I COMPORTAMENTI PROBLEMATICI IN ETA’ EVOLUTIVA

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Transcript della presentazione:

I COMPORTAMENTI PROBLEMATICI IN ETA’ EVOLUTIVA Formazione insegnanti – Istituto Comprensivo di Cairate – I incontro I COMPORTAMENTI PROBLEMATICI IN ETA’ EVOLUTIVA Dott.ssa Marta Sella Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo-comportamentale

DISTURBI DELL’ APPRENDIMENTO DISTURBI DEL COMPORTAMENTO DISTURBI EMOTIVI

DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO (DSM IV – TR) DISTURBO DELLA LETTURA DISTURBO DELL’ESPRESSIONE SCRITTA DISTURBO DEL CALCOLO

Disturbi associati al d.a.s Demoralizzazione Scarsa autostima Deficit nella capacità sociali

DISTURBO DELLA LETTURA Criteri del DSM IV-TR Il livello raggiunto nella lettura, come misurato da test standardizzati somministrati individualmente sulla precisione o sulla comprensione della lettura, è sostanzialmente al di sotto di quanto previsto in base all’età cronologica del soggetto, alla valutazione psicometrica dell’intelligenza e a un’istruzione adeguata all’età. L’anomalia descritta al punto A interferisce in modo significativo con l’apprendimento scolastico o con le attività della vita quotidiana che richiedono capacità di lettura. Se è presente un deficit sensoriale, le difficoltà di lettura vanno al di là di quelle di solito associate con esso.

Come si manifesta il disturbo di lettura Lettura scorretta (numero di errori commessi durante la lettura) Lettura lenta (tempo impiegato per la lettura) Difficoltà di comprensione del testo scritto Errori di inversione di lettere e di numeri (es. 21 - 12) Errori di sostituzione di lettere (m/n; v/f; b/d). Difficoltà ad imparare le tabelline Difficoltà a imparare informazioni in sequenza (alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell'anno) Confusione sui rapporti spaziali e temporali (destra/sinistra; ieri/domani; mesi e giorni;lettura dell'orologio) …

…come si manifesta… Difficoltà a esprimere verbalmente ciò che pensa. Difficoltà in alcune abilità motorie (es. allacciarsi le scarpe) Difficoltà nella capacità di attenzione e di concentrazione. Spesso il bambino ha di conseguenza problemi psicologici (demotivazione, scarsa autostima). Appare disorganizzato nelle sue attività, sia a casa che a scuola. Ha difficoltà a copiare dalla lavagna e a prendere nota delle istruzioni impartite oralmente. Il disturbo specifico comporta un impatto significativo e negativo per l'adattamento scolastico e /o per le attività della vita quotidiana

Come si comporta un b.no con disturbo della lettura Si stanca più facilmente ed ha perciò bisogno di molta più concentrazione Può leggere un brano correttamente e non cogliere il significato Può avere grosse difficoltà con le cifre (tabelline), la notazione musicale o qualsiasi cosa che necessita di simboli da interpretare Può avere difficoltà nella lettura e/o scrittura di lingue straniere (es. inglese, latino, greco, ecc..) Può scrivere una parola due volte o non scriverla Può avere difficoltà nel memorizzare termini specifici, non di uso comune Può avere difficoltà nello studio (storia, geografia, scienze, letteratura, problemi aritmetici) Non prende bene gli appunti perché non riesce ad ascoltare e scrivere contemporaneamente Quando si distrae da ciò che sta leggendo o scrivendo ha grosse difficoltà a ritrovare il punto Lavora lentamente a causa delle sue difficoltà, perciò è sempre pressato dal tempo.

