Criteri metodologici per la pianificazione

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
11/26/031 Corso Sicurezza 11/26/031 Legislazione di riferimento DPR 547/55 DL.gs 626/94 DL.gs 494/96.
Advertisements

I Servizi in Toscana – Stato organizzativo, criticità e potenzialità
TAV.1 Foto n.1 Foto n.2 SCALINATA DI ACCESSO ALL’EREMO DI SANTA CATERINA DEL SASSO DALLA CORTE DELLE CASCINE DEL QUIQUIO Foto n.3 Foto n.4.
IL PiMUS Il Pi.M.U.S. Piano di Montaggio, Uso e Smontaggio.
PREVENIRE: FARE O DIRE QUALCOSA IN ANTICIPO AL PREVEDIBILE ORDINE DI SUCCESSIONE PREVENZIONE: AZIONE DIRETTA A IMPEDIRE IL VERIFICARSI O IL DIFFONDERSI.
il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza
1 DECRETO LEGISLATIVO 626/94 19 SETTEMBRE 1994 MODIFICHE ED INTEGRAZIONI DECRETO LEGISLATIVO 242/96 19 MARZO 1996 CORSO DI FORMAZIONE ED INFORMAZIONE IN.
Frontespizio Economia Monetaria Anno Accademico
Training On Line – CONA. 2 Richiesta Da Menu: Conferimenti ad inizio anno termico > Agosto > Annuali > Nuova Richiesta Si accede alla pagina di Richiesta.
Lez. 3 - Gli Indici di VARIABILITA’
CorsI di PRODUZIONE EDILIZIA E SICUREZZA - ORGANIZZAZIONE DEL CANTIERE
“Potenziamento della cultura della prevenzione degli infortuni e della normativa vigente rispetto a stage, tirocini e alternanza nel mondo del lavoro”.
GESTIONE DELLA PRODUZIONE
La gestione delle controversie interne relatore: Silvio Beorchia.
PREVENZIONE E PROTEZIONE DEI LAVORATORI
RISCHIO “cadute dall’alto”
VALUTAZIONE DEI RISCHI
Esercitazione: posa solaio.
Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole
PSC e POS. due piani di sicurezza a confronto Il piano di sicurezza e coordinamento ed i piani operativi di sicurezza dei cantieri temporanei e mobili,
Piano di sicurezza e Coordinamento
1 Pavia 27 marzo ° Incontro A. V. Berri LE MISURE DI TUTELA.
Provincia di Lucca Dipartimento Infrastrutture Servizio Fabbricati
PREVENZIONE E MANUTENZIONE
Supervisione e Gestione Sassuolo, 27 Novembre 2008.
SICUREZZA OBBLIGATORIA: COSA CAMBIA NELLA FORMAZIONE? Incontro con SPISAL sul nuovo Accordo Stato - Regioni 1 marzo 2012.
Montaggio e smontaggio in sicurezza di ponteggi metallici fissi
SPA/AQUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO INQUADRAMENTO TERRITORIALE DELLINTERVENTO SPA/A.1.1 COROGRAFIA – SISTEMA DELLA TANGENZIALE DI ALTOPASCIO SPA/A.1.2.
LA MEDICINA DEL LAVORO IN FVG
T.d.P. Monica MINNITI & T.d.P. Carmine DI PASCA
POS PRODUZIONE EDILIZIA E SICUREZZA - ORGANIZZAZIONE DEL CANTIERE
PiMUS prof. ing. Pietro Capone
1ROL - Richieste On Line Ente pubblico 5ROL - Richieste On Line.
Preposto ed Addetto al Montaggio, Uso e Smontaggio di Ponteggi
MACCHINARI SICURI WORKSHOP FASCICOLO TECNICO E ANALISI DEI RISCHI
DALLE PROCEDURE OPERATIVE AL PIANO DI MONTAGGIO, USO E SMONTAGGIO DEI PONTEGGI (PIMUS)
1. Luoghi di lavoro Argomento da discutereCosa si può fare? I laboratori, uffici e gli edifici che ospitano i luoghi di lavoro Le vie di circolazione (per.
MANUALE DEI CARICHI MOVIMENTAZIONE
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
1 Guida per linsegnamento nei corsi per il conseguimento del CERTIFICATO DI IDONEITÀ ALLA GUIDA DEL CICLOMOTORE.
DALLE PROCEDURE OPERATIVE AL PIANO DI MONTAGGIO, USO E SMONTAGGIO DEI PONTEGGI (PIMUS)
Bando Arti Sceniche. Per poter procedere è indispensabile aprire il testo del Bando 2ROL - Richieste On Line.
LEZIONE 6 MISURE DI PREVENZIONE.
DOMANDE FINALI 1) Cosè un campo elettromagnetico? 2) Che cosa si intende per frequenza di un campo elettromagnetico? 3) Che differenza esiste tra alte.
CAMPO DI APPLICAZIONE A partire del Luglio del 2003 è entrata definitivamente in vigore la Direttiva Europea 94/9/CE o come è comunemente è definita.
Energia Rinnovabile Provincia di Genova Direzione Ambiente ed Energia Ufficio Energia, Elettromagnetismo e Rumore Arenzano - 6 aprile 2009 Impianti fotovoltaici.
di sicurezza e coordinamento
A cosa serve GWAESSE? E’ un software di semplice utilizzo per la configurazione e la preventivazione di quadri AS (per moli e campeggi), ASC (per cantiere)
Preposto ed Addetto al Montaggio, Uso e Smontaggio di Ponteggi
Viale P.L. Nervi Torre G Latina – Tel 0773/655421
Dire STOP in caso di pericolo!
Atzeni, Ceri, Paraboschi, Torlone Basi di dati McGraw-Hill,
LA FORMAZIONE,L’INFORMAZIONE E L’ADDESTRAMENTO PER LA SICUREZZA
Dispositivi di Protezione Individuale per gli operatori della sanità
LA VALUTAZIONE DEI RISCHI
viviana d'ambruoso architetto
Relatore: ing. Francesco Italia
Che cos’è un progetto? È un’impresa: -complessa -unica
Vigilanza e controllo SiRVeSS Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole M8 FORMAZIONE PARTICOLARE DEI PREPOSTI EX D.Lgs. 81/08 (art.
LA CULTURA DELLA SICUREZZA
Ing. Gioacchino Di Natale
Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole
IL GIOCO DEL PORTIERE CASISTICA. Caso n. 1 Il portiere nella seguente azione NON commette infrazioni.
Viale P.L. Nervi Torre G Latina – Tel 0773/655421
Sicurezza e salubrità del luogo di lavoro.
1) RIFERIMENTI NORMATIVI 1) RIFERIMENTI NORMATIVI 2) ORGANIZZAZIONE 3) VALUTAZIONE DEI RISCHI 4) EMERGENZE.
Addetti ai ponteggi Montaggio, smontaggio, trasformazione D.Lgs. 81/2008, art. 136 – Allegato XXI coordinato al D. Lgs. 106/09 Autori: Chiara Ballarini,
CONFRONTO TRA I VANTAGGI DEI CAPANNONI PREFABBRICATI IN
Torna alla prima pagina Manuali sulla sicurezza Modulo formativo per i lavoratori art D.Lgs n. 81/08.
Dott.ssa Lucia Pampanella Università degli Studi di Perugia 1Servizio di Prevenzione e Protezione CLASSIFICAZIONE DELLE CAPPE DI SICUREZZA BIOLOGICHE (CBS)
Transcript della presentazione:

