Dal testo di Nessia Laniado Edizioni RED – MILANO 2006 “BAMBINI SICURI IN UN MONDO INSICURO” Per coltivare nei propri figli l’ottimismo e la fiducia nelle proprie capacità Dal testo di Nessia Laniado Edizioni RED – MILANO 2006
Come riconoscere la tendenza alla sfiducia LE SITUAZIONI NON POSSONO CAMBIARE “Nella nuova scuola non conosco nessuno. Sarò sempre sola” UN OSTACOLO SI ESTENDE A TUTTI GLI ASPETTI “La maestra mi ha messo una nota, non mi vuole bene” IL RISULTATO E’ FRUTTO DEL CASO “Mi hanno eletto capogioco per fare un dispetto ad Andrea che si dà un sacco di arie”
Le caratteristiche di una visione ottimistica LE COSE POSSONO CAMBIARE “Sono appena arrivata in questa scuola e non conosco nessuno, ma poi, come è successo ai giardinetti, mi farò delle amiche” DI FRONTE A UNA DIFFICOLTA’ SI CERCA IL MODO DI SUPERARLA “Il compito era difficile..Non avevo ripassato i verbi…Se studio di più ce la faccio” SI CONSIDERANO I PROPRI RISULTATI COME CONQUISTE PERSONALI “Mi hanno eletto capogioco perché sono simpatico”
OTTIMISTI E PESSIMISTI Il pessimista comincia con ciò che manca, l’ottimista con ciò che c’è. Il pessimista in un paese di scalzi dice: “Nessuna possibilità di vendere scarpe, nessuno le porta”. L’ottimista dice: “Enormi possibilità, nessuno ha scarpe” Il pessimista vede le difficoltà in ogni opportunità; l’ottimista vede le opportunità in ogni difficoltà. Il pessimista vede passare la storia. L’ottimista la costruisce.
Così nascono i pensieri sbagliati GENERALIZZARE “Ho sbagliato il compito, avrò una pagella bruttissima” ESSERE TOTALITARI Stefano, 9 anni, arriva a casa con un occhio pesto. “Che cosa è successo?” “Riccardo vuole sempre giocare all’attacco e mi ha dato un pugno. Non mi lascia mai il pallone.”
Così nascono i pensieri sbagliati MINIMIZZARE “Perso un amico, se ne trova un altro” VEDERE IL MONDO SENZA SFUMATURE “Il mio disegno fa schifo” CERCARE LA PERFEZIONE “Se non prendo ‘ottimo’ nell’interrogazione vuol dire che non valgo nulla”
Così nascono i pensieri sbagliati TRARRE CONCLUSIONI INDEBITE “Il papà non mi bacia più quando torna a casa da lavoro. Vuol dire che non mi vuole più bene” In realtà, il papà ha una tonsillite e non vuole trasmetterla alla sua bambina ADDOSSARSI LE COLPE “Il mio papà se n’è andato via perché non volevo mangiare le verdure” Così pensa Felice, 3 anni, dopo che nel corso di un litigio tra i genitori generato dal suo rifiuto di mangiare il minestrone, il papà è uscito di casa e da qualche giorno non si fa più vivo.
Così nascono i pensieri sbagliati ANTICIPARE LE CATASTROFI “Si è fermata la macchina. Non potremo più andare alla festa” INTERPRETARE IL PENSIERO DEGLI ALTRI “Sono sicura che non sono simpatica alle nuove compagne”
Così nascono i pensieri sbagliati DARE ETICHETTE “Questi sono i miei figli: Giacomo, una peste, e Carlotta, un angelo” “Sono una frana, ogni cosa che faccio la sbaglio!” FARE PARAGONI CON GLI ALTRI “Guarda tuo fratello che buoni voti prende a scuola!” “Luca è pieno di amici, mentre io…”
LA RESILIENZA Il compito in classe La maestra distribuisce i compiti in classe corretti. Giorgio e Paolo sono compagni di banco e incontrano la stessa sorte: due pagine trafitte da correzioni. “Adesso mio padre mi ammazza!” dice Giorgio battendosi le mani sulla testa. “Addio vacanze! Non è giusto! La maestra è una canaglia! Ci dice di studiare da soli l’ultimo capitolo e ci dà il compito proprio su quello! Cosa dico a mio padre? Cosa gli dico adesso!?” “Beh, ci sono ancora due compiti in classe. Se ci diamo sotto, possiamo rimediare”, lo consola Paolo. “Magari la prossima volta non stiamo su tutta la sera a rivedere le partite del campionato. Dì’ a tuo padre che adesso ti metti a studiare come un matto…” “Sì! Diglielo tu a mio padre! Quello mi ammazza! Non ce la farò mai!”
Reazione di Giorgio Drammatizza: “Mio padre mi ammazza” Si immagina conseguenze catastrofiche: “Addio vacanze!” Incolpa gli altri dei suoi fallimenti: “Non è giusto!....E’ una canaglia…” Si lamenta: “Ci dà il compito su un capitolo che non ha spiegato in classe” Si fa prendere dalla sfiducia: “Non ce la farò mai”
Reazione di Paolo E’ convinto che le difficoltà siano superabili: “Possiamo rimediare” Considera le situazioni difficili sfide che vanno affrontate e non stress da evitare: “Diamoci sotto” Cerca una via di uscita: “Ci sono ancora due compiti in classe” Riconosce le proprie responsabilità: “Se non stavamo su tutta la sera…” Cerca di trovare una soluzione anche per l’amico: “Dì’ a tuo padre di darti l’ultima chance…”
COME SVILUPPARE NEL BAMBINO AUTONOMIA E CAPACITA’ DI GIUDIZIO Offriamogli un ambiente che possa esplorare Insegniamogli a superare le difficoltà invece di evitarle Lasciamo che faccia degli errori Incoraggiamolo a prendere decisioni autonome Creiamo le occasioni per farlo sentire ‘competente’ Affidiamogli una responsabilità Spieghiamogli i motivi dei suoi successi Discutiamo con lui le ragioni degli insuccessi
PRINCIPI PERCHE’ IL BAMBINO DIVENTI CONSCIO DELLE SUE ESIGENZE Ascoltiamo le sue ragioni Non giudichiamo emozioni e desideri Poniamo domande, invece di dare risposte.
SUGGERIMENTI PER AIUTARE IL FIGLIO AD ESSERE OTTIMISTA Insegnare al bambino a porsi degli obiettivi ed aiutarlo a definire i passi per raggiungerli Pronosticare i suoi successi e sostenerlo nelle difficoltà Farlo sentire protagonista, e non dipendente da fortuna o sfortuna Dare l’esempio