La filosofia cristiano-medievale

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La filosofia cristiano-medievale

La filosofia cristiano-medievale La filosofia medioevale costituisce un imponente ripensamento dell'intera tradizione classica sotto la spinta delle domande poste dalle tre grandi religioni monoteiste. La filosofia Cristiano-medievale è contrassegnata dall’egemonia culturale e filosofica della Chiesa. Il filosofo medievale, che è un ecclesiastico, non ricerca la verità: questa si sa già ed è rappresentata dalla rivelazione divina ma studia e medita per capire razionalmente le verità di fede e quindi è interessato al rapporto che intercorre tra ragione e fede.

La filosofia cristiana fra i secoli I e XIV d. C La filosofia cristiana fra i secoli I e XIV d.C. viene usualmente suddivisa in due periodi: Patristica e Scolastica. Patristica è il periodo dal I sec. fino all'epoca Carolingia esclusa (cioè, fino a circa la metà dell' VIII sec.); Scolastica è il  periodo dall'epoca di Carlo Magno fino alla fine del XIV sec.

La patristica Con filosofia patristica si intende la filosofia cristiana dei primi secoli, elaborata dai Padri della Chiesa e dagli scrittori ecclesiastici. Essa consiste nell'elaborazione dottrinale delle verità di fede del Cristianesimo e nella loro difesa contro gli attacchi dei "pagani" e contro le eresie. Quando il Cristianesimo, per difendersi da attacchi polemici, dovette chiarire i propri presupposti, si presentò come l'espressione compiuta della verità che la filosofia greca aveva cercato, ma non era riuscita a trovare pienamente, in quanto la Verità stessa non si era ancora manifestata agli uomini, ovvero in quanto Dio stesso non si era ancora incarnato.

La patristica si divide generalmente in tre periodi: La difesa contro pagani e gnostici Fino al 200 è dedicata alla difesa del cristianesimo contro i suoi avversari (padri Apologisti, San Giustino martire). La formulazione dottrinale delle credenze cristiane fino al 450 è il periodo in cui sorgono i primi grandi sistemi di filosofia cristiana (Sant'Agostino, Clemente Alessandrino). La trasmissione della cultura cristiana al mondo medioevale Sino al VIII secolo è rielaborazione delle dottrine già formulate e di formulazioni originali (Boezio).

La Scolastica L'eredità della patristica fu raccolta dalla Scolastica. Cronologicamente, la scolastica copre il periodo che va dall'VIII secolo al Rinascimento. Si suddivide in: Alta Scolastica (dall'VIII secolo al XII secolo) in cui spicca Anselmo d'Aosta; il periodo d'oro coincidente con il Milleduecento, grazie alla diffusione del pensiero di San Tommaso; Tarda Scolastica,dalla fine del XIII sec.a tutto il XIV sec. il cui principale esponente fu Guglielmo d'Ockham.

Gli insegnamenti La scolastica ebbe origine dall'istituzione delle scholae, ossia di un sistema scolastico-educativo diffuso in tutta Europa, e che garantiva una sostanziale uniformità di insegnamento. Esso fu il primo, e forse unico, sistema scolastico organizzato su vasta scala della storia dell’Occidente. Era stato Carlo Magno a volerlo, il quale, dando avvio alla "rinascita carolingia", aveva fondato ad Aquisgrana la Schola palatina, per favorire l'istruzione delle genti e la diffusione del sapere allo scopo di dare unità e compattezza al Sacro Romano Impero. A tal fine si era servito dei monaci benedettini, i quali avevano salvaguardato la cultura dei classici tramite la ricopiatura dei testi antichi, non solo di quelli religiosi ma anche scientifici e letterari: le loro abbazie divennero così i centri del nuovo sapere medievale.

Gli insegnamenti erano divisi in due rami: l'arte del trivio. Il Trivium riguardava tre discipline filosofico-letterarie: Grammatica, ovvero la lingua latina Retorica, cioè l'arte di comporre un discorso e di parlare in pubblico Dialettica, cioè la filosofia l'arte del quadrivio (il complesso delle materie scientifiche). Esso comprendeva quattro discipline attribuite alla sfera matematica: Aritmetica Geometria Astronomia Musica

all'insegnamento di queste arti cosiddette "liberali" era anticamente preposto lo Scholasticus, a cui in seguito si affiancò un Magister artium, di grado superiore, esperto in teologia. Le lezioni si svolgevano dapprima nei monasteri, poi progressivamente nelle scuole annesse alle cattedrali, e infine nelle università.

I Metodi Il carattere fondamentale della filosofia scolastica consisteva nell'illustrare e difendere le verità di fede con l'uso della ragione, verso la quale si nutriva un atteggiamento positivo. A tal fine, essi privilegiarono la sistematizzazione del sapere già esistente rispetto all'elaborazione di nuove conoscenze.

La lectio scolastica si fonda su: lectio (lettura del testo) expositio(esposizione) domande sulla questione (quaestio) la discussione (disputatio)

Il principio di autorita Decisivo nelle dispute era il richiamo alle auctoritas, che erano rappresentate dagli scritti dei Padri della Chiesa , dai testi sacri, e da scritti della tradizione cristiana. Le auctoritates erano, in sostanza, la decisione di affidarsi ad una voce ufficiale e decisa dai concili Esistevano oltre alle l'auctoritas di cui sopra , A. in campo medico (Galeno), quella in campo metafisico (Aristotele) e quella in campo astronomico (Tolomeo).

La Scolastica e la scienza Gli scolastici diedero infatti un forte impulso anche allo sviluppo della scienza. Roger Bacon, ad esempio, pur restando fedele al metodo aristotelico, si occupò di filosofia della natura, basandosi sulle osservazioni degli eventi, e contestando alcuni elementi anti-scientifici del pensiero greco.

Nel XII - XIII secolo, nell'ambito degli studi teologici che si tenevano nelle prime Università europee come Bologna, Parigi, Oxford, si svilupparono così diverse ricerche sulla natura, ovvero sul creato considerato opera di Dio Per i filosofi della natura del XII - XIII secolo la creazione era come un libro che andava letto e compreso, un libro che conteneva leggi naturali immutabili decise da Dio al momento della creazione. Tali studiosi pensavano che conoscere quelle leggi naturali avrebbe portato ad una conoscenza capace di avvicinare sempre più a Dio. In quest'ambito valevano come auctoritas anche filosofi dell'epoca greca e persino pensatori di origine islamica.

Gli sviluppi Dopo il periodo d'oro, la scolastica conobbe un periodo di lenta decadenza, a causa della perdita dell'unità medievale dei cristiani. Il termine "scolastico" assunse da allora una connotazione a volte negativa. Per l'abitudine di affidarsi ad Autorità’ per giustificare le proprie tesi, ogni filosofia, anche moderna o contemporanea, che utilizzi e si appoggi su una teoria filosofica già esistente, viene perciò definita scolastica. Si ebbero tuttavia alcuni periodi di rinascita, durante il XIV e il XVI secolo in Spagna, con il domenicano Francisco de Vitoria, e il gesuita Francisco Suárez.