La riforma di Servio Tullio dell’ordinamento per tribù Principio innovativo Distinzione tra territorio urbano e territorio extraurbano: − urbs − ager Quattro tribù urbane; Divisione dell’ager romanus in pagi (distretti rurali); Tutti i cittadini sono iscritti nelle 4 tribù urbane. È cittadino, ossia incluso nel riconoscimento dei diritti, chi abita in un certo territorio, indipendentemente dall’appartenenza a una gens e dal reddito.
L’ordinamento centuriato L’ordinamento centuriato introdotto da Servio Tullio è finalizzato al reclutamento nei ranghi dell’esercito, la cui unità base è costituita dalla centuria. Ogni classe fornisce all’esercito un certo numero di centurie in base al reddito e dispone, di conseguenza, dello stesso numero di voti nei comizi centuriati. In totale vi sono 193 centurie. Classi reddito in “assi” centurie/ voti 1a > 100.000 80 2a > 75.000 20 3a > 50.000 4a > 25.000 5a > 12.500 30 Soprannumerarie: − 18 centurie di cavalieri fornite dalla prima classe; − 2 centurie di tecnici; − 2 centurie di musicisti; − 1 centuria di riserva; costituite dai proletari, ossia chi aveva un reddito inferiore a 12.500 assi. La riforma serviana aveva innanzitutto significato militare: anche Roma infatti, come nelle città greche, era passata da un esercito fondato essenzialmente sui cavalieri e i loro clienti a un altro, che metteva in primo piano la fanteria costituita dai cittadini. La riforma riconosceva questo nuovo ruolo dei non nobili e, al tempo stesso, dava qualche riconoscimento ai plebei benestanti attraverso la partecipazione ai comizi centuriati. Poiché, nei comizi centuriati, ogni classe disponeva di tanti voti quante erano le sue centurie, il sistema romano veniva controllato non più solo dai patrizi di nobili origini, ma anche dai cittadini più ricchi. La prima classe da sola disponeva infatti di 98 voti, mentre tutte le altre classi ne avevano 90.
L’evoluzione delle istituzioni in età monarchica Riforma di Servio Tullio Comizi curiati Esercito Comizi centuriati Comizi tributi Esercito Le famiglie più antiche davano inoltre vita all’assemblea dei comizi curiati, così chiamati perché formati da dieci curie, ciascuna delle quali raggruppava dieci gentes o famiglie; i comizi curiati controllavano l’operato dei re e del senato. La tradizione fa risalire al sesto re, ovvero Servio Tullio, l’introduzione di due nuovi tipi di suddivisione. La prima suddivisione era territoriale, la seconda patrimoniale, cioè per classi di reddito. Furono anzitutto individuate ventuno nuove tribù, a seconda del territorio di stanziamento, che davano vita all’assemblea dei comizi tributi; invece le classi di reddito comprendevano i cittadini che potevano, grazie alle loro proprietà, procurarsi l’armatura e che formavano quindi l’esercito. Essi votavano appunto nei comizi centuriati, che avevano un ruolo politico rilevante e che ebbero il pregio di garantire molto presto l’effettiva partecipazione al potere anche a quei cittadini abbienti che non facevano parte dell’aristocrazia gentilizia. Ordinamento gentilizio e tribù su base etnica Ordinamento censitario e tribù su base territoriale
L’esercito romano (VIII-II secolo a.C.) legione 10 coorti 3 manipoli 2 centurie di 60/80 effettivi schieramento Rilievo raffigurante una parata militare. L’esercito era costituito inizialmente da due legioni; in seguito l’espansione e le guerre comportarono la mobilitazione di un numero assai maggiore di legioni. Ciascuna legione era divisa 10 coorti, ogni coorte in 3 manipoli, ogni manipolo in 2 centurie. La disposizione di battaglia era strutturata su tre linee di fanteria pesante, che entravano in battaglia una dopo l’altra: gli hastati, i più giovani posti nelle prime file, affrontavano il nemico per primi armati di lancia; i principes (“chi vale di più”), uomini tra i 20 e i 30 anni. infine i triarii (“quelli della terza fila”), cioè i veterani, che entravano in battaglia solo in caso di necessità. Sui fianchi si disponevano le due alae, composte da contingenti di soldati alleati. Agli estremi i cavalieri (equites), divisi in squadroni e decurie, erano armati di spada e lancia. Il comando della legione era affidato a un console (oppure, se c’era, al dittatore), affiancato dal magister equitum, il capo della cavalleria; alti ufficiali erano poi i tribuni militari. Della legione facevano parte tutti i cittadini tra i 17 e i 45 anni, mentre quelli dai 45 ai 60 anni restavano disponibili per la leva. velites triarii ala (cavalleria) ala (cavalleria) principes hastati