DISTURBO DELL’ESPRESSIONE SCRITTA Criteri del DSM IV-TR Le capacità di scrittura, misurate con test standardizzati somministrati individualmente (o con valutazione funzionale delle capacità di scrittura) sono sostanzialmente inferiori rispetto a quanto previsto in base all’età cronologica del soggetto, alla valutazione psicometrica dell’intelligenza, e all’istruzione adeguata all’età. L’anomalia descritta al punto A interferisce notevolmente con l’apprendimento scolastico o con le attività della vita quotidiana che richiedono la composizione di testi scritti (per es., scrivere frasi grammaticalmente corrette e paragrafi organizzati). Se è presente un deficit sensoriale, le difficoltà nelle capacità di scrittura vanno al di là di quelle di solito associate con esso.

Caratteristiche del disturbo dell’espressione scritta Difficoltà si manifesta con: Errori grammaticali Errori di punteggiatura nelle frasi Scadente organizzazione dei capoversi Errori multipli di compitazione Calligrafia deficitaria

Premesso che… • Molti bambini a 18 mesi sono capaci di dire alcuni numeri in sequenza. Pochi mesi dopo riescono ad applicare il conteggio a materiale concreto. A 4 anni cominciano ad esprimere giudizi di grandezza sui numeri. Prima di finire la materna grazie al confronto con coetanei e adulti cominciano a leggere e scrivere alcuni numeri addirittura ad eseguire semplici addizioni e sottrazioni.

DISTURBO DEL CALCOLO La capacità di calcolo, misurata con test standardizzati somministrati individualmente, è sostanzialmente inferiore a quanto previsto in base all’età cronologica del soggetto, alla valutazione psicometrica dell’intelligenza e a un’istruzione adeguata all’età. L’anomalia descritta al punto A interferisce in modo significativo con l’apprendimento scolastico o con le attività della vita quotidiana che richiedono capacità di calcolo. Se è presente un deficit sensoriale, le difficoltà nelle capacità di calcolo vanno al di là di quelle di solito associate con esso.

Come si manifesta Difficoltà in ambito numerico e aritmetico con le seguenti caratteristiche: Difficoltà di lettura e scrittura dei numeri Difficoltà nell’attribuire un significato ai numeri e nell’eseguire procedure di calcolo Difficoltà nell’acquisire in maniera stabile le tabelline e i semplici calcoli a mente Difficoltà ad attribuire al segno algebrico le relative procedure di calcolo (sommare se +, moltiplicare se x …)

Possono essere compromessi Capacità linguistiche (es. comprendere o nominare termini, operazioni, concetti matematici, decodificare problemi scritti in simboli matematici) Capacità percettive (es. riconoscere o leggere simboli numerici o segni aritmetici e raggruppare oggetti in gruppi) Capacità attentive (es. copiare correttamente numeri o figure, ricordarsi di aggiungere il riporto, rispettare i segni operazionali) Capacità matematiche (es. seguire sequenze di passaggi matematici, contare oggetti, imparare tabelline)

Caratteristiche dei bambini con discalculia Difficoltà ad apprendere e ricordare fatti numerici Difficoltà ad eseguire procedure di calcolo Usano di procedure di problem solving immature Necessitano di tempi lunghi Commettono un elevato numero di errori

Come si manifesta la discalculia Problema di apprendimento dei fatti numerici Problema di apprendimento delle procedure di calcolo

Discalculia associata a … Dislessia Deficit di attenzione/iperattività Disgrafia, discriminazione destra/sinistra/agnosia digitale (Sindrome di Gerstmann ) Scarsa coordinazione oculo-manuale Poca memoria per informazioni non verbali Scarse abilità sociali

Cause della discalculia Studi teorici e ricerche sperimentali circa le cause sono molto controversi. Spiegazioni più plausibili della discalculia: ANATOMICA: Lesione area del cervello (lobo parietale) GENETICA: Incapacità di un area del cervello (lobo parietale) di svilupparsi normalmente

LE DIAGNOSI DEI D.A.S

Test specifici somministrati individualmente Può essere fatta alla fine del II anno della scuola primaria. (Già alla fine del I° anno della scuola primaria presenza di profili funzionali compromessi e di altri specifici indicatori diagnostici) La diagnosi viene effettuata da un équipe multidisciplinare composta da: Neuropsichiatria Infantile Psicologo Neuropsicologo Logopedista Test specifici somministrati individualmente

