale scopo I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro. Devono Essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per sé un rischio maggiore, adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore poter essere adattati all’utilizzatore secondo le sue necessità

DPI GUANTI: MASCHERE, OCCHIALI E SCHERMI FACCIALI PROTETTIVI: Devono essere utilizzati qualora si venga a contatto con liquidi biologici, cute non integra, oggetti contaminati. Devono essere sostituiti durante procedure effettuate sullo stesso paziente, se si entra in contatto con materiale che può contenere un’alta concentrazione di microrganismi. Devono essere immediatamente rimossi dopo l’uso per evitare di inquinare oggetti e superfici ambientali. Devono essere rimossi prima di assistere un altro paziente. Prima di indossarli è necessario togliere anelli, bracciali, orologi ed altri simili oggetti che ne facilitano la rottura; inoltre ci si deve lavare accuratamente le mani prima e dopo il loro impiego Quando si rompono, i guanti vanno sostituiti immediatamente. Dopo l’uso, i guanti vanno tolti avendo cura di non toccare la loro superficie esterna e vanno eliminati negli appositi contenitori per i rifiuti MASCHERE, OCCHIALI E SCHERMI FACCIALI PROTETTIVI: devono essere indossati per proteggere le mucose degli occhi, naso e bocca durante procedure ed attività di assistenza al paziente che possono dar luogo a schizzi o aerosol di sangue, liquidi biologici, secrezioni ed escrezioni.

PRECAUZIONI UNIVERSALI CAMICI: Devono essere indossati per proteggere cute ed indumenti durante l’esecuzione di tecniche che possono determinare schizzi di sangue o di altro materiale biologico. Togliere i camici imbrattati non appena possibile e lavarsi le mani per evitare di trasferire microrganismi ad altri pazienti o all’ambiente STRUMENTARIO E BIANCHERIA: Manipolare lo strumentario e la biancheria usati che siano contaminati con sangue liquidi biologici, secrezioni ed escrezioni in modo da prevenire contaminazioni cutanee e mucose, il trasferimento di microrganismi ad altri pazienti o all’ambiente. Lo strumentario riutilizzabile deve essere trattato in modo appropriato prima di essere usato su un altro paziente. I presidi monouso devono essere eliminati in modo appropriato.

Misure di Prevenzione Norme di corretto comportamento E’ vietato fumare mangiare al di fuori degli spazi appositamente riservati E’ vietato toccare oggetti (telefono,porta,ecc ) con guanti utilizzati per prestazioni sanitarie

PULIZIA E DISINFEZIONE AMBIENTALE COLLOCAZIONE DEL PAZIENTE: Assicurarsi che le superfici ambientali , letti ed altre superfici che vengono frequentemente toccate; vengano regolarmente pulite e disinfettate INFATTI Il lavoro d’ufficio non è…………”pulito” Su telefoni,scrivanie e tastiere vi sono in media più germi che nella toilette. che possono sopravvivere anche 72 ore sulla superfici

Misure necessarie a prevenire incidenti da aghi-bisturi-taglienti Gli aghi al fine di prevenire punture accidentali non devono mai essere: reincappuciati volontariamente piegati o rotti rimossi dalle siringhe altrimenti manipolati,

Trattamento ed eliminazione di materiale contaminato Il trattamento e l’eliminazione dopo l’uso dei vari materiali venuti a contatto con sangue o altri liquidi o materiali biologici potenzialmente infetti deve avvenire nella massima sicurezza; I materiali pungenti o taglienti vanno riposti negli appositi contenitori a pareti rigide immediatamente dopo l’uso ,sistemati in posizione vicina e comoda rispetto al posto dove vengono usati

Trasporto dei campioni Operativamente, prima che ogni provetta o altro venga inviata al laboratorio si dovrà aver cura di verificare che: il liquido contenuto non sia sovrabbondante (in genere le provette hanno una tacca che indica il limite di riempimento); il tappo sia ben serrato; che non sia contaminata la superficie esterna dei campioni. I campioni devono essere trasportati all’interno di contenitori rigidi che consentano di disporre le provette una separata dall’altra, dotati di sistemi di raccolta di eventuali percolamenti di liquido. Nel caso si debba trasportare una sola provetta questa può in alternativa essere inserita all’interno di una busta di plastica sigillata.

SORVEGLIANZA SANITARIA DEGLI OPERATORI SANITARI ESPOSTI A RISCHIO BIOLOGICO Art. 86. I lavoratori addetti alle attività per le quali la valutazione dei rischi ha evidenziato un rischio per la salute sono sottoposti alla sorveglianza sanitaria. Il datore di lavoro, su conforme parere del medico competente, adotta misure protettive particolari per quei lavoratori per i quali, anche per motivi sanitari individuali, si richiedono misure speciali di protezione, fra le quali: la messa a disposizione di vaccini efficaci per quei lavoratori che non sono già immuni all’agente biologico presente nella lavorazione, da somministrare a cura del medico competente; l’allontanamento temporaneo del lavoratore Ove gli accertamenti sanitari abbiano evidenziato, nei lavoratori esposti in modo analogo a uno stesso agente, l’esistenza di anomalia imputabile a tale esposizione, il medico competente ne informa il datore di lavoro. A seguito dell’informazione il datore di lavoro effettua una nuova valutazione del rischio

PROTOCOLLO ESAMI PER LAVORATORI ESPOSTI A RISCHIO BIOLOGICO VALUTAZIONE STATO DI IMMUNIZZAZIONE con certificati di vaccinazione ESAMI DI LABORATORIO ( esame emocromocitometrico completo con formula leucocitaria, Glicemia, Creatininemia, Transaminasemia, Elettroforesi proteica, Esame Urine completo, Markers Epatite A, B, C Mantoux, etc) ESAMI COMPLEMENTARI per particolari categorie di lavoratori Widal Wright –rubeotest etc VISITE SPECIALISTICHE (consulenze infettivologiche, etc)

LE VACCINAZIONI Gli operatori sanitari che vengano a contatto con pazienti affetti da malattie infettive contagiose, corrono il rischio di esserne colpiti e di diffonderle ad altri pazienti. Pertanto ridurre la circolazione di patogeni negli operatori sanitari riduce la dimensione di un consistente serbatoio-fonte di trasmissione nell’ambito della comunità L’attuazione della vaccinoprofilassi, così come l’adozione di misure finalizzate al mantenimento delle difese cutanee e mucose sono da intendersi come presidi di prevenzione personali nei confronti del rischio biologico

Profilassi Epatite B La vaccinazione antiepatite B rappresenta una indicazione prioritaria nella prevenzione delle malattie infettive nel personale sanitario Nelle Linee guida della Commissione Nazionale del Ministero della Sanità1994) viene precisato che tutti gli operatori sanitari anche in formazione che seguono procedure invasive debbono essere sottoposti a vaccinazione contro l’epatite B quanto prima possibile e comunque all’assunzione

Protocollo della vaccinazione anti epatite B Ciclo Primario 0, 1, 6 mesi Dopo un mese controllo antiHBs Se positivo stop Se negativo Somministrare 4° dose se negativo non responder profilassi post esposizione Dopo un mese controllo antiHBs Se positivo stop

