Il senso della venuta di Gesù

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V DOMENICA DI QUARESIMA ANNO a Gv 11, b-45.
Transcript della presentazione:

Il senso della venuta di Gesù Gli episodi della Passione, morte e Risurrezione di Gesù sono per i cristiani gli eventi culminanti della sua vicenda storica e della sua opera di salvezza. Per questo i Vangeli vi dedicano una parte molto rilevante del loro racconto: infatti la fede nella Risurrezione di Gesù è il pilastro del cristianesimo. ITIS “Severi” – 3 anno – Ins. Lorenzo Masiero

La celebrazione della Pasqua Nel periodo della celebrazione della Pasqua ebraica, Gerusalemme fu il punto di raccolta dei giudei per accogliere trionfalmente Gesù, arrivato alla fine del suo cammino. Questa calda accoglienza, però, provocò grandi preoccupazioni sia alle autorità giudaiche sia a quelle romane, timorose che Gesù volesse dare vita a una rivolta antiromana. L’ Ultima Cena di Gesù fu una cena pasquale in compagnia degli apostoli, durante la quale Egli annunciò, come in un messaggio di addio, che uno di loro lo avrebbe tradito.

L’ istituzione dell’ eucaristia L’ evento più importante dell’ Ultima Cena fu il dono del corpo e del sangue di Gesù. Offrendo ai suoi discepoli pane spezzato e un calice di vino identificò il pane con il suo corpo e il vino con il suo sangue, versato per gli uomini per rinnovare l’ Alleanza e offrire la sua vita per la salvezza di tutti. Il PANE con il quale Gesù afferma di essere il nuovo pane pasquale e il VINO con il quale Egli si considerava il nuovo agnello pasquale vennero usati per simboleggiare il cibo e la bevanda capaci di “nutrire” e “saziare” l’ anima degli uomini. L’antica cena pasquale degli ebrei è diventa per i cristiani l’eucaristia che i credenti celebrano nella Messa. Cenacolo

La veglia del Getsemani Questa è la fase prima dell’ arresto dove, al termine dell’ Ultima Cena, Gesù e i suoi discepoli uscirono verso il monte degli Ulivi e si diressero verso un podere, il Getsemani. Qui Gesù rimase a lungo in preghiera sperimentando la paura, l’angoscia e la solitudine, mentre, i discepoli, piegati dal sonno non furono in grado di sostenere Gesù durante la veglia. In questo episodio i racconti evangelici mettono in luce la debolezza umana dei discepoli e la fedeltà con cui Gesù si attiene al disegno divino.

L’arresto Mentre Gesù vegliava nel Getsemani, arrivò Giuda, il traditore accompagnato da una folla armate di spade e bastoni, inviata dal Sinedrio, e lo baciò. Il bacio era la forma normale di saluto tra il discepolo e maestro ma, in quel caso si trattava di un segnale convenuto con le guardie di identificazione di Gesù: a quel segnale Egli venne arrestato.

Il Processo In questa fase, dentro le mura di Gerusalemme, il Sommo Sacerdote condannò Gesù alla pena capitale con l’accusa di empietà, avendo risposto alla domanda “Sei tu il Cristo, il Figlio del dio Benedetto?” non solo di essere il Messia ma anche di essere il Figlio dell’Uomo misterioso e trascendente annunciato da Daniele. Il Sinedrio potendo giudicare soltanto in materia religiosa lasciò il compito alle autorità romane di infliggere la condanna. Pilato riconobbe l’inconsistenza delle accuse mosse contro Gesù, ma alla fine, per ragioni di convenienza politica, dopo aver proposto alla folla di scegliere tra Gesù e Barabba, acconsentì alla richiesta delle autorità giuridiche e della folla di condannare a morte Gesù. Gesù venne consegnato ai soldati di Pilato che lo flagellarono e gli misero al capo una corona di spine. Dopo averlo percosso, i soldati lo portarono al Golgota dove venne crocifisso.

