L’IDENTITA’ NARRATIVA

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Transcript della presentazione:

L’IDENTITA’ NARRATIVA J.Bruner – il concetto del «sé narratore» (Educare, 127) A.MacIntyre – il carattere narrativo della vita umana (Educare, 139) P.Ricoeur – l’identità narrativa (Educare, 140) Motivazione Percezione della situazione Sistema del Sé Come si può intendere l’identità narrativa e come questo concetto può essere valorizzato in educazione?

SEDIMENTAZIONE ANTERIORE L’IDENTITÀ NARRATIVA Che cosa sono io? IDEM Chi sono io? IPSE L’identità narrativa si costituisce nell’interazione tra le due identità: SEDIMENTAZIONE ANTERIORE PROSPETTICA Ricordi sedimentati nella memoria es. trauma della nascita, ricordi del corpo, esperienze passate consce e inconsce ecc. Ideali verso i quali si tende (pronunciati e nascosti)

L’IDENTITA’ NARRATIVA P. RICOEUR (1994), Persona, comunità e istruzioni, Firenze: Ed. Cultura della Pace. “CHE COSA SONO IO ?” – idem “CHI SONO IO ?” – ipse «La persona si disegna essa stessa nel tempo come unità narrativa di una vita che riflette la dialettica della coesione e della dispersione, che l’intreccio media». RICOEUR (1994), p. 78.

DEMETRIO (1998), Pedagogia della memoria, Roma: Meltemi. «Il narratore»: descrive, autoriflette, interpreta, si rivolge le domande, ricerca se stesso. La considerazione dell’identità narrativa e del suo formarsi attraverso modalità di espressione autobiografiche può aiutare alla identificazione della domanda educativa presente negli educandi. L’educatore si deve aprire all’ascolto attento delle storie di vita dell’educando aiutandolo a scoprire le domande profonde: CHI SONO? – CHI VOGLIO ESSERE?; Dalla frammentarietà e dispersione dell’esperienza, dal «che cosa sono», aiuta ad aprirsi alla ricerca di CHI SONO, di chi desidero essere. AZIONE EDUCATIVA

DIMENSIONE SPIRITUALE Howard Gardner – «Assumiamo che sia ragionevole almeno indagare circa una possibile intelligenza spirituale, o un insieme di intelligenze correlate con lo spirituale» (Ed.129) Karl Rahner – «mistero senza nome della nostra esistenza» (Ed.141)

DIMENSIONE SPIRITUALE D.Hay – R.Nye - (Ed.142) – punto di partenza: l’assunzione dell’esistenza di una base di «consapevolezza olistica della realtà, che è potenzialmente presente in ogni essere umano». Su questa base si possono radicare tra grandi categorie di sensibilità spirituale: l’essere consapevoli di sé la sensibilità per il mistero, per la nostra limitatezza e per ciò che ci supera, da cui deriva meraviglia e apertura al trascendente la sensibilità per i valori, la sensibilità alla felicità ultima e al bene supremo.

DIMENSIONE SPIRITUALE (J.Tisdell; J. Gollnick – Ed.143) Come promuovere la dimensione spirituale nelle istituzioni formative multiculturali e multireligiose? RELIGIOSA MORALE SPIRITUALE dare senso e significato trascendente all’esistenza umana attribuzione di valore alla vita dello spirito il crescere dell’uomo interiore cultura religiosa conoscenza delle problematiche religiose comportamento etico-morale esecuzione delle leggi morali

Condizioni per coltivare la dimensione spirituale: La vita spirituale si rivela nel crescere dell’uomo interiore, che non attribuisce solo valore alle cose, ma soprattutto alla vita dello spirito, allo scambio di significati, di senso, di speranza con gli altri, alla risonanza profonda di quanto si vive nell’esperienza della vita… Condizioni per coltivare la dimensione spirituale: Apertura e ricettività Senso di incompletezza Percezioni di possibilità di essere migliori, trasformati, di poter trascendere se stessi Si realizza: Lavoro, studio Relazioni interpersonali Vita quotidiana, vita sociale, vita culturale

Victor Frankl – spiritualità come una dimensione antropologica „Che cos'è, dunque, l'uomo? Noi l'abbiamo conosciuto nel campo di concentramento, in un luogo dove veniva perduto tutto ciò che si possedeva: denaro potere, fama, felicità; un luogo dove restava non ciò che l'uomo può "avere", ma ciò che l'uomo deve essere; un luogo dove restava unicamente l'uomo nella sua essenza.” (V.Frankl)

Temi per l’esame orale: Definire il concetto di domanda educativa, prospettandone alcune dimensioni fondamentali ed illustrando alcuni metodi di analisi dei bisogni educativi dei giovani (testi : capitolo IV – domanda educativa, bisogno educativo, mappe di qualità umane; capitolo V – tre dimensioni presentate generalmente: emozionale, cognitiva, volitiva). Scegliere una delle dimensioni della domanda educativa (emozionale, cognitiva, volitiva e del carattere, spirituale) e presentarla in modo dettagliato spiegando le implicazioni educative. Integrare le spiegazioni con la lettura dei relativi articoli indicati sotto. Tenendo conto di alcune spiegazioni nei capitoli IV, V e VIII, presentare i concetti del Sé, dell’identità narrativa e della “pedagogia narrativa”, valorizzando in modo particolare gli apporti di Bruner, di Riceour, di Demetrio, di MacIntyre. Articoli di approfondimento per la domanda 2 (uno a scelta; si trovano sul sito): dimensione emozionale e relazionale: B.Rossi, cap. 2.1 «Sento, dunque sono», e cap. 2.2. «Avere a cuore il cuore», in B.Rossi, Avere cura del cuore, Roma, Carocci, 2006. dimensione cognitiva e razionale: H. Gardner, «Prefazione» e cap. I – «Oltre il QI: l’istruzione e lo sviluppo umano», in H.Gardner, Educazione e sviluppo della mente. Erickson, 2005. dimensione volitiva e del carattere: H. Gardner, cap. IX – «La chiave nella fessura: la creatività secondo i cinesi» in H.Gardner, Educazione e sviluppo della mente. Erickson, 2005. dimensione spirituale: M. Pellerey, «Spiritualità e educazione» . (o qualsiasi altro articolo che tratta della dimensione spirituale dell’uomo dal punto di vista educativo)