dell'assistente educatore nell'integrazione scolastica

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Lucia de Anna, Ordinario di Pedagogia Speciale – IUSM Roma
Advertisements

La relazione d’aiuto in una prospettiva sistemico-evolutiva www
LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI CON DISABILITA’ PRIMO CICLO D’ISTRUZIONE
Il docente e le sue competenze nella scuola dell’autonomia
ALTRE SINGOLE OSSERVAZIONI GENERALI
CARDUCCI ALTRE SINGOLE OSSERVAZIONI GENERALI ALTRE OSSERVAZIONI SONO DIPONIBILI RELATIVAMENTE AD OGNI SINGOLA CLASSE.
PSICOLOGIA DELL’EDUCAZIONE Felice Carugati e Patrizia Selleri
LA FIGURA PROFESSIONALE DEL
Piani di studio personalizzati Percorsi didattici annuali
FATTORI DI QUALITA DELLINTEGRAZIONE - IL CONTESTO ISTITUZIONALE - LORGANIZZAZIONE DELLA CLASSE Luciano Rondanini.
L'INSEGNANTE SPECIALIZZATO PER LE ATTIVITA' DI SOSTEGNO
LE COMPETENZE PSICOLOGICHE CHE CIASCUN PROFESSIONISTA DEVE POSSEDERE
Liceo delle Scienze Umane “Clemente Rebora”
Mansioni e relazioni Formazione C.S A cura di Lucia Balboni
CSA DI BRESCIA La qualità dellintegrazione scolastica e lAccordo di Programma Giancarlo Onger,Milano, Expo,1 marzo 2005 Premessa filosofica Nulla di scontato.
I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO: LA NORMATIVA PER UNA SCUOLA INCLUSIVA Marco Negri MINISTERO DELLISTRUZIONE, DELLUNIVERSITA E DELLA RICERCA Ufficio.
INTERVISTA A SERGIO NERI
ANNO SCOLASTICO 2008/2009. Lintegrazione scolastica coinvolge non solo il singolo individuo, ma è un ampio progetto che interessa tutta la realtà del.
Rafforzare il ruolo delle famiglie Valorizzare la professionalità dei docenti Recepire le attese degli alunni LEGGE 28 MARZO 2003 N. 53.
Il docente di sostegno: un ruolo nella scuola dell’inclusione
Perché????. Ospedaletto Summonte Mercogliano primaria Secondaria 1° grado infanzia Secondaria 1° grado infanzia primaria Secondaria 1° grado.
Tappe dello sviluppo nel bambino con Sindrome di Down
Le scuole e l’autonomia
Adolescenza orientamento e famiglie Gruppo di lavoro 1.
Un modello operativo di didattica per competenze
CI SONO ANGELI IN CITTA Tutte le Aree dellAutismo IL LAVORO IN RETE NEI SERVIZI EDUCATIVI SPECIALISTICI San Salvo PALMA MONICA.
SCUOLA SECONDARIA I° GRADO “RICCI-MURATORI” Ravenna
E’ doveroso da parte mia ringraziare il Preside Prof
Percorsi per alunni con bisogni educativi speciali
Volterra 19 Giugno 2009 DOPO DI NOI…. obiettivi e impegni della Regione Toscana Giornata pubblica di presentazione del Progetto COSTRUIAMO INSIEME UN NUOVO.
Progetto di Formazione
La motivazione scolastica nel curricolo di scuola.
Vademecum per l’integrazione scolastica
PROGETTO GENERALE.
DIVERSABILITA'.
RUOLO DEI COMUNI NELLAMBITO DELLINTEGRAZIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI PORTATORI DI HANDICAP.
Parrocchia S. Maria Assunta Moricone - Rm
L'Orientamento degli Allievi con Handicap Intellettivo Prof.ssa Donatella Bifera 1 L'Integrazione per Orientare verso un Progetto di Vita Esperienze.
Obiettivi per gli insegnanti:
“L’altra faccia della luna”
Educare e insegnare nellintegrazione: quali opportunità ci offrono le flessibilità di sistema in una scuola ormai intesa come comunità di sostegno Rita.
LEGGE 104 del 1992 LEGGE QUADRO PER ASSISTENZA, INTEGRAZIONE SOCIALE E DIRITTI DELLA PERSONA CON HANDICAP “l’integrazione scolastica ha come obiettivo.
Funzione strumentale area 2: sostegno al lavoro dei docenti
Università di Bolzano I Bisogni Educativi Speciali secondo l’ICF e le strategie di integrazione secondo la “Speciale normalità” Dario.
LINEE GUIDA PER LINTEGRAZIONE SCOLASTICA DEGLI ALUNNI CON DISABILITA.
Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento
La storia di un percorso
LA CONTINUITA’ EDUCATIVA E DIDATTICA
Università agli Studi di Palermo Laboratorio di Metodologia e Tecniche di comunicazione in presenza di disabilità sensoriali Palermo 8 febbraio - Istituto.
(DIRETTIVA MINISTERIALE 27 DICEMBRE 2012)
Handicap e tecnologie: quale connubio?
BORGOROSE-CORVARO TORANO ORGANIZZAZIONE ORARIA SCUOLA DELL’INFANZIA:  BORGOROSE (40 h)  CORVARO (40 h)  TORANO (40 h)
LA SCUOLA DI TUTTI E DI CIASCUNO Ogni alunno si deve poter integrare nell’esperienza che la Scuola offre così da essere riconosciuto e riconoscersi come.
Il progetto di vita: la funzione del docente
Dalla diagnosi al PEI Dott.ssa Sasanelli.
LEGGE 28 MARZO 2003 N. 53 Recepire le attese degli alunni
COMPETENZE E DISABILITÁ
“E’ una persona integrata quella che conserva una propria identità diversa dalle altre e con il suo posto nel gruppo”
Gli strumenti di osservazione per l’inclusione scolastica
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO ISTITUTO COMPRENSIVO “ALDO MORO” VIA MARTIRI DI VIA FANI, 18 – SUTRI.
GESTIONE CLASSE DISPERSIONE SCOLASTICA INCLUSIONE SOCIALE
Prof.ssa giovanna mirra
alunni con Bisogni Educativi Speciali
AZIENDA ULSS 20 DI VERONA LA DISABILITA’ COME RISORSA PER LO SVILUPPO DI COMPETENZE RELAZIONALI, SOCIALI, EMOTIVE L’AZIENDA ULSS PROMUOVE I LABORATORI.
SEMINARIO REGIONALE CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE MACOMER 22 SETTEMBRE 2015.
Avviso pubblico n. 7/2012 P.O. Puglia ASSE III – Inclusione sociale.
LE PRINCIPALI FIGURE COINVOLTE NELL’INCLUSIONE SCOLASTICA DEI BAMBINI ADOTTATI I RUOLI.
CODICE DELL’AUTOREGOLAZIONE DELLO SPORT Lavoro di Rebecca Lizzos e di Irene Esposito.
Legge 104/92 ART. 3 comma 1: … E’ persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva,
Transcript della presentazione:

