PER UNA EDUCAZIONE LINGUISTICA INTERCULTURALE

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Transcript della presentazione:

PER UNA EDUCAZIONE LINGUISTICA INTERCULTURALE la base di una cittadinanza democratica “La cosa semplice che è difficile fare” ,

Tre citazioni UN LUNGO CAMMINO “Non si abita un paese si abita una lingua”, (L. di Liegro) “Non si incontrano culture ma persone, con la proprie culture e storie e progetti di vita” (citato a memoria) “Non c’è intercultura senza dialogo, non c’è dialogo che non sia interculturale” (L. Luatti)

Perché le tre citazioni Perché rappresentano il filo rosso…i tre concetti chiave… Lingue, Culture, Interculture anticipati da due storie/esperienze avvenute in contesti diversi e con interazioni diverse... da Educare alla lettura ( Del Col, Pieri, Pozzo)

Nasreddin and the Beggar One day, Nasreddin was up on the roof of his house, mending a hole in the tiles. Suddenly, he heard a voice below call “Hello!”. When he looked down, Nasreddin saw an old man standing below.“What do you want?” he asked. “Come down and I’ll tell you,” called the man. “Nasreddin was annoyed, but he was a polite man, so he put down his tools and climbed down to the ground. “What do you want?” he asked. “Could you spare a little money for an old beggar?” said the old man. Nasreddin thought for a minute, then he said, “Come with me.” He began climbing the ladder again. The old man followed him to the top. When they were both sitting on the roof, Nasreddin turned to the beggar: “ NO” he said

The First Day My name is Fatima. I’m sixteen. Today is the beginning of my new life. The sun is shining. I’m wearing a new second-hand jacket but I feel cold standing here at the bus stop. I take a look at my new watch. It’s still early. I mustn’t be late, not on my first day. The bus approaches, bright red in the morning light. The doors open suddenly and I get on...Half an hour later I get off the bus and walk towards the school. The houses are strange. They are all different shapes and colours. And the trees are greener than the ones I remember in my country. The sun is lower in the sky here, too. It hurts my eyes. These aren’t tears, I think, as I wipe them away. This is not the most frightening day of my life. I’m OK.

The first day My name is Fatima. I’m sixteen. Today is the beginning of my new life. The sun is shining. I’m wearing a new second-hand jacket but I feel cold standing here at the bus stop. I take a look at my new watch. It’s still early. I mustn’t be late, not on my first day...

L’altro visto con i suoi occhi “Il vero viaggio di esplorazione non consiste nell’andare in posti nuovi, ma nel vedere con altri occhi (M.Proust) “Cose vecchie e …sguardi nuovi” “Lavoro di esplorazione e di scavo…” e anche “Sguardi venuti da lontano”...

PAROLE CALDE PER CONCETTI CHIAVE Lingua mai neutra, lingua per dire, comunicare, conoscere, fare, apprendere, essere, per narrare, ricordare, vedere,sentire, gustare, benedire, riconoscere, fissare la memoria storico-culturale lingua per imparare e costruire il mondo (ma anche per colpire, coprire, non dire…) e quante lingue/linguaggi… quante varianti…quante funzioni, quali status/sociali…e quali/quante identità e microcosmi culturali Pr.‘79,‘85, tesi Giscel, Halliday, Don Milani, Izzo, Cecconi, Ungaretti, Saviano...

Una sfida salutare PLURILINGUISMO e MULTILINGUISMO ma anche SEMILINGUISMO INTERLINGUA e Pedagogia dell’ERRORE e INTERCOMPRENSIONE e DEFAMILIARIZZAZIONE VEDI Il libro bianco sulla società conoscitiva, il QUADRO… J. Cummins (L’ICEBERG E IL MAGAZZINO), D. Bertocchi (Lend, 4/99), M. Dodman, in “Formarsi nell’interazione “, Martini, Pieri, IRRE Toscana, ‘01, IL rapporto Malouf 2008

CULTURA “in senso antropologico (è) il complesso delle manifestazioni della vita materiale, sociale e spirituale di un popolo o di un gruppo etnico” (De Voto-Oli) ma soprattutto è “dare contenuti alla memoria” (P. Boylan) visione del mondo elaborata dagli altri e con gli altri, processo creativo personale, esperenziale, dinamico (di apprendimento) anche qui un iceberg... (stereotipi e pregiudizi) (da Tylor 1871, a Herskovits1948, Bock1978, Geertz 1998)

Cultura che dà forma, sostanza, significato alla lingua un unicum con la lingua “…ogni forma di cultura si trasmette attraverso la lingua …la conoscenza e la rappresentazione del reale,caratteristica di una comunità, viene organizzata nella (e dalla) lingua” dal Dizionario di Ling., a cura di Beccaria Lingua che non solo veicola cultura ma che fa cultura e dà riconoscimento (nel momento che nomino…le persone, le cose…) Cultura che dà forma, sostanza, significato alla lingua .