Se c’è la diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento Argomento del II incontro Aiuti specifici Tecniche di riabilitazione e di compenso Semplici provvedimenti della modifica della didattica a favore dei ragazzi dislessici e contenute nelle direttive Ministeriali (Prot. n. 4099/A/4), concessione di tempi più lunghi per lo svolgimento di compiti, l'uso della calcolatrice e/o del computer. studio veicolato (es. uso di registratori, adulto che legge, libri digitali) Tali provvedimenti devono poter essere utilizzati anche nei momenti di valutazione, compresi gli Esami di Stato.

DISTURBI DEL COMPORTAMENTO Disturbo da deficit di attenzione/iperattività Disturbo della condotta Disturbo oppositivo-provocatorio

Attention Deficit Hyperactivity Disorder Che cos’è l’ADHD? Acronimo per l’inglese: Attention Deficit Hyperactivity Disorder DDAI

DDAI INATTENZIONE IMPULSIVITA’ IPERATTIVITA’

ADHD Criteri diagnostici DSM IV-TR 6 o più sintomi presenti per almeno 6 mesi con intensità che provoca disadattamento e contrasta con il livello di sviluppo A.1) disattenzione A.2) iperattività/impulsività B) alcuni sintomi erano presenti prima dei 7 anni di età C) presenza dei sintomo in 2 o più contesti D) evidente compromissione del funzionamento sociale, scolastico o lavorativo E) i sintomi non si manifestano nell’ambito di un’altra patologia psichiatrica

Caratteristiche della DISATTENZIONE Disattenzione in attività scolastiche e sociali Difficoltà a prestare attenzione ai compiti Il bambino commette errori banali (“errori di distrazione” Il risultato del lavoro del bambino è incompleto, disordinato, poco curato Fatica a lavorare su un compito per un periodo prolungato Frequente cambio di attività

Caratteristiche dell’IPERATTIVITA’ Continua agitazione Difficoltà a rimanere fermo e seduto al proprio posto Eccessiva attività motoria e verbale (<6 a.) il bambino corre per la casa avanti e indietro arrampicandosi anche sui mobili (>6 a.) il bambino fatica a stare seduto a tavola per tutta la durata del pasto, fatica a stare seduto davanti alla televisione (età adolescenziale/adulta) diminuiscono le manifestazioni dell’iperattività e la loro intensità. Rimane un senso di irrequietezza, incapacità a stare fermo, difficoltà a impegnarsi in una attività per un periodo prolungato.

Caratteristiche dell’IMPULSIVITA’ Agisce prima di aver riflettuto adeguatamente “spara” le risposte prima che sia completata la domanda Non riesce ad aspettare il proprio turno in attività di gioco o di gruppo Si intromette o fa commenti indesiderati (la conseguenza è un rifiuto degli altri) Intraprende azioni pericolose prima di aver considerato tutte le possibili conseguenze negative

SINTOMI SECONDARI Insuccesso scolastico e/o disturbi specifici dell’apprendimento Difficoltà nell’ambito sociale e nelle relazioni interpersonali Tratti oppositivi provocatori Bassa autostima Difficoltà di autoregolazione

A. Insuccesso scolastico Deficit cognitivo Scarsa motivazione Una fluttuazione della qualità del lavoro scolastico Velocità e scarsa accuratezza nell’eseguire i compiti che gli vengono assegnati

B. Difficoltà nell’ambito sociale e nelle relazioni interpersonali I bambini iperattivi hanno minori apprezzamenti Hanno un numero maggiore di rifiuti rispetto agli altri bambini in quanto dicono frasi inappropriate Hanno maggiori comportamenti aggressivi Hanno minori comportamenti cooperativi Faticano a rispettare regole/turni