Criteri metodologici per la pianificazione ing. Domenico Mannelli www.mannelli.info Criteri metodologici per la pianificazione

LA STRUTTURA DEL DATO B A Organizzazione OBS Organisation Breakdown Structure B A Opera WBS Work Breakdown Structure Costi CBS Cost Breakdown Structure 2009

Work Breakdown Structure (WBS) Procedimento sistematico e organizzato mediante il quale un progetto viene articolato in componenti elementari. Il livello di scomposizione più basso dal quale non derivano ulteriori scomposizioni è detto work package 2009

Organisation Breakdown Structure (OBS)  E' l'organigramma di progetto: come tale definisce la collocazione delle unità responsabili coinvolte nel processo realizzativo in termini di dipendenza (gerarchica o funzionale) dal Project Manager. Associata alla WBS, consente l'univoca attribuzione (e l'immediata individuazione) delle responsabilità esecutive di ciascun Work Package e quindi di ciascuna attività presente nel programma operativo. 2009

Cost Breakdown Structure (CBS)  - Struttura di Scomposizione dei Costi   Strutturazione gerarchica degli elementi di costo di un progetto 2009

Struttura Analitica di Progetto 2009

La Work Breakdown Structure (WBS) Edificio Cantiere Opere civili Impianti Elettrici Meccanici distribuzione cabina idrici termici 2009

