Lo sport a Roma
Introduzione La cultura sportiva Romana esaltava la competizione fisica. Le competizioni sportive venivano indicate col termine “ludi” ed erano inizialmente inserite a contorno di celebrazioni religiose. A Roma i giochi praticati comprendevano anche le specialità olimpiche greche, tra queste, il pubblico romano preferiva però le discipline più violente tipo il pugilato e la lotta. La violenza predominante nelle competizioni sportive dell’ antica Roma si riscontra in seguito nel popolare successo che ebbero i combattimenti tra i gladiatori. Da qui si può intuire il perché in molte città dell’impero vennero costruiti grandi anfiteatri, per ospitare il sempre più numeroso pubblico, il più famoso di tutti il Colosseo.
Sport romano e greco: differenze Sport Greco Solo inizialmente lo sport era inserito a contorno di manifestazioni religiose Lo sport esaltava la competizione e l’ostilità Lo sport rappresentava un grande mezzo di propaganda Lo sport era anche considerato allenante per il combattimento I romani preferivano gli sport pesanti e violenti. Lo sport ha sempre mantenuto l’ aspetto religioso di consacrazione agli dei Durante le Olimpiadi veniva indetta la tregua olimpica e si evitavano ostilità tra i partecipanti Lo sport non è mai stato utilizzato dalla politica come mezzo di propaganda Lo sport non è mai stato considerato come un allenamento al combattimento I Greci preferivano gli sport leggeri
Corsa Si correva la distanza di uno stadio (circa 600 piedi) o un doppio stadio. Si correva anche la corsa con armature. Gli atleti correvano nudi o con pantaloncini.
Lancio del disco Specialità praticata anche da egizi e greci. Il disco poteva avere peso e dimensione variabile, spesso con un foro nel mezzo per facilitare la presa.
CERTAMINA QUINQUIERTUM Il pentatlon romano, univa 5 sport: la corsa, il salto, il lancio del disco, la lotta, il pugilato
SPORT VIOLENTI
Pugilato Sport tramandato dai Re Etruschi se ne attesta la presenza sin dal VII secoloPotevano scontrarsi anche pugili di peso differente. Non c’erano round o momenti di pausa. In generale rispetto al pugilato praticato in Grecia era molto meno regolamentato. I pugili combattevano a mani nude, o stringendo pezzi di pietra o metallo o racchiudendo la mano in cesti che rendevano ancora più letale il colpo.
Pancrazio Sport già praticato dai greci. Combattimento nel quale è consentito qualsiasi colpo eccetto le dita negli occhi e nelle orecchie e che terminava solo nel momento in cui un lottatore si dichiarava vinto o crollava a terra.
Lotta Si disputavano incontri sia in piedi (obiettivo schienare l’avversario) che per terra (molto violento). Considerata un’attività propedeutica alla guerra in quanto sviluppa i riflessi.
ARPASTRO L’antenato del calcio. Gioco ad alto tasso di violenza spesso nascevano risse e tafferugli nel tentativo di ottenere il possesso della palla. Praticato in apposite aree nelle terme o per le strade. Bisognava portare la palla al di là di una meta
LUDUS TROIANUS Simulazione di un combattimento, attività riservata ai giovani patrizi con il duplice obiettivo di celebrare ed esaltare la stirpe romana e di allenare i giovani alle armi.
Lo sport nella letteratura
Il mito di Atalanta Cresciuta sul monte Partenione fu aiutata dalla dea Artemide che le mandò un' orsa, perché la allattasse. Si dedicò alla caccia nei boschi e riportò premi nella corsa e persino nella lotta. Non voleva sposarsi sia per fedeltà ad Artemide, sia perché un oracolo le aveva rivelato che se si fosse sposata sarebbe stata trasformata in un animale. Così annunciò che avrebbe sposato solo l’uomo capace di vincerla nella corsa; se fosse stata lei a vincere, avrebbe ucciso il pretendente. Molti giovani avevano trovato così la morte. Finché si presentò un nuovo pretendente, Ippomene, che riuscì a vincerla con l’aiuto di Afrodite. La gioia fu tale che il giovane dimenticò di ringraziare la dea che lo aveva aiutato e così causò lo sdegno della dea che abbandonò al loro destino la coppia, la quale per aver profanato il tempio della dea Cibele furono da ella mutati uno in leone e l’altra in leonessa . Atalanta ebbe un figlio, Partenopeo, il quale partecipò alla prima spedizione contro Tebe.
