Banca d’Italia, Roma 27 febbraio 2014 Le caratteristiche strutturali delle imprese internazionalizzate e le reazioni alla crisi Leandro D’Aurizio Banca d’Italia, Roma 27 febbraio 2014
Lavori sintetizzati nella presentazione Caratteristiche strutturali delle imprese internazionalizzate e reazioni alla crisi Lavori sintetizzati nella presentazione Invind e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (Riccardo Cristadoro e Leandro D’Aurizio) IDE e performance d’impresa: un’analisi empirica basata su un campione di imprese italiane (Alessandro Borin e Michele Mancini) L’esposizione internazionale e l’evoluzione delle imprese manifatturiere italiane negli anni della crisi (Silvia Fabiani e Giordano Zevi) Global Value Chains and the Great Recession: Evidence from Italian and German Firms (Antonio Accetturo e Anna Giunta) Gli effetti degli investimenti diretti verso l’estero sulle imprese italiane: cosa insegna la letteratura economica? (Raffaello Bronzini e Andrea Lamorgese)
Outline della presentazione Caratteristiche strutturali delle imprese internazionalizzate e reazioni alla crisi Outline della presentazione L’internazionalizzazione produttiva (IP) e le catene globali del valore (GVC) L’industria italiana Diffusione e caratteristiche della IP nell’industria italiana La prima parte della crisi (2008-2009): cosa è successo alle imprese con IP? La seconda parte della crisi (2010-12): la IP ha reso le imprese più resistenti allo shock? Gli effetti delle GVC sulla crisi dell’industria italiana La IP come possibile risposta alla crisi Le prospettive della IP Quali ostacoli alla IP? Ricapitolazione e conclusioni
Internazionalizzazione produttiva e global value chains Caratteristiche strutturali delle imprese internazionalizzate e reazioni alla crisi Internazionalizzazione produttiva e global value chains Internazionalizzazione produttiva: aumentata su scala mondiale la maggior parte delle imprese persegue “strategie complesse”: migliore divisione del lavoro (sia alla ricerca di minor costo del lavoro sia alla ricerca di vantaggi tecnologici), ricerca di mercati Global value chains ricerca di una più capillare divisione internazionale del lavoro (rivoluzione delle ICT, parcellizzazione delle produzione in “tasks” e vantaggi comparati) passaggio da reti locali a reti globali di fornitori, sempre più qualificati e selezionati in base a costi, efficienza e qualità (iPad, iPhone) indicatore di diffusione per Italia: rapporto tra input produttivi importati e totale della produzione manifatturiera pari a circa il 30 per cento nel 2007 (simile alla Germania)
La base informativa utilizzata per l’analisi sull’Italia Caratteristiche strutturali delle imprese internazionalizzate e reazioni alla crisi La base informativa utilizzata per l’analisi sull’Italia Indagine Invind della Banca d’Italia sulle imprese industriali e dei servizi con 20 addetti e oltre (in particolare: sezione monografica su internazionalizzazione, 2011) Le informazioni sull’attività internazionale e sui bilanci a livello di singola impresa sono state integrate da altre fonti interne ed esterne (Borin e Mancini, 2014): Direct Reporting, Sondaggio congiunturale settembre-ottobre 2012, Amadeus, Fats, CeBi, Reprint Le principali informazioni ricavate dall’unione delle fonti sono: data di primo insediamento all’estero arricchire le informazioni sulla «geografia» dell’internazionalizzazione ricostruire lo stock di capitale stimare la produttività totale dei fattori