La gestione del tempo La pianificazione (cosa fare = WBS) La programmazione (quando fare) Il controllo (cosa si sta facendo) Il reporting (cosa si è fatto) Progetto Risorse Risultati obiettivi feedback 2009

Un progetto da programmare: spaghetti aglio, olio e peperoncino Individuazione delle attività da svolgere: la WBS Far bollire l’acqua Salare l’acqua Cuocere la pasta Soffriggere l’aglio ed il peperoncino Scolare la pasta Condire la pasta 2009

Quanto dura ogni attività? Far bollire l’acqua = 4,5 min Salare l’acqua = 1,0 min Cuocere la pasta = 7,5 min Soffriggere l’aglio ed il peperoncino = 3 min Scolare la pasta = 1,0 min Condire la pasta = 1,0 min 2009

LA SCOMPOSIZIONE SISTEMATICA DEL PROGETTO Criteri di classificazione criteri di classificazione generale (opere, parti di opere, componenti, materiali ecc.) criterio temporale: una differenziazione temporale nello svolgimento del progetto può portare a distinguere le opere eseguite in fasi differenti del progetto; collocazione spaziale delle opere, lotti esecutivi (es. prog. A - prog. B / prog. A, parte Nord - prog. A parte Sud); tecnologia impiegata (opere in acciaio, in cemento armato, opere edili); criterio di scomposizione funzionale(ad es. opere edili, impianti elettrici, ascensori, impianti di condizionamento termico, impianti di sicurezza ecc.); criteri di assegnazione dei lotti di lavoro, di outsourcing (main contractor, sub contractor, fornitori ecc.)durata dell'operazione; 2009

ATTIVITA’ PROGETTUALE DEL CSP a) individuare le condizioni di lavoro determinate dal sito, dalle procedure di lavorazione, dal luogo di lavoro, dal posto di lavoro, dalle attività sia nelle fasi di esercizio sia nella manutenzione; b) individuare i materiali, gli apprestamenti, le prescrizioni operative, atti ad ottenere adeguate condizioni di lavoro e di sicurezza per gli operatori e i fruitori, in modo da ottenere che siano: 1) adeguate le condizioni di lavoro per gli operatori e i fruitori; 2) eliminate tutte le situazioni di pericolo prevedibili. 2009

LA PROCEDURA DI PIANIFICAZIONE la pianificazione di sicurezza può essere considerata costituita da due diversi ambiti: un primo legato all'analisi e alla valutazione del rischio e quindi alla conoscenza del fenomeno, un secondo, direttamente operativo, relativo alla definizione di misure di prevenzione e protezione, di procedure di lavoro, di soluzioni tecnologiche e progettuali. 2009

ANALISI GENERALE DELLE CONDIZIONI DEL CANTIERE RISPETTO AL SITO In questo ambito si deve considerare la possibilità di manifestazione di situazioni pericolose in relazione alle specifiche condizioni del sito (geomorfologiche, geologiche, infrastrutturali, impiantistiche, ecc.), delle caratteristiche meteoclimatiche del periodo di durata del cantiere (venti dominanti, piovosità, escursione termica, ecc.), della presenza di altri cantieri limitrofi. 2009

SCOMPOSIZIONE DEL PROCESSO PRODUTTIVO Individuazione delle varie fasi di cantiere in termini di collocazione spaziale e cronologica (p. e.: allestimento del cantiere, scavi, formazione fondazioni, strutture in elevazione, ecc.). Considerazione delle possibili situazioni pericolose dovute ad interferenza tra le varie fasi. 2009

SUDDIVISIONE DELLE FASI IN OPERAZIONI ELEMENTARI Ulteriore scomposizione della singola fase in operazioni elementari (p. e., formazione di solai: opere di armatura, posizionamento travi prefabbricate e laterizi, posa dei ferri, getto cls, maturazione getti, disarmo), ogni operazione elementare si caratterizza per specifici pericoli. 2009

ANALISI DEI PERICOLI E VALUTAZIONE DEL RISCHIO Metodologia Compilazione di una lista di pericoli da sottoporre a valutazione del rischio. Scopo della valutazione deve essere quello di caratterizzare i pericoli in termini di probabilità, magnitudo e di esposizione potenziale. . 2009

