CAPITOLO 14 Monopolio
Che cosa impareremo in questa lezione: Il significato di monopolio, in cui un singolo monopolista è l’unico produttore di un bene Come un monopolista determina l’output ed il prezzo che massimizzano il profitto La differenza tra monopolio e concorrenza perfetta, e gli effetti di questa differenza sul welfare della società In che modo i policy-maker affrontano i problemi posti dal monopolio Che cosa è la discriminazione di prezzo, e perché è diffusa quando i produttori hanno potere di mercato
I Tipi di Strutture di Mercato Al fine di sviluppare principi e fare previsioni sui mercati e sul modo in cui i produttori si comporteranno in essi, gli economisti hanno sviluppato quattro modelli principali di struttura di mercato: Concorrenza perfetta Monopolio Oligopolio Concorrenza monopolistica
Tipi di Struttura di Mercato Questo sistema di strutture di mercato si basa su due dimensioni: Il numero di produttori nel mercato (uno, pochi, o molti) Se i beni offerti sono identici o differenziati. I beni differenziati sono beni tra loro diversi ma che sono in qualche modo considerati come sostituti dai consumatori (ad esempio la Coca Cola versus la Pepsi Cola).
Il Significato di Monopolio Abbandoniamo per la prima volta il modello di concorrenza perfetta… Un monopolista è un’impresa che è l’unico produttore di un bene che non ha buoni sostituti. Un settore controllato da un monopolista è conosciuto come monopolio. Ad esempio, De Beers per i diamanti. L’abilità del monopolista di aumentare il prezzo al di sopra del livello concorrenziale tramite la riduzione dell’output è nota come potere di mercato. Che cosa ci fanno i monopolisti con questo potere di mercato? Diamo uno sguardo al grafico seguente…
Che cosa fa un monopolista In concorrenza perfetta, il prezzo e la quantità sono determinati dall’offerta e dalla domanda: l’equilibrio è in C, dove il prezzo è PC e la quantità è QC. Un monopolista riduce la quantità offerta a QM, e si muove lungo la curva di domanda da C a M, aumentando il prezzo a PM.
Perché Esistono i Monopoli? Un monopolista ha potere di mercato ed in conseguenza di ciò praticherà prezzi più alti e produrrà meno output di un settore concorrenziale. Questo genera profitti per il monopolista sia nel breve che nel lungo periodo. Sappiamo che i profitti non persistono nel lungo periodo a meno che non ci siano barriere all’entrata. Queste possono prendere la forma di: controllo di risorse naturali o di fattori di produzione, economie di scala, superiorità tecnologica, o restrizioni legali imposte dai governi, compresi i brevetti e la disciplina dei diritti di proprietà.
Economie di Scala e Monopolio Naturale Un monopolio creato e sostenuto da economie di scala è chiamato monopolio naturale. Si ha quando le economie di scala offrono un considerevole vantaggio in termini di costi, cosicché è conveniente avere un’unica impresa che produce tutto l’output di un intero settore. In queste circostanze, il costo totale medio è decrescente per ogni livello di output rilevante per quel particolare settore. Questo crea una barriera all’entrata perché un monopolista già stabilito nel mercato ha un più basso costo medio totale rispetto ad un’impresa più piccola.
Le Economie di Scala Creano Un Monopolio Naturale Un monopolio naturale sorge se i costi fissi sono molto alti la curva di ATC è decrescente per i livelli di output in cui il prezzo è maggiore o uguale del costo medio totale. Quindi l’impresa ha economie di scala nell’intero intervallo di output in cui essa raggiunge almeno il pareggio di bilancio. Pertanto, una certa quantità di output è prodotta ad un costo inferiore da un’unica grande impresa piuttosto che da due o più imprese più piccole.
Come un Monopolista Massimizza il Profitto La regola del prodotto ottimale per un’impresa price-taker è di produrre il livello di output per cui il costo marginale dell’ultima unità prodotta è uguale al prezzo di mercato (che è a sua volta uguale al ricavo marginale). Un monopolista invece è l’unico fornitore del suo bene. Quindi la sua curva di domanda coincide con la curva di domanda di mercato, che ha pendenza negativa. La pendenza negativa crea un “cuneo” tra il prezzo del bene e il ricavo marginale dal bene—il cambiamento nei ricavi totali generato dalla produzione di una unità in più.