dell'assistente educatore nell'integrazione scolastica "Il ruolo dell'assistente educatore nell'integrazione scolastica dei soggetti disabili"

L’art.12, comma 3 della Legge104/1992 indica quali sono gli obiettivi e le finalità dell’integrazione. “…L’integrazione scolastica è finalizzata alla crescita in autonomia dell’alunno…”, ma questa “crescita” deve avvenire sotto quattro profili: · gli apprendimenti, · la comunicazione, cioè la capacità del ragazzo di “crescere” nel comprendere gli altri e nel farsi comprendere dagli altri anche con linguaggi non verbali; è attraverso la crescita nella “comunicazione “che può avvenire l’integrazione scolastica e possono migliorare gli apprendimenti. · la socializzazione, cioè la capacità di accettare gli altri e di farsi accettare dagli altri. · la capacità di instaurare scambi relazionali, rapporti di amicizia stabili con docenti e compagni, dentro e fuori della classe. Tutto questo deve riguardare anche la vita extrascolastica.

L' assistente educatore (A. E. ) è una figura fondamentale L' assistente educatore (A.E.) è una figura fondamentale . garantisce opportunità di integrazione che altrimenti non ci sarebbero o sarebbe difficile. L' A.E. entra a pieno titolo nel fare il PEI. (piano educativo personalizzato) Deve essere preparato e deve stare attento agli insegnanti per fare il PEI. Occorre attingere a questa figura indispensabile il più possibile, soprattutto nella sua veste di interconnesssione fra insegnanti, alunni, famiglie, territorio.

L'A.E. appartengono al territorio, cioè conoscono limiti e possibilità e possono essere suggeritori importanti. Occorre che gli A.E. conoscono bene il territorio. L' A.E. può utilmente essere con il ragazzino anche in contesti esterni alla scuola. ( CRE-Progetti estivi-scuola -territorio dove l'A.E. ha dove la scuola e il territorio. Gli interventi dell'A.E. fanno riferimento all'assistenza che ha un altro valore educativo.

Lo stesso ministero di quest'anno ha attribuito ai bidelli dei compiti di assistenza ai soggetti disabili. ( bagno, acc.pulman). Non è un ruolo da poco : in medicina riabilitativa questo ruolo viene affidato ai cosiddetti “caregiver” equiparandolo a quello degli operatori sanitari . Si effettuano, nell'ambito delle attività assistenziali, opportuni e specifici corsi a valenza universitaria!

