Modulo 2: Pace e Nonviolenza Pace e confitto: per un vocabolario comune L'analisi del conflitto La trasformazione del conflitto
1. Pace e confitto: per un vocabolario comune Le lezioni comunemente apprese trasmettono che: le identità dei gruppi sono fisse; il conflitto è di solito un gioco a “somma zero”; la violenza e la prevaricazione sono non soltanto i modi più comuni, ma spesso i più efficaci (forse gli unici) per gestire i conflitti.
Ciò che ci dice il pensiero nonviolento: 1. PACE POSITIVA: non un momento ma un percorso collettivo 2. NONVIOLENZA NEGATIVA: rifiuto di infliggere un danno fisico o morale all'altro POSITIVA: insieme di principi e di comportamenti propositivi e costruttivi tendenti ad affrontare e trasformare i conflitti con empatia e creatività. 3. CONFLITTO
Il Conflitto (1): La scienza psicologica definisce ordinariamente il conflitto come lo stato di tensione in cui un individuo viene a trovarsi quando è sottoposto alla pressione di impulsi, bisogni e motivazioni contrastanti, a causa di una situazione che egli stesso ha creato o che è stata creata da terzi.
Il Conflitto (2): Perché ci sia un conflitto è necessario che ci siano almeno due entità, due idee o comunque almeno due posizioni contrapposte e ben distinte. Il contrasto che ne può venir fuori può aver sede nell'animo umano così come tra due individui, tra gruppi di individui e tra stati.
Gli individui hanno spesso obiettivi diversi e percezioni diverse della realtà e questo è già di per sé fonte di conflitto. Il problema non è il sorgere del conflitto ma l'affrontarlo come un problema.
La rabbia: È pericoloso pensare alla rabbia come a qualcosa da reprimere o a qualcosa di negativo. Invece di reprimerla può essere utilizzata per comprendere, far emergere e possibilmente a soddisfare bisogni, interessi, volontà inespresse.
2. ANALISI DEL CONFLITTO Classificazione dei conflitti: 1. Intra-personali 2. Inter-personali 3. Inter-gruppi 4. Internazionali
Contesti del conflitto:
Le quattro fonti dei conflitti: interessi (ciò che noi vogliamo e ciò che loro vogliono); valori (per noi e per loro come la realtà dovrebbe essere, i diritti e i principi, e come crediamo e credono che sia); emozioni (che cosa noi sentiamo e cosa loro sentono) identità (chi siamo noi e chi sono loro, in particolare in quanto appartenenti a determinati gruppi sociali) secondo il Il FCUP: Format “Costruiamo Una Pace” elaborato dal CBI Consensus Building Institute
3. LA TRASFORMAZIONE DEL CONFLITTO Pat Patfoort Joan Galtung CBI Consensus Building Institute
PAT PATFOORT Il modello Maggiore – minore ( M-m) I tre meccanismi della violenza: violenza contro la persona che per prima ha messo sé stessa in posizione Maggiore, o l’escalation della violenza; violenza contro una terza parte, o la catena della violenza; violenza contro se stessi, o interiorizzazione della violenza.
PAT PATFOORT (2) Il modello E – E. Il processo per una soluzione nonviolenta: 1. essere in modo equivalente E-E 2. ricerca dei fondamenti comuni attraverso la comunicazione e il dialogo 3. la creatività per trovare insieme nuove soluzioni
JOAN GALTUNG
JOAN GALTUNG (2) La soluzione di un conflitto parte dalla creatività che diviene trascendenza. In ogni conflitto risiedono molteplici soluzioni, molteplici esiti. Il processo di trascendenza consiste nel far emergere con creatività il potenziale risolutivo ancora inespresso rendendolo una realtà empirica. La trascendenza introduce una nuova realtà apre nuovi orizzonti. Trasformare un conflitto vuol dire trascendere i goal delle singole parti in gioco trasponendo il conflitto su un altro piano. Cambiare prospettiva, a volte semplicemente ampliando la visuale. Spesso i problemi sembrano insormontabili e gli obiettivi delle parti inconciliabili perché si rimane legati alle logiche che hanno portato alla nascita del conflitto.
CBI Consensus Building Institute