Lezione 9 Diffusione dell’industrializzazione. II. Newcomers e industria fuori d’Europa.

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Transcript della presentazione:

Lezione 9 Diffusione dell’industrializzazione. II. Newcomers e industria fuori d’Europa

Un second comer un po’ speciale: la Svizzera un paese con poche delle precondizioni classiche dell’industrializzazione: piccolo, con pochi terreni, senza materie prime, senza sbocchi al mare, senza grandi città ma anche: livello di istruzione elevato, capitali, necessità di esportare beni manifatturati, un settore tessile vivace e solido il risultato: industrializzazione precoce, sin dai primi dell’Ottocento non solo nel tessile ma anche in settori di nicchia ad elevato contenuto tecnologico: orologi, cioccolata ma anche notevolissimi investimenti diretti esteri da parte di un paese così piccolo, che ha avuto enorme fortuna nei due secoli seguenti (pil procapite, multinazionali di peso globale)

Newcomers dell’Europa centrale: Germania e Austria

La frammentazione degli stati tedeschi nel 1798

Germania: l’agricoltura

Germania: il sistema manifatturiero

Aree industriali e minerarie europee 1850

Unione doganale e unità nazionale il primo passo: abolizione delle dogane interne prussiane, nel 1818. 1833: nascita dell’Unione doganale (lo Zollverein) che comprende ben 17 stati con con 26 milioni di abitanti e 2/3 della superficie tedesca. direzione prussiana, in antagonismo con l’impero austro-ungarico il bivio del rinnovo (1842): una politica di libero scambio desiderata dai grandi agrari o una politica protezionista, desiderata invece dagli industriali e sostenuta dall’economista Friedrich List,

Lo Zollverein, unione doganale tedesca

Ferrovie nel mondo 1830-1880

Grandi ferrovie europee 1870-1910

Lo sviluppo del credito europeo nell’Ottocento

La banca mista tedesca

Il grande balzo 1848-1870

Produzione di ferro di Gran Bretagna, Francia e Germania 1850-1913 (1850=100)

1871, il nuovo stato unitario tedesco

Dopo l’unità nazionale

I fattori del successo tedesco ricchezza del sottosuolo. presenza di tecnici e capitali stranieri ruolo dell’industria pesante pragmatismo dell’azione di governo un’attività bancaria originale ed efficace politiche commerciali aggressive un sistema formativo d’avanguardia >>>

E proposito di investimenti in formazione: un sistema formativo d’avanguardia

Lo sviluppo economico dei paesi di popolamento europeo

Usa, un grande mercato presto protetto nel 1870 il mercato interno degli Stati Uniti è più grande di quello francese, di quello inglese e di quello inglese già a partire dagli anni 1780 - subito dopo la conquista dell’indipendenza dalla Gran Bretagna – questo mercato è oggetto di consapevoli e attive politiche di modernizzazione in grado di rendere autonoma l’economia del nuovo paese e in particolare di politiche protezionistiche, una costante della storia economica statunitense fino al 1945: il “maestro” del protezionismo fu il primo segretario al tesoro degli Stati Uniti, Alexander Hamilton il maestro del protezionismo europeo, Friedrich List, apprese negli Stati Uniti i principi della dottrina e della pratica la terribile guerra civile che si svolgerà negli anni 1860-65 sarà sostanzialmente tra un Nord industriale e protezionista e un sud agrario e liberista

Caratteri dell’industrializzazione Usa

Una crescita molto rapida la rapida e concomitante crescita di agricoltura e industria comporta una altrettanto rapida crescita dell’economia americana nel suo complesso. Guardiamo al prodotto nazionale lordo tra 1830 e 1913: Europa Usa Paesi sviluppati Popolazione x 2,0 x 7,5 x 2,3 Pnl x abitante x2,3 x 4,2 x 2,8 Pnl totale x4,6 x 31,3 x 6,3 cosicchè: già forse verso il 1875-80 gli Usa sono il paese con il livello di vita più elevato del mondo nel 1913 il pnl procapite è del 33% circa superiore a quello britannico nel 1900 la produzione complessiva supera quella della Cina - fino ad allora prima al mondo - ma in presenza di un tenore di vita superiore di 23 volte rispetto a quello cinese

Giappone: la prima industria non occidentale

Una modernizzazione dall’alto i quattro fattori chiave della modernizzazione Meiji: volontà di avviare uno sviluppo economico di tipo moderno struttura economica scarsamente perturbata assenza di colonizzazione ampia serie di misure amministrative ed economiche queste misure possono essere ricondotte a quattro filoni: riforme agrarie, con abolizione della feudalità avvio dall’alto e poi sostegno attivo all’industrializzazione creazione di un apparato di formazione e ricerca all’occidentale modernizzazione dell’apparato amministrativo e delle infrastrutture

Russia, gigante europeo arretrato un caso importante: un newcomer occidentale ma un po’ decentrato e a metà 800 molto arretrato una delle maggiori potenze mondiali per estensione e popolazione ruolo dello stato è decisivo nell’avviare la modernizzazione del paese importanza dalle sue successive vicende novecentesche alla fine dell’Ottocento, insomma, una grande potenza europea, dotata di enormi risorse naturali ma contraddistinta da un’industrializzazione ritardata, faticosa e molto parziale, cui non si accompagnarono adeguati fenomeni di modernizzazione della struttura sociale e della mentalità. le caratteristiche di maggior rilievo del paese alla metà del secolo erano le dimensioni geografiche e demografiche il ritardo dell’abolizione della servitù della gleba (1861) abolizione della servitù per permettere la mobilità della manodopera verso un’industria che il governo aveva intenzione di sviluppare dopo lo shock costituito dalla sconfitta subita nella guerra di Crimea, che rese evidente ai gruppi dirigenti russi il pericolo costituito da un’economia arretrata, ancora sostanzialmente agraria e feudale una riforma agraria - comunque - riuscita solo parzialmente

L’espansione russa nei secoli XVII-XX

L’industrializzazione in Russia

Una forte concentrazione spaziale

L’intervento dall’alto sforzi di modernizzazazione 1823-1911 portati avanti da una serie di uomini politici: Kankrin 1823-1844: protezionismo per sviluppare la manifattura Witte (1893-1903): molto attivo in una fase di forte crescita del settore manifatturiero Stolypin (1906-1911): abolizione della comunità di villaggio (l’obscina) e creazione di una classe di piccoli contadini che, assieme al riarmo, fu il principale stimolo alla ripresa dell’industrializzazione, che andava a rilento da qualche anno.

Limiti strutturali alla vigilia della Prima guerra mondiale, una parte del ritardo economico recuperato ma in un contesto sociale e istituzionale arretrato: mortalità infantile era del 250‰ contro il 125‰ dell’Europa occidentale. 70% della popolazione era analfabeta contro il 5% di quella dell’Europa occidentale, nonostante i miglioramenti nel campo dell’istruzione superiore una struttura socio-politica con un enorme potere concentrato nelle mani dell’aristocrazia fondiaria e dello zar e con una borghesia estremamente fragile e poco influente