L’internazionalizzazione produttiva nell’industria italiana Caratteristiche strutturali delle imprese internazionalizzate e reazioni alla crisi L’internazionalizzazione produttiva nell’industria italiana Il numero di “multinazionali” italiane è cresciuto nell’ultimo decennio Quota di imprese MNE per l’industria (20 addetti e oltre) 2004 2006 2011 13.4 15.9 18.7 Quota di imprese MNE per i servizi privati non finanziari (20 addetti e oltre) 2004 2006 2011 4.8 5.9 8.3
Caratteristiche strutturali delle imprese internazionalizzate e reazioni alla crisi L’internazionalizzazione produttiva nell’industria italiana: importanza della dimensione d’impresa Oltre due terzi delle imprese manifatturiere italiane con 500 addetti e oltre hanno stabilimenti all’estero Il maggior aumento della diffusione del fenomeno è avvenuto nella classe dimensionale 50-199 addetti Ancora scarsa è la diffusione tra le imprese con 20-49 addetti
Ma dove vanno le imprese italiane? Caratteristiche strutturali delle imprese internazionalizzate e reazioni alla crisi Ma dove vanno le imprese italiane? Oltre metà delle presenze all’estero è nei paesi avanzati Cina, Brasile e Romania sono i principali poli di attrazione nei paesi emergenti
Maggior produttività delle internazionalizzate, come da teoria Caratteristiche strutturali delle imprese internazionalizzate e reazioni alla crisi Maggior produttività delle internazionalizzate, come da teoria
Caratteristiche strutturali delle imprese internazionalizzate e reazioni alla crisi Altra previsione confermata della teoria: maggior capitale umano delle imprese internazionalizzate
Caratteristiche strutturali delle imprese internazionalizzate e reazioni alla crisi Da dove nasce il vantaggio competitivo delle imprese internazionalizzate? Selezione ex-ante: le imprese che iniziano ad investire all’estero sono già più grandi e produttive? Sì, secondo la letteratura Solida base teorica (Helpman et al. 2004) Numerosi riscontri empirici 2) Guadagni ex-post: l'internazionalizzazione ha effetti sulla performance dell'impresa? Indicazioni non univoche dalla letteratura Questione più complessa/meno esplorata dal punto di vista teorico Risultati empirici non concordi (possibili problemi dati inadeguati, difficoltà nell’ identificare l’effetto causale) Ci sono conseguenze negative sull’occupazione?
I risultati su un campione di imprese italiane Caratteristiche strutturali delle imprese internazionalizzate e reazioni alla crisi I risultati su un campione di imprese italiane Selezione ex-ante: le imprese che iniziano ad investire all’estero sono già più grandi e produttive? Sì, in particolare le nuove multinazionali che investono nelle economie più lontane (emergenti e avanzate) 2) Guadagni ex-post: l'internazionalizzazione ha effetti sulla performance dell'impresa? Sì, internazionalizzarsi comporta un ulteriore vantaggio, oltre a quello già pre-esistente Dinamica più elevata per fatturato e TFP rispetto a imprese con caratteristiche analoghe ex-ante, ma che non hanno investito all’estero Questi vantaggi si acquisiscono gradualmente nel corso del tempo Non emergono in media effetti negativi sull’occupazione Questi vantaggi si acquisiscono nel corso del tempo, dopo il primo investimento, segnale che occorre una riorganizzazione complessiva dei processi di produzione per beneficiare appieno dell’investimento all’estero. -Effetti non negativi sull’occupazione: vale per tutte le tipologie di occupazione e aree di destinazione dell’investimento. -Effetti positivi e significativi sulla componente qualificata nelle imprese che investono in paesi avanzati.