Curve di Domanda di un’Impresa Perfettamente Concorrenziale e di un Monopolista Una singola impresa in un mercato perfettamente concorrenziale non può modificare il prezzo di mercato del bene ha di fronte una curva di domanda orizzontale DC , come mostrato in (a). Un monopolista può influenzare il prezzo (è l’unico fornitore del settore) la sua curva di domanda è la curva di domanda di mercato, DM, come mostrato in (b). Per vendere più output deve abbassare il prezzo; il prezzo sale solo riducendo l’output.
Come un Monopolista Massimizza il Profitto L’aumento nella produzione di un monopolista ha due effetti opposti sui ricavi: Un effetto quantità. Una unità in più è venduta, aumentando i ricavi totali in una misura pari al prezzo al quale l’unità è venduta. Un effetto prezzo. Per vendere l’ultima unità, il monopolista deve ridurre il prezzo di mercato su tutte le unità vendute. Ciò riduce il ricavo totale. L’effetto quantità e l’effetto prezzo sono illustrati dalle due aree ombreggiate nel grafico (a) della figura seguente, basata sulle cifre della tabella che la accompagna.
Domanda per un Monopolista, Ricavo Totale e Ricavo Marginale
L’Elasticità della Domanda al Prezzo Varia Lungo la Curva di Domanda
La Curva di Domanda del Monopolista ed il Ricavo Marginale A seguito dell’effetto di prezzo di un aumento dell’output, la curva di ricavo marginale di un’impresa con potere di mercato giace sempre sotto la curva di domanda. Un monopolista che massimizza il profitto sceglie il livello di output per cui il costo marginale è uguale al ricavo marginale—che però è diverso dal prezzo. Il risultato finale fa sì che il monopolista produce meno output, e ad un prezzo più elevato, rispetto a ciò che accadrebbe in un settore perfettamente concorrenziale. Guadagna un profitto positivo sia nel breve che nel lungo periodo.
La Curva di Domanda del Monopolista ed il Ricavo Marginale Siccome l’effetto di quantità e quello di prezzo vanno in direzione opposta per un’impresa con potere di mercato, la curva di ricavo totale è a forma di collina. Questo riflette il fatto che per bassi livelli di output, l’effetto quantità è più forte dell’effetto di prezzo: per vendere l’1% in più, il monopolista deve diminuire il prezzo poco (meno dell’1%) in termini percentuali, l’effetto prezzo è piccolo. Se l’output aumenta oltre i 10 diamanti, il ricavo totale diminuisce. Questo riflette il fatto che per alti livelli di output, l’effetto di prezzo è più forte dell’effetto di quantità: per vendere l’1% in più, il monopolista deve diminuire il prezzo molto (più dell’1%) in termini percentuali, e ciò rende l’effetto prezzo grande.
L’Output e il Prezzo che Massimizzano il Profitto del Monopolista Per massimizzare il profitto, il monopolista confronta il costo marginale con il ricavo marginale. Se il ricavo marginale eccede il costo marginale, De Beers aumenta il profitto producendo di più; se il ricavo marginale è minore del costo marginale, De Beers aumenta il profitto producendo meno. Dunque il monopolista massimizza il profitto usando la seguente regola dell’output ottimale: Q* per cui si ha: RM = CM
L’Output e il Prezzo che Massimizzano il Profitto del Monopolista La regola dell’output ottimale: il livello che massimizza il profitto del monopolista è quando RM = CM, nel punto A, dove le curve di costo marginale e di ricavo marginale si intersecano in corrispondenza di un output di 8 diamanti. Il prezzo che De Beers pratica per diamante si trova andando sul punto sulla curva di domanda direttamente sopra al punto A, cioè il punto B — per un prezzo di $600 per diamante. Il profitto è di $400 × 8 = $3.200.
