Nelle enciclopedie dove si trovano i nomi terribili dei criminali di guerra mancano quelli dei “Giusti fra i popoli”, come vengono chiamati in Israele.

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Nelle enciclopedie dove si trovano i nomi terribili dei criminali di guerra mancano quelli dei “Giusti fra i popoli”, come vengono chiamati in Israele. Secondo la fede ebraica in qualsiasi momento della storia, ci sono sempre Trentasei Giusti al mondo. Essi sono nati Giusti, non possono ammettere l'ingiustizia. E' per amor loro che dio non distrugge il mondo. Nessuno sa chi sono, e meno che meno lo sanno loro stessi. Ma sanno riconoscere le sofferenze degli altri e se le prendono sulle spalle. Esiste un luogo a Gerusalemme, sul monte delle Rimembranze, che prende il nome di "Parco dei Giusti", dove migliaia di piante ricordano i nomi di tutti coloro che aiutarono gli ebrei durante gli anni dell'Olocausto. Ecco di seguito riportati i nomi e le vicende di persone che grazie al loro coraggio e alla loro voglia di aiutare il prossimo sono considerate in tutto il mondo come "Giuste":

Oskar Schindler un uomo alto ed elegante Era arrivato a Cracovia sulla scia degli occupanti nazisti per arricchirsi e finì invece per salvare più di 1200 ebrei, destinati a morire nell'inferno di Auschwitz. Riuscì a tirare fuori dopo quattro settimane 300 donne che per un errore burocratico erano finite a Auschwitz: cosa giudicata impossibile e mai successa né prima né dopo quella volta. Un giorno venne a sapere di diversi vagoni ferroviari piombati pieni di ebrei che per la confusione degli ultimi mesi della guerra stavano viaggiando da giorni senza cibo né acqua da una stazione all'altra. Schindler riuscì a prendere in mano i documenti di spedizione e senza esitare inserì Zwittau, la sua città natale, come stazione di arrivo. Liberò i sopravvissuti - che erano solo pelle ed ossa - e li portò nella sua fabbrica dove la moglie si prese cura di loro. Oskar Schindler, che salvò più di 1200 ebrei dalla morte sicura nelle camere di gas di Auschwitz, fu uno sconosciuto nella Germania del dopoguerra. 

Schindler poté piantare il suo albero nel 1959 e solo anni dopo, dietro la spinta dei "suoi" ebrei, che ancora oggi si autodefiniscono "gli ebrei di Schindler" ricevette anche in Germania una medaglia e una pensione minima.

Giorgio Perlasca l’italiano che si finse diplomatico spagnolo Dopo l’occupazione tedesca dell’Ungheria, avvenuta nei primi mesi del 1944, Perlasca ricercato dai nazisti, riuscì abilmente ad avere dall’ambasciatore spagnolo un passaporto ed un certificato con la qualifica di funzionario di quell’ambasciata. Con altri diplomatici neutrali egli inizia a radunare parecchi ebrei ungheresi in edifici di proprietà delle ambasciate per proteggerli dalla follia nazista.

Il 29 novembre l’ambasciatore spagnolo fuggì da Budapest lasciando l’ambasciata in balia dei tedeschi, e così Perlasca decise di prendere il suo posto, fingendosi un diplomatico spagnolo; da questo momento in poi egli lavora incessantemente insieme ad i suoi aiutanti per fornire agli ebrei assistenza, cibo e documenti spagnoli falsi. Un uomo comune che, anziché fuggire alle prime avvisaglie di pericolo, si inventa un ruolo che lo porta a rischiare più volte la propria vita. Giorgio Perlasca restò praticamente sconosciuto fino al 1987, quando qualcuno si ricordò di lui, e così egli fu insignito di molte riconoscenze, ma in particola re fu riconosciuto “giusto tra i giusti”