Controindicazioni Ipersensibilità nota ai componenti del vaccino: in particolare non devono essere vaccinati soggetti con precedenti reazioni anafilattiche al comune lievito di birra l’OMS ha affermato che non esistono dati scientifici che provino l’esistenza di un rapporto causa –effetto tra la somministrazione di vaccini anti-epatite B e casi di sclerosi multipla o di altre malattie demielinizzanti

Procedura post-esposizione da attuare in caso di infortunio biologico degli operatori Qualora non sia richiesto un intervento d’urgenza per il quale sia necessario recarsi immediatamente in pronto soccorso Gli operatori devono: Far sanguinare la ferita, procedere al lavaggio abbondante e alla disinfezione della parte interessata. se il “Paziente Fonte”, dal quale proviene il materiale biologico, è identificabile fargli eseguire gli accertamenti sanitari, richiedendo allo stesso il consenso che deve essere recepito in forma scritta  Accertarsi della propria situazione anticorpale circa il virus dell’epatite B,

profilassi post-esposizione Per HBV Stato sierologico O.S Paz.HbsAg + Paz. HbsAg - Paz non testato o sconosciuto Vaccinato con risposta nota Nessun trattamento Non vaccinato Immunoglobuline + inizio vaccinazione inizio vaccinazione Non responder Se il paziente fonte è ad alto rischio trattamento con immuno globuline e vaccino Stato immunitario non noto Ricerca anti-HBs e quindi comportarsi a seconda del titolo anticorpale

PROFILASSI POST ESPOSIZIONE HCV L’epatite C e’ un problema rilevante in quanto non e’ applicabile al momento nessuna profilassi specifica. Si deve monitorare nel tempo l’operatore sanitario ed inviare all’infettivologo in caso di sieroconversione. Gli operatori sieronegativi all’esposizione devono essere testati al momento: Al tempo zero A 6 mesi Ad un anno

PROFILASSI POST ESPOSIZIONE PAZ HIV positivo-Ragioni Non esiste a tutto oggi una vaccinazione contro l’HIV. Recenti studi hanno dimostrare che il ciclo replicativo completo del virus HIV si svolge continuamente fin dal primo giorno di infezione. La combinazione di più farmaci antiretrovirali, somministrati nelle fasi precocissime dell’infezione,sembra dimostrare come gli stessi siano in grado di ridurre significativamente (fino ad una ipotizzata eliminazione) la diffusione del virus nel circolo così come nelle strutture linfonodali.

PROFILASSI POST ESPOSIZIONE PAZ HIV positivo La potenziale efficacia della PPE nel ridurre il rischio di infezione sembra dipendere in maniera significativa dal tempo intercorso tra l’incidente e l’inizio della profilassi. Preferibilmente si deve perciò dare inizio alla profilassi: Entro 4 ore dall’evento Mai oltre le 24 ORE dall’evento

Fattori che aumentano il rischio di infezione occupazionale e Ragioni della PPE 1 Esposizione ad alto rischio Ferita profonda (spontaneamente sanguinante) Puntura con ago cavo utilizzato per prelievo Presenza di sangue in quantità visibile sulla superficie del presidio implicato nell’incidente Contaminazione congiuntivale massiva 2 Fonte ad alto rischio Paziente in fase terminale per HIV Paziente con infezione acuta per HIV Paziente con valori ematici superiori a 30.000/ml copie di HIV RNA Paziente con sospetta resistenza ai farmaci

Corretta applicazione della PPE A chi deve essere offerta la Profilassi post-esposizione ? Agli operatori che riportino un incidente caratterizzato da esposizione ad alto rischio da fonte ad alto rischio La PPE può essere offerta: · Agli operatori che riportino un incidente caratterizzato da esposizione ad alto rischio da fonte non identificabile o non testata sierologicamente ma ad alto rischio di infezione (tossicodipendenti, partner di persone con infezioni da HIV o ad alto rischio mai testati,politrasfusi prima del 1986) e deve essere valutata caso per caso. La PPE non deve essere offerta: · Agli operatori che riportino un incidente caratterizzato da esposizione ad alto rischio, ma da fonte non ad alto rischio; · Alle operatrici gravide (per mancanza di studi relativi agli effetti collaterali della PPE sulle donne gravide)

Effetti collaterali della PPE La profilassi post-esposizione a HIV è responsabile di numerosi effetti collaterali. I più frequenti sono: Sistemi emopoietici: anemia, neutropenia. Sistema nervoso: neuropatie centrali e periferiche. Sistema gastrointestinale: nausea, diarrea, vomito, pancreatite, epatopatia, iperbilirubinemia. Sistema renale: nefrolitiasi. Altri effetti: alopecia, ulcere orali. Non si conoscono gli effetti a lungo termine e su persone non infette o in gravidanza.

Vaccinazione Anti TBC obbligatoria per legge (L-1088 del 14/12/70 e DP 447del 23/1/75) ma, stante quanto riportato nelle Linee Guida pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale del 18/2/99 non è più consigliabile: sussistono fondati dubbi sulla sua efficacia e il provvedimento normativo stabilisce che deve essere attuata solo per gli operatori sanitari ad alto rischio (art 93 Legge 388/00 e DPR del 7/11/01 n. 465). Specifici protocolli vanno attuati quando si sospetta che, per una ragione qualsiasi, possa esserci stato un contatto con un paziente affetto da tubercolosi con lesioni aperte

PROFILASSI DEL PERSONALE IN CASO DI STRETTO CONTATTO CON PAZIENTE BACILLIFERO TEMPO 0 POSITIVITA’ MANTOUX NO SI DOPO 1 MESE VIRAGGIO MANTOUX NO CONSULENZA PNEUMOLOGICA CONTROLLO MANTOUX OGNI 3 ANNI

Contaminanti microbiologici I microorganismi che possono proliferare in vari punti degli impianti di condizionamento sono causa di epidemie o casi isolati di asma e di Legionellosi MORBO DEL LEGIONARIO : polmonite rapidamente progressiva e in alcuni casi mortale (tosse-febbre-brividi-astenia exitus per insufficienza renale e shock) FEBBRE DI PONTIAC : forma extrapolmonare con sintomatologia simil influenzale e regressione spontanea dopo 2-5 giorni “Febbre degli umidificatori o del lunedi" (sintomatologia simil-influenzale)che compare il primo giorno della settimana lavorativa sia scatenata dalla diffusione, con la riaccensione degli impianti, di microorganismi che avevano avuto modo di proliferare durante la pausa del fine settimana

RISCHIO BIOLOGICO

CONCLUSIONI Il rischio biologico per gli operatori sanitari in Italia un problema significativo su cui è DOVEROSO POSSIBILE CONVENIENTE INTERVENIRE

EFFETTI BIOLOGICI DELLE RADIAZIONI IONIZZANTI

RADIAZIONE: DEFINIZIONE Propagazione di energia attraverso lo spazio o un qualunque mezzo materiale sottoforma di onde o di energia cinetica

RADIAZIONI IONIZZANTI RADIAZIONI NON IONIZZANTI R.I. Radiazioni che posseggono energia sufficiente (12 eV) per produrre eccitazione o ionizzazione degli atomi e delle molecole della materia bersaglio con cui interagiscono modificando lo stato chimico NIR Radiazioni che hanno energia inferiore a 12 ev; non provocano ionizzazione ma provocano nella materia che incontrano un effetto termico causando riscaldamento

IONIZZAZIONE ED ECCITAZIONE L’atomo è composto di un nucleo e di particelle più leggere, gli elettroni, di carica elettrica negativa che gli ruotano intorno in orbite energeticamente ben definite. Un elettrone, ricevendo energia, può passare da orbite interne ad orbite esterne, oppure uscire dall'atomo. Nel primo caso l'atomo risulta eccitato, nel secondo ionizzato.