C. Tratti oppositivi/provocatori NON sono sempre presenti Il più delle volte non sono così gravi da rendere necessaria una diagnosi di comportamento oppositivo/provocatorio o disturbo della condotta

D. Bassa Autostima Ripetute esperienze di insuccesso Difficoltà a valutare i propri risultati in base allo sforzo compiuto (campioni o incapaci)

E. Difficoltà di autoregolazione Difficoltà di autoregolare comportamento ed emotività Si manifesta in: DIFFICOLTA’ ATTENTIVE (il bambino appare distratto): Incapacità a suddividere in modo efficiente l’attenzione Difficoltà a mantenere l’attenzione nel tempo DIFFICOLTA’ NEL PROBLEM SOLVING Non riesce a frenare le risposte impulsive Non considera le caratteristiche del problema Ha uno scarso bagaglio di strategie da utilizzare per diversi compiti Non utilizza un dialogo interno per regolare il proprio comportamento DIFFICOLTA’ EMOTIVE Nella gestione delle emozioni soprattutto rabbia, frustrazione, vergogna. Spesso sfociano in aggressività verbale/fisica SCARSA MOTIVAZIONE Non si sente in grado di risolvere problemi

Le funzioni esecutive Per raggiungere un obiettivo nello studio e nel gioco occorre:   retrospezione: essere in grado di ricordare lo scopo previsione: definire ciò che serve per raggiungere l’obiettivo autocontrollo: capacità di inibire alcune risposte motorie ed emotive a stimoli esterni.

Con gli insegnanti Colloquio Scala SDAI (comportamenti disattenzione/iperattività) CTRS (Conners Teacher Rating Scale)

Se c’è diagnosi di ADHD: L’intervento con la FAMIGLIA con il BAMBINO Insegnare tecniche comportamentali e cognitive utili per l’educazione del bambino Sviluppare abilità di autoregolazione con la SCUOLA Creare un ambiente facilitante

Creare un ambiente facilitante Argomento del 3° incontro con la SCUOLA Creare un ambiente facilitante

2. Disturbo Oppositivo-Provocatorio

DISTURBO OPPOSITIVO – PROVOCATORIO Criteri diagnostici DSM IV- TR Una modalità di comportamento negativistico, ostile, e provocatorio che dura da almeno 6 mesi, durante i quali sono stati presenti 4 (o più) dei seguenti: 1)spesso va in collera 2)spesso litiga con gli adulti 3)spesso sfida attivamente o si rifiuta di rispettare la/le richieste o regole degli adulti 4)spesso irrita deliberatamente le persone 5)spesso accusa gli altri per i propri errori o il proprio cattivo comportamento 6)è spesso suscettibile o facilmente irritato dagli altri 7)è spesso arrabbiato e rancoroso 8)è spesso dispettoso e vendicativo Considerare soddisfatto un criterio, solo se il comportamento si manifesta più frequentemente rispetto a quanto si osserva tipicamente in soggetti paragonabili per età e livello di sviluppo. B. L’anomalia del comportamento causa compromissione clinicamente significativa del funzionamento sociale, scolastico o lavorativo.

Caratteristiche del ragazzo con d.o/p Persistente caparbietà Resistente alle direttive Ha scarsa disponibilità al compromesso, resa o negoziazione con gli adulti o coi coetanei. Deliberata o persistente messa alla prova dei limiti, di solito ignorando gli ordini, litigando e non accettando i rimproveri per i misfatti. L’ostilità è diretta contro gli adulti o i coetanei ed è espressa disturbando deliberatamente gli altri o con aggressioni verbali I sintomi sono presenti nell’ambiente familiare, ma possono non essere evidenti a scuola o nella comunità. I sintomi sono tipicamente più evidenti con gli adulti o i coetanei che il soggetto conosce bene Di solito i soggetti non si considerano oppositivi o provocatori, ma giustificano il proprio comportamento come una risposta a richieste o circostanze irragionevoli.

