Il lunario Gli ebrei e gli arabi usano il calendario lunare, detto lunario, per calcolare il tempo. Esso si basa sui quattro cicli della luna: nuova, crescente, piena, calante. Il valore medio dell'intervallo di tempo che passa fra due congiunzioni successive della Luna con il Sole è di 29 giorni, 12 ore, 44 minuti e 3 secondi, e prende il nome di rivoluzione sinodica o mese lunare o lunazione. Moltiplicando per 12 la lunazione abbiamo un intervallo di tempo di 354 giorni, 8 ore, 48 minuti e 36 secondi che si chiama anno lunare. L’anno lunare, pertanto, è più corto di 11 giorni circa dell'anno solare. Per poter allineare il ciclo delle stagioni con l’anno, in alcuni anni viene introdotto un tredicesimo mese, e quell’anno viene chiamato anno embolismico. I mesi del calendario ebraico sono: Tishrì o Tishrei, Heshvan o Cheshvan, Kislev, Tevet, Shevat, Adar, Nisan, Iyar o Iyyar, Sivan, Tammuz, Av, Elul. Gli anni embolismici hanno 13 mesi, raddoppiando il mese di Adar. I mesi hanno una durata di 29 o 30 giorni, generalmente (ma non sempre) in modo alternativo (29-30-29 ecc.). L'inizio del giorno ebraico si ha al tramonto del sole, convenzionalmente (ai fini dei calcoli del calendario) alle ore 18, ora di Gerusalemme. Ogni ora è suddivisa in 1080 parti. Gli ebrei contano gli anni a partire dalla prima luna nuova dell'anno della creazione del mondo secondo la Bibbia. Questo momento corrisponde al 3761 a.C., secondo il calendario giuliano.
Comparazione del calendario solare/lunare Mesi ebraici e cristiani (occidentali) Nisan (30 gg.) - 1° mese. Marzo - aprile. Iyar (29 gg.) - 2° mese. Aprile - maggio. Sivan (30 gg.) - 3° mese. Maggio - giugno. Tammuz (29 gg.) - 4° mese. Giugno - luglio. Av (30 gg.) - 5° mese. Luglio - agosto. Elul (29 gg.) - 6° mese. Agosto - settembre. Tishri (30 gg.) - 7° mese Settembre - ottobre. Cheshvan(30-29gg - 8° mese. Ottobre - novembre. Kislev (30-29gg.) - 9° mese. Novembre - dicembre. Tevet (29 gg.) - 10° mese. Dicembre - gennaio. Shevat (30 gg.) - 11° mese. Gennaio - febbraio. Adar* (29 gg.) - 12° mese. Febbraio - marzo. *Adar è il mese che viene raddoppiato negli anni embolismici.
Calendario ebraico
Principali feste ebraiche Feste religiose L’elemento essenziale della storia dell’insegnamento ebraico si ritrova nelle feste religiose, attraverso le quali si trasmettono, di generazione in generazione, le tradizioni ebraiche mediante racconti, gesti, cibi simbolici e canti. Rosh Hashanah “Festa dell’anno”. E’ il Capodanno ebraico, inaugura i dieci giorni di penitenza prima dello Yom Kippur. Si celebra fra l’uno e il due di Tishri, ricorda la creazione e il giudizio del mondo da parte di Dio. La festa è aperta con il suono dello shofar, il corno di montone le cui quattro note differenti alludono alle diverse età della vita umana. Yom Kippur “Giorno dell’espiazione”. Considerato il giorno più sacro dell’anno. Il sommo sacerdote durante i riti di espiazione dello Yom Kippur mantiene un rigoroso digiuno per venticinque ore, accompagnato da un profondo esame di coscienza. Gli ebrei domandano perdono a coloro che hanno offeso. Sukkoth “Festa delle capanne”. Si celebra il 15-21 di Tishrì e dura una settimana. Festa che affonda le sue radici nel mondo agricolo-pastorale. Il popolo ebraico ricorda quando per quarant’anni era pellegrino nel deserto e come Dio fu provvido nei suoi confronti. Dato che allora Israele viveva in capanne,vengono costruite delle stesse in giardino e lì si consumano i pasti. Simhat Torah “Gioia della Torah”. Alla fine di Sukkoth, e per segnare il termine della lettura annuale completa della Torah, i rotoli della Legge vengono portati in processione attorno alla sinagoga, danzando e cantando. Hanukkah “Inaugurazione”. Si celebra a dicembre. Nel II secolo a.C. Giuda Maccabeo vinse il tiranno greco Antioco IV, che aveva costretto gli ebrei ad abbandonare la loro religione. Il Tempio di Gerusalemme, abbandonato dai fedeli e profanato, fu di nuovo consacrato. La lampada, posta al suo interno, aveva solo pochissimo olio a sua disposizione, fu accesa e miracolosamente brillò per otto giorni. Questa festa si celebra per ricordare la costanza della fede ebraica durante le persecuzioni, quelle antiche e quelle più recenti.
Principali feste ebraiche Purim “Festa delle sorti”. Celebrata tra febbraio e marzo. È la festa che celebra la storia di Ester, la regina ebraica del re persiano Assuero, re di Persia. Essa salvò, con grande determinazione, il suo popolo dalle trame del malvagio Aman, ministro del re. È usanza trascorrere la festa in atmosfera carnevalesca, mangiando anche dolci speciali. Il rotolo delle vicende di Ester viene letto ad alta voce, in sinagoga, e ogni volta che si pronuncia il nome del malvagio Aman, tutti i presenti gridano e fanno rumore contro di lui, quasi come per scacciare la sua presenza. Pesach (Pasqua) “Passaggio”: Si riferisce al passaggio dell’angelo sterminatore della decima piaga del libro dell’Esodo. Si trattava originariamente di una festa agricolo-pastorale relativa alla celebrazione della nascita e del primo raccolto di cereali, che in seguito venne collegata a un determinato evento della salvezza ebraica, la liberazione dalla schiavitù d’Egitto. Lo svolgimento della cena è minuziosamente regolato (seder = ordine): durante il pasto si legge l’Haggadah (il racconto), una raccolta di brani biblici e di salmi che rievocano la liberazione dalla schiavitù d’Egitto; una coppa di vino passa più volte dai commensali, accompagnata da benedizioni o preghiere di ringraziamento a Dio. Anche le portate della cena hanno un significato simbolico: l’agnello ricorda quello sacrificato per la prima Pasqua; il pane azzimo (non ebbero il tempo di farlo lievitare) ricorda che la fede in YHWH non deve gonfiarsi d’orgoglio; le erbe amare ricordano l’amarezza della schiavitù; l’uovo sodo è il simbolo del sacrificio nel tempio; l’haroseth è una miscela di fichi secchi tritati, noci e vino rosso a indicare i mattoni utilizzati per edificare le città del faraone. Shavuot “Festa delle settimane”. Dura un giorno e si celebra il 6 del mese di Sivan, cinquanta giorni dopo la Pasqua. Nella Torah è una ricorrenza legata al mondo agricolo e pertanto è un momento di gioia verso il Signore per il raccolto. Durante la festa la sinagoga viene ornata con verdure, fiori e piante, consumando cibi a base di latticini. Vengono letti vari brani della Bibbia e alcuni ebrei trascorrono l’intera notte in preghiera e meditazione.
Culto e riti Culto e luoghi religiosi Dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70 d.C. numerosi rituali furono incorporati presso la sinagoga. Oggi presso quest’ultima si tengono lezioni, si trovano gli uffici comunitari e i servizi per la comunità. Gli edifici sono costruiti rivolti verso la città di Gerusalemme e l’armadio a muro, contenente i rotoli della legge, è chiamato arca. Davanti all’armadio pende una lampada perpetua che rievoca la funzione dell’antica lampada che ardeva perennemente nel Santuario, rappresentando la luce spirituale della Torah. La preghiera è intesa come “servizio del cuore”. Include lo Shemà Israel e l’Amidah. Ogni singolo credente prega ogni giorno tre volte: mattina, pomeriggio e sera. Il momento più profondo della preghiera ebraica è durante la festa del sabato, giorno di riposo totale e di astensione da qualsiasi lavoro. I riti La vita di un pio ebreo è segnata da antichi riti religiosi che lo accompagnano dalla culla alla tomba. La nascita: è segnata dalla circoncisione, antica miztva (precetto) che risale ad Abramo ed è segno dell’alleanza con Dio. È praticata a tutti i maschi entro l’ottavo giorno. Per le bambine non è previsto nessun rito però, in particolare nelle comunità riformate, è prevista una benedizione in sinagoga. L’iniziazione alla comunità: il primo sabato dopo il tredicesimo compleanno viene celebrato, per i ragazzi, il Bar mitzvah, una cerimonia nella quale il ragazzo, dopo aver letto la Torah in sinagoga, entra ufficialmente a far parte della comunità. Per le ragazze, nelle comunità riformate, si celebra una festa simile: il Bat mitzvah. Si tratta di riti di passaggio. Il fidanzamento: il Kiddushin, nel quale, alla presenza dei testimoni, lo sposo dona un anello alla sposa e dice ”tu sei la mia sposa promessa attraverso quest’anello, secondo la legge di Mosè e d’Israele”. Il matrimonio: detto Nisiun, il cui svolgimento avviene in sinagoga. Gli sposi in piedi sotto il baldacchino, detto chuppa, vengono benedetti. Durante la cerimonia lo sposo, gettandolo per terra, rompe un bicchiere per ricordare la distruzione di Gerusalemme. La morte: l’ultima preghiera recitata è lo Shemà. Una volta avvenuto il decesso i parenti si lacerano gli abiti (o simbolicamente una fascia). Gli ebrei ortodossi praticano la sepoltura, mentre quelli riformati accettano anche la cremazione. Il lutto prosegue per un mese. Sulle tombe non c’è l’usanza di portare fiori, ma si pone in segno di ricordo una piccola pietra.