ISOTOPI RADIOATTIVI Atomi caratterizzati da instabilità del nucleo 1) naturali: Decadimento radioattivo spontaneo (uranio-torio-attinio) 2) artificiali: Ottenuti bombardando atomi stabili con particelle accelerate (cobalto 60 iodio 131)

RADIATTIVITA’ NATURALE Nella radioattività naturale si distinguono varie componenti: Radionuclidi del terreno cosiddetti primordiali presenti in varie quantità nei materiali inorganici della crosta terrestre (rocce, minerali) fin dalla sua formazione Raggi cosmici: Provengono, per la maggior parte, dal profondo spazio interstellare. C'è anche una componente solare che trae origine dalle esplosioni nucleari sul sole (che può essere considerato un grosso reattore nucleare) Radon deriva da depositi naturali di uranio sotterraneo Elementi radioattivi del corpo umano(K40 C14) che entrano attraverso la catena alimentare

Origine terrestre: . Ancora adesso, malgrado il largo impiego di sostanze radioattive artificiali e, la radioattività naturale continua a fornire il maggior contributo alla dose ricevuta dalla popolazione La concentrazione dei radionuclidi naturali nel suolo e nelle rocce varia fortemente da luogo a luogo in dipendenza della conformazione geologica delle diverse aree E’ >nelle rocce ignee e nei graniti Numerosi materiali da costruzione sono radioattivi il granito, la pietra pomice, alcuni prodotti di scarto usati nell'edilizia come il fosfato di gesso e le scorie di altiforni, nonché il tufo Nel terreno sottostante le case. vi è la principale sorgente di radon Anche le acque contengono una certa quantità di radioattività, dovuta sia alle piogge che trasportano le sostanze radioattive dell'aria, sia alle acque di drenaggio che convogliano nei bacini idrici sostanze radioattive presenti nelle rocce e nel suolo

Origine extraterrestre

RADIAZIONI ARTIFICIALI L'impiego di radiazioni ionizzanti è diventato ormai essenziale in molte attività umane, nelle quali vengono abitualmente impiegate sorgenti di radiazioni prodotte dall'uomo. E' qui sufficiente limitarsi a ricordare l'impiego di radionuclidi artificiali e di macchine radiogene nei settori industriale, sanitario e della ricerca. Numerosissime sono le sorgenti radioattive artificiali contenute in strumenti di uso quotidiano impiegate per le più svariate applicazioni industriali (rivelatori di incendio, rivelatori di livello, rivelatori di umidità e contenuto d'acqua, quadranti di orologio, sistemi antistatici, insegne luminose, etc.

PATOGENESI DEL DANNO DA R.I. Meccanismo diretto: Vengono danneggiati DNA-Proteine-Rna attraverso fenomeni di eccitazione o ionizzazione diretta Meccanismo indiretto: Scissione di molecole di H2O-formazione radicali liberi (OH-H) che reagiscono con le macromolecole (Dna Rna Proteine) Dal danno Molecolare al Danno Cellulare Depressione velocità di sintesi Dna Ritardo o blocco divisioni cellulari Alterazioni cromosomiche Morte cellulare

RADIOSENSIBILITA’DELLE CELLULE MIDOLLO OSSEO EPITELIO MUCOSA INTESTINALE CELLULE BASALI EPIDERMIDE SPERMATOGONI E CELLULE FOLLICOLI OVARICI LINFOCITI Cellule che più frequentemente vanno incontro a mitosi-cellule dei tessuti in rapido accrescimento

MIDOLLO OSSEO Serie linfatica : si verifica una precoce caduta del tasso linfocitario, il cui grado ed andamento temporale rappresentano un indice di gravità Serie granulocitaria : spesso si ha un picco di granulocitosi nelle prime ore ; l’entità e la durata sono correlabili con la gravità dell’irradiazione; si ha poi una caduta già in 4°-5° giornata Serie piastrinica ed Caduta precoce eritrocitaria

ORGANO CUTANEO R.I. Blocco Mitotico cellule basali atrofia cutanea e caduta dei peli L’evoluzione può essere : Acuta eritema-epidermite essudativa ulcerazione necrosi sclerosi CRONICA Semplice atrofia- discheratosi ipercheratosi-fragilità delle unghie Evolutiva verruche ed ulcerazioni Cancerizzata carcinoma spinocellulari-basaliomi-fibrosarcomi I casi cronici non sempre sono di facile diagnosi

Eritema iniziale e tardivo nello stesso soggetto

Flittena da radioepidermite essudativa radioepidermite essudativa al 21°giorno

RADIODERMITE CRONICA

ENDOTELIO INTESTINALE R.I. Blocco mitotico delle cellule basali delle cripte intervillari Atrofia della mucosa Turbe dell’assorbimento

SENSIBILE DELLE FEMMINE GONADI E ORGANO VISIVO STERILITA’ TRANSITORIA IL MASCHIO E’ PIU’ SENSIBILE DELLE FEMMINE STERILITA’ PERMANENTE ORGANO VISIVO : CONGIUNTIVITE CATARATTA DA RAGGI

TESSUTO OSSEO Particolarmente sensibili Poco sensibili Zone di accrescimento Il Tessuto dell’ adulto (cartilagini di coniugazione) Il Pericolo maggiore è la radioinduzione neoplastica

Apparato Respiratorio e Renale Generalmente poco sensibile Nelle gravi esposizione si ha polmonite interstiziale e fibrosi progressiva APPARATO RENALE Molto radiosensibile ma molto protetto

FEGATO E CUORE FEGATO Particolarmente resistente; in genere si hanno alterazioni aspecifiche CUORE Si credeva fosse dotato di scarsa sensibilità ; è in atto un processo di revisione,sono state osservate pericarditi , endocarditi,alterazioni ECG

EFFETTI BIOLOGICI DELLE R.I. Genetici: se interessano le cellule germinali (danni trasmessi ai discendenti) Somatici: se non interessano le cellule germinali(danni che interessano l’individuo esposto e si esauriscono con lui) Stocastici: probabilistici o casuali –la comparsa segue la legge della probabilità statistica la possibilità che si verifichino aumenta con l’aumentare della dose Non stocastici: non probabilistici,compaiono solo se viene superata una dose soglia,la gravità dell’effetto è in relazione all’entità della dose assorbita IMMEDIATI : da irradiazione forte e di breve durata TARDIVI : da esposizione protratta a piccole dosi ; aumentano con l’aumentare della frequenza della esposizione e non con l’aumentare della dose

EFFETTI NON STOCASTICI-DETEMINISTICI Si manifestano solo se viene superato un determinato valore di dose assorbita Colpiscono tutti gli individui esposti a dosi superiori a quella soglia, salvo modeste differenze di suscettibilità individuale. La gravità delle manifestazioni cliniche è proporzionale alla dose assorbita: relazione dose-effetto (all’aumentare della dose assorbita aumenta la gravità degli effetti) Compaiono dopo un periodo di latenza che è inversamente proporzionale alla dose assorbita e dipendono dal tipo di irradiazione (globale o parziale)

EFFETTI STOCASTICI Per manifestarsi non richiedono il superamento di un valore soglia di dose assorbita. Sono rappresentati da leucemie e tumori solidi. Sono a carattere probabilistico La probabilità di eventi dannosi sull’individuo irradiato sono direttamente proporzionali alla dose individuale assorbita . Sono caratterizzati da una relazione del tipo dose-risposta (all’aumentare della dose assorbita aumenta il numero dei soggetti della popolazione irradiata in cui compare l’effetto) La gravità degli effetti non è proporzionale alla dose in quanto sono manifestazioni del tipo si/no (tutto o niente) Il periodo di latenza è del tutto indipendente dalla dose .  