un comportamento oppositivo transitorio è molto comune nei bambini in età prescolare e negli adolescenti, si dovrebbe usare cautela nel fare la diagnosi Il numero dei sintomi di opposizione tende ad aumentare con l’età. Il disturbo ha maggiore prevalenza tra i maschi che tra le femmine in epoca prepuberale, ma le percentuali sembrano essere uguali dopo la pubertà. I sintomi sono di solito simili in entrambi i generi, tranne per il fatto che che i maschi possono avere un comportamento con maggior tendenza al confronto e sintomi più persistenti

3. Disturbo della condotta

Disturbo della condotta Criteri diagnostici DSM IV - TR Una modalità di comportamento ripetitiva ed persistente in cui i diritti fondamentali degli altri o le principali norme o regole societarie appropriate per l’età vengono violati, come manifestato dalla presenza di tre (o più) dei seguenti criteri nei 12 mesi precedenti, con almeno un criterio presente negli ultimi 6 mesi: Aggressioni a persone o animali Distruzione della proprietà Frode o furto Gravi violazioni di regole B. L’anomalia del comportamento causa compromissione clinicamente significativa del funzionamento sociale, scolastico, o lavorativo. C. Se il soggetto ha 18 anni o più, non sono soddisfatti i criteri per il Disturbo Antisociale di Personalità.

Aggressioni a persone o animali 1)spesso fa il prepotente, minaccia, o intimorisce gli altri 2)spesso dà inizio a colluttazioni fisiche 3)ha usato un’arma che può causare seri danni fisici ad altri (per es., un bastone, una barra, una bottiglia rotta, un coltello, una pistola) 4)è stato fisicamente crudele con le persone 5)è stato fisicamente crudele con gli animali 6)ha rubato affrontando la vittima (per es., aggressione, scippo, estorsione, rapina a mano armata) 7)ha forzato qualcuno ad attività sessuali. Distruzione della proprietà 8)ha deliberatamente appiccato il fuoco con l’intenzione di causare seri danni 9)ha deliberatamente distrutto proprietà altrui (in modo diverso dall’appiccare il fuoco).

Frode o furto 10)è penetrato in un edificio, un domicilio, o una automobile altrui 11)spesso mente per ottenere vantaggi o favori o per evitare obblighi (cioè, raggira gli altri) 12)ha rubato articoli di valore senza affrontare la vittima (per es., furto nei negozi, ma senza scasso; falsificazioni). Gravi violazioni di regole 13)spesso trascorre fuori la notte nonostante le proibizioni dei genitori, con inizio prima dei 13 anni di età 14) è fuggito da casa di notte almeno due volte mentre viveva a casa dei genitori o di chi ne faceva le veci (o una volta senza ritornare per un lungo periodo) 15)marina spesso la scuola, con inizio prima dei 13 anni di età.

Diversi livelli di gravità   Lieve: I problemi di condotta sono pochi, e causano danno relativamente lieve agli altri (per es., mentire, marinare la scuola, stare fuori la sera senza permesso). Moderato: Il numero di problemi di condotta e gli effetti sugli altri sono intermedi tra il lieve e il “grave” (per es., rubare senza affrontare la vittima, vandalismo). Grave: Sono presenti molti problemi di condotta, causano notevoli danni agli altri (per es., rapporti sessuali forzati, crudeltà fisica, uso di armi, furto con aggressione alla vittima, violazione di proprietà, scasso.