ANALISI DEI PERICOLI E VALUTAZIONE DEL RISCHIO Metodologia 1° fase screening La prima fase della più articolata attività di pianificazione della sicurezza consiste nella definizione delle condizioni di rischio del cantiere e, conseguentemente, in un primo ambito di revisione delle condizioni progettuali originarie. Si tratta quindi di una fase di screening volta, per un verso, a dare soluzione in termini di prevenzione alle questioni di maggiore evidenza, per l'altro, ad individuare una gerarchia di ambiti di rischio utile ad orientare e a modulare l'attività di pianificazione della sicurezza vera e propria. 2009

INDIVIDUAZIONE E DEFINIZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE Sulla base della valutazione del rischio è possibile predisporre le specifiche misure di prevenzione relative alla distribuzione del rischio nelle diverse fasi e situazioni di lavoro (opere provvisionali, dispositivi di protezione individuale e collettiva, sistemi di protezione, procedure operative, ecc.). In questo contesto può essere richiesta l'eventuale riformulazione della collocazione cronologica delle diverse fasi di lavoro. L'obiettivo da raggiungere in questa fase deve essere l'eliminazione o la massima riduzione dei rischi. 2009

Individuazione, analisi e valutazione dei rischi per un progetto di demolizione–ricostruzione di un edificio ad uso abitativo 2009

ANALISI DEL SITO E DEI MANUFATTI ESISTENTI Condizioni climatiche Caratteristiche geologiche idrologiche Individuazione dei confini di proprietà Esigenze di delimitazione del cantiere Possibilità di utilizzo delle aree limitrofe al cantiere 2009

ANALISI DEL SITO E DEI MANUFATTI ESISTENTI Presenza di impianti, sottoservizi, ecc. Condizioni di accessibilità Interferenza con le lavorazioni agricole Presenza di vegetazione arborea e arbustiva La valutazione dello stato di conservazione delle strutture La valutazione dello stato di conservazione dei materiali impiegati L'individuazione di eventuali lesioni o difetti strutturali L'individuazione di eventuali dispositivi e opere di consolidamento esistenti 2009

ANALISI DEL PROGETTO DI MASSIMA Obiettivi del progetto Valutazione in merito al mantenimento e consolidamento delle strutture edilizie Valutazione in merito al recupero dei materiali Definizione delle modalità di demolizione Valutazione dei problemi connessi all'impianto di cantiere Indicazioni generali per la progettazione esecutiva 2009

Macro–operazioni Micro–operazioni Preparazione del cantiere Demolizioni Approntamento opere provvisionali per le strutture da demolire Scavi Scavi di sbancamento Scavi a sezione obbligata Fondazioni Getto magrone sottofondo Formazione fondazioni Formazione vespaio Massetto Elevazione edificio Impermeabilizzazione murature Murature primo livello Formazione pilastri Getti in cemento armato Posa solai Murature secondo livello Getti in cemento armato superiori Tramezzature Intonaci interni Intonaci esterni 2009

Macro–operazioni Micro–operazioni Copertura Posa puntoni di copertura Posa arcarecci Posa tavelle Posa listelli e pannelli isolanti Formazione strato in cls leggero Posa lastre ondulate in fibrocemento Posa coppi Opere di lattoniere Realizzazione comignoli Assistenza muraria Montaggio falsi telai Assistenza impianti Altro Fognature Impianti Posa pavimenti Posa serramenti interni Posa serramenti esterni Finiture interne Finiture esterne 2009

PERICOLI CONSIDERATI Tipologia Pericoli Sicurezza Interferenze macchine/macchine Interferenza macchine/area di cantiere Interferenza macchine operatori Instabilità delle opere provvisionali Cedimenti e crolli Pericoli connessi alla movimentazione dei carichi Caduta di materiali Caduta dall'alto Cadute e scivolamenti Impalamenti e ferite Seppellimenti Elettrocuzione Demolizioni Agenti atmosferici e microclimatici Agenti biologici Agenti fisici Sostanze chimiche Polveri Fumi Posture scorrette e sforzi da sollevamento 2009

MATRICI Le matrici base utilizzate nella valutazione sono le seguenti: Matrice di valutazione delle probabilità (MP) Matrice di valutazione delle magnitudo (MM) 2009

2009

2009

per i valori relativi alle magnitudo La combinazione delle due matrici P & M in una terza Matrice di valutazione degli ambiti di rischio (MAR) offre una prima rappresentazione della distribuzione del rischio relativamente al progetto–cantiere esaminato. Il rischio in questo caso e rappresentato come prodotto, cella per cella, dei valori assegnati alle probabilità per i valori relativi alle magnitudo 2009

