LE PAROLE PER DIRLO IN PEDIATRIA

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
Una definizione L’educazione terapeutica:
Advertisements

La comunicazione con la famiglia a supporto delle vaccinazioni
DOLORE, MALATTIA, MORTE: SI PUÒ PARLARNE AI BAMBINI?
Convegno MEDICINA NARRATIVA E MALATTIE RARE, 26 Giugno 2009 LE STORIE DEI NOSTRI BAMBINI Storie che uniscono PAOLA MARTINELLI, STEFANIA AZZALI, FRANCESCA.
LA COMUNICAZIONE E IL CONSENSO INFORMATO IN PEDIATRIA
Perché Telemedicina e Cure Palliative ?
PSICOLOGIA DELLA SALUTE
M. JANKOVIC Clinica Pediatrica Università di Milano-Bicocca
Scuole primarie anno scolastico 2010/11 novembre 2010.
1 37° Congresso Nazionale A.N.M.D.O. Gestire il futuro in sanità Bologna, 8-11 giugno 2011 Oncologia: un viaggio Dr.ssa Silvia Pierotti Media e sanità:
Contenuto I) LIDENTITA DEL CVS 1) C. V. S. – Un mondo in tre parole 2) Il CVS: carisma e organizzazione 3) La dimensione ecclesiale, testimoniale e progettuale:
Aspetti giuridici e giurisprudenziali
Caratteri di una formazione diretta allo sviluppo di competenze Michele Pellerey 1Montesilvano 19 marzo 2010.
Approccio al bambino disabile
CONSENSO INFORMATO NEL DIPARTIMENTO MATERNO-INFANTILE Orlandini
La Comunicazione in Sanità
La tutela della volontà del paziente nel percorso di cura.
L’esperienza dei gruppi di post-adozione nella Provincia di Parma
Lintervento integrato nelle situazioni di rischio suicidario.
Giulio Corgatelli S.I.M.G. Firenze IL TRATTAMENTO A DOMICILIO E PRESSO I MEDICI DI MEDICINA GENERALE.
MMG E INTERCETTAZIONE PRECOCE Leopoldo Grosso Associazione Gruppo Abele Onlus Limportanza dellintercettazione precoce dei comportamenti dabuso di sostanze.
La relazione d’aiuto e la tecnica di colloquio di comprensione
RESPONSABILE DEL PROGETTO: Lavagna Mara
Dalla comunicazione alla relazione
Il percorso ospedale territorio del paz ortopedico traumatologico
Fax 055 / Azienda Sanitaria di Firenze S. S. di Otorinolaringoiatria Presidio Ospedaliero Santa Maria Nuova P.zza S. M. Nuova 1 Firenze Tel. 055.
MEDIAZIONEMEDIAZIONE F A M I L I A R E Via De Amicis, 17 MONZA AZIENDA SANITARIA LOCALE PROVINCIA MILANO 3.
Istituto Comprensivo “G. Santini” Noventa Padovana - PD
Comunicazione Prof.ssa Maria Grazia Strepparava
Università degli Studi di Trieste Facoltà di Psicologia Corso di Psichiatria Sociale a.a. 2004/2005 La famiglia e il disturbo mentale grave. Un esempio.
ASSISTENZA DOMICILIARE AL MINORE CON PATOLOGIA CRONICA
PSICOLOGIA DELLA SALUTE L’intervento multidisciplinare in ospedale
GUIDA PER ALUNNI E GENITORI
Jean Piaget.
Connubio fra ragione e sentimento
Percorso di orientamento
Conferenza di consenso Quale informazione per la donna in menopausa sulla terapia ormonale sostitutiva? Torino 17 maggio 2008.
Scienze Chirurgiche e Gastroenterologiche
L’ esperienza del Care Management nella Medicina di Famiglia
Ddl “Calabrò” 26 marzo Senato
Corso di laurea interfacoltà in Editoria e Comunicazione Multimediale
LA STORIA DI CHIARA CTRH MONZA EST Corso di formazione Dalla scuola alla vita Vimercate, 1 dicembre 2011.
Parrocchia S. Maria Assunta Moricone - Rm
LA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
ETICA E DEONTOLOGIA La questione dell’etica non è un optional
VOCE DEL VERBO EDUCARE…
1 Corso per esperta in orientamento per le pari opportunità Counseling di supporto.
Incontro continuità S. dell’Infanzia/S. Primaria
Metodi Obiettivi Risultati Conclusioni
Convegno ACOS 26/10/2013 Aspetto relazionale nelle cure riabilitative Dot. Patrizia Di Fazio Policlinico A.Gemelli.
ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE
Le teoriche del nursing
UNO SPAZIO APERTO E UN LUOGO DI INCONTRO Cos’è un punto di riferimento dove trovare informazioni…