La morte in croce La crocifissione era la pena che veniva normalmente riservata agli schiavi e ai ribelli. Alla crocifissione di Gesù vi furono dei testimoni “alcune donne stavano a osservare da lontano” e nel racconto di Giovanni si parla anche della presenza di Maria e del “discepolo preferito” Il titulus, ovvero il cartiglio affisso alla croce sopra il capo, indicava il motivo della condanna, e secondo l’iconografia tradizionale in quello di Gesù c’era scritto Jesus Nazarenus Rex Iudaeorum, Gesù Nazareno re dei Giudei.

Dopo la morte in croce Sindone Giuseppe d’Arimatea si recò da Pilato dove chiese ed ottenne il corpo di Gesù. Giuseppe lo avvolse in un tessuto di lino per poi portarlo al sepolcro ( sepolcro che forse aveva comprato per la sua sepoltura ). Sindone Oggi sul luogo dove cristo è stato sepolto sorge una Chiesa e al suo interno si trova la “pietra dell’unzione” su cui si ritiene sia stato appoggiato il corpo di Gesù per cospargerlo di balsami prima della sepoltura.

La Risurrezione Il messaggio della fede cristiana è legato indissolubilmente con la Risurrezione di Gesù. La Risurrezione non viene raccontata nei vangeli ma viene data come fatto già accaduto, infatti nessuno degli evangelisti scrive di ciò che è accaduto tra la sera del venerdì in cui è stato sepolto Gesù alla mattina della domenica quando le donne hanno scoperto il sepolcro vuoto. Non ci sono dunque testimoni della Risurrezione di Gesù. Prove fondamentali per i credenti della Risurrezione sono le Apparizioni a cui i discepoli hanno assistito, da soli o in gruppo, di Gesù “nuovamente vivo”. Le apparizioni di Gesù ai discepoli cessarono dopo che Egli li condusse sul monte degli ulivi, li benedisse, e ascese al cielo. Risurrezione di Cristo - Pinturicchio, Appartamento Borgia, Vaticano

Pasqua: [dal greco Páscha, dall’ebraico pésah, ‘passaggio’] Nell’ebraismo, festa che commemora la liberazione dalla schiavitù d’Egitto.

Eucaristia: Parola derivante dal greco significa ringraziamento.

Empietà: irreligiosità, profanazione, sacrilegio, ateismo.

Chiesa del Santo Sepolcro

Pietra dell'unzione

Pietra dell'unzione

Dibattio sull'autenticità La Sindone è un lenzuolo di lino a spina di pesce. Misura cm 437 in lunghezza e cm 111 in larghezza, compresa una striscia cucita longitudinalmente larga circa cm 8. Sul tessuto è impressa un'immagine, l'impronta frontale e dorsale di un uomo crocifisso. L'impronta presenta la singolare caratteristica di comportarsi come un negativo fotografico. Inoltre sulla Sindone sono state trovate tracce di polline di piante originarie della Palestina e della Giordania contemporanee a Gesù. Dibattio sull'autenticità

Il dibattito sull'autenticità L'autenticità della Sindone — vale a dire se essa sia o no il vero lenzuolo funebre di Gesù — è stata a lungo dibattuta. Il più celebre studio condotto sulla Sindone di Torino è la datazione del lenzuolo eseguita nel 1988 con la tecnica radiometrica del Carbonio 14. La prova del carbonio ha stabilito che il telo risalirebbe ad una data compresa tra il 1290 e il 1360, data compatibile con le prime testimonianze storiche documentate dell'esistenza della Sindone. Non c’e dubbio che quanto è accaduto all'uomo della Sindone (sevizie, morte, sepoltura) corrisponde a quanto descritto nei vangeli: corona di spine (Mc 15,17; Gv 19,2); flagellazione, trave sulla spalla, i chiodi anche per i polsi (il chiodo rompe il nervo mediano contraendo il pollice all'interno della mano; infatti nella Sindone il pollice non si vede), il piede sinistro è sovrapposto a quello destro perché usarono un solo chiodo e la trafittura al costato. La Chiesa cattolica non si esprime ufficialmente sulla questione dell'autenticità, lasciando alla scienza il compito di esaminare le prove a favore e contro, ma ne autorizza il culto come reliquia o icona della Passione di Gesù. Sta dunque alla sensibilità di ogni singolo credente decidere se la Sindone è autentica o no, basandosi sulle sensazioni e si provano in sua presenza.

Cenacolo sul monte Sion