Matrice di valutazione del programma lavori (MPL) Mantenendo lungo le righe le varie operazioni si inseriscono in colonna i periodi di lavoro (giorni, moduli, settimane). Si ottiene così una rappresentazione che, in modo analogo al diagramma di Gantt, evidenzia la collocazione delle varie fasi di lavoro. In precedenza deve essere computata l'entità in uomini–giorni di ogni singola operazione. 2009

Matrice di valutazione del programma lavori (MPL) Le celle di incrocio questa volta contengono il numero di lavoratori coinvolti in ogni singola operazione e per ogni periodo. I totali di colonna indicano il numero di lavoratori presenti in cantiere per ogni periodo, mentre i totali di riga danno indicazione in uomini–giorno dell'entità di ogni singola operazione. Il totale dei valori contenuti nelle varie celle costituisce l'entità del cantiere in termini di uomini–giorno. 2009

Rapportando in valori percentuali ogni singola operazione rispetto al totale è possibile ottenere un valore che introdotto nella matrice di valutazione degli ambiti di rischio (MAR) fornisce una nuova rappresentazione che tiene in considerazione i dati della potenziale esposizione al rischio data dalla Matrice di valutazione dei livelli di rischio (MLR). 2009

2009

Pi.M.U.S. Articolo 134 - Documentazione 1. Nei cantieri in cui vengono usati ponteggi deve essere tenuta ed esibita, a richiesta degli organi di vigilanza, copia del piano di montaggio, uso e smontaggio (Pi.M.U.S.), in caso di lavori in quota. 2009

Pi.M.U.S. Versus POS Il Pi.M.U.S. è da considerare una valutazione di rischio di dettaglio relativa ad un elemento particolare del POS che l’esperienza ha dimostrato essere con sensibile frequenza responsabile di infortuni mortali nel cantiere . Il CSE può, con un esame attento del Pi.M.U.S., avere contezza dell’idoneità tecnico professionale dell’impresa ed assumere un atteggiamneto coerente alla stessa. 2009

CONTENUTI MINIMI DEL Pi.M.U.S.  1. Dati identificativi del luogo di lavoro;  2. Identificazione del datore di lavoro che procederà alle operazioni di montaggio e/o trasformazione e/o smontaggio del ponteggio; 3. Identificazione della squadra di lavoratori, compreso il preposto, addetti alle operazioni di montaggio e/o trasformazione e/o smontaggio del ponteggio;  4. Identificazione del ponteggio;  5. Disegno esecutivo del ponteggio dal quale risultino: 5.1. generalità e firma del progettista, salvo i casi di cui al comma 1, lettera g) dell’articolo 132, 5.2. sovraccarichi massimi per metro quadrato di impalcato, 5.3. indicazione degli appoggi e degli ancoraggi. Quando non sussiste l’obbligo del calcolo sono sufficienti le generalità e la firma della persona competente che ha redatto il Pi.M.U.S. 2009

CONTENUTI MINIMI DEL Pi.M.U.S. 6. Progetto del ponteggio, quando previsto; 7. Indicazioni generali per le operazioni di montaggio e/o trasformazione e/o smontaggio del ponteggio ("piano di applicazione generalizzata"): 7.1. planimetria delle zone destinate allo stoccaggio e al montaggio del ponteggio, evidenziando, inoltre: delimitazione, viabilità, segnaletica, ecc., 7.2. modalità di verifica e controllo del piano di appoggio del ponteggio (portata della superficie, omogeneità, ripartizione del carico, elementi di appoggio, ecc.), 7.3. modalità di tracciamento del ponteggio, impostazione della prima campata, controllo della verticalità, livello/bolla del primo impalcato, distanza tra ponteggio (filo impalcato di servizio) e opera servita, ecc., 7.4. descrizione dei DPI utilizzati nelle operazioni di montaggio e/o trasformazione e/o smontaggio del ponteggio e loro modalità di uso, con esplicito riferimento all'eventuale sistema di arresto caduta utilizzato ed ai relativi punti di ancoraggio, 7.5. descrizione delle attrezzature adoperate nelle operazioni di montaggio e/o trasformazione e/o smontaggio del ponteggio e loro modalità di installazione ed uso, 2009

