LE ANOMALIE DEL CLIMA -EL NIÑO - Le nubi - bibliografia
El niño PERCHE’ E’ CHIAMATO NIÑO? DOVE SI VERIFICA? COSA ACCADE? QUALI SONO GLI EFFETTI? EL NIÑO DEL SECOLO!
Il fenomeno denominato El Niño fu osservato originariamente dai pescatori della costa sudamericana, che misero in relazione l'innalzamento della temperatura del mare con la drastica riduzione della quantità del pescato. Il fatto che questo fenomeno si verificasse di massima in corrispondenza dell'inizio dell'anno, e quindi circa a Natale, li indusse a denominarlo El Niño, che in spagnolo significa «il bambino», inteso in questo caso come Gesù Bambino. Lo stesso fenomeno è anche conosciuto nella comunità scientifica come ENSO.
El Niño si verifica nell'oceano Pacifico centro meridionale, ma secondo alcuni i suoi effetti si ripercuotono anche sull'andamento meteorologico della nostra area geografica. Nell'area del Pacifico centro meridionale, in situazione normale, la direzione dei venti a bassa quota e delle correnti marine da esso generate va da est verso ovest; ossia dalle coste cilene verso quelle indonesiane ed australiane. La massa d'acqua superficiale presente lungo le coste del Sud America spinta verso ovest, viene sostituita da altra acqua che proviene dalle profondità abissali.
Quest'acqua è molto più fredda di quella superficiale (riscaldata dall'insolazione) ed è ricca di elementi nutritivi che favoriscono il proliferare delle specie ittiche presenti nell'area, e di conseguenza delle attività di pesca lungo le coste cilene. L'accumulo di acqua «calda» (la differenza di temperatura tra l'acqua della costa ovest e quella della costa est è di circa 8 gradi centigradi) lungo le coste della sponda ovest del Pacifico meridionale condiziona fortemente il clima locale, riscaldando l'atmosfera, e crea le condizioni necessarie perché possa piovere regolarmente. Inoltre, l'effetto del vento sulla massa d'acqua è tale da generare un vero e proprio dislivello della superficie marina che è più alta lungo le coste occidentali rispetto a quelle orientali di circa mezzo metro. La massa d'aria superficiale, ultimato il tragitto da est verso ovest, quando si trova sopra le coste occidentali del Pacifico, sale in quota e ritorna verso le coste orientali chiudendo il circuito. Ad intervalli irregolari, e per cause che nonostante gli sforzi degli scienziati non sono ancora ben note, i venti a bassa quota diminuiscono d'intensità fino quasi ad annullarsi.
Tale situazione crea una serie di effetti strettamente collegati l'uno agli altri: l'acqua calda accumulata lungo le coste occidentali del Pacifico meridionale rifluisce verso oriente; l'acqua che si trova lungo le coste cilene non venendo più trascinata verso occidente non consente alle acque profonde di risalire in superficie; la massa di aria umida che si trova normalmente al di sopra delle coste occidentali dell'Atlantico si sposta verso il centro dell'Atlantico; la circolazione del vento in quota ed al suolo si modifica radicalmente. Un osservatore che si trovi lungo le coste pacifiche del Sud America, è sottoposto solo al secondo degli effetti sopra elencati, ed è in grado di notare solo l'innalzamento della temperatura dell'acqua. È a questo anomalo riscaldamento del mare in quella zona che i gli abitanti locali hanno dato il nome di El Niño. In sostanza quindi El Niño non è una causa, ma bensì uno degli effetti della stanca dei venti che normalmente soffiano sul Pacifico meridionale. Il fenomeno dell'El Niño è normalmente seguito da quello chiamato La Niña, caratterizzato da un notevole abbassamento dalla temperatura superficiale dell'acqua dell'oceano. El Niño provoca l'unico effetto, comunque grave, di annullare l'apporto di acqua fredda e ricca di nutrimento dalle profondità marine. Il mancato apporto di sostanze nutritive provoca come ricaduta la moria di gran parte del pesce nell'area rivierasca cilena, con gravissimi danni all'economia nazionale. Ma sono gli altri cambiamenti nella circolazione della massa d'aria ad avere le ricadute maggiori. Il mancato apporto di aria umida sulle coste occidentali dell'oceano Pacifico meridionale rende il clima di quelle aree estremamente secco, favorendo i grossi incendi, come recentemente accaduto in Australia e in Indonesia
El Niño si verifica ad intervalli variabili tra i 3 e i 5 anni e dai dati statistici risulta che gli effetti più marcati sul clima mondiale, e di conseguenza i più devastanti per l'economia mondiale, si sono registrati nel 1982-1983, quando ci fu un fenomeno definito dagli studiosi «El Niño del secolo» che ha causato danni all'economia mondiale per circa 8 miliardi di dollari. I ricercatori di oceanografia e meteorologia sono allo studio per determinare con maggior precisione sia le cause che gli effetti di questi fenomeni e, inoltre, per individuare il modo di prevedere con sufficiente anticipo questo evento. Proprio a questo scopo, lungo la costa sud americana ed in particolari aree del Pacifico, sono state posizionate alcune boe oceanografiche automatiche. Queste misurano con continuità la temperatura dell'acqua e inviano via radio o satellite i dati raccolti alle stazioni di controllo a terra dove essi vengono analizzati dagli specialisti.