Un esempio femminile di grande prestanza fisica è Clelia. Nel 507 a. C Un esempio femminile di grande prestanza fisica è Clelia. Nel 507 a.C. la giovane Clelia viene consegnata a Porsenna, lucumone etrusco, quale garanzia della pace appena conclusa. Clelia organizza la fuga per sé e per alcune compagne, ma il ponte Sublicio era ancora inutilizzabile. Le ragazze allora attraversarono il Tevere sotto il tiro delle frecce nemiche e raggiungono la riva romana del fiume. Clelia, dimostrate le notevoli abilità da nuotatrice, affronta poi con determinazione le vicende successive Clelia: un eroe di straordinaria audacia, se si considera che è una donna.
Lo sport come intrattenimento e mezzo di propaganda
“Panem et Circenses!” La frase del poeta satirico Giovenale sintetizza alla perfezione quanto fosse facile per il potere politico soggiogare il popolo utilizzando distribuzioni di cibo e l’organizzazione di giochi. Difatti i ludi erano un ottimo diversivo e lo distraevano dai problemi quotidiani. Soprattutto durante l’Impero di Augusto, Caligola,Nerone e Domiziano i ludi ebbero grande importanza per accrescere la popolarità degli imperatori stessi.
I Ludi rappresentavano un aspetto molto signifiativo della civiltà romana ed incisero profondamente nella vita sociale e religiosa latina. Nel corso dei Ludi venivano organizzate gare sportive, nonché piccole rappresentazioni teatrali (ludi scaenici). Questi erano connessi alle solennità religiose soprattutto alle origini della storia di Roma. Questo aspetto andò attenuandosi nel tempo, mentre diventava preponderante il ruolo politico dei ludi che diventavano uno strumento demagogico di propaganda I Ludi
I MUNERA: I COMBATTIMENTI FRA GLADIATORI Anch’ essi trassero origine da riti funebri, il combattimento fu introdotto per affiancare all’esigenza religiosa quella del divertimento e dello svago. La passione della folla per gli incontri di gladiatori era talmente permeante che non poteva non essere sfruttata dagli uomini politici più arrivisti. fino al 404 d.C. quando, in seguito alle pressioni dei cristiani, l’imperatore Onorio abolì questi spettacoli inaccettabili per la nuova morale.
Le venationes Consistevano nello scontro fra gladiatori e belve feroci; in alcuni casi le bestie venivano addestrate per rendere meno impari il combattimento, molto spesso però si trattava di mere esecuzioni capitali e i condannati erano costretti ad affrontare le bestie solo con le proprie mani.
Naumachie Le naumachie erano simulazioni di battaglie navali dove tuttavia molti uomini restavano uccisi, organizzate per la prima volta da Cesare, rimasero celebri quelle di Augusto e Claudio, tuttavia, dati gli elevati costi che comportava la loro organizzazione, rimasero un evento eccezionale.
Il circo e le corse con i carri A Roma gli aurighi erano ancora più famosi del gladiatori, in quanto i cittadini potevano anche scommettere. Data la complessa e vasta organizzazione delle corse, si crearono delle scuderie o “factiones”, ognuna caratterizzata da un colore. Ciò spinse gli spettatori a fare delle scelte e a trasformarsi in tifosi talvolta indisciplinati. Le factiones, strutturate in modo gerarchico, assunsero col tempo la caratteristica di veri e propri partiti, diventando delle organizzazioni private, la cui passione agonistica ed equestre spesso si trasformava anche in ambizione politica. Il circo e le corse con i carri
Quando si svolgevano i ludi la città tendeva a rimanere deserta tanto che venivano schierate pattuglie di soldati allo scopo di evitare furti e rapine. I ludi circensi rappresentavano anche un’occasione per dibattiti pubblici, arringhe, proteste e manifestazioni. Sebbene gli imperatori in alcune occasioni avessero subito il volere della folla molto più spesso furono loro stessi, a pilotare abilmente il pubblico a fini propagandistici. Quando al circo o nelle arene entravano alte cariche, senatori, personaggi politici e confidenti, il pubblico li accoglieva con applausi e grida di giubilo o di disprezzo, consentendo all’imperatore di comprendere quale era la loro popolarità. Arena & Potere
Riflessione: Politica e Sport In conclusione è sorprendente notare quanti siano gli elementi di continuità presenti nel rapporto intrinseco fra la politica e i munera e le corse con i carri nell’antica Roma e fra la politica e lo sport moderno nell’ultimo secolo. Le dinamiche fra imperatore e popolo, seppur con maschere differenti, emergono in maniera evidente in quei regimi autoritari e totalitari che usavano e usano lo sport per fini propagandistici ma sono visibili, anche se in modo più sottile, ogni domenica nei nostri stadi di calcio.
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