Gita a torino delle classe prime 26-4-2005.

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Gita a torino delle classe prime 26-4-2005

I Romani e AUGUSTA TAURINORUM Costeggiando Palazzo Reale si arriva alle Porte Palatine, da cui si entrava nella Torino romana. Si possono ammirare: tratti di mura, la Porta Palatina e il teatro. L'antico castrum romano aveva forma quasi quadrata ed era suddiviso in 72 insulæ da strade diritte, chiamate cardi e decumani. Lungo il suo perimetro erano distribuite una trentina di torri ottagonali e quattro grandi porte. Attraverso le Porte Palatine entrava in città chi arrivava dalla Pianura Padana.

Il nucleo antico della città: Intorno a Piazza Castello Scoprire Torino significa attraversare venti secoli di storia e passeggiare per le sue strade è come visitare un museo a cielo aperto. La nostra visita è partita da piazza Castello, cuore storico della città. Da essa, infatti, sono facilmente raggiungibili alcuni dei luoghi e dei monumenti più interessanti sia dal punto di vista architettonico sia da quello storico.

Palazzo Madama: la fortezza Antica fortezza, poi palazzo medievale quindi dimora reale, con la sua stupenda facciata, progettata dall'architetto Filippo Juvarra, palazzo Madama si innalza imponente nel centro della piazza.

Oltrepassata la cancellata in ferro, ci si trova davanti a Palazzo Reale con la sua elegante facciata. Costruita sulle rovine di una precedente dimora ducale, la nuova reggia, voluta dalla Madama Reale Cristina di Francia, fu eretta in circa due secoli dal 1645 al 1846. In questo lungo periodo il Palazzo Reale fu continuamente abbellito e, per creare ambienti sfarzosi, vi lavorarono tutti gli architetti di Corte.

Il cuore religioso della città: il Duomo Dopo aver attraversato la piazzetta Reale alla nostra destra abbiamo visto il Duomo di San Giovanni, unico esempio di architettura rinascimentale a Torino ed eretto nel 1491-98. Alle sue spalle svetta la cupola della Cappella della Sindone, miracolo di leggerezza barocca con i suoi 61 metri di altezza su un diametro di 18. Fu costruita da Guarino Guarini tra il 1668 e il 1694 per ospitare la Sindone, il lenzuolo in cui si pensa sia stato avvolto il corpo di Cristo dopo la Deposizione dalla Croce.

IL MUSEO EGIZIO

Percorrendo da Piazza Castello un tratto di via Roma e imboccando via Maria Vittoria, ci si trova ben presto a costeggiare l’Accademia delle Scienze. Questa costruzione in laterizio, risalente al 1679 e disegnata da Guarino Guarini, ospita dal 1824 il Museo Egizio. Il Museo, fondato dal re Carlo Felice di Sardegna, si pone come una delle collezioni egizie più importanti grazie anche ai documenti ritenuti eccezionali per la storia dell’Egitto. Le antichità sono così numerose da rendere possibile un quadro della civiltà dell'Egitto antico dalle origini al V-VI secolo d.C. e sono costituite da oltre 8000 oggetti (statue, papiri, stele, sarcofagi e mummie, oggetti di bronzo, amuleti e monili e oggetti della vita quotidiana). Simboli della raccolta sono i gruppi statuari di Tutankhamon, del dio Amon e di Ramesse II.

primo percorso: nel regno dio osiride

Sepoltura predinastica In epoca preistorica, intorno al 3.500 a.C., il defunto era sepolto in posizione rannicchiata in una fossa ovale o rettangolare; il corpo era avvolto in una stuoia o posto in una cassa e spesso si conservava in modo naturale, disidratato dalla sabbia.

La mastaba di un sacerdote Intorno al 2.500 a. C., i primi faraoni e i nobili utilizzarono tombe a parallelepipedo, le mastabe. Le pareti erano decorate da scene di vita quotidiana e una lapide ricordava il nome e le attività svolte dal defunto.

ILSARCOFAGO DI GEMENEFHERBAK Questo sarcofago, in basalto e a forma umana appartenne al giudice Gemenefherbak, vissuto probabilmente a Tebe nel 600 a.C. Il coperchio riproduce il volto del defunto e, appesa al collo, si nota l’immagine di una divinità seduta: Maat, la dea della giustizia. Il petto è ornato dall’immagine dello scarabeo alato simbolo di rinascita. Nella parte posteriore del sarcofago è scolpito un testo funerario in geroglifici.

