Dialogo d’amore La Parola (introduzione al testo) La madre (Cana e ai piedi della Croce) La Samaritana (la legge) L’adultera (il giudizio) Maria di Betania (ai piedi dell’amore) La Maddalena
La Parola Ogni testo trova la sua ragione d’esistere nel bisogno di comunicare dell’autore, che esprime il suo mondo, le sue idee ad un determinato pubblico attraverso due mezzi fondamentali: la lingua, possibilmente la stessa del lettore e la scrittura, come chiave d’accesso.
temi I temi sono stati legati a parole chiave, secondo il loro significato etimologico e il loro uso nella cultura ebraica, in quella greca classica ed ellenistica, da cui prende le mosse il cristianesimo.
La centralità della parola Il privilegio della parola è assoluto in Giovanni. In una sintassi semplice e scorrevole essa è investita di un significato che si arricchisce a mano a mano che l’evangelista la impiega nel suo racconto. Ad ogni parola fa eco una precisa realtà umana, un mondo di idee e di esperienze concrete, che richiamano il lettore ad un confronto con se stesso e il suo modo di vivere.
Immagine/simbolo La parola è un’immagine, perfetta e conclusa, che costituisce il contesto entro cui collocare i vari scenari che si susseguono nell’evangelo. È simbolo delle contraddizioni dell’uomo, che può agire animato dalla luce o dalle tenebre.
Una scelta La parola rappresenta una scelta o meglio le possibilità di una scelta: questa dinamica degli opposti governa la realtà, solo prendendo una posizione si può arrivare ad un’unità interiore. Tuttavia scegliere significa non solo conoscere e vagliare, ma anche creare una nuova realtà, dare inizio ad un nuovo percorso.
Una creazione La parola giovannea così intesa è un atto creativo, pari a quello di dare un nome alle cose. La creazione originaria era stata scandita da questa dinamica: ad ogni opera il divino dava un nome e solo allora esisteva. La dinamica neotestamentaria vede la Parola farsi carne, divinamente concepita, umanamente partorita, chiamata con un nome che l’avrebbe resa conoscibile agli uomini.
Parola/evento Nella storia d’Israele la Parola di Jahweh, proclamata su un monte e urlata nel deserto, doveva essere pensata per essere compresa, ascoltata per diventare fatto e quindi vera. In questo mondo i profeti avevano saputo percepire tale parola come un evento.
fattività Il Logos giovanneo riprende ancora una volta quest’idea della “fattività” per spiegare la parola divina: essa si fa carne, si fa tempo, si fa spirito, si fa vita e verità.
La Parola è… Per Giovanni la parola è un corpo che conosce e vince il dolore, è un cuore che illumina ogni tenebra, è una voce che ammonisce e consola, è una Croce che si staglia sul monte delle paure umane, è un sepolcro vuoto e libero da ogni fetore di morte, è la corsa di una donna liberata, è la speranza di un’umanità sofferente in ogni tempo.
La parola di Gesù La parola rappresenta in sintesi il divino fatto carne, spiegandone la volontà di comunicarsi attraverso il mezzo più naturale, da uomo a uomo. Il personaggio di Gesù è una voce che parla, che chiama a sé, rimprovera, consola: perfino il dolore parla dalla Croce, perché ogni esperienza umana diventi un dono da comunicare agli altri.
Al posto giusto… È davvero difficile trovare un solo significato o isolare tutti quelli propri di ogni parola del Quarto Vangelo: nulla è mai detto a caso, ma esattamente al momento giusto e nel posto giusto, fedele ad una perfetta coerenza. È una parola che parla sempre solo a chi sceglie di ascoltarla, si arricchisce solo se qualcuno soffre per comunicarla.
6 ritratti di donna Sei donne rappresentate in altrettanti quadri pensati e costruiti con maestria. Sei storie ambientate in: - un LUOGO - in un TEMPO ben precisi.
6 tappe Ogni capitolo è strutturato secondo un percorso metodologico coerente: Testo greco (Nestle-Aland 27a ediz.) Traduzione letterale Nota critico-filologica Commento al testo secondo uno sviluppo tematico