L’internazionalizzazione riduce l’occupazione nel paese d’origine? Caratteristiche strutturali delle imprese internazionalizzate e reazioni alla crisi L’internazionalizzazione riduce l’occupazione nel paese d’origine? Le analisi empiriche (anche per l’Italia) non avvalorano la tesi che gli investimenti all’estero abbiano un effetto negativo sull’occupazione domestica delle imprese che si internazionalizzano (cambia MIX) I benefici dell’investimento (profitti, guadagni di efficienza, di apprendimento) possono bilanciare gli effetti negativi sull’attività domestica delle imprese che hanno spostato all’estero loro attività I risultati dipendono dal tipo di investimento, dal paese target e dalla tecnica di analisi. In generale, l’internazionalizzazione verso i paesi avanzati stimola la crescita occupazionale nel nostro paese Le ripercussioni sulla filiera nazionale (subfornitori dell’impresa che si internazionalizza) sono un aspetto ancora poco analizzato Bisogna guardare però ai risultati in un’ottica di equilibrio economico generale: ad es. considerando i vantaggi per consumatori e imprese del paese d’origine dell’investimento derivanti da maggior domanda e importazioni meno costose dal paese di destinazione
La due distinte fasi della crisi (2007-2009, 2010-2012) Caratteristiche strutturali delle imprese internazionalizzate e reazioni alla crisi La due distinte fasi della crisi (2007-2009, 2010-2012) Andamento aggregato del fatturato (numero indice) Prima fase (2007-2009): crisi generalizzata Imprese esportatrici colpite dal calo della domanda mondiale Seconda fase (2010-2012): crisi concentrata sul mercato domestico Linea blu: fatturato in Italia, Linea rossa: fatturato estero, Linea nera: fatturato totale Fonte: Istat
La prima fase (2007-2009) in base ai dati Invind Caratteristiche strutturali delle imprese internazionalizzate e reazioni alla crisi La prima fase (2007-2009) in base ai dati Invind Fatturato tre quarti delle imprese manifatturiere e 62% dei servizi non finanziari con calo di fatturato, incidenza maggiore tra quante esportavano o erano presenti all’estero con affiliate Ore lavorate (più informative dell’occupazione, che include anche gli addetti in CIG) contrazione delle ore lavorate più diffusa per imprese che esportano o investono all’estero, effetto del repentino calo della domanda mondiale
La seconda fase (2010-2012) in base ai dati Invind Caratteristiche strutturali delle imprese internazionalizzate e reazioni alla crisi La seconda fase (2010-2012) in base ai dati Invind Fatturato: rispetto alla prima fase, diminuisce la quota di imprese con fatturato in flessione, quasi esclusivamente per l’espansione delle vendite delle imprese esportatrici e delle multinazionali Ore lavorate: rispetto alla prima fase, la quota di imprese con riduzione delle ore lavorate scende drasticamente per imprese operanti sui mercati internazionali. La contrazione per le imprese domestiche è lieve
Caratteristiche strutturali delle imprese internazionalizzate e reazioni alla crisi La migliore performance delle imprese internazionalizzate nella seconda parte della crisi
Caratteristiche strutturali delle imprese internazionalizzate e reazioni alla crisi La posizione delle imprese italiane nelle Global Value Chains influenza la loro performance? I legami input-output creati delle GVC hanno sincronizzato i cicli economici dei paesi e accentuato la caduta dei flussi commerciali del 2008-2009 La redditività delle imprese aumenta con la vicinanza al consumatore finale e per le fornitrici di servizi di headquarters. Questo fenomeno è stato accentuato durante la crisi Italia e Germania hanno un peso del manifatturiero sul PIL simile e un analogo livello di coinvolgimento nelle GVC Tuttavia, rispetto alle imprese tedesche, le imprese italiane tendono a collocarsi nelle fasi intermedie della filiera internazionale (sub-fornitura) Questo fattore e la minore capacità delle imprese italiane “intermedie” di rafforzare la propria posizione competitiva tramite innovazione e capitale umano spiega parte del maggiore calo di vendite rispetto a quelle tedesche
Le strategie di export e IP per uscire dalla crisi Caratteristiche strutturali delle imprese internazionalizzate e reazioni alla crisi Le strategie di export e IP per uscire dalla crisi Nel 2009 una cospicua quota di imprese segnalava una strategia di reazione alla crisi di aumento dei mercati di sbocco e dell’intensità dell’internazionalizzazione, preferita ad altre strategie molto eterogenee