Sono inoltre complementari agli insegnanti Sono inoltre complementari agli insegnanti. Sia perché coprono da soli quell’ampia parte di orario nella quale gli insegnanti non avrebbero disponibilità a seguire alunni bisognosi di accudimento e di contenimento continuo; sia perché lavorano in tandem con i docenti curricolari e i colleghi del sostegno su alunni che richiedono percorsi esercitativi o interventi sussidiari molto specifici per poter procedere nel percorso di apprendimento; sia perché addetti ai corpi dei bambini e ragazzi gravissimi che devono nutrire, pulire quando si sporcano, stimolare con modalità e tecniche mirate al modellamento della sensibilità sensoriale, delle risposte agli stimoli e così via;

ATTENZIONE quando si entra in contatto con l’intimità, il pudore e la dignità di persone handicappate che spesso capiscono bene quel che sta loro accadendo intorno (un compito che chiede perizia e alta competenza educativa E' un ruolo sempre più equiparato al “caregiver” in medicina.

E' risaputo che sviluppare le autonomie del fare e del vivere quotidiano appartiene all’attività di insegnare. Mente e corpo non sono staccati; chi accudisce, lenisce e stimola il corpo di un bambino (spesso la sua unica parte funzionante) sta occupandosi anche della mente della persona cui esso appartiene. Chiunque conosca il lavoro con gli handicappati a scuola sa che solo attraverso l’accudimento fisico, la manipolazione, la nutrizione, la modulazione della voce, l’alternanza di suoni e di silenzio o di luminosità e penombra si possono trasmettere a certi ragazzi in gravi condizioni una sensazione, un messaggio, uno stimolo sensoriale. Solo così si offre loro una condizione di benessere che è diritto di ogni persona vivente e si umanizza la loro giornata. Attraverso gli stimoli ricevuti dall’assistente educatore, giorno dopo giorno. Il ragazzo cresce nei gradini dell'apprendimento

Attraverso gli stimoli ricevuti dall’assistente educatore, giorno dopo giorno, anche un bambino gravissimo si costruisce una sua vita personale e, in-segnato da un’esperienza, viene aiutato a crescere. Dunque, l’azione dell’Assistente educatore produce apprendimento: apprendimento non è solo sviluppare percorsi di Storia, informatica o Inglese

Gli attuali Assistenti educatori non vanno considerati come un insieme unico e omogeneo, ma individui quanti di loro hanno svolto mansioni parallele e complementari ai docenti, distinguendoli da chi ha offerto esclusivamente prestazioni assistenziali. E' opportuno esaminare , valutare e valorizzare , riconoscendoli come crediti, i titoli di studio di partenza e acquisiti e le competenze professionali di questo personale. Ri/qualifichi poi con appositi corsi di formazione quella parte di Assistenti educatori disponibili a fare ad un salto di qualità. Il curricolo di tali corsi dovrebbe essere studiato per valorizzare la specificità del ruolo complementare di questi operatori nell’intervento sulle disabilità all’interno del team di classe.

E' opportuno esaminare , valutare e valorizzare , riconoscendoli come crediti, i titoli di studio di partenza e acquisiti e le competenze professionali di questo personale. Ri/qualifichi poi con appositi corsi di formazione quella parte di Assistenti educatori disponibili a fare ad un salto di qualità. Il curricolo di tali corsi dovrebbe essere studiato per valorizzare la specificità del ruolo complementare di questi operatori nell’intervento sulle disabilità all’interno del team di classe.

E' necessario riconoscere all'assistente educatore un profilo professionale in cui sia riconosciuta la specificità di questo ruolo complementare. Ruolo a cui sia associato, come proprio e specifico, il compito di sviluppare le autonomie personali e sociali interagendo in gran parte con la fisicità dell’alunno handicappato e partecipando comunque in modo profondo alla costruzione della sua identità.

Disconoscere o interpretare riduttivamente la professionalità e la funzione degli Assistenti educatori potrebbe rivelarsi una notevole perdita per un sistema di istruzione che cerchi di rispondere ai bisogni di crescita culturale e umana della propria comunità con un utilizzo intelligente delle risorse. , forse, non solo sarebbe evitata una grave ingiustizia e una dispersione di professionalità; ma verrebbe rinforzato il sistema di risorse a disposizione degli istituti per dare risposta ai bisogni dei molti ragazzi gravi, risposta ancora spesso affidata al caso.

Così, forse, non solo sarebbe evitata una grave ingiustizia e una dispersione di professionalità; ma verrebbe rinforzato il sistema di risorse a disposizione degli istituti per dare risposta ai bisogni dei molti ragazzi gravi, risposta ancora spesso affidata al caso.