Qual è il tuo rapporto con la matematica. Che domanda strana Qual è il tuo rapporto con la matematica? Che domanda strana! Prima di adesso non me l’ero mai posta, eppure i numeri fanno parte della nostra quotidianità, senza che noi neanche ce ne rendiamo conto… Il mio rapporto con la matematica a differenza di molta altra gente, devo ammettere, non è mai stato difficoltoso, anzi, l’amavo come materia, mi piaceva giocare con tutti quei numeri…Ogni volta che si avvicinava la lezione di matematica ero entusiasta… Ma procediamo per periodi…
Ho iniziato a scoprire questa materia per gioco, come fanno tutti i bambini; i primi conticini sulle mani per rispondere a genitori o parenti che ti chiedevano per esempio “vediamo se riesci a contare quanti siamo?”.
L’incontro vero e proprio, penso come tutti, però c’è stato alle elementari, è li che inizi a studiare e a capire veramente di cosa questa materia tratta. Avevo un’insegnante molto brava, si chiamava Maria, la quale aveva un approccio ludico alla materia; ci insegnava la matematica attraverso giochini simpatici; mi ricordo, di un gioco, tipo bandiera in cui eravamo divisi in 2 squadre, ognuno di noi era un numero, lei diceva un’operazione e noi dovevamo risolverla e il numero corrispondente correva da lei per dare la risposta.
E poi c’erano i regoli, chi se li dimenticca E poi c’erano i regoli, chi se li dimenticca? Me li ricordo ancora quei pezzettini di plastica dentro a quel sacchettino rosso che aveva fatto la mia nonna, era divertente fare le operazioni con quegli oggettini. Mi ricordo inoltre di un altro gioco che adoravo, ce l’avevano regalato a me e a mia sorella a natale, era un computerino che parlava e sul quale oltre a fare esercizi di grammatica, di lingua ecc. si potevano fare anche le operazioni e io e mia sorella (che ha solo un anno in meno di me) ci divertivamo tantissimo a fare le gare, per vedere chi era la più brava.
Come potete vedere, il mio primo approccio alla matematica, non è stata così traumatico come lo è per molti. È iniziato tutto per gioco ed è così secondo me che dovrebbe iniziare, perché se no si rischia di trasmettere da subito l’idea che la matematica è complessa e difficile da imparare.
Iniziano le medie, le operazioni iniziano a farsi più complicate, non sono più solo addizioni, sottrazioni, moltiplicazioni e divisioni, iniziano le equazioni, il piano cartesiano… ma la bellezza di questa materia e l’entusiasmo che provo tutte le volte che arriva l’ora di matematica, mi fanno superare tutti gli ostacoli.
A scuola non ho mai avute problemi neanche nelle altre materie, così quando c’erano le ore di recupero di italiano, io andavo a fare approfondimento di matematica con la prof. Pisa. Era una forza della natura, era vissuta 3 anni in Africa a causa del lavoro di suo marito, così molto spesso ci raccontava di cosa facevano la, come si insegnavano le cose che anche noi stavamo imparando, quali rimedi si usavano per non soffrire il caldo ecc. e poi l’ultimo giorno della 3° medie, come se fosse una di noi, ci ha firmato lo zaino, facendo a tutti una piccola dedica.
Finiscono anche le medie, e io continuo ad amare questa materia, anche se non voglio farne il centro della mia vita, così…
Ho sempre adorato i bambini, mi piaceva stare in mezzo a loro, così ho scelto di frequentare il “Liceo psicosociopedagogico” a Monza, qui la matematica non era la materia principale come lo è per il Liceo Scientifico (liceo che mi era stato consigliato dalla mia prof. Pisa) ma non era neanche trascurata, avevamo 5 ore alla settimana.
I primi due anni, li trascorsi con il prof I primi due anni, li trascorsi con il prof. Marino, era giovanissimo, tanto che non si capiva chi erano gli studenti e chi il professore, si rapportava a noi come un amico, senza peli sulla lingua, ma la cosa più bella è che spiegava tutta la matematica riferendosi a esperienze della vita quotidiana; non ci scorderemo mai il giorno in cui cercò di spiegarci un teorema attraverso l’immagine del movimento dei glutei di una pattinatrice… è impossibile da credere ma è proprio così…
Per nostro dispiacere il 3° anno di liceo fu trasferito al Frisi di Monza, così arrivò la prof. Mondi, anche se molti hanno avuto da ridire sul suo modo d’insegnare, io non ho da che lamentarmi, ho sempre avuto 8 o 9 e capitava che in alcune verifiche riuscissi a prendere anche 10. Mi ricordo che molto spesso mentre gli altri facevano esercizi di fortificazione, a me mi dava esercizi di cose non ancora spiegate per vedere se riuscivo a capire il ragionamento che c’era dietro; ovviamente non sono un genio, quindi erano più le volte che non ci arrivavo che quelle che facevo giusto, ma almeno ci provavo…
Si sono così concluse le superiori con un 15/15 nella prova di matematica di maturità, e arriva la scelta dell’università…
Sono così arrivata all’università, ho scelto la facoltà di Scienze della formazione primaria, proprio per inseguire il sogno di lavorare con i bambini, ma mentre prima sognavo di andare alla materna ora il mio sogno più grande è quello di andare alle elementari o di lavorare con i bambini disabili come insegnante di sostegno.
L’esame di matematica me lo immaginavo del tutto diverso, lo pensavo come un classico esame scritto in cui risolvere equazioni, derivate… e invece è del tutto diverso; in effetti a primo impatto mi sono spaventata nel vedere questo tipo di approccio; non sapevo se ero in grado; frequentando le prime lezioni stavo impazzendo, non riuscivo a fare niente, non riuscivo a usare nessun programma. Ma ora che sono qui a scrivere mi rendo conto che è tutto molto più semplice di quello che avevo pensato, basta un po’ di impegno.
Questo lavoro mi è servito molto, non solo per rivivere il mio rapporto con la matematica ma anche per gustare nuovamente alcuni momenti fantastici che stavo quasi dimenticando
Come avete potuto notare ho potuto avere nel mio corso di studi insegnanti sempre fantastici, spero che un giorno riuscirò anch’io a stimolare al meglio i miei bambini nell’apprendimento della matematica, così che un giorno, se mai si ritroveranno a pensare al loro rapporto con matematica, avranno un ricordo positivo di me.