P.P.Pasolini

INTERCULTURA/LITA’ Una mappa interculturalità multiculturalità identità alterità etnocentrismo relativismo c. exotopia cittadinanza contro assimilazione/emarginazione/segregazione (Unesco, 1980) (la metafora dell’iceberg)

E’ processo e percorso intenzionale, voluto, agito, difficile, progetto politico, sociale, pedagogico implica decentramento dai propri punti di vista comprensione/riconoscimento degli altri “visti con i loro occhi” e i loro valori negoziazione/mediazione dei conflitti/ intercomprensione cittadinanza come ricerca di spazi e regole condivise, comuni VEDI Quadro, pp.128/9 vedi “Straniero sempre…”

UN DOCUMENTO VECCHIO... E DUE CONTRIBUTI RECENTI... “...lo studio della civiltà straniera non deve essere inteso come…. ma come presa di coscienza dei valori socio-culturali e dei costumi delle altre comunità tramite la lingua stessa...” ‘79, da Una scuola che colloca nel mondo “Il saper fare culturale non è un insieme che posso conoscere in modo esaustivo, ma consiste nel saper cogliere concretamente delle situazioni e lavorarci in profondità… tirando fuori quegli elementi oggettivati nel documento” (Elsa Del Col)

“ La presenza di alunni non italofoni determina nuove modalità di insegnamento, scardina vecchi saperi e consuetudini e induce a riconoscere elementi comunicativi afferenti a culture diverse. In queste situazioni è l’insegnante che deve dimostrare capacità di ascolto e apertura verso regole, modelli, comportamenti diversi in un “saper fare culturale” che diventa anche competenza di ordine relazionale “ M.T.Calzetti

Cosa e come nella classe di Educazione linguistica interculturale “Ogni avventura della mente è un viaggio tra le parole, con le parole, delle parole” E. Partridge Allora viaggio da viaggiatori esploratori nelle lingue e culture per creare interculture con disponibilità mentale verso se stessi (l’ascolto di sé) , gli studenti coi loro bisogni profondi, gli altri intorno a noi, con tensione e ricerca senza certezze predefinite, con assunzione di punti di vista diversi e con corresponsabilizzazione, con molteplicità di linguaggi e metodi, materiali e strumenti, con le sfide del plurilinguismo, con il sostegno dell’Italiano L2...

Con curricoli da rinnovare per sviluppare competenze di cittadinanza interculturale riflettendo su nozioni/concettualizzazioni stratificate nelle storie, nelle lingue, nelle culture delle persone (C. d’Europa ‘71) Il tempo, lo spazio, l’identità, la vita, la morte, la memoria... )

E ANCORA attivando macrofunzioni: testuale (per narrare e condividere), interpersonale (per ascoltare, interagire, apprendere), ideativa (per scoprire e co-costruire significati) (Halliday) “Le parole per raccontare, il racconto per condividere” L. Ravera, L’Unità, 16 aprile 2009,

CON DIDATTICA LABORATORIALE Che modifica il rapporto insegnante - studente che rende lo studente co-protagonista e co-responsabile del lavoro che crea una comunità di apprendenti tutti (siamo 27 alunni in classe…una palestra per la vita…)

DIDATTICA LABORATORIALE che è “ approccio orientato all’azione”, pluralistico e interculturale, sfondo integratore di una scuola democratica, che si chiede il “perché”, interroga gli impliciti, attiva inferenze, senza fermarsi alla superficie, confronta e si confronta, che coglie l’attimo, con lavoro collaborativo del gruppo classe, apertura all’esterno e all’imprevisto, con l’insegnante mediatore, con materiali autentici, rappresentativi, motivanti, integrabili per apprendenti creativi, critici, responsabili (vedi Scuola Città a Firenze)

Che e’ rete che sostiene e include con modalità operative, mentali e pratiche, osservate e riflettute, che rendono concreta l’Educazione alla cittadinanza interculturale (una palestra per la vita…) con approcci metodologici diversi, costruttivisti e strategici, tra cui l’apprendimento cooperativo ... per mezzo di “finestre, moduli”, progetti, percorsi, scambi, scenari, drammatizzazioni, mediatori didattici, segni del passaggio, scaffali multiculturali, Portfolii e tecnologie (vedi esperienze a Lucca)

E ANCORA passando dalle parole per accogliere ai glossari etimologici, paragonando e scrutando modi di dire e proverbi, osservando articoli di giornale e copertine di riviste, rivisitando canzoni e ballate, fiabe e miti, ricordando che molto c’è da costruire per sviluppare competenze interculturali...

UN DISCORSO APERTO Insegnare/apprendere una lingua va bene al di là dei suoi aspetti di sistema/codice linguistico-testuale, E’ un processo che investe tutta la persona con la sua identità, la sua ‘visione’ del mondo, i modelli socioculturali, di relazione/ interazione in cui è stata accolta e per mezzo dei quali ha posto radici Se bene ‘accompagnato’, dà luogo a integrazione reciproca e valoriale in comunità di apprendenti e di cittadini.

PRIGIONE UN POPOLO Vivere una sola vita, In una sola città, In un solo paese, In un solo universo, Vivere in un solo mondo è prigione Amare un solo amico, Un solo padre, Una sola madre, Una sola famiglia, Amare una sola persona è prigione. Conoscere una sola lingua, Un solo lavoro, Un solo costume, Una sola civiltà, Conoscere una sola logica è prigione Ndjock Ngana Un popolo Mettilo in catene Spogliatelo Tappategli la bocca è ancora libero. Levategli il lavoro Il passaporto La tavola dove mangia Il letto dove dorme, è ancora ricco. Diventa povero e servo Quando gli rubano la lingua Ereditata dai padri. Quando le parole non generano parole e si mangiano tra di loro. I. Buttitta