Caratteristiche della persona con D.C. Tendono a minimizzare i propri problemi di condotta Spesso innescano comportamento aggressivo e reagiscono aggressivamente contro gli altri Commettono anche gravi violazioni di regole (per es., scolastiche, familiari) (es. stare fuori di notte, marinare la scuola, fuggire di casa…) Disturbo prevalentemente maschile Hanno relazioni disturbate con i coetanei Hanno frequente aggressioni fisiche …

Caratteristiche della persona con d.c. scarsa empatia e scarsa attenzione per i sentimenti, i desideri, e il benessere degli altri in situazioni ambigue, i soggetti aggressivi con questo disturbo spesso travisano le intenzioni degli altri come più ostili e minacciose del vero e reagiscono con un’aggressione che essi ritengono ragionevole e giustificata. possono essere insensibili e mancare di adeguati sentimenti di colpa o di rimorso. possono senza esitazione denunciare i propri compagni e tentare di accusare altri dei propri misfatti L’autostima è di solito scarsa, sebbene il soggetto possa avere l’aspetto di un duro. Per altri individui l’autostima misurata può essere decisamente esagerata. …

Caratteristiche della persona con D.C. Scarsa tolleranza alla frustrazione, irritabilità, esplosioni di rabbia, e avventatezza Spesso associato con un inizio precoce dell’attività sessuale, del bere, del fumare, dell’uso di sostanze illecite, e di azioni spericolate e rischiose I comportamenti possono portare a sospensione o ad espulsione dalla scuola, a problemi nell’adattamento lavorativo, a difficoltà legali, a malattie a trasmissione sessuale, a gravidanze non programmate, e a lesioni fisiche da incidenti o da colluttazioni.

Caratteristiche della persona con D.C. Idee, tentativi e suicidi attuati si manifestano con frequenza maggiore del previsto. L’intelligenza può essere al di sotto della media, in particolare relativamente al QI verbale. L’apprendimento scolastico, specie la lettura e le altre capacità verbali, è spesso al di sotto del livello previsto sulla base dell’età e dell’intelligenza I seguenti fattori possono predisporre il soggetto a sviluppare un Disturbo della Condotta: rifiuto o abbandono da parte dei genitori, temperamento infantile difficile, norme contraddittorie di educazione con disciplina rigida, maltrattamento fisico o sessuale, mancanza di sorveglianza, inserimento precoce in istituzioni, frequenti cambiamenti delle persone che si prendono cura del soggetto, famiglia numerosa, anamnesi di uso di tabacco da parte della madre durante la gravidanza, rifiuto da parte dei coetanei, associazione con gruppi di delinquenti, esposizione alla violenza nel vicinato, e certi tipi di psicopatologia familiare (per es., Disturbo Antisociale di Personalità, Dipendenza od Abuso di Sostanze).

il comportamento in questione è sintomatico di un sottostante malfunzionamento all’interno del soggetto, e non semplicemente una reazione al contesto sociale immediato. La gioventù immigrata da paesi devastati dalla guerra, con una storia di comportamenti aggressivi che potrebbero essere stati necessari per la propria sopravvivenza in quel contesto, non merita necessariamente una diagnosi di Disturbo della Condotta. Può essere utile considerare il contesto economico e sociale in cui i comportamenti indesiderabili si sono manifestati.

Il decorso del Disturbo della Condotta è variabile. Nella maggior parte dei soggetti, il disturbo va in remissione con l’età adulta. Sebbene i bambini con Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività manifestino spesso un comportamento iperattivo e impulsivo che può essere dirompente, questo comportamento non viola di per sé le norme societarie appropriate per l’età e quindi di solito non soddisfa i criteri per il Disturbo della Condotta

Disturbi emotivi/psicologici BASSA AUTOSTIMA DISTURBI D’ANSIA DISTURBO DEPRESSIVO

Come si forma l’autostima Sé percepito visione oggettiva di quelle abilità, caratteristiche e qualità che sono presenti o assenti Sé ideale l’immagine della persona che ci piacerebbe essere, non in modo frivolo ma un desiderio convinto di possedere quelle qualità E’ la discrepanza tra Sé percepito e Sé ideale crea problemi di autostima

Definizione di autostima L’autostima è desumibile dall’entità del divario tra Sé percepito e Sé ideale. Un divario grande induce bassa autostima Un divario piccolo indica in genere un’autostima alta