EFFETTI BIOLOGICI DELLE R.I. IMMEDIATI (NON STOCASTICI) TARDIVI TOTALE SOMATICI PARZIALE GENETICI GENERALI PANIRRADIAZIONE LOCALI DERMATITE COGIUNTIVITE STERILITA’ RADIODERMITE CRONICA CATARATTA INVECCHIAMENTO PRECOCE ACCORCIAMENTO VITA MEDIA LEUCEMIA TUMORI SOLIDI EFFETTI STOCASTICI

EFFETTI IMMEDIATI(ACUTI) SINDROME DA PANIRRADIAZIONE A sopravvivenza impossibile Sindrome Sindrome Neurologica Sindrome gastrointestinale Sindrome midollare A sopravvivenza possibile A sopravvivenza probabile A sopravvivenza virtualmente sicura DERMATITE STERILITA’TEMPORANEA O DEFINITIVA Congiuntivite

EFFETTI TARDIVI ( CRONICI) Il principale effetto tardivo è rappresentato dalla cataratta L’effetto cronico è rappresentato dalla radiodermite cronica

EFFETTI GENETICI Mutazioni Geniche Si estinguono dopo numerose generazioni,se dominanti compaiono in prima generazione,se recessive in successive o mai Aberrazioni cromosomiche Si estinguono tanto più precocemente quanto più sono gravi causando a) Aborti spontanei b) Mortalità neonatale Finora non è stato possibile rilevare nella progenie di soggetti esposti a R.I un eccesso di malattie ereditarie. Però studi sperimentali su piante e animali indicano che tali danni possono insorgere

DANNI EMBRIONALI E FETALI Sia l’embrione che il feto presentano un’elevata sensibilità alle radiazioni. Il danno radioindotto è in funzione della fase di sviluppo intrauterino Morte in utero (primi nove giorni) Malformazioni (2°-8° settimana) Ritardo mentale (8-15° settimana) TUMORI E LEUCEMIE( dalla 3° settimana alla fine della gestazione)

TUTELA DELLA MATERNITA’ 1) Le donne in stato di gravidanza e fino a sette mesi dopo il parto non possono svolgere attività in zone classificate 2) E’ fatto obbligo alle lavoratrici comunicare al datore di lavoro lo stato di gravidanza non appena accertato 3) E’altresì vietato adibire le lavoratrici che allattano ad attività comportanti un rischio di contaminazione

Rischio Chimico Legato in gran parte alle sostanze utilizzate nell'ambulatorio (detergenti, disinfettanti...) La normativa dal 1992 obbliga a munire ogni ambulatorio delle schede di sicurezza dei preparati utilizzati, ricordandosi di chiederne sempre copia al venditore all'atto dell'acquisto. Queste contengono informazioni relative alle caratteristiche delle sostanze, alle loro proprietà chimico-fisiche, alle modalità di manipolazione e di stoccaggio; inoltre riportano le eventuali precauzioni da adottare per il loro utilizzo ed i relativi provvedimenti sanitari da prendere in caso di intossicazione accidentale.

I Detergenti Sostanze in grado di portare in soluzione per diminuzione della tensione superficiale le molecole di grasso, di sporco che aderiscono alle superfici. Essi hanno una prima azione germicida. Effetti sulla salute: Dermatite irritativa da contatto (DIC) per effetto "sapone" dovuto all’azione sgrassante del prodotto per asportazione del film idrolipidico cutaneo protettivo; effetto pH: generalmente l’alcalinità dei detergenti altera il pH cutaneo; effetto "acqua" : la prolungata immersione in acqua provoca macerazione dello stato corneo; effetto irritante dovuto ai componenti dei detersivi. Dermatite allergica da contatto (DAC) può essere primaria o conseguente ad una dermatite irritativa.

Norme di comportamento generale: Prevenzione Norme di comportamento generale: scelta dei prodotti da acquistare preferendo quelli privi di additivi spesso inutili quali profumi, balsami, coloranti; scegliere prodotti con pH vicino al neutro;

Disinfettanti e Sterilizzanti Sostanze in grado di distruggere totalmente i microrganismi con metodi e procedimenti di tipo - chimico (es. con ossido di etilene), - fisico (ad esempio con alte temperature o con radiazioni non ionizzanti). Effetti sulla salute: Dermatite irritativa da contatto (DIC) soprattutto per alogeni inorganici, aldeidi, fenolo e derivati; Dermatite allergica da contatto (DAC) può essere provocata da tutti in particolare da aldeidi e ammoni quaternari. Forme acute quali ustioni o severe irritazioni acute da uso di soluzioni troppo concentrate. Effetti a lungo termine come ad esempio la Formaldeide fortemente irritante per cute e mucose ha azione mutagena ed è sospettata di essere cancerogena; Ossido di etilene: irritante per cute e mucose neurotossico causa neuropatie periferiche ha azione mutagena ed è potenzialmente cancerogeno; Glutaraldeide irritante per cute e mucose.

Disinfettanti e Sterilizzanti Norme di comportamento generale: Informazione e formazione all’uso: concentrazioni, modalità di uso, tempi di contatto; Uso dei DPI (guanti monouso, creme barriera, maschere, etc); L’ossido di etilene, la formaldeide e glutaraldeide vanno usati in locali di sterilizzazione dedicati ed esclusivi (dotati di buona ventilazione e adeguati ricambi d’aria) Massima attenzione ovviamente alle indicazioni di uso delle altre sostanze e prodotti disinfettanti, occorre avere sempre sottomano etichetta e procedure di uso.

LATICE CICLO TECNOLOGICO Il latice si ottiene a partire dalla linfa lattea di un albero (Havea brasiliensis) che viene coltivato nell’America centrale e meridionale, in Africa e nel sud-est asiatico. Ciclo tecnologico Il tronco viene progressivamente inciso con speciali viene raccolto in una tazza coltelli ed il succo gommoso e ricco di proteine legata all’abero (latex grezzo) viene concentrato e stabilizzato prima del trasporto in fabbrica utilizzando l'ammoniaca Subisce poi ,utilizzando diversi additivi rende la gomma più forte un processo di vulcanizzazione elastica resistente alla luce del sole agli sbalzi di temperatura imperbeabile ai gas e non conducente l'elettricità

USI DEL LATICE Viene utilizzato per produrre vari prodotti la cui conoscenza assume grossa rilevanza per i soggetti sensibilizzati.  