Finalità generale della scuola: sviluppo armonico e integrale della persona all’interno dei principi della Costituzione italiana e della tradizione culturale.
1 PRIMA SCIENZA PONTEDERA 4 DICEMBRE 2014 PROGETTAZIONE E DOCUMENTAZIONE DEL PERCORSO Cristina Duranti.
Corso di Medicina transculturale MATERA
Come si presenta dal punto di vista dei sintomi e segni Ipermotricità.iper-reattività.impulsività Iperattività.disattenzione.
EDUCAZIONE DEL PAZIENTE E SOMMINISTRAZIONE DELLE CURE
Riabilitazione “Non esistono dati per sostenere che un metodo riabilitativo sia migliore di altri. Ciò che è certo è che il b. con s. di Down ha bisogno.
NPI e Patologie prevalenti peculiari
ADOZIONE AFFIDO ACCOGLIENZA
La sedazione palliativa/terminale: processo comunicativo
Il Progetto Cicogna Comunità Sperimentale con Famiglie Accoglienti in Rete Caterina Pozzi.
accoglienza residenziale in comunità educative di tipo familiare assistenza domiciliare anziani e disabili animazione territoriale.
GLI INTERVENTI NELLA CLINICA DELLO SVILUPPO.  Presa in carico congiunta  bambino+genitori  Clinici differenti (problema dell’alleanza, delle identificazioni)
PROGETTO “DIRITTI A SCUOLA” 2011/2012 Progetto A –ambito linguistico Progetto A –ambito linguistico laboratorio di animazione alla lettura “Pinocchio,che.
L’ASCOLTO e SAPERSI ASCOLTARE
1 PREVENZIONE DEL SUICIDIO DI PAZIENTE IN OSPEDALE Raccomandazione n. 4, Marzo 2008.
MODALITA’ DI COMUNICAZIONE DELLA PROGNOSI AL PAZIENTE ED ALLA FAMIGLIA Maria Rita Magnarella Dipartimento di Medicina Riabilitativa “San Giorgio” Ferrara.
Transcript della presentazione:

LE PAROLE PER DIRLO IN PEDIATRIA Dr.Luigi Besenzon, dr.Cristina Nasi SC Pediatria e Neonatologia Ospedale SS Annunziata Savigliano

INFORMARE E COMUNICARE 2 PROCESSI DIVERSI

COMUNICARE IN MODO NON VERBALE

MEDICO relazione GENITORI PAZIENTE 4

IL BAMBINO NON E’ UN ADULTO IN MINIATURA NE’ UN INDIVIDUO PRIVO DELLA CAPACITA’ DI COMPRENSIONE E DI SCELTA Il bambino è un soggetto “competente”, in grado di esprimere se stesso, i propri pensieri, le proprie emozioni, le proprie scelte con tempi e modalità peculiari; è titolare del diritto di essere preso in considerazione .

Convenzione Internazionale dei Diritti dei Bambini, proclamata a New York il 20 Novembre 1989. L’articolo 12 afferma che il minore ha diritto ad esprimere la sua opinione che deve essere tenuta in considerazione.

Questo diritto è riconosciuto e sostenuto nei più importanti ospedali pediatrici italiani, che hanno sottoscritto la “CARTA DEI DIRITTI DEL BAMBINO IN OSPEDALE”

Articolo 6 I bambini ed i genitori hanno il diritto di essere informati in maniera appropriata, in relazione all’età ed al grado di comprensione Il personale informa genitori e bambini sulle condizioni di salute e sulle procedure cui il bambino verrà sottoposto con linguaggio comprensibile ed adeguato al suo sviluppo ed alla sua maturazione. Ciò comporta l’utilizzo di spazi, tempi, modalità e strumenti comunicativi idonei ai singoli casi, ricorrendo anche alle immagini, ai disegni, alla narrazione e al gioco. Per le persone straniere, con scarsa conoscenza della lingua italiana, l’Ospedale attiva rapporti con servizi di interpretariato o mediatori culturali.