LA TOMBA DI INI Questa è la tomba di un tesoriere del faraone di nome Ini, vissuto intorno al 2100 a.C. In quest’epoca, il corpo del defunto, deposto su un fianco era collocato in un sarcofago di forma rettangolare, sul quale erano dipinti due occhi del dio Horo. Il corredo funerario è composto dalla statuetta in legno del defunto, da vasi per alimenti e modellini in legno: un granaio, due barche e alcuni domestici che preparano il pane. Avere cibi e bevande era fondamentale per la vita nell’aldilà e le imbarcazioni servivano al defunto per muoversi lungo il Nilo .

Scultura di Iteti Questa scultura in calcare, che si è conservata solo in parte, raffigura Iteti, ispettore e i sacerdoti della piramide del re Chefren. Conosciamo il suo nome e i suoi titoli grazie all’iscrizione incisa su entrambi i lati del sedile. Gli Egizi,infatti, scrivevano sulle statue il nome del personaggio rappresentato perché l’immagine potesse essere identificata.

I vasi canopi Le tecniche di imbalsamazione degli antichi Egizi sono note soprattutto attraverso il resoconto dello storico greco Erodoto che intorno al 450 a.C. visitò l’Egitto. Per consentire la conservazione del corpo, gli organi interni venivano estratti, trattati con resina e un sale chiamato natron. In seguito erano collocati in quattro vasi da noi chiamati canopi. I coperchi raffigurano le teste dei quattro figli del dio Horo che hanno il compito di proteggere le viscere del defunto.

Calco della stele di Rosetta Ritrovata nel 1799 da un ufficiale della spedizione napoleonica in Egitto, questa stele fu il punto di partenza per la decifrazione della scrittura egizia. Il testo è redatto in due lingue: l’egiziano (in grafico geroglifica e demotica) e il greco. Nel 1822 il francese Champollion individuò il corretto modo di interpretazione di questa antica scrittura, partendo dall’analisi dei cartigli con i nomi dei sovrani che compaiono nel testo geroglifico.

Il libro dei morti di Hori Il titolo originale di questo testo funerario è “Formule per uscire al giorno”; è una raccolta di preghiere e formule magiche che devono aiutare il defunto a raggiungere l’Aldilà. La parte più importante è quella che descrive il giudizio di fronte ad Osiride, durante il quale il cuore del defunto viene pesato su una bilancia. Il propretario del papiro è Hori, vissuto nell’età tarda.

Il volto di Harwa l'antico egizio Harwa probabilmente era alto circa un metro e 58, era un borghese benestante ed era morto, per malattia, intorno ai 45 anni. Era stato bendato e mummificato. Il suo sarcofago fu trovato intatto, nei primi anni del Novecento, da Ernesto Schiaparelli nella Valle delle Regine. Due anni fa, dopo numerose analisi, medici, archeologi e esperti della Polizia Scientifica, hanno ricostruito il volto di questo egizio quarantacinquenne, vissuto nell'ottavo secolo a.C

Dopo aver attraversato ponte Vittorio Emanuele I, ci siamo fermati per rilassarci e mangiare, sull'altra riva del fiume, nel Parco del Valentino, il più famoso e romantico della città. Il Valentino, grande polmone verde di Torino, offre a cittadini e turisti piste ciclabili, passeggiate e occasioni di sport; sul Po, d’estate, si può navigare con i vaporetti e con le canoe in affitto. All’interno si trovano la Fontana dei dodici Mesi, il Borgo Medievale e il Castello del Valentino.

Il borgo medioevale

LA ROCCA LA TETTOIA DELLE ARMI GIARDINI E ORTI

la fontana del melograno la rocca l'oreficeria un'altra visuale del borgo l'oreficeria

Il Borgo Medioevale può essere definito un gran bel caso di falso d’autore: realizzato da un gruppo di artisti e intellettuali in occasione dell'Esposizione Generale Italiana del 1884, è uno splendido esempio di ricostruzione ottocentesca di edifici e decorazioni tardo-medievali. È composto da una Rocca (il castello che sovrasta il borgo) e da una serie di case, racchiuse all’interno delle mura, fra cui si affacciano vie, piazze, forni, fontane, e botteghe di mestieri ormai scomparsi. La ricostruzione è accuratissima sul piano storico: ogni abitazione riproduce un originale esistente in qualche località del Piemonte e della Valle d’Aosta.

La rocca

LA TETTOIA DELLE ARMI Per salire dalla piazza del Borgo alla Rocca, si percorre stradina pavimentata in mattoni e ciottoli. Essa è fiancheggiata da un muro in pietre di fiume sormontato da una merlatura in mattoni. A destra, prima di entrare nella Rocca si trova una tettoia in cui si trovano i modelli di macchine da guerra medievali, la catapulta e la balista.

La fontana del melograno L’ oreficeria