Torquato Tasso 1544-1595
La vita 1544: l’11 marzo Torquato Tasso nasce a Sorrento. 1545-51: la famiglia si trasferisce a Napoli. Tasso frequenta le scuole dei gesuiti. 1552: il padre Bernardo deve abbandonare la famiglia per seguire Ferrante Sanseverino, principe di Salerno in esilio in Francia. 1556: la madre muore. 1559: è a Venezia con il padre e inizia a scrivere il Goffredo, poema sulla prima Crociata. 1561-65: abbandona il corso di diritto. Frequenta l’Università di Padova: approfondisce lo studio filosofico e la Poetica di Aristotele. 1565-71: è al servizio di del cardinale Luigi d’Este. 1573: nella primavera di questo anno Tasso scrive l’Aminta.
sull’isoletta del Belvedere sul Po’. Nello stesso anno viene rappresentata sull’isoletta del Belvedere sul Po’. Sempre in questo anno iniziala stesura del Re Torrismondo. 1575: conclude il poema epico (Goffredo). Denuncia il tribunale dell’Inquisizione. Mostra i primi segni di squilibrio mentale, il duca lo invita a recarsi convento di San Francesco, Tasso si rifiuta. 1579-86: reclusione nell’ospedale di Sant’ Anna a Ferrara per nuovi segni di squilibri mentali. Si dedica alla correzione del poema e alla creazione dei Dialoghi. 1580: viene pubblicata l’Aminta. 1581: prima edizione della Gerusalemme liberata. 1586: va a Mantova dai Gonzaga, poi a Roma. 1593: viene pubblicato il poema Gerusalemme conquistata, rifacimento della Liberata. 1595: il 25 aprile Tasso muore a Roma, alla vigilia dell’incoronazione poetica promessagli da Clemente VIII l’anno precedente.
La personalità . . . Interiorità umana = mondo caotico scruta gli impulsi dell’animo immaginazione poetica ricondotta ai movimenti del cuore. Bifrontismo spirituale (L. Caretti): valori laici – ortodossia religiosa encomiastico – ideologico rifiuta autorità – dipende dal potere Nuova sensibilità Aminta evoluzione del dramma pastorale direzione drammatica (Barocco). Gerusalemme teatralizzazione di scene e situazioni (dialoghi – motivazioni dell’agire).
. . . e la pazzia Insoddisfazione e irrequietezza spostamenti e malattia. Conflittualismo Spazio alla soggettività dell’individuo. Follia esplode nel 1577 (aggredisce un servitore) San Francesco (scappa) 1578 offende il duca e la corte a Ferrara Sant’Anna denuncia la propria condizione di “infermo” e “frenetico” rifiutato dalla società . Straniero nella realtà rinascimentale. Tasso nell’ospedale dei pazzi, Théodore Gericault
La corte estense Distaccato dal mondo cortigiano. 1565 Ferrara = Inquisizione (≠ isola felice Ariosto). Tensioni Tasso cerca di entrare dai Medici. Duca teme l’accusa di eresia. Tasso cerca un luogo DEGNO per la sua poesia. Corte = spazio teatrale della vita aristocratica.
L’Aminta: la favola pastorale Favola boschereccia sviluppo drammatico dell’egloga pastorale del ‘400 e ‘500. Commistione idillio-tragedia Prologo + 5 atti (+ cori). Partitura scenica: alternanza di dialoghi e monologhi. Dimensione narrativa: racconto e afflato lirico. Travestimento corte estense ed elementi autobiografici (allusioni). Richiami : - modelli latini (Virgilio, Ovidio, Catullo, Lucrezio); - modelli greci (Teocrito ed Euripide). Temi e stilemi stilnovistici (Dante, Petrarca, Boccaccio (Ninfale Fiesolano), Poliziano (Stanze), Sannazaro (Arcadia)). Produzione lirica di Ariosto e Boiardo.
Tema fondamentale Amore : componente sensuale (accompagna celebrazione della natura). Morte e instabilità delle cose umane. Cammini speculari Aminta (amore-morte); Silvia (morte-amore). Amore = esaltazione di Eros; = tinte di morte. stravolge le aspettative della favola pastorale. Complessità del sentimento amoroso. Mostra effetto essenziale dell’azione teatrale la metamorfosi dei personaggi
L’Aminta: la trama Prologo recitato da Amore: coordinate ideologiche dell’opera: Aminta ama Silvia non è corrisposto. Primo atto Dafne invita Silvia ad abbandonarsi all’amore, Aminta confida a Tirsi il suo amore per Silvia. Secondo atto Satiro si innamora di Silvia; Dafne spinge Aminta ad andare alla fonte. Terzo atto racconto di Tirsi: Aminta libera Silvia alla fonte, ma Silvia scappa e si crede sia stata sbranata dai lupi. Quarto atto colpi di scena: Silvia è viva; Elpino racconta di aver visto Aminta suicidarsi. Quinto atto il dramma si risolve: Aminta è vivo. I due innamorati si sposano.