Articolo 7 Il bambino ha diritto di essere coinvolto nelle decisioni diagnostiche e terapeutiche che lo riguardano Un assenso/dissenso progressivamente consapevoli in rapporto alla maturazione del bambino andranno sempre promossi e ricercati anche e soprattutto attraverso le relazioni familiari. La sperimentazione sul minore può essere effettuata solo se non esiste la possibilità di perseguire analoghi risultati su soggetti di maggiore età né una cura alternativa migliore; essa è sempre vincolata al consenso di chi esercita la potestà genitoriale.

. E’ necessario ascoltare il minore, entrare in relazione con lui, cercando di ritagliargli una “fetta” di autonomia decisionale. Per entrare realmente “in relazione” con il minore bisogna considerare la sua età.

SVILUPPO DELLA CAPACITA’ DI COMPRENSIONE NEL BAMBINO La competenza a decidere si basa sullo sviluppo cognitivo del bambino. I processi di pensiero, secondo Piaget (scuola di epistemologia genetica di Ginevra) si dividono in quattro fasi 13

Prima fase: Fase dell’intelligenza percettivo-motoria; da 0 a 15-18 mesi di vita. Seconda fase: Fase del pensiero pre-operatorio- irreversibile; dai 2 ai 5-6 anni di vita. Terza fase : fase del pensiero operatorio-reversibile; dai 6-7 ai 9-10 anni di vita. Quarta fase: fase del pensiero logico-deduttivo; dai 9-10 ai 13-14 anni di vita

PRIMA FASE Nel primi anni di vita le relazioni del bambino sono in gran parte mediate dai genitori. Nei confronti del bambino gli operatori sanitari devono assumere un atteggiamento delicato, tranquillizzante, con modi e termini adeguati all’età del bambino; nel caso di manovre dolorose occorre sempre utilizzare terapie farmacologiche e terapie di supporto finalizzate a minimizzare la paura ed il disagio. Molto importante è l’atteggiamento dei genitori: genitori “alleati”, collaborativi, in grado di contenere e consolare il bambino, rivestono un ruolo prezioso nella gestione della visita, nell’adesione del paziente alle terapia e nel mantenimento di un sereno rapporto di fiducia con gli operatori sanitari.

DA 2 A 6 ANNI Il bambino è guidato da un pensiero limitato alle personali esperienze operative, fantasioso e magico. In questa fase è insufficiente la capacità di comprendere e decidere ma il bambino sa esprimere le proprie sensazioni e va coinvolto nel processo diagnostico terapeutico. E’ possibile condurre un colloquio con il bambino con modi ed atteggiamenti adeguati all’età: utilizzando un linguaggio semplice, sfruttando il gioco, le favole, le immagini . Il coinvolgimento del bambino è utile (anche a questa età il paziente può dare informazioni sulle proprie sensazioni) e proficuo (se il bambino viene coinvolto spesso collabora attivamente). Deve essere evitato il silenzio perché questo aumenta le paure. Rimane molto importante la collaborazione dei genitori.

IN QUESTE FASI VI E’ CAPACITA’ DECISIONALE CONDIVISA CON I GENITORI DAI 6-7 ANNI DI VITA Il bambino riesce a farsi un’idea dei punti di vista degli altri, ad integrali nei propri ragionamenti e farne uso per le proprie decisioni. DAI 10-12 ANNI Il bambino è capace di un pensiero ipotetico, critico, astratto sugli eventi futuri e le loro conseguenze sul rapporto causa effetto. IN QUESTE FASI VI E’ CAPACITA’ DECISIONALE CONDIVISA CON I GENITORI E’ opportuno presentare al bambino-ragazzo li tutti gli scenari che è in grado di comprendere o immaginare/pensare. Sono possibili l’ assenso/dissenso su atti concreti vicini alla sua esperienza. tale esperienza farà nascere la necessaria alleanza con l’adulto. 17

LA COMUNICAZIONE NEL CASO DI PATOLOGIA IMPORTANTE, CON NECESSITA’ DI OSPEDALIZZAZIONE/TERAPIE PROLUNGATE COMUNICARE una diagnosi di malattia potenzialmente mortale o invalidante costituisce una tappa dolorosa per tutti e anche per i sanitari significa sentirsi portatori di grande sofferenza fisica e psichica.

