I saggi alla fiamma Cenni teorici.

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I saggi alla fiamma Cenni teorici

Introduzione Secondo Bohr gli elettroni si trovano a distanze ben precise dal nucleo e viaggiano su orbite con energia costante. Per passare da un’orbita vicino al nucleo a una più lontana l’elettrone deve assorbire energia. Per passare da un’orbita lontana dal nucleo ad una più vicina, invece l’elettrone emette energia

Che cos’è l’esperimento L’esperimento mostra che dalla combustione di un determinato metallo si ottiene uno specifico colore di fiamma. Ciò è dovuto alla composizione del sale in associazione con HCl.

L’esperimento Una piccola quantità di sale unita ad acido cloridrico viene posta su un filo di platino (o di nichel-cromo) ed esposta alla fiamma del Bunsen.

L’esperimento Posizionando il filo ad altezze diverse nella fiamma, si ha rispettivamente la combustione di: Cationi che necessitano di meno energia per essere osservati, dove la temperatura è più bassa All’aumentare dell’altezza della fiamma e quindi della temperatura, cationi del II gruppo e metalli di transizione fino ad arrivare alla “punta della fiamma” cioè la zona di fusione dove la temperatura arriva a 1500-1600 °C

Spiegazione dell’esperimento Gli elettroni dei metalli assorbono energia dalla fiamma e passano ad orbite più lontane. Successivamente gli elettroni tornano nelle loro orbite originarie emettendo energia sottoforma di luce colorata. L'utilizzo di acido cloridrico permette di formare cloruri che rendono più facile l’osservazione dei colori.

Conclusioni I metalli, conferiscono alla fiamma un colore ben preciso e dal colore riconosciamo il metallo. Il fenomeno è dovuto ad eccitazioni elettroniche e alle relative emissioni di energia date dagli elettroni che tornano nella loro orbita originaria. Il colore assunto non è altro che la radiazione elettromagnetica emessa dagli elettroni.