CONTENUTI MINIMI DEL Pi.M.U.S.  7.6. misure di sicurezza da adottare in presenza, nelle vicinanze del ponteggio, di linee elettriche aeree nude in tensione, di cui all’articolo 117,  7.7. tipo e modalità di realizzazione degli ancoraggi,  7. 8. misure di sicurezza da adottare in caso di cambiamento delle condizioni meteorologiche (neve, vento, ghiaccio, pioggia) pregiudizievoli alla sicurezza del ponteggio e dei lavoratori,  7. 9. misure di sicurezza da adottare contro la caduta di materiali e oggetti;  8. Illustrazione delle modalità di montaggio, trasformazione e smontaggio, riportando le necessarie sequenze “passo dopo passo”, nonché descrizione delle regole puntuali/specifiche da applicare durante le suddette operazioni di montaggio e/o trasformazione e/o smontaggio (“istruzioni e progetti particolareggiati”), con l’ausilio di elaborati esplicativi contenenti le corrette istruzioni, privilegiando gli elaborati grafici costituiti da schemi, disegni e foto;  9. Descrizione delle regole da applicare durante l’uso del ponteggio;  10. Indicazioni delle verifiche da effettuare sul ponteggio prima del montaggio e durante l’uso (vedasi ad es. ALLEGATO XIX)   2009

REDAZIONE DEL PIANO DI MONTAGGIO/SMONTAGGIO/TRASFORMAZIONE DI UN PONTEGGIO ESAME DELL’IPOTESI DI PROGETTO DEL PONTEGGIO SOLLECITAZIONE PROVOCATA DA ARGANI O ALTRE ATTREZZATURE UTILIZZATE PER MONTAGGIO/ SMONTAGGIO SONO SOPPORTABILI DAL PONTEGGIO? SEQUENZA GRAFICA MONT./SMONT./TRASF. IPOTESI DI CONSISTENZA NUMERICA DELLA SQUADRA ADDETTA AL MONTAGGIO/SMONTAGGIO COMPRESO PREPOSTO SI NO PIANO MONT./ SMONT./TRASF. IPOTESI SULLA TIPOLOGIA DI DPI (ANTICADUTA O DI TRATTENUTA) UTILIZZATI DURANTE MONTAGGIO/SMONTAGGIO REDAZIONE DEFINITIVA PIANO DI MONTAGGIO/SMONTAGGIO DPI ANTICADUTA O TRATTENUTA SONO ANCORATI A PUNTI DEL PONTEGGIO IN GRADO DI RESISTERE A SOLLECITAZIONI IN CASO DI CADUTA? DISEGNO DI PARTICOLARI SI IPOTESI SU TIPO E MODELLO DI APPARECCHI DI SOLLEVAMENTO UTILIZZATI PER MONTAGGIO/ SMONTAGGIO (ARGANI ELETTRICI/MANUALI) DPI ANTICADUTA O TRATTENUTA GARANTISCONO SICUREZZA? TIRANTI D’ARIA SUFFICIENTI? NO SI NO IPOTESI DI SEQUENZA DI SMONTAGGIO IPOTESI DI SEQUENZA DI TRASFORMAZIONE IPOTESI DI SEQUENZA DI MONTAGGIO VALUTAZIONE DEI RISCHI (2) (VERIFICA DELLE CONDIZIONI DI SICUREZZA DURANTE MONTAGGIO/SMONTAGGIO) SI MOVIMENTAZIONE MANUALE ELEMENTI PONTEGGIO RISPETTA NORMATIVA E PRESCRIZIONI CONTENUTE IN PSC E POS? DISEGNO SEQUENZA GRAFICA CONFIGURAZIONI PARZIALI DEL PONTEGGIO DURANTE MONTAGGIO/SMONTAGGIO SONO ADEGUATE A RESISTERE AI CARICHI PREVISTI? SI IPOTESI SU PUNTI DI ANCORAGGIO PER DPI ANTICADUTA O TRATTENUTA SCELTA DI UNO O PIU’ METODI DI MONTAGGIO/SMONTAGGIO NECESSARI ALL’ESECUZIONE DELLE SEQUENZE DI MONTAGGIO/SMONTAGGIO NO NO REDAZIONE DI SEQUENZA DI MONTAGGIO/SMONTAGGIO ESECUTIVA IPOTESI SU PUNTI DI ANCORAGGIO PER APPARECCHI DI SOLLEVAMENTO DA UTILIZZARSI PER MONTAGGIO/SMONTAGGIO 2009

2009