Docente: prof. Cecilia Chiumenti

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Docente: prof. Cecilia Chiumenti Università della Terza Età e del Tempo Disponibile – S. Martino Buon Albergo Docente: prof. Cecilia Chiumenti A un cerbiatto somiglia il mio amore di David Grossman traduzione di Alessandra Shomroni, A. Mondadori, 2008

Biografia Grossman ha studiato filosofia e teatro all'Università Ebraica di Gerusalemme. Ha lavorato come corrispondente e come attore radiofonico per la radio Kol Israel, il servizio radiofonico di stato israeliano ed è stato uno dei presentatori del programma חתול בשק ( "Gatto nel sacco"), un programma per bambini trasmesso dal 1970 al 1984. Nello stesso programma fu trasmesso, sotto forma di dramma radiofonico, il suo libro Il duello. Insieme a Dani Eldar, ha condotto la popolare serie radiofonica Stutz (in Yiddish: "che può accadere"). Nel 1984 ha vinto il Premio del Primo Ministro per il Lavoro Creativo. Grossman vive a Mevasseret Zion, vicino Gerusalemme. È sposato ed è padre di tre figli, Jonathan Ruth e Uri, morto nell'estate del 2006 durante la guerra del Libano. David Grossman è considerato tra i più grandi scrittori e romanzieri contemporanei, noto per il suo stile semplice ed avvincente. Tra i suoi libri di maggior successo vanno ricordati Qualcuno con cui correre e Ci sono bambini a zig zag, storie che se lette superficialmente possono sembrare destinate ad un pubblico di giovanissimi, sebbene tocchino temi profondi e universali. Di forma decisamente più sperimentale sono invece altri romanzi, come Che tu sia per me il coltello o Vedi alla voce: amore; quest'ultimo in particolare, considerato il suo capolavoro, è un'opera dalla complessa architettura e dalla grande originalità stilistica, che attraverso mezzi espressivi inusuali, salti temporali, viaggi fantastici e personaggi singolari, racconta la Shoah vista dagli occhi e dalla fantasia di un bambino figlio di sopravvissuti.. .

Opere tradotte in italiano Romanzi Vedi alla voce amore, 1988, A. Mondadori Il libro della grammatica interiore, 1992 A. Mondadori Ci sono bambini a zig-zag A. Mondadori Che tu sia per me il coltello, 1999 A. Mondadori Qualcuno con cui correre, 2002, A. Mondadori L’uomo che corre, 2002, A. Mondadori Col corpo capisco, 2003 A. Mondadori A un cerbiatto somiglia il mio amore, 2008, A. Mondadori Saggi Il vento giallo, 1998, A. Mondadori Un popolo invisibile, I palestinesi d’Israele, 1993, A. Mondaori La guerra che non si può vincere, 2005, A. Mondadori

A un cerbiatto somiglia il mio amore Il titolo originale di questo struggente ed epico romanzo di David Grossman suona più o meno come Una donna in fuga dalla notizia, o meglio "dall'annuncio", visto che il termine utilizzato si riferisce a qualcosa di ufficiale e definitivo. Nella traduzione italiana il titolo è tratto da un verso de Il Cantico dei Cantici (2,9), che gioca sul significato del nome di Ofer, che in ebraico significa "cerbiatto", ma che effettivamente non dà abbastanza risalto alla prospettiva che Grossman ha voluto offrirci mettendo in primo piano il flusso dei pensieri di una madre atterrita dall'idea di poter perdere suo figlio. _______________________________________________________________________________________________ E' la diaspora di una madre, la memoria di Israele, la voce interiore dell'autore: David Grossman. E’ un libro sulla maternità e sulla paternità (pienamente consapevole di Ilan, negata a lungo quasi rimossa da Avram), sui valori universali dell’amore e dei legami e sul rifiuto di un disvalore come la guerra. Sono pagine che si leggono d'urgenza: c'è una donna in fuga che vuole proteggere dal proprio destino il figlio in missione in Cisgiordania. Vuole sovvertire un terribile presentimento: non resiste all'incubo di essere svegliata nella notte e ricevere la disgrazia. E' una madre che scansa notizie imperturbabili come sicari, di corsa sul sentiero nazionale di Israele (blu bianco arancione) da Tel Dan a Eilat. Ma questo viaggio – che era stato progettato per svolgersi proprio col figlio Ofer – viene invece fatto con l’amico Avram, vero padre di Ofer.