L’ingresso in Ospedale viene sempre vissuto drammaticamente ACCOGLIENZA L’ingresso in Ospedale viene sempre vissuto drammaticamente dai genitori e dal bambino Il lavoro di accoglienza coinvolge tutto lo staff

ACCOGLIENZA Sentirsi “accolti bene e accompagnati” costituisce la premessa di potersi sentire “ben curati”

COMUNICAZIONE DIAGNOSI Importanza di una comunicazione sincera sia con i genitori che con il bambino. - rispetto alla malattia rispetto agli interventi terapeutici

UNA COMUNICAZIONE SINCERA CON PAZIENTE E GENITORI E’ FONDAMENTALE PER LO STABILIRSI DI UN RAPPORTO DI FIDUCIA E PER L’AVVIO DELL’ALLEANZA TERAPEUTICA QUALITA’ DI COMUNICAZIONE E RELAZIONE SI SVILUPPANO LUNGO UN PERCORSO CHE HA INIZIO GIA’ DAL PRIMO INCONTRO Ascolto e sincerità limitano il sentimento di solitudine e di diversità

COMUNICAZIONE DIAGNOSI Bambini e ragazzi desiderano sapere. Una comunicazione corretta che rispetti i loro tempi consente di approfondire gradatamente la definizione della situazione di malattia e ridimensionare paure e fantasie.

I genitori chiedono comprensione della loro disperazione iniziale e una comunicazione che sia basata su un atteggiamento sincero che non illuda, ma lasci speranza realistica, laddove esista.

La comunicazione continua… UNA COMUNICAZIONE APERTA RISPETTO ALLO SVOLGERSI DELL’ESPERIENZA DI MALATTIA CONSENTE AL BAMBINO / RAGAZZO DI “ PARTECIPARE” E NON “SUBIRE” IL PROCESSO DI CURA La comunicazione continua…

Presentazione del “CARE TEAM” Comunicazione della diagnosi e descrizione delle caratteristiche cliniche e biologiche della malattia Stima prognostica Descrizione dell’approccio diagnostico-terapeutico Descrizione degli effetti iatrogeni a breve, medio e lungo termine Sviluppo di un rapporto di fiducia e di cooperazione tra il ”care team” - genitori – paziente (alleanza terapeutica)

CONSENSO INFORMATO Caratteristiche del consenso informato Consapevole Reale e specifico Preventivo Personale Immune da vizio 28

CONSENSO INFORMATO Caratteristiche del consenso informato Consenso consapevole deriva da una chiara e completa informazione in merito all’approccio diagnostico-terapeutico, alla prognosi, agli effetti presuntivi del trattamento, ai rischi e alle possibili complicanze della terapia. 29

CONSENSO INFORMATO Caratteristiche del consenso informato Consenso personale espresso dal paziente stesso o dai genitori o persona rappresentante legale del paziente Consenso immune da vizi è privo di ogni elemento che possa turbare il processo intellettivo volitivo che determina la scelta 30

Contrasto tra genitori: uno vuole far eseguire un intervento, l’altro lo rifiuta; se i genitori sono separati Il consenso deve essere rilasciato da entrambi i genitori, anche da quello non affidatario Se si tratta di intervento “salvavita” ovvero di un intervento necessario per evitare un “danno grave”, il medico può decidere il da farsi senza chiedere alcun consenso, esattamente come farebbe per un adulto. Al di fuori di questi casi, sarà il Tribunale dei Minori, investito della questione, a decidere. 31

I genitori vogliono sottoporre il figlio ad un intervento, il minore lo rifiuta Il rifiuto delle terapie in un ragazzo di 14-16 anni rappresenta una “fonte di disagio” per il curante Il rifiuto di trattamento di un ragazzo di 16-18 anni diviene un “impedimento” 32

COMUNICAZIONE NELL’ISTITUZIONE a vari livelli All’interno del gruppo infermieristico All’interno dello staff medico-infermieristico. All’interno della divisione All’interno del dipartimento Nell’azienda

COMUNICAZIONE NELL’ISTITUZIONE stumenti Il dialogo Il colloquio mirato Le riunioni I gruppi

ACCOGLIENZA ASCOLTO ADEGUAMENTO AL PAZIENTE SINCERITA’ SPERANZA REALISTICA OBIETTIVI RAGGIUNGIBILI ALLEANZA ACCOMPAGNAMENTO