Don Francesco Repetto il sacerdote genovese che aiutò gli ebrei Tra coloro che si adoperarono per contrastare lo sterminio degli ebrei un ruolo fondamentale venne svolto da Don Francesco Repetto. Giovane sacerdote, segretario del Cardinale di Genova, egli si adoperò enormemente per nascondere e difendere, alloggiandoli presso conventi e privati, sia gli ebrei genovesi che quelli profughi giunti in città dagli altri paesi d’Europa; fino a fornire loro documenti falsi e ad organizzare la fuga verso la Svizzera. La sua attività di aiuto agli ebrei lo fece diventare ben presto un ricercato dai tedeschi, e per questo motivo egli dovette trascorrere l’ultimo periodo della guerra da clandestino, sotto falso nome. Nel 1982 Don Francesco Repetto fu riconosciuto “giusto tra i giusti” dall’Istituto Yad Vashem di Gerusalemme. E’ importante sottolineare poi, che nessuna delle persone aiutate dal sacerdote italiano fu mai invitata da lui a convertirsi al cattolicesimo.  

Angelo Rotta nunzio apostolico nell'area balcanica. Nominato nunzio apostolico a Budapest, non si limitò a protestare contro la deportazione degli Ebrei ma distribuì quindicimila "carte di protezione" che ponevano i possessori sotto la protezione dello Stato Vaticano. Cercò di salvare anche gli Ebrei ungheresi costretti al lavoro forzato distribuendo certificati di battesimo. Istituì numerose "case protette" che, godendo della extraterritorialità, diedero rifugio a centinaia di ebrei minacciati di morte dai nazisti e dai fascisti ungheresi delle Croci Frecciate. Angelo Rotta è stato riconosciuto Giusto tra le Nazioni dallo Yad Vashem.

Gennaro Verolino In qualità di segretario di nunziatura in Ungheria collaborò con il suo superiore Angelo Rotta nelle operazioni di salvataggio degli Ebrei di Budapest durante l'occupazione nazista. Nell'ottobre 2004 il Forum di Storia Contemporanea Svedese gli ha assegnato il "Premio Per Anger" per la sua opera di salvataggio.

Elenco non esaustivo dei “Giusti” italiani Adami Ulisse & Ade Alessandrini don Armando Ambrostolo Emilio & Virginia Amendola prof. Maria Amerio Padre Pasquale Angela Carlo Annoni Fosco e la sorella Tina Antolini Umberto & genitori Antonioli don Francesco Arnaldi dr. Rinaldo Avenia Giacomo Avondet Michel & Leontina Badetti Virginie Barbieri Ostilio & Amelia Bortolameotti don Guido Bortolameotti Bassi Giacomo Basso Frisini Lida Bastianon Alessandro Beccari don Arrigo Bellio Gino & Elsa Poianella Benedetti Emilia Benedetto padre Maria Bettin Regine & Giovanna Bezzan Emmo & Brunilda & Lavinia Billour Amato & Letizia Bisogni Renato & Giovanna Boldetti Luciana Bonaiti Giuseppe & Luigia Boni-Baldoni don Enzo Bortolameotti monsignor Guido Braccagni don Alfredo Bracci Umberto, Lina Marchetti Brandone Luigia, Armellino,& Domenico Brizi Luigi e il figlio Trento Brugnoli Luigi & Cavalca Brunacci don Aldo Brusasca Giuseppe Burian prof. Anita Busnelli, suor Sandra & Ester Bussa don Eugenio Cabrusa Emilia & Giorgio Caglio Virgilio & Amalia Caligiuri Clelia Campolmi Gennaro Candini Pio & Gina Canelli Luca Canova Alfonso Cappello Giovanni & Luigia Cardini Gino Cardini Lodovico & Lydia Carlotto don Michele Caronia Giuseppe Carugno Osman Casini don Leto Casini dr. Enzo & Maria Pia Cassinelli Garibaldi Maria & Ciro Castelli Filippo & Gina Frangini Castracane Roberto Cataneo Lydia Cei Maria Maddalena Cerioli Angelo, e la figlia Dina Cicutti Lajos, e i figli Luigi & Jozsef Citterich Mario & Lina Coduri Elvezio & Olive Cosgrove Comba Alfredo & Maria Conci Ines & Aurelio Costantini Cesare & Letizia Costanzi Giuseppe & Elena Crippa-Leoni prof. Lina Cunial Fausto Cupertino, Daniele & Teresa Custo Emanuele & Rosetta Daelli Alessandro Dalla Torre don Angelo