LE NUBI COSA SONO LE NUBI? QUALI SONO LE CAUSE?
Le nubi sono un insieme di minutissime goccioline d'acqua (nubi basse) o di minutissime particelle di ghiaccio (nubi alte) che "galleggiano" nell'aria e si formano a causa della condensazione del vapore acqueo. La condensazione è il passaggio del vapore dallo stato gassoso allo stato liquido o solido, visibile quando la temperatura dell'aria che lo contiene scende al di sotto del punto di condensazione o punto di rugiada. Si ha il punto di rugiada quando l'umidità relativa raggiunge il 100%, cioè quando l'aria ad una data temperatura è satura. La quantità di vapore che può essere contenuta in un certo volume d'aria è in relazione alla temperatura; l'aria è satura quando possiede quella massima quantità di vapore che può contenere in una data temperatura, cioè quando la sua umidità relativa è pari al 100%. Se in un volume di aria satura aumentiamo il vapore o diminuiamo la temperatura il vapore si condensa. In realtà, affinché una nube si formi non è sufficiente che la temperatura si abbassi oltre il punto di saturazione . L'atmosfera può contenere una quantità di vapore maggiore di quella necessaria a saturarla alla temperatura del momento, senza che avvenga la condensazione. In questo caso l'aria è detta soprassatura. Oltre ai gas e al vapore acqueo, nell'aria sono presenti particelle solide chiamate pulviscolo atmosferico. Si tratta di sali minerali, sostanze chimiche, impurità varie trasportate dal vento. Alcune di esse fanno da supporto per la condensazione del vapore acqueo e per tale motivo è stato dato a loro il nome di nuclei di condensazione.
LE SETTE CAUSE DELLA FORMAZIONE DELLE NUBI 1) Nelle notti serene, il suolo perde una parte del calore fornitogli dal Sole. Questa perdita di calore, non compensata adeguatamente dalla successiva radiazione solare, fa sì che il suolo si raffreddi sempre di più. A contatto con il suolo freddo, l'aria - se è molto umida - può raffreddarsi al di sotto del punto di rugiada e dare origine a nubi basse stratiformi o a nebbie. 2) A contatto con una superficie calda l'aria si riscalda anch'essa. Riscaldandosi si dilata, diventa più leggera e s'innalza. La dilatazione abbassa la temperatura e più l'aria si alza, più si raffredda. Questa perdita di calore detta raffreddamento adiabatico, che è di circa 1°c ogni 100 metri di altitudine, è la causa principale della formazione di nubi cumuloformi. 3) Le nubi si possono anche formare per il raffreddamento progressivo di venti caldi e umidi. Si avranno in questo caso nubi stratiformi. 4) L'aria che sovrasta una data regione può essere costretta da aria più fredda che vi si incunea sotto ad innalzarsi violentemente. Elevandosi, l'aria subisce il raffreddamento adiabatico e si formeranno nubi cumuliformi.
5) L'aria calda può anche spostarsi per scorrimento su un piano inclinato costituito da aria più fredda. Con la quota subisce il raffreddamento adiabatico e, se la temperatura dell'aria scende al di sotto del suo punto di condensazione (punto di rugiada), si avranno nubi stratificate. 6) Quando il vento investe una catena montuosa e l'aria è costretta a innalzarsi lungo un pendio, essa si raffredda. Se si raffredda al di sotto del punto di condensazione, si avranno nubi orografiche e, se il fenomeno è rilevante, anche piogge forti e persistenti nel lato sopravvento della montagna. 7) Anche la pioggia e la neve provenienti da nubi alte, attraversando uno strato relativamente caldo lo raffreddano. Se il raffreddamento scende al di sotto del punto di rugiada dell'aria attraversata, si avranno nubi di solito stratificate.
Bibliografia -Wikipedia.org/el niño -Digilander.libero.it Martina Di Giorgio Silvia Moraldo Classe IV T A.S. 2006/07