Tommaso d’Aquino: ST, I Pars, q. II

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Tommaso d’Aquino: ST, I Pars, q. II art. 3: Utrum Deus sit

Summa Theologiae, q. II articolo 3: Se Dio esista (videtur) Sembra che Dio non esista, e infatti: Se di due contrari uno è infinito, l’altro resta completamente distrutto. Ora, nel nome Dio s’intende affermato un bene infinito. Dunque, se Dio esistesse non dovrebbe esserci più il male. Viceversa nel mondo c’è il male. Dunque Dio non esiste. 2. Ciò che può essere compiuto da un ristretto numero di cause, non si vede perché debba compiersi da cause più numerose. Ora tutti i fenomeni che avvengono nel mondo, potrebbero essere prodotti da altre cause, nella supposizione che Dio non esistesse: poiché quelli naturali si riportano, come a loro principio, alla natura, quelli volontari alla ragione o volontà umana. Nessuna necessità, quindi, della esistenza di Dio.

Summa Theologiae, q. II articolo 3: Se Dio esista (sed contra - respondeo) Al contrario: nell’Esodo si dice, in persona di Dio “Io sono colui che è”. Rispondo. Che Dio esista si può provare per cinque vie. …

Summa Theologiae, q. II articolo 3: Se Dio esista (ad 1m, …) 1. Come dice S. Agostino: “Dio, essendo sommamente buono, non permetterebbe in nessun modo che nelle sue opere ci fosse del male, se non fosse tanto potente e tanto buono, da saper trarre il bene anche dal male”. Sicché appartiene all’infinita bontà di Dio il permettere che vi siano dei mali per trarne dei beni. 2. Certo, la natura ha le sue operazioni, ma siccome le compie per un fine determinato sotto la direzione di un agente superiore, è necessario che siano attribuite anche a Dio, come a loro prima causa. Similmente gli atti del libero arbitrio devono essere ricondotti ad una causa più alta della ragione e della volontà umana, perché queste sono mutevoli e defettibili, e tutto ciò che è mutevole e tutto ciò che può venir meno, deve essere ricondotto a una causa prima immutabile e di per sé necessaria, come si è dimostrato.