Sé ideale Divario grande Sé percepito Cambiare il Sé ideale Oppure INSEGNARE LE ABILITA’ Cambiare il Sé percepito

Autostima nei bambini AMBITI: SOCIALE (o INTERPERSONALE): sentimenti riguardo a se stesso come amico di altri SCOLASTICO: valore attribuito a se stesso come studente FAMILIARE: vissuti che il bambino prova come membro della sua famiglia CORPOREA: aspetto fisico e capacità GLOBALE: apprezzamento generale di Sè

DISTURBO D’ANSIA

LE MANIFESTAZIONI DELL’ANSIA: fisiologico (quello che sento) comportamentale (quello che faccio) cognitivo (quello che penso)

SINTOMI FISIOLOGICI: Aumento dell’attività del SNA Sudorazione Tensione addominale Rossore in viso Bisogno urgente di urinare Tremori agli arti (senso di vertigine o di cadere) Disturbi gastrointestinali Aumento della palpitazione

COMPORTAMENTI: Alcuni esempi: non uscire di casa si differenziano a seconda del tipo di disturbo. Alcuni esempi: non uscire di casa evitare persone poco conosciute evitare animali evitare la scuola non dormire da soli…

Cognizioni Pensieri distorti Catastrofizzazioni Esempi: “devo riuscire a farmi voler bene altrimenti sarò rifiutato” Se rimango in disparte e non mi viene chiesto niente, nessuno si accorgerà che non valgo nulla e non mi sentirò incapace Non posso lasciare la mamma e la sicurezza della casa, è terribile stare via anche poche ore, no riuscirei a sopportarlo Non devo avere alcun disagio, la mia vita deve essere sempre felice Se non riesco in tutto bene, allora sono un fallimento totale

Le principali paure dei bambini si possono così suddividere:   Sindrome ansiosa da separazione Sindrome da ansia sociale Sindrome ansiosa generalizzata Sindrome fobica Sindrome post-traumatica da stress Disturbo ossessivo-compulsivo

Fasce di età Tipo di paura Stare da solo X Buio Dormire da solo   Tipo di paura Fasce di età 3-5 anni 6-8 anni 9-11 anni 11-13 anni 14-17 anni Stare da solo X   Buio Dormire da solo Persone sconosciute Tuoni Cani Topi Insetti Persone con difetti fisici Punizioni dei genitori Persone prepotenti Fantasmi Mostri

Fasce di età Tipo di paura Diavolo X Zingari Stranieri Ladri   Tipo di paura Fasce di età 3-5 anni 6-8 anni 9-11 anni 11-13 anni 14-17 anni Diavolo   X Zingari Stranieri Ladri Visite mediche Prendere brutti voti Essere interrogato in classe Parlare davanti ad altre persone Essere preso in giro Andare in piscina Guerra Siringhe Drogati

3. DISTURBO DEPRESSIVO la depressione è un termine generico che viene utilizzato per indicare un grave abbassamento dell’umore ma anche un lieve turbamento dell’emotività. Da un punto di vista clinico il termine depressione fa riferimento a un insieme di sintomi con caratteristiche Comportamentali cognitive neurovegetative   Il primo episodio depressivo nel bambino in genere compare in seguito ad un evento di perdita o di lutto (separazione dei genitori, morte di un parente…) ma anche per avvenimenti che per gli adulti sono di poco conto ma che per il bambino sono molto significativi (es. un trasloco, la morte dell’animale domestico, il trasferimento di un compagno…). L’episodio depressivo non si manifesta fin da subito con chiarezza ma con il tempo i sintomi si fanno sempre più precisi e soprattutto il comportamento del bambino e il suo modo di pensare si differenziano dalla situazione precedente.