Fattori di rischio Evidenza epidemiologica I soggetti intolleranti alla bigiotteria sono sicuramente predisposti allo sviluppo di manifestazioni cutanee di tipo eczematoso: questi devono limitare i fattori irritativi utilizzando saponi delicati e facendo ampio uso di creme idratanti prive di profumi. Sono considerate persone ad alto rischio coloro che hanno subito parecchi interventi chirurgici, soprattutto da bambini, ed i portatori di spina bifida ed anomalie urologiche. Inoltre bisogna ricordare che la presenza di soluzioni di continuo della cute come i processi di infiammazione cutanea favoriscono la penetrazione dell’allergene e dunque la comparsa di sensibilizzazione. Allo stesso modo manifestazioni infiammatorie delle mucose favoriscono la penetrazione dell’allergene a questo livello.

Fattori di rischio Evidenza epidemiologica Atopia +++ Sesso femminile +/- Storia di asma Bronchiale + Pregressa dermatite alle mani ++ Sensibilizzazione per allergie alimentari Interventi chirurgici Frequenza/modalità di esposizione

FATTORI PREDISPONENTI OPERATORI SANITARI Fattori irritativi per la cute della mani Lavaggio ripetuto delle mani, Alterazione film idrolipidico Uso frequente di saponi medicati, cutaneo e disidratazione Uso di disinfettanti successiva

PATOLOGIE CORRELATE DERMATITI DA CONTATTO (IV° TIPO GELLS & COOMBS) DISTURBI ASPECIFICI IRRITATIVI REAZIONI ALLERGICHE DI I° TIPO GELLS & COOMBS DERMATITI DA CONTATTO (IV° TIPO GELLS & COOMBS)

DIC (Dermatite Irritativa da Contatto) Puo' colpire chiunque venga a contatto con una sostanza irritante La dermatite e' proporzionale alla quantita' di sostanza irritante ed al tempo di contatto con essa. Non vi e' alcun meccanismo allergico. Le differenze tra persona e persona dipendono dal fatto che ognuno ha la pelle piu' o meno delicata. Si manifesta con rossore, Scarso secchezza, fissurazioni a volte sanguinanti, Prurito spesso dolenti.

DISTURBI ASPECIFICI IRRITATIVI Nel caso dei guanti i disturbi iiritativi, sono collegati all’azione meccanica svolta prevalentemente dal lubrificante pulverulento presente all’interno della maggior parte dei guanti Inoltre l’azione meccanica svolta dal guanto e l’ipersudorazione della cute tendono ulteriormente ad accentuare questi disturbi L'uso di sottoguanti in cotone per evitare/limitare l'ipersudorazione può essere un ulteriore accorgimento utile a prevenire le recidive.

REAZIONI ALLERGICHE DI I° TIPO GELLS & COOMBS La reazione è dovuta ad una risposta IgE mediata nei confronti di alcune componenti proteiche del latice. Si manifesta nella sede di contatto con manifestazioni orticarioidi oppure a distanza con rinite, congiuntivite dovute al contatto asma delle mucose con l’allergene. Nella genesi dei disturbi respiratori da latice deve essere sempre tenuto presente il ruolo svolto dalla polvere lubrificante presente nei guanti: questa infatti funziona da adsorbente per le particelle proteiche di latice e contribuisce notevolmente alla diffusione in aria dell’allergene

DERMATITI DA CONTATTO (IV° TIPO GELLS & COOMBS) Per l’instaurarsi della manifestazioni cliniche e' necessario che avvenga una prima sensibilizzazione con l’aptene che viene presentato ai linfociti che, si sensibilizzano Successivamente (mai prima di 5-7 giorni ( lo riconoscono al successivo contatto) dall’inizio del contatto, a volte anche piu’ tardivamente la nuova entrata dell'aptene Scatena la reazione allergica cutanea con la comparsa di manifestazione eritematose- vescicolari - eczematose,ed intensamente A limiti sfumati,tendenti a confluire pruriginose.   .

DERMATITI DA CONTATTO: QUADRO CLINICO Fasi delle lesioni: eritema edema papule e vescicole; essudazione sierosa; desquamazione (aspetti polimorfi). Cronicizzazione: iperplasia degli strati epidermici fino eczema lichenificato e ragadiforme.

PREVENZIONE Prevenzione Primaria sull'ambiente di lavoro Con il diffondersi dell’utilizzo di guanti in latice si sono fatti più frequenti i disturbi collegati all’uso di questi dispositivi di protezione. Proprio per limitare al massimo l’insorgenza di sensibilizzazioni risulta fondamentale intervenire senso preventivo con una Prevenzione Primaria sull'ambiente di lavoro Prevenzione Secondaria sull'uomo Le misure di prevenzione . Primaria consistono nell'adozione di Comportamenti corretti che minimizzino i fattori favorenti la sensibilizzazione e Uso di materiali il più possibile ipoallergenici.

Comportamenti Corretti PREVENZIONE PRIMARIA Comportamenti Corretti Evitare l'uso di detergenti-antisettici a pH non fisiologico e ad azione irritante, in quanto l'irritazione della cute favorisce l'insorgenza di sensibilizzazione; le manovre di eccessiva detersione e strofinio delle mani e degli avambracci che ledono l'integrità del film idrolipidico cutaneo che rappresenta una barriera essenziale per ridurre il passaggio di allergeni agli strati cutanei più profondi.

Uso di materiali il più possibile ipoallergenici. PREVENZIONE PRIMARIA Uso di materiali il più possibile ipoallergenici. Di difficile attuazione perché il latice, per le note caratteristiche di elasticità, è utilizzato ampiamente, sia in ambito sanitario sia nella vita comune. Siringhe hanno l'appendice del pistone in latex. Utilizzare siringhe in vetro o siringhe latex-free Borse degli ambu - i soffietti ventilatori sono in genere in latex sostituire con borse e soffietti in neoprene I tubi rossi nasofaringei sono in latex: usare tubi in PVC. .

PREVENZIONE PRIMARIA Uso di materiali il più possibile ipoallergenici. GUANTI Va stabilito il tipo di guanti da usare per quali attività Se possibile vanno usati guanti senza lattice. in cloruro di polivinile (vinile), nitrile lavori non copolimero sterili in neoprene, policloroprene o lavori sterili copolimeri

PREVENZIONE SECONDARIA SORVEGLIANZA SANITARIA  Il medico competente dovra’ sottoporre a controllo gli operatori sanitari in sede di prima destinazione lavorativa a specifiche mansioni che comportino l’utilizzo di guanti in latice e/o in gomma successivamente per la comparsa di disturbi correlati all’utilizzo di guanti Dovrà visitare gli studenti delle scuole professionali ed universitarie operanti all’interno dell’azienda. Non sembra invece necessario osservare una stretta periodicità per la valutazione dell’insorgenza di manifestazioni allergiche successiva all’assunzione. Identificazione dei soggetti a rischio più elevato di sensibilizzazione come gli atopici o i portatori di dermatiti allergiche di altra natura.

DIAGNOSI Anamnesi accurata e acquisizione schede tecniche di prodotti o materiali Rilievi anamnestico della correlazione tra manifestazioni cliniche ed esposizione professionale od extra professionale Prick test, patch test Dosaggio IgE specifiche (prima scelta se anamnesi positiva per anafilassi) Test di provocazione/ scatenamento Test respiratori

PREVENZIONE SECONDARIA Procedura per le persone occupate con allergia al lattice clinicamente manifesta Allontanamento di tale allergene dall'ambiente di lavoro, Istruire all’adozione di anche alcune pratiche di comportamento extralavorativo atte ad evitare il contatto con manufatti in latice. È importante che questa allergia venga segnalata ai sanitari nel caso di interventi chirurgici o anche di pratiche diagnostiche più semplici (visite ginecologiche o interventi odontoiatrici). E’ necessario che questi soggetti evitino l'assunzione di alimenti dotati di reattività crociata con il latice, quali banane, kiwi, castagne, nocciole avocados

PREVENZIONE SECONDARIA Procedura per le persone occupate con allergia al lattice clinicamente manifesta Allontanamento dell’ allergene dall'ambiente di lavoro Misure sul luogo di lavoro Si possono usare soltanto guanti senza lattice. Nel settore professionale ristretto, gli altri lavoratori non possono utilizzare guanti di lattice naturale con «talco». Occorre evitare il contatto con tutti gli articoli contenenti lattice nell’ambito medico o nel rimanente ambiente professionale nonché nel settore privato. Si deve tendere al lavoro in una zona priva di allergeni del lattice. L’evoluzione del quadro clinico deve essere sorvegliata da un medico.

Rilascio di formaldeide dagli arredi Agenti chimici Rilascio di formaldeide dagli arredi La formaldeide è ampiamente utilizzata nella produzione di resine a loro volta usate nella produzione di pannelli viene liberata dalla resina di cui è composto il pannello e rilasciata nell’aria nel corso degli anni con conseguenze dannose per la nostra salute Può provocare dermatiti da contatto asma disturbi psicologici e neurologici come la perdita della memoria a breve termine Se si scopre o si sospetta di avere mobili che rilasciano formaldeide il consiglio è di migliorare la ventilazione (mantenendo l’umidità intorno al40-60%) utilizzare piante come la dracena la gerbera l’aloe il giglio il ficus che sono in grado di metabolizzare sostanze chimiche pericolose presenti nell’aria delle stanze

Fotocopiatrici Luce ultravioletta + O2 dell’aria ozono allergie infiammazione agli occhi e alle vie respiratorie I sintomi sono di solito lievi, si presentano con frequenza almeno settimanale, migliorano con l'allontanamento dal lavoro.

RISCHIO DA VIDEOTERMINALI

LAVORATORE ADDETTO AL VIDEOTERMINALE DEFINIZIONE LAVORATORE ADDETTO AL VIDEOTERMINALE Lavoratore che utilizza un'attrezzatura munita di videoterminale in modo sistemico o abituale, per venti ore settimanali, dedotte le interruzioni VIDEOTERMINALE Apparecchiatura che grazie a un tubo a raggi catodici permette la visualizzazione di informazioni

OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO Elaborazione del documento di valutazione dei rischi: valutazione del rischio misure di prevenzione adottate programma di miglioramento dei posti di lavoro Informazione e formazione dei lavoratori: misure applicabili al posto di lavoro modalità svolgimento attività protezione occhi e vista

ANALISI DEL POSTO DI LAVORO Rischi per la vista e per gli occhi Problemi legati alla postura e all’affaticamento Condizioni ergonomiche e di igiene ambientale

DECRETO 2 OTTOBRE 2000 Linee guida all’uso del VT indicazioni per lo svolgimento dell’attività al videoterminale al fine di prevenire disturbi affaticamento fatica muscolo-scheletrici visivo mentale

DISTURBI VISIVI Il lavoro al computer può sottoporre i muscoli degli occhi ad uno sforzo notevole: se i contrasti luminosi tra schermo, documento e tastiera sono eccessivi (possono avvenire sino a 25.000 movimenti al giorno di adattamento alla luce) se gli occhi fissano a lungo oggetti molto vicini come uno schermo (i muscoli degli occhi sono in posizione di riposo se osservano oggetti distanti più di 6 metri) se monitor e documenti da leggere non sono posti all'incirca alla stessa distanza (i muscoli degli occhi sono costretti ad una continua variazione di messa a fuoco

POSSIBILI CAUSE DI DISTURBI VISIVI Abbagli diretti e riflessi Contrasti eccessivi di luminosità tra schermo e ambiente Prolungata fissità dello sguardo sullo schermo Scarsa leggibilità dello schermo Difetti visivi non corretti o mal corretti Aria troppo secca Aria inquinata da sostanze irritanti: toner, fumo, colle

DISTURBI VISIVI Non vi è rischio di patologie quali: cataratta glaucoma comparsa o aggravamento di disturbi refrattivi(miopia,ipermetropia, presbiopia)

SINTOMI OCULO-VISIVI Bruciore Ammiccamento frequente Lacrimazione Secchezza Stanchezza alla lettura Visione annebbiata Visione sdoppiata Fastidio alla luce Mal di testa

PREVENZIONE DEI DISTURBI VISIVI LO SCHERMO Va ruotato in modo da evitare riflessi e la luce diretta delle finestre Va inclinato in modo che il bordo superiore sia appena sotto il livello degli occhi in modo da evitare eccessive estensioni o flessioni del capo Bisogna regolare luminosità e contrasto Bisogna sedersi in modo da mantenere una distanza degli occhi dallo schermo di 50-80 cm Bisogna sistemare il portadocumenti alla stessa distanza dallo schermo Bisogna interrompere l’attività durante la giornata: Utilizzare correzioni ottiche adeguate se necessarie

PREVENZIONE DEI DISTURBI VISIVI L’illuminazione Per evitare che finestre o lampade producano dei fastidiosi riflessi sullo schermo è opportuno: regolare le tende eventualmente presenti nell’ufficio a seconda delle condizioni di illuminazione esterna (se le finestre non sono schermate si dovrà porre lo schermo ad angolo retto rispetto alle finestre in modo che la direzione dello sguardo sia parallela al piano delle finestre) aggiustare la posizione delle lampade da tavolo controllare l’intensità delle luci artificiali, accendendo solo le lampade necessarie

ESERCIZI UTILI PER IL BENESSERE DEGLI OCCHI Socchiudere le palpebre per 1 o 2 minuti in modo da escludere l’impatto con la luce Seguire con lo sguardo il soffitto Guardare oggetti lontani cercando di distinguere i particolari Effettuare pause di alcuni minuti ogni ora (cambio sostanziale di attività, senza impegno della vista)

ESERCIZI UTILI PER IL BENESSERE DEGLI OCCHI Ogni mezz’ora fare ciclo di ammiccamento per una decina di volte Nelle pause abbassare le palpebre, ruotare i bulbi oculari lentamente in senso orario e antiorario alcune volte Abituarsi a percepire gli oggetti laterali al monitor senza distogliere gli occhi dallo schermo Chi porta lenti a contatto deve rinfrescare gli occhi nelle pause

DISTURBI MUSCOLO SCHELETRICI Il sistema muscolo scheletrico è un’entità complessa composta da ossa-articolazioni muscoli-tendini-borse-nervi e vasi sanguigni Tutti i nostri movimenti e le nostre posizioni dipendono dal funzionamento del sistema muscolo-scheletrico Funzioni sostegno del corpo nei sui vari atteggiamenti (postura) Movimento Protezione degli apparati della vita vegetativa e del sistema nervoso riserva dei sali minerali (Ca2+) che vengono mobilizzate per le esigenze fisiologiche dell’organismo

La colonna vertebrale E’ la struttura portante del nostro corpo è formata da ossa dischi intervertebrali ligamenti e muscoli Ospita al suo interno il midollo spinale da cui originano i nervi che raggiungono i diversi organi del nostro corpo L’unità funzionale è costituita da due vertebre sovrapposte e da un disco Le vertebre servono da sostegno Il disco assorbe ed ammortizza i carichi sovrastanti I ligamenti tengono uniti dischi e vertebre Fra tutte queste strutture il disco è quella maggiormente soggetta ad alterazioni ed invecchia precocemente se sottoposto a stress meccanici

Disco Intervertebrale E’ privo di vasi sanguigni e scambia le sostanze nutritive e di rifiuto esclusivamente per diffusione. Il costante ricambio di sostanze nel disco è necessario per garantire l'equilibrio fra biosintesi e catabolismo delle sue strutture cellulari. tale ricambio è fortemente condizionato dai carichi pressori applicati al disco stesso. Applicando una pressione sul sistema si ha fuoriuscita di liquidi e posizione in piedi o seduta appoggio sostanze di rifiuto. Togliendo la pressione si ha un richiamo di liquidi e posizione sdraiata o seduta con appoggio sostanze nutritive all'interno. Il regolare alternarsi di condizioni di carico e scarico sul disco è il meccanismo con cui il disco è "nutrito

DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI I disturbi muscolo scheletrici si sviluppano quando la capacità fisica di muscoli-tendini- articolazioni non è in equilibrio con le forze che agiscono sul corpo Forze esterne possono provocare traumi acuti e causare fratture lacerazioni erniazioni MA I DMS sono prevalentemente fenomeni cumulativi risultano cioè dall’esposizione ripetuta a forze esterne o carichi di alta o bassa intensità che in un certo periodo di tempo alterano progressivamente gli equilibri

DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI CAUSE Alcuni muscoli ed articolazioni sono sottoposti a posture fisse, mentre i muscoli delle mani e delle braccia si muovono incessantemente. Le tensioni muscolari impediscono il normale afflusso di sangue a muscoli, tendini, nervi, dischi intervertebrali.

DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI CAUSE Errata disposizione o regolazione di arredi e computer Postura fissa e/o scorretta per lunghi periodi Capo e tronco protesi in avanti Spalle contratte nella digitazione o nelle pause Ricevitore del telefono tenuto a lungo tra testa e spalla Attività extra-lavorative, hobbies (sport pesanti, ecc...)

POSSIBILI CAUSE DI DISTURBI A BRACCIA, POLSI E MANI Movimenti rapidi, ripetitivi e prolungati su tastiera e mouse Forza eccessiva nel digitare e nello stringere il mouse Polsi piegati verso l'alto e non allineati agli avambracci

DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI Nel tempo si possono manifestare micro-lesioni, dolori, infiammazione dei tendini, compressione dei nervi (tendiniti, tenosinoviti, sindrome del tunnel carpale). Alcune disfunzioni fisiche (diabete, peso eccessivo, artrite, ipertensione, fumo, gravidanza) ed attività extra-lavorative (sport, hobbies) aumentano il rischio di questi disturbi.

SINTOMI MUSCOLO-SCHELETRICI Tendiniti: dolori a livello delle articolazioni del braccio o della mano durante i movimenti Sindrome del tunnel carpale: indolenzimento, torpore, formicolii alle mani, perdita di forza delle mani Artrosi cervicale: indolenzimento, senso di peso, dolori al collo ed alle braccia

PREVENZIONE DEI DISTURBI ALLA COLONNA ED AGLI ARTI Scegliere attrezzature adattabili alle proprie esigenze Adottare una postura rilassata: il tronco sullo schienale tra 90° e 110° Variare spesso la posizione del corpo Effettuare pause brevi ma frequenti Variare le attività nel corso della giornata Regolare con cura la posizione, l'altezza e la distanza del monitor

PREVENZIONE DEI DISTURBI A BRACCIA, POLSI E MANI Ridurre i movimenti rapidi e ripetitivi prolungati Mantenere gli avambracci paralleli al pavimento e bene appoggiati sul tavolo Mantenere polsi distesi e dritti nella digitazione

Deve essere regolato in modo che : SEDILE Deve essere regolato in modo che : le ginocchia formino un angolo di circa 90° senza che il cavo posteriore del ginocchio venga compresso contro il bordo anteriore del sedile i piedi siano completamente appoggiati al pavimento lo schienale sostenga la parte lombare della schiena il soggetto non sia costretto a stare con il tronco flesso in avanti il soggetto possa posare gli avambracci sul piano del tavolo. Nessuna posizione è ergonomica se mantenuta per molto tempo. E’ raccomandabile cambiare posizione di tanto in tanto cercando di muovere collo, spalle e schiena. Più volte nella giornata il soggetto dovrebbe muoversi e fare qualche

MISURE PER LA SCELTA DELLE POLTRONE Altezza lavoratore (cm) Altezza seduta da terra (cm) 150 - 155 41 160 - 165 43 170 - 175 46 180 - 185 49 190 - 200 54

TASTIERA E MOUSE Tastiera davanti allo schermo Tastiera regolabile al fine di mantenere i polsi in linea con gli avambracci Mouse il più possibile vicino al corpo Tastiera e mouse posti in modo da poter appoggiare gli avambracci sul piano di lavoro

PIANO DI LAVORO Dotato di superficie ampia per disporre i materiali necessari (video, tastiera, mouse, ecc.) e per consentire l’appoggio degli avambracci Sufficientemente profondo da assicurare una corretta distanza visiva dallo schermo Di colore chiaro (possibilmente non bianco), non riflettente Dotato di spazio idoneo per l’alloggiamento degli arti inferiori

AMBIENTE Rumore: segregazione o insonorizzazione di stampanti o altre attrezzature rumorose Microclima: ridurre velocità di circolo dell’aria (evitare correnti) e mantenere un’umidità soddisfacente Calore: evitare fonti di calore radiante in vicinanza della postazione di lavoro (apparecchiature, ma anche finestre)

POSTURE CORRETTE Per una corretta postura seduta, il bacino deve essere leggermente inclinato in avanti per mantenere la curva lombare. Corretta postura con flessione dell’anca e appoggio in avanti. Corretta postura seduta a fondo sedia

POSTURE CORRETTE Corretta postura seduta con appoggio allo schienale leggermente inclinato all’indietro.. Postura seduta al computer Postura seduta al computer corretta. scorretta

DISTURBI DA ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Monotonia, ripetitività Complessità Difficoltà di colloquio con la macchina (software)

PREVENZIONE DEI DISTURBI DA ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Scegliere software di uso “amichevole” Fornire una adeguata formazione ed informazione Pause (almeno 15 minuti ogni 120 di applicazione)

ALTRI RISCHI PER LA SALUTE Dermatite irritativa: rara, al volto, causata dal campo elettrostatico

PREOCCUPAZIONI INGIUSTIFICATE PER LA SALUTE Radiazioni ionizzanti: pari al fondo naturale Campi elettromagnetici: pari al fondo ambientale a 5 cm dallo schermo ed a 15 cm dal retro Radiazioni ultraviolette: pari al fondo naturale a 5 cm dallo schermo