Monopolio versus Concorrenza Perfetta P = CM per il livello di output che massimizza il profitto dell’impresa perfettamente concorrenziale P > RM = CM per il livello di output che massimizza il profitto del monopolista Rispetto ad un settore con imprese perfettamente concorrenziali, un monopolista: Produce una quantità minore: QM < QC Pratica un prezzo più alto: PM > PC Guadagna un profitto positivo anche nel lungo periodo
Il Profitto del Monopolista Profitto = RT − CT = (PM × QM) − (ATCM × QM) = (PM − ATCM) × QM In questo caso, la curva di costo marginale ha pendenza positiva e la curva di costo medio totale è a forma di U. Il monopolista massimizza il profitto producendo il livello di output per cui RM = CM, dato dal punto A, e che corrisponde alla quantità QM. Il prezzo di monopolio, PM , è determinato dal punto sulla curva di domanda direttamente sopra il punto A, cioè il punto B. Il costo medio totale di QM è individuato dal punto C. Il profitto è dato dall’area del rettangolo ombreggiato.
Monopolio e Politiche Pubbliche Riducendo l’output e aumentando il prezzo al di sopra del costo marginale, un monopolista cattura parte del surplus del consumatore come profitto e provoca una perdita secca. Per evitare la perdita secca, i governi cercano di evitare il comportamento monopolista. Quando i monopoli sono “creati” artificialmente (e non sono naturali) i governi devono evitare che essi si formino e devono eliminare quelli esistenti. Le politiche del governo che mirano a prevenire o ad eliminare i monopoli sono chiamate politiche antitrust (l’organo preposto è l’Autorità Antitrust).
Il Monopolio Causa Inefficienza Il grafico (a) mostra un settore perfettamente concorrenziale: l’output è QC e il prezzo di mercato, PC , è uguale a MC (=CMT). Dal momento che il prezzo è esattamente uguale al costo medio totale di produzione, non c’è surplus del produttore (cioè profitto). Il surplus totale corrisponde perciò al surplus del consumatore, l’intera area ombreggiata. Il grafico (b) mostra il settore con monopolio: il monopolista diminuisce l’output fino a QM e pratica un prezzo PM. Il surplus del consumatore (area blu) si è ridotto perché una porzione è stata catturata come profitto (area verde). Il surplus totale diminuisce: la perdita secca (area arancione) rappresenta il valore delle transazioni mutuamente benefiche che non hanno luogo a causa del comportamento monopolista.
Impedire il Monopolio Gestire il Monopolio Naturale Eliminare un monopolio che non è naturale è chiaramente una buona idea, ma non è così chiaro se un monopolio naturale, in cui grandi produttori hanno costi medi totali più bassi di piccoli produttori, deve essere eliminato, perché ciò aumenterebbe il costo medio totale (e quindi il costo totale a parità di produzione). Eppure, anche nel caso di un monopolio naturale, un monopolista che massimizza il profitto agisce in un modo che causa inefficienza—fa pagare ai consumatori un prezzo che è più alto del costo marginale, impedendo alcune transazioni potenzialmente vantaggiose.
Gestire il Monopolio Naturale Che cosa possono fare le politiche pubbliche? Ci sono due risposte comuni… Una è la proprietà pubblica, anche se le imprese pubbliche sono di solito mal gestite. Un’altra risposta sempre più comune è la regolamentazione dei prezzi. Un prezzo massimo imposto su un monopolista non crea scarsità se non è fissato ad un livello troppo basso. Resta sempre aperta l’opzione di non fare nulla; il monopolio è negativo, ma la cura può essere peggiore della malattia.
Un Monopolio Naturale Regolato e Non Nel grafico (a), se al monopolista è permesso di praticare PM, esso fa profitti, individuati dall’area verde; il surplus del consumatore è individuato dall’area blu. Se il monopolio è regolamentato e gli si impone di praticare il prezzo PR, più basso, l’output aumenta da QM a QR, ed il surplus del consumatore cresce. Il grafico (b) mostra cosa succede quando il monopolista deve praticare un prezzo uguale al costo medio totale, il prezzo PR*. L’output si espande fino a QR*, e il surplus del consumatore è ora l’intera area blu. Il monopolista fa profitti nulli. Questo è il più grande surplus del consumatore possibile e si ha quando al monopolista è concesso al massimo il pareggio di bilancio; ciò rende PR* il miglior prezzo che la regolamentazione possa imporre (anche il surplus totale è massimo).