Dalla Valle Antonio Darmon-Valeri Pina De Angelis Enrico & Giuseppina Di Carlo De Beni Benedetto De Fiore Angelo De Franc Benvenuto & Carlotta Guerino De Micheli-Tommasi dr. Ada & Mario De Zotti don Giuseppe Di Gori Piero & Albina Di Grassi Sem & Maria Di Pietro Alessandro Dressino padre Antonio Drigo Giuditta Anna Bolledi (suor Emerenzia) Ehrhard Maria Leone Facibeni Giulio Fagiolo monsignorVincenzo Maria Corsetti (suor Ferdinanda) Ferrari Anna & Giovanni Ferrari suor Maria Angelica Focherini Odoardo Folcia, suor Marta Fraccon Torquato Frangini Amalia Furlan Elvira Galvani Guelfo Garbini Antonio Garofano Francesco & Elsa Gatti Arturo Gentili Mario Ghelli Vittorio & moglie Giorgetti Ezio Giovannozzi Giorgio & Luisa Giovannucci Teresa & Pietro Girotti padre Giuseppe Gradassi don Giulio Grasso Luigi & MariaIezzi Emidio & Milietta Isotton Ferdinando & Evangelina Jemolo prof. Carlo Arturo Lai Lelio & Lina Vannini Lazzarini dr. Giacinto Lefevre Nilde & Amedeo Lenti Ida Lestini Pietro, e la figlia Giuliana Lorenzini Antonio Maccia Guglielmo & Amelia Magna Battista Malan Silvia Mancini Gustavo Mani Antonio & Bartolomea Mazza Giuseppe & Maria Mecacci don Vivaldo Meinardi Giuseppe Melani Alfredo Milana Agapito & Assunta (con i figli Giulia, Lidia e Angelo) Moraldo Francesco Moreali dr. Giuseppe Musso Renato & Enrica Natoni Ferdinando Niccaci padre Rufino Nicolini monsignor Giuseppe Placido Oberto Luigi & Maria Ollari Ernesto Pace Angelo & Filomena Palatucci dr. Giovanni Palazzini cardinale Pietro Pancani Leonida Pannini Elvira Paoli don Arturo Pasin don Ferdinando Perez Luigi & Sandra Perlasca Giorgio Perrone Lorenzo Pesante dr. Giovanni & Angelica Piana Ercole & Gina Pigliapoco Attilio & Lidia Pretti Giuseppina & Felice Pugi Luigi Raspino padre Francesco Ravera Carlo & Maria Repetto don Francesco Riccardi Pellegrino Richeldi don Benedetto Richetto Carmelo & Angiola Ricotti padre Cipriano Rizzolio Beatrice Roda-Boggio Clotilde Rosadini monsignor Luigi Rotta Angelo Sacchi Vando & Ebe Sacchi Ricardo & Ebe Sala Anna Sala don Dante Salvi don Carlo Santerini Mario & Lina Supino Giuseppe Saracco Michelina Schivo monsignor Beniamino

Sergiani Enrico & Luigina Manzaroli Sgatti Alessandro, Irina e Luce Sibona Enrico Signori Gino Simeoni don Giovanni Soffici Dante & Giulia Soffici Oreste & Mariana Spada Lorenzo Spingi Vito Stablum Emanuele Tagliabue Luigi & Angela Talamonti Adelino e il figlio Fides Talamonti Camillo e Fernando Fernanda Tambini Aurelio, Aurelia,Vincenzo e Rosita Tantalo don Gaetano Tiburzio dr. Giuseppe Torreggiani Fernando Tredici Vettorio Turrini Adele Vaiani Caterina Vannini Caterina Vespignani suor Benedetta Viale don Raimondo Vinay Tullio Vincenti don Federico Virgili Daria , Virgilio, Mercedes Gianna Wiel Alessandro & Luisa Zanardi Luciano Zanchi Margherita Zara Adele

Anna Frank Anna FRANK, dal suo “Diario” «Nonostante tutto, continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo. Mi è impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l'avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità».