Don Primo Mazzolari tra storia e attualità Novate Milanese, 15 ottobre 2009 Don Primo Mazzolari tra storia e attualità Il Vangelo, La Chiesa, I poveri, La pace
1.Giovane prete 1890: nasce al Boschetto (Cremona) 1902: entra in seminario a Cremona 1912: è ordinato prete 1915: è interventista 1916: parte soldato 1918: cappellano in Francia 1920: cappellano in Alta Slesia
2. Le esperienze pastorali 1920: guida la parrocchia della Ss. Trinità a Bozzolo 1922-1932: parroco a Cicognara 1932-1959: parroco a Bozzolo 1959, 12 aprile: morte di don Primo
3. L’azione pastorale Attenzione per i ‘lontani’ a Cicognara Parroco alla ricerca dell’essenziale Scrittore prolifico e predicatore dagli anni Trenta Punto di riferimento per molti cristiani (non solo cattolici) Anticipatore del Concilio: evangelizzazione, giustizia, pace, ecumenismo...
1934: La più bella avventura Pubblicata nel 1934 Fatta ritirare dal S. Uffizio nel 1935 E’ la rilettura della parabola del ‘figliuol prodigo’: l’accento è però messo sulle colpe del fratello maggiore: da qui lo scandalo
1943: Impegno con Cristo Appassionato appello al rinnovamento e alla coerenza evangelica dei cristiani Originale rilettura delle beatitudini ‘Diritto’ del laico all’apostolato e all’iniziativa personale Una Chiesa purificata dal legame con il potere politico Segue: Il compagno Cristo (1945)
1949: “Adesso” L’impresa editoriale più vissuta: un quindicinale di battaglia Tocca i grandi temi: giustizia, poveri, pace, politica, dialogo (comunisti, mondo moderno) Condannato nel 1951, riprende le pubblicazioni senza la responsabilità di don Primo
1955: Tu non uccidere Culmine della maturazione di don Primo verso il pacifismo integrale Denuncia di ogni guerra: è sempre omicidio, suicidio, deicidio La guerra è provocata dalla miseria: la denuncia delle spese per il riarmo È sempre più difficile distinguere tra guerra ‘giusta’ e ‘ingiusta’ La guerra ‘difensiva’ è spesso mistificazione, comunque inefficace e distruttiva In caso di aggressione si può rispondere con «la resistenza dello spirito» La non-violenza non è passività, ma impegno, è atto di fiducia nell’uomo e in Dio
La parrocchia Lettera sulla parrocchia (1937) La parrocchia (1957) Problema della distanza dalla gente e necessità di cambiare metodo: Superare il ‘lasciar fare’ e l’attivismo separatista Sogna piccole comunità di preti al servizio di più parrocchie “Non si chiuda né si spranghi il mondo della parrocchia” “Un grave pericolo è la clericalizzazione del laicato cattolico” “Aver fiducia nei figliuoli fuori di casa” “Una parrocchia senza poveri, cos’è mai?” “Il parroco deve aver fiducia dei laici”
La politica Anzitutto un prete, al di sopra delle parti politiche Ma consapevole che l’annuncio deve essere accompagnato dalla giustizia Quindi: Antifascista Resistente Sostenitore e poi critico della DC
La lettera ai parlamentari (1948) «Non lasciatevi intimidire da chi grida di più perché ha più danari e più forti clientele. Vi sorregga il cuore la voce del povero che ‘ha sempre ragione’: non vi seduca la voce della popolarità a qualunque costo. A qualunque costo c'è soltanto il proprio dovere. […] Non potete far molto perché non fu dato, con il suffragio, l’onnipotenza. Sarà bene però che tutti vedano (intendo gli onesti) che tutto ciò che si poteva fare lo avete fatto con estrema buona volontà. […] Molto sarà perdonato a chi, non avendo potuto provvedere a tutti i disagi degli altri, si sarà guardato dal provvedere ai propri. Ridurre lo star male del prossimo non è sempre possibile: non prelevare per noi sulla miseria dei poveri è sempre possibile». «Dovete dare vita a un nuovo costume politico, aprire la nuova tradizione. Chi ha ricevuto molto, deve dare molto. Guai ai rigattieri dello spirito! La povertà non vi deve impedire di essere grandi. Siate grandi come la povertà che rappresentate»
Don Primo negli anni ‘50