Discriminazione di Prezzo Fino a questo punto abbiamo considerato solo il caso di un monopolista mono-prezzo, che pratica lo stesso prezzo per tutti i consumatori. Come suggerisce il termine, non tutti i monopolisti seguono questa strategia. Difatti, molti monopolisti sanno di poter aumentare i profitti facendo pagare a differenti consumatori differenti prezzi per lo stesso bene: applicano cioè la discriminazione di prezzo.
Discriminazione di Prezzo Esempio: Biglietti aerei Se si vuole comprare un biglietto non rimborsabile un mese prima e passare fuori il Sabato notte, il viaggio di andata e ritorno può costare attorno a €150. Se si deve fare domani un viaggio di lavoro e rientrare in sede il giorno dopo, il viaggio di andata e ritorno può costare fino a €550.
La Logica della Discriminazione di Prezzo La discriminazione di prezzo aumenta i profitti se i consumatori differiscono nella loro “sensibilità” al prezzo (cioè nella loro disponibilità a pagare). Un monopolista vorrebbe far pagare prezzi alti ai consumatori che sono disposti a farlo, senza perdere gli altri consumatori che sono disposti a pagare meno.
Due Tipi di Clienti AirAlba ha due tipi di clienti, i clienti d’affari, che desiderano pagare fino a €550 per biglietto, e gli studenti, che desiderano pagare fino a €150. Ci sono 2.000 individui per ciascun tipo di consumatori. AirAlba ha un costo marginale costante di €125 per passeggero. Se AirAlba potesse praticare prezzi differenti per questi due tipi di consumatori, massimizzerebbe il suo profitto facendo pagare €550 agli uomini d’affari e €150 agli studenti, catturando tutto il surplus del consumatore come profitto.
Discriminazione di Prezzo ed Elasticità In realtà, quello a cui le imprese monopoliste guardano nella realtà è l’elasticità della domanda al prezzo da parte dei consumatori. Gli uomini d’affari hanno una domanda anelastica, poco sensibile al prezzo, quindi si massimizza il profitto facendo loro pagare prezzi elevati. Nel caso degli studenti invece, che hanno una domanda di viaggi in aereo molto elastica al prezzo, la scelta che massimizza il profitto è quella di far pagare prezzi bassi in modo da vendere quanti più biglietti possibile.
La Discriminazione di Prezzo Perfetta Un monopolista che riesce a far pagare a ciascun consumatore un prezzo equivalente alla disponibilità a pagare per il bene raggiunge la discriminazione perfetta di prezzo e non provoca inefficienza perché vengono sfruttate tutte le transazioni mutuamente benefiche. In questo caso, i consumatori non ottengono nessun surplus! L’intero surplus è catturato dal monopolista nella forma di profitto. I grafici seguenti rappresentano diversi tipi di discriminazione di prezzo…
Discriminazione di Prezzo Aumentando il numero di prezzi differenti praticati, il monopolista cattura più surplus del consumatore e fa grandi profitti.
Discriminazione di Prezzo Perfetta Nel caso di discriminazione di prezzo perfetta, un monopolista fa pagare a ciascun consumatore un prezzo esattamente uguale alla sua disponibilità a pagare; il profitto del monopolista è dato dal triangolo ombreggiato.
Discriminazione Perfetta di Prezzo La discriminazione di prezzo perfetta non è mai possibile nella realtà. L’impossibilità di raggiungere la perfetta discriminazione di prezzo è legata al problema dei prezzi come segnali economici: la vera disponibilità a pagare dei consumatori viene facilmente dissimulata. Comunque, i monopolisti cercano di muoversi nella direzione di una perfetta discriminazione di prezzo attraverso numerose strategie di prezzo. Tecniche comuni per avere discriminazione sono: Favorire l’acquisto anticipato (o restringerlo) Sconti sulla quantità Tariffe in due parti
Fine del Capitolo 14