Cosa si osserva nel bambino ( > 9 anni) Sintomi emozionali umore disforico umore collerico o irritabile anedonia tendenza al pianto perdita di allegria non sentirsi amati autocommiserazione

Sintomi cognitivi autovalutazioni negative senso di colpa disperazione difficoltà di concentrazione indecisione ideazione morbosa (morte)

Sintomi motivazionali chiusura sociale ideazione e comportamenti suicidari peggioramento delle prestazioni scolastiche

Sintomi neurovegetativi affaticamento cambiamento nell’appetito e/o nel peso dolori e malesseri (cefaleea, dolori allo stomaco, alla schiena, alle gambe..) disturbi del sonno (insonnia, ipersonni, sonno disturbato, sonno non ristoratore) rallentamento psicomotorio (movimenti, linguaggio) agitazione psicomotoria (aggressività, iperattività, linguaggio, irritabile e agitato

PROCESSI COGNITIVI IMPLICATI NELL’APPRENDIMENTO

Apprendere non significa accumulare nella memoria ricordi e conoscenze nuove. Apprendere vuol dire… …ATTRIBUIRE UN VALORE e un SIGNIFICATO alle esperienze …CONFRONTARE e INTEGRARE le vecchie conoscenze con le nuove …APPLICARE le nuove conoscenze nella soluzione di compiti reali …TROVARE SOLUZIONI ai problemi che la vita ci pone.

APPRENDIMENTO INCIDENTALE INTENZIONALE Quando si è esposti ad esperienze il cui scopo primario non è quello di generare un apprendimento Es. apprendiamo dall’esperienza quotidiana, dalla nostra vita, da un film, da un libro… INTENZIONALE Quando ci si impegna deliberatamente per imparare cose che non si conoscono. Es. leggere un libro, studiarlo, superare un esame, verificare l’apprendimento. Fondamentale Automotivante Dipende da fattori casuali Le conoscenze non sono organizzate e precise Fondamentale: interessa gran parte delle esperienze che portano l’uomo a costruire il suo sistema di conoscenze. Automotivante: il soggetto è motivato ad approfondire la conoscenza Può essere piacevole Non è necessariamente oneroso Motivazione intrinseca Conoscenze sono durature e stabili nel tempo

Cosa avviene nel cervello quando si apprende? Si creano delle connessioni tra i neuroni La ripetizione dello stimolo crea una connessione stabile (sinapsi) Si forma un circuito nervoso, cioè i neuroni sono in rete. Più è ampia la rete maggiore sarà la possibilità di immagazzinare e recuperare informazioni

Negli essere umani ci sono due tipi di memorie: MEMORIA ISTINTIVA: comportamenti innati specie-specifici (fuga, attacco, cooperazione, riproduzione, nutrizione). La memoria istintiva è rigida e definitiva. MEMORIA PLASTICA: localizzata nella corteccia cerebrale. Qui si registrano le informazioni che possono essere modificate in base alle esperienze e agli apprendimenti. Funzione di questa memoria è quella di registrare esperienze, rielaborarle e condividerle con altre reti.

EMISFERO DESTRO EMISFERO SINISTRO Controlla i movimenti della parte sinistra del corpo Implicato nella visione d’insieme Nelle analogie Intelligenza emotiva e creatività Intonazione del linguaggio EMISFERO SINISTRO Controlla movimenti della parte destra del corpo Il linguaggio parlato e scritto La logica di tipo sequenziale Le procedure razionali e astratte

Maggiori sono le connessioni tra le diverse aree e competenze cerebrali migliore è l’apprendimento Memoria visiva Vedo un treno Memoria uditiva Una persona mi descrive il treno Memoria semantica Una persona mi spiega come funziona il treno Memoria esperenziale Vado a fare un giro con il treno

Per rendere più facile l’apprendimento è meglio coinvolgere più reti neuronali. Infatti più reti si coinvolgono maggiori sono i collegamenti neuronali che si attivano e maggiore è la possibilità di apprendere e recuperare le informazioni.

APPRENDIMENTO MOTIVAZIONE METACOGNIZIONE EMOZIONE Argomento del 5° incontro METACOGNIZIONE