Il libro ha inizio nel 1967 – durante la Guerra dei 6 giorni – quando i tre protagonisti principali, Orah e i due maschi Avram e Ilan hanno solo 16 anni e si conoscono nella corsia di un ospedale di Gerusalemme. E’ l’origine di un triangolo amoroso, un’alleanza indissolubile. Un legame suggellato dalla prigionia di Avram (solo al mondo), dalle sue cicatrici e dagli sfregi della guerra dello Yom Kippur, dalle cure e dai ricoveri successivi, dagli interrogatori. Avram amava dimensioni parallele, per questo i servizi di sicurezza ritenevano che avesse rivelato segreti di stato agli egiziani. Soprattutto amava Orah e nella perenne distanza Ofer di cui volutamente non sapeva nulla. E quel viaggio a piedi finalmente glielo rivela. I ricordi fluiscono sullo sfondo della Galilea, sorgenti e sentieri di foglie secche, fiori di camomilla, funghi albini, orchidee selvatiche, la valle di Jezreel e i rilievi della dorsale del Carmelo. Tappeti di ciclamini pallidi e anemoni in cima al Keren Naftali. Orah racconta la vita intera con ondate di nostalgia. E'durata vent'anni la felicità di Ilan, la sua e quella dei suoi due figli, una pace tutta privata, un’impudenza in un Paese come Israele… Avram, rimasto a lungo chiuso in se stesso, dopo la prigionia e le torture degli egiziani, è un tramite che fa delle pagine di Grossman un romanzo di speranza e di ritorno alla vita. Un libro che si è rivelato l'unico posto in cui l'autore potesse stare, per sua stessa ammissione, dopo il 12 agosto 2006, quando Uri è rimasto ucciso nel sud del Libano, poco distante dal sentiero percorso da Orah e Avram.

Lo stile La scrittura di Grossman privilegia sempre l’introspezione, lo scavo dei personaggi, l’analisi, più che trame complesse Anche in questo libro abbiamo queste caratteristiche: c’è un narratore esterno, ma la focalizzazione (ovvero l’attenzione dell’Autore) è costantemente su Orah – in tal modo si evidenzia il “flusso di coscienza” della madre protagonista. Le prime 96 pagine sono dedicate alla conoscenza – attraverso le sole parole, in quanto i dialoghi si svolgono al buio – dei tre amici; sono piuttosto “disorientanti”, ma poi il racconto comincia davvero con caratteri realistici. Discorso diretto e indiretto non sono separati da alcun segnale grafico (virgolette, trattini o altro). Il tempo passato e quello presente si alternano, affidandosi al lungo racconto che Orah fa ad Avram sulla sua famiglia (lei e il marito, Ilan e i loro due figli Adam e Ofer)

Alcune pagine Prime 96 pagine: dialoghi fra Orah, Ilan e Avram, sedicenni, ricoverati nel reparto di isolamento in un ospedale di Gerusalemme, durante la Guerra dei Sei giorni, giugno 1967. La vicenda prende inizio però 36 anni dopo, nel 2003, quando Orah, ormai separata da Ilan, accompagna il secondogenito – Ofer – a presentarsi di nuovo al fronte (per un’operazione in Cisgiordania), nonostante abbia appena concluso il servizio militare. Pag. 143-144 La decisione: una madre non può attendere la “notizia” Pag. 236 Ho voluto che venissi con me per parlarti di lui, di OFER (rivolta ad Avram) – il viaggio in Galilea di Orah e Avram Pag. 378 Siamo vissuti felici per 20 anni. In un Paese come il nostro è quasi un’impudenza, no? Pag. 467-69 – l’epistolario fra Orah e Avram – l’origine del triangolo amoroso Pag. 504 Ilan padre speciale di Ofer (gelosia del fratello) pag. 629 “Migliaia di attimi, di ore, di giorni, milioni di azioni, un’infinità di gesti, di tentativi, di sbagli, di parole e di pensieri. E tutto per fare un unico uomo al mondo…[…]“Un unico uomo, che è così facile distruggere.” pag. 727-8 Orah a suo figlio (non uccidere) p. 730-733-4 Ofer reduce di guerra La crisi famigliare (inchiesta di Hebron su Ofer)p. 751 – Orah si espone al rischio attentati pag. 741-742 Chiusura (felice) pag. 777- 8-9 780 – Ofer sta bene, i suoi genitori vegliano su di lui: poiché Avram è tornato alla vita, alla sua paternità. .