O bella età de l’oro Aminta [656-723] [CORO] O bella età de l'oro, non già perché di latte sen' corse il fiume e stillò mele il bosco; non perché i frutti loro dier da l'aratro intatte le terre, e gli angui errar senz'ira o tosco; non perché nuvol fosco non spiegò allor suo velo, ma in primavera eterna, ch'ora s'accende e verna, rise di luce e di sereno il cielo; né portò peregrino o guerra o merce agli altrui lidi il pino; Rimpianto per l’età dell’oro motivi tipici dell’età dell’oro (Virgilio – Ovidio). non perché anafore effetto negativo. l’età dell’oro = vita spontanea e innocente rimpianta
quell'idolo d'errori, idol d'inganno, quel che dal volgo insano ma sol perché quel vano nome senza soggetto, quell'idolo d'errori, idol d'inganno, quel che dal volgo insano onor poscia fu detto, che di nostra natura 'l feo tiranno, non mischiava il suo affanno fra le liete dolcezze de l'amoroso gregge; né fu sua dura legge nota a quell'alme in libertate avvezze, ma legge aurea e felice che natura scolpì: «S'ei piace, ei lice». Rimpianto per l’età dell’oro inganno – tiranno – affanno connotazione negativo dura legge ONORE = TIRANNIA etica e sociale domina la NATURA s’ei piace, ei lice legge scolpita (brevità) FELICE età dell’oro legge edonistica ( bene = piacere) della NATURA antitetica alla legge dell’ONORE
gli Amoretti senz'archi e senza faci; sedean pastori e ninfe Allor tra fiori e linfe traen dolci carole gli Amoretti senz'archi e senza faci; sedean pastori e ninfe meschiando a le parole vezzi e susurri, ed ai susurri baci strettamente tenaci; la verginella ignude scopria sue fresche rose, ch'or tien nel velo ascose, e le poma del seno acerbe e crude; e spesso in fonte o in lago scherzar si vide con l'amata il vago. Intermezzo idillico posizione centrale intermezzo idillico(piaceri concessi, amore spontaneo) poesia bucolica (danze e giochi ) scelte lessicali : dolci carole; pastori e ninfe ; verginella ignuda modulazioni fonetiche : sussurri (posizione chiastica) allitterazioni : “s” sibilo e “r” vibrazione intimità amorosa ch’or tien nel velo ascose spontaneità e innocenza sono svanite
negando l'onde a l'amorosa sete; tu a' begli occhi insegnasti Tu prima, Onor, velasti la fonte dei diletti, negando l'onde a l'amorosa sete; tu a' begli occhi insegnasti di starne in sé ristretti, e tener lor bellezze altrui secrete; tu raccogliesti in rete le chiome a l'aura sparte; tu i dolci atti lascivi festi ritrosi e schivi; ai detti il fren ponesti, ai passi l'arte; opra è tua sola, o Onore, che furto sia quel che fu don d'Amore. Apostrofe all’Onore velasti immagine del velo nasconde i piaceri e insegna il pudore dolci atti lascivi perduto naturalezza furto dono dell’Amore (= atto proibito)
le pene e i pianti nostri. Ma tu, d'Amore e di Natura donno, E son tuoi fatti egregi le pene e i pianti nostri. Ma tu, d'Amore e di Natura donno, tu domator de' Regi, che fai tra questi chiostri, che la grandezza tua capir non ponno? Vattene, e turba il sonno agl'illustri e potenti: noi qui, negletta e bassa turba, senza te lassa viver ne l'uso de l'antiche genti. Amiam, ché non ha tregua con gli anni umana vita, e si dilegua. Apostrofe all’Onore conclusione che fai tra questi chiostri tono ironico (domanda retorica) Vattene tono imperativo ( lasciar vivere il mondo dei pastori ne l’uso de l’antiche genti ) Amiam, ché non ha tregua con gli anni umana vita, e si dilegua chiusa ( carme V di Catullo)
Amiam, ché 'l Sol si muore e poi rinasce: a noi sua breve luce s'asconde, e 'l sonno eterna notte adduce. Congedo fugacità della vita (Carme V Catullo): breve luce brevis lux vita = urgente e malinconica esortazione ad amare eterna notte nox perpetua morte = NO redenzione carpe diem: ode I,11 del poeta latino Orazio. Amiam duplice anafora La primavera, Sandro Botticelli
Catullo carme V Vivamus mea Lesbia, atque amemus, rumoresque senum severiorum omnes unius aestimemus assis! Soles occidere et redire possunt: nobis cum semel occidit brevis lux, nox est perpetua una dormienda. Da mi basia mille, deinde centum, dein mille altera, dein secunda centum, deinde usque altera mille, deinde centum. Dein, cum milia multa fecerimus, conturbabimus illa, ne sciamus, aut ne quis malus invidere possit, cum tantum sciat esse basiorum. brevis lux vita nox perpetua morte Viviamo, mia Lesbia, ed amiamo, i brontolii dei vecchi troppo seri valutiamoli tutti un soldo! I soli (giornate) possono tramontare e ritornare: noi, una volta che sia tramontata la nostra breve luce, dovremo dormire una notte perpetua. Dammi mille baci, poi cento, poi mille altri, poi ancora cento, poi sempre altri mille, poi cento. Poi, quando ne avremo contate molte migliaia, li confonderemo per non sapere quanti sono o perché nessuna persona malvagia possa invidiarli, sapendo esserci tanti baci.
L’età dell’oro : topos letterario Manipolazione Esiodo (VIII-VII sec a.C. ) giardino dell’Eden. Mito aureo alternativa al progresso urbano; modello morale. Concezione ciclica del tempo umano mito della speranza e dell’attesa. Virgilio (Bucoliche) età del libero istinto, amore spontaneo. Tasso diversa interpretazione: polemizza contro il proprio tempo.
Nel medioevo ottica biblico-cristiana. Lettura del XIII sec fabliaux (paese di Cuccagna) paradiso materiale. Jean de Meung (Roman de la rose 1268-78) concezione politica – influenza millenaristica. Poeti umanistico rinanscimentali aspetti pagani e edonistici: * chiave lirico-nostalgica (Poliziano, Lorenzo de’ Medici); * chiave polemica (Guarini). Scoperta dell-America reinterpretazione etico-filosofica e “mito del buon selvaggio” nuovo continente felice nella semplicità nello stato di Natura.