Uscire dalla crisi aumentando l’esposizione all’estero Caratteristiche strutturali delle imprese internazionalizzate e reazioni alla crisi Uscire dalla crisi aumentando l’esposizione all’estero La quota di imprese che aumentano il grado di esposizione all’estero tra 2006 e 2011 è superiore a quante lo riducono (rispettivamente 14 e 8% delle manifatturiere con almeno 20 addetti) Le imprese che aumentano il grado di esposizione all’estero hanno dinamica del lavoro e produttività migliore nella seconda parte della crisi 2009-2011 Produttività media variazione esposizione (2006-2011) var. % addetti var. addetti % blue collar valore aggiunto per addetto TFP diminuita -4,0 -2,0 59,3 28,8 pari -2,8 -1,9 65,6 29,6 cresciuta -0,7 -2,1 72,0 35,5 totale 66,4 30,8 Anche nelle previsioni di fatturato e occupazione di medio periodo 2013-2015, queste imprese erano maggiormente ottimiste a fine 2012
Caratteristiche strutturali delle imprese internazionalizzate e reazioni alla crisi Al contempo le imprese internazionalizzate mantengono la capacità produttiva tecnica in Italia Le imprese rivolte solo al mercato interno tendono a ridurre il grado di utilizzo della cpt dal 2009, a differenza delle imprese rivolte ai mercati esteri, comprese quelle con internazionalizzazione produttiva
Prospettive dell’internazionalizzazione Caratteristiche strutturali delle imprese internazionalizzate e reazioni alla crisi Prospettive dell’internazionalizzazione Potrebbe aumentare la diffusione dell’internazionalizzazione produttiva verso i paesi in via di sviluppo, meno favorevole secondo la letteratura alle prospettive occupazionali del paese dove si trova la casa-madre
Ostacoli all’internazionalizzazione Caratteristiche strutturali delle imprese internazionalizzate e reazioni alla crisi Ostacoli all’internazionalizzazione le scarse informazioni sul paese di destinazione sono l’ostacolo più incontrato dalle internazionalizzate, piccole o grandi quelle che non hanno delocalizzato lamentano carenze organizzative e dimensionali o problemi con le istituzioni del paese target
Caratteristiche strutturali delle imprese internazionalizzate e reazioni alla crisi Ricapitoliamo i principali risultati sull’internazionalizzazione produttiva delle imprese italiane Crescita del numero di imprese internazionalizzate in Italia nell’ultimo decennio Imprese internazionalizzate: maggiormente produttive e con maggiore dotazione di capitale umano L’internazionalizzazione produttiva attrae imprese più grandi e produttive ex-ante, ma vi sono ulteriori vantaggi che si acquisiscono ex-post nel tempo: “learning by investing” Migliori performance delle imprese internazionalizzate nella seconda parte della crisi L’aumento dell'apertura verso l'estero è stata una risposta alle difficoltà della crisi I processi di internazionalizzazione della produzione sono destinati a crescere, in particolare verso i paesi emergenti È opportuno che l’ammontare degli incentivi e i tempi di erogazione dei fondi siano noti in anticipo, così che le imprese possano incorporare con ragionevole certezza gli incentivi nei loro piani di investimento; e inoltre che non si sottovalutino i costi di gestione degli strumenti: procedure molto complesse risultano spesso anche molto onerose a fronte di benefici incerti della politica.
Caratteristiche strutturali delle imprese internazionalizzate e reazioni alla crisi Conclusione L’analisi empirica mostra un sistema industriale italiano polarizzato tra imprese ad elevata performance, fortemente esposte sui mercati internazionali e presenti con insediamenti all’estero, e imprese in forte difficoltà, in prevalenza orientate al mercato interno L’internazionalizzazione produttiva ha quindi effetti positivi e risulta in espansione anche in prospettiva, ma le imprese segnalano degli ostacoli per la sua attuazione Questi elementi rendono necessario comprendere gli effetti delle politiche economiche sull’internazionalizzazione produttiva, nonché disegnare policy efficaci al suo supporto È opportuno che l’ammontare degli incentivi e i tempi di erogazione dei fondi siano noti in anticipo, così che le imprese possano incorporare con ragionevole certezza gli incentivi nei loro piani di investimento; e inoltre che non si sottovalutino i costi di gestione degli strumenti: procedure molto complesse risultano spesso anche molto onerose a fronte di benefici incerti della politica.
Grazie per l’attenzione 26
Caratteristiche strutturali delle imprese internazionalizzate e reazioni alla crisi Effetti della transizione all’internazionalizzazione produttiva per l’Italia Gli effetti sono distribuiti lungo il tempo e sono positivi anche sull’occupazione italiana