PREOCCUPAZIONI INGIUSTIFICATE PER LA SALUTE Non vi è rischio di cancro Non vi è rischio di aborto

SORVEGLIANZA SANITARIA Visita preventiva visita medica generale (cartella sanitaria e di rischio) esame degli occhi e della vista eventuali accertamenti specialistici (oculista, ortopedico) Giudizio di idoneità idoneo idoneo con prescrizione non idoneo

SORVEGLIANZA SANITARIA Visita periodica biennale se: oltre 50 anni idonei con prescrizione Visita periodica quinquennale: negli altri casi Controllo oftalmologico a richiesta del lavoratore in caso di sospetta sopravvenuta alterazione visiva confermata dal medico competente

ESERCIZI UTILI PER IL BENESSERE DEL COLLO Intrecciare le dita sulla testa e tirare lentamente il capo in basso. Restare così per 10 secondi e ripetere per 10 volte Ritrarre il mento e tornare in posizione normale; spingere il mento in avanti e tornare in posizione normale. Ripetere 10 volte

ESERCIZI UTILI PER IL BENESSERE DEGLI AVAMBRACCI Mettere le mani come in figura e mantenere la posizione per 20–30 secondi. Ripetere 5 volte.

ESERCIZI UTILI PER IL BENESSERE DELLE SPALLE In posizione seduta portare una mano tra le scapole tenendo il gomito bene in alto. Per aumentare lo stiramento aumentare progressivamente l’estensione del capo. Mantenere la posizione per 20 secondi. Ripetere alternando per 5 volte.

ESERCIZI UTILI PER IL BENESSERE DELLA SCHIENA Seduti su una sedia, schiena ben dritta, piedi appoggiati a terra, gambe leggermente allargate. Abbandonare le braccia tra le gambe, lasciarsi cadere in avanti, a partire dalla testa, sino a toccare terra con il dorso delle mani. Restare qualche istante, poi tirarsi su. Ripetere 5 volte.

CONCLUSIONE PUNTO DI DOMANDA

MA……………………………. SE LAVORARE FA BENE ALLA SALUTE QUELLO CHE TUTTI NOI DOBBIAMO CHIEDERCI E’ PERCHE’……………….. NON LO FACCIAMO FARE AGLI ALTRI ?

GRAZIE PER L’ATTENZIONE

DECRETO LEGISLATIVO 626/94 E’ un decreto che ratifica 10 direttive CEE  di cui quattro di carattere generale riguardanti le misure per migliorare la salute e la sicurezza sul lavoro, le caratteristiche minime che devono possedere i luoghi di lavoro, l’uso delle attrezzature di lavoro, l’uso dei dispositivi di protezione individuali sei che si occupano di rischi specifici quali la movimentazione manuale di carichi, l’uso di attrezzature munite di videoterminali, la protezione da agenti cancerogeni quella da agenti biologici. quella da agenti chimici quella da vibrazioni quelle da n.i.r.

La nuova filosofia del D.LGS.626/94 Il D.LGS.626/94 ha profondamente innovato le modalità con le quali va fatta sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro. Il provvedimento riveste un’importanza storica perché aggiorna e sistemizza la nostra legislazione in materia di sicurezza e igiene del lavoro, Istituzione di figure sostanzialmente nuove in ambito aziendale, quali quelle del“ RSPP e del RLS cambia l’approccio culturale all’igiene e medicina del Lavoro con un vero e proprio passaggio dalla logica della riparazione del danno a quella della prevenzione,

Principali Innovazioni L’obbligo per il datore di lavoro di elaborare un documento contenente la valutazione dei rischi che possono derivare dai processi lavorativi aziendali e dall’ambiente di lavoro, di individuare le misure di prevenzione necessarie in base alle norme di legge e di buona tecnica di predisporre il programma di attuazione delle misure stesse; (Qualora si tratti di una struttura con meno di 10 dipendenti, dovrà autocertificare,, di aver eseguito la valutazione dei rischi.) - di predisporre un organico programma di informazione e formazione dei lavoratori,atto a realizzare una maggiore consapevolezza nell’affrontare le tematiche di prevenzione

ATTORI DELLA PREVENZIONE Datore di lavoro SPP Medico competente Dirigente - PREPOSTO Lavoratore RLS

DEFINIZIONI 626/94 e T.U. Datore di lavoro Soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l’assetto dell’organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la propria attività, ha la responsabilità dell’organizzazione stessa o dell’unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa. Nelle pubbliche amministrazioni per datore di lavoro si intende il dirigente al quale spettano i poteri di gestione, esso è individuato dall’organo di vertice delle singole amministrazioni tenendo conto dell’ubicazione e dell’ambito funzionale degli uffici nei quali viene svolta l’attività, e dotato di autonomi poteri decisionali e di spesa. datore di lavoro coincide con l’organo di vertice medesimo;

LAVORATORE Persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell’ambito dell‘organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari. Al lavoratore così definito è equiparato il socio lavoratore di cooperativa o di società, anche di fatto, che presta la sua attività per conto delle società e dell’ente stesso il soggetto beneficiario delle iniziative di tirocini formativi e di orientamento promosse al fine di realizzare momenti di alternanza tra studio e lavoro e/o di agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro; l’allievo degli istituti di istruzione ed universitari e il partecipante ai corsi di formazione professionale nei quali si faccia uso di laboratori, attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici, ivi comprese le apparecchiature fornite di videoterminali limitatamente ai periodi in cui l’allievo sia effettivamente applicato alla strumentazioni o ai laboratori in questione

RSPP E’ il responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi professionali, che provvede: · all’individuazione dei fattori di rischio, alla valutazione dei rischi e all’individuazione delle misure per la sicurezza e la salubrità degli ambienti di lavoro · ad elaborare, per quanto di competenza, le misure preventive e protettive, e i sistemi di controllo di tali misure; · ad elaborare le procedure di sicurezza per le varie attività aziendali; · a proporre i programmi di informazione e formazione dei lavoratori; · a fornire ai lavoratori le informazioni sui rischi e sulle misure preventive e protettive.

Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza»: Persona eletta o designata per rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro; un rappresentante 200 lavoratori; tre rappresentanti 201 a 1.000 lavoratori; sei rappresentanti oltre i 1.000 lavoratori. I nominativi vanno comunicati annualmente all’INAIL

RIFIUTI SANITARI Classificazione rifiuti sanitari non pericolosi taglienti ma inutilizzati (aghi, siringhe, lame,ecc.), rifiuti sanitari assimilati ai rifiuti urbani rifiuti sanitari pericolosi non a rischio infettivo pericolosi a rischio non infettivo ifarmaci citotossici e citostatici. rifiuti sanitari richiedenti particolari modalità di smaltimento farmaci scaduti o inutilizzati e i farmaci stupefacenti o psicotropi, rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo contaminati con sangue o altri liquidi biologici (se sterilizzati sono assimilati ai rifiuti urbani)

RIFIUTI SANITARI Enti e Imprese che producono rifiuti pericolosi tenuta dei registri di carico e scarico e della comunicazione annuale al Catasto esercizio di professione intellettuale non inquadrata in un'organizzazione (singoli professionisti, medici generici, medici di famiglia,) Esclusi da tale obbligo