Il Fascismo
(da L'Enciclopedia Italiana e il fascismo, Giovanni Gentile) “Questo, per me, è fascismo. È quel fascismo che può affermare con giusto orgoglio: io non sono partito, ma sono l'Italia. È il fascismo che può e deve chiamare a raccolta per ogni impresa nazionale tutti gl'Italiani: anche quelli dell'antimanifesto. I quali, se risponderanno all'appello, non verranno [...] per fare dell'antifascismo: verranno, almeno nell'Enciclopedia, a portare il contributo della loro competenza: a far della matematica o della chimica o della fisica, e insomma della scienza. “ (da L'Enciclopedia Italiana e il fascismo, Giovanni Gentile)
Il dopoguerra in Italia La società italiana risulta dalla guerra profondamente mutata: i contadini, le donne, i giovani borghesi, gli operai si mobilitano per cambiamenti sostanziali che ne migliorino le condizioni e l’accesso alla politica. I nazionalisti sono profondamente scontenti del risultato degli accordi di pace e rivendicano il possesso italiano dell’Istria. Per loro la vittoria era risultata «mutilata». Nasce il Partito comunista italiano di Antonio Gramsci e Amadeo Bordiga (1921).
Inoltre al disagio generale contribuirono: • Crisi del sistema giolittiano • La “Questione meridionale” • L’inflazione e il crollo della lira •Il biennio rosso
Nasce il Partito fascista Un uomo politico spregiudicato e ambizioso, Benito Mussolini, che era stato espulso dal Partito socialista per aver sostenuto la necessità dell’intervento in guerra dell’Italia, cercò di trarre profitto dallo scontento generale fondando un nuovo partito, il Partito fascista. Questo prometteva di far tornare l’ordine in Italia e dichiarava di proporsi, al di sopra di ogni altro fine, il bene della patria.
Etimologia del termine Il nome fascismo deriva da Fasci di combattimento, fondati nel 1919 da Benito Mussolini, origine etimologica dalla parola fascio (in lingua latina: fascis). Il riferimento era ai fasci usati dagli antichi littori come simbolo del potere legittimo. L'ascia presente nel fascio simboleggiava il supremo potere di ius vitae necisque, diritto di vita o di morte, esercitato solo dalle massime magistrature romane, mentre le verghe erano simbolo dell'ordinaria potestà sanzionatoria, e materialmente usate dai littori per infliggere la pena (non capitale) della verberatio. Il richiamo ai fasci va inoltre letto come un esempio dell'innegabile fascino che il mito di Roma esercitava sul fascismo, il quale di fatto tentò una restaurazione degli antichi fasti imperiali romani, e giustificò la sua politica espansionistica alla luce di una missione civilizzatrice del popolo italiano, erede di Roma.
Aspetti ideologici Fra gli aspetti ideologici del fascismo che occorre citare, vi sono i seguenti: • Il culto di Roma - Il fascismo si propone come ideale rinnovatore dei fasti di Roma antica; • Il culto della giovinezza - Il fascismo si considerava innanzitutto una rivoluzione generazionale. Mussolini è stato il più giovane primo ministro dell'Italia unita e attraverso il Futurismo il fascismo ha assorbito il mito della gioventù; • Il culto della violenza - Nascendo dagli arditi e dai futuristi e dal sindacalismo rivoluzionario di Sorel il fascismo fa suo ed esalta il culto della violenza; • Il "principio del capo" - Anche questo mediato dagli arditi, prevede una concezione gerarchica e piramidale del mondo. Viene dunque esaltata l'obbedienza, anche cieca, irrazionale e totale; • Il corporativismo, inteso come superamento sindacal-organicista e interclassista del socialismo e del liberalismo.
Caratteri generali del fascismo Il fascismo ebbe, dunque, questi caratteri generali: Fu nazionalista. Fu misticamente statalista e represse ogni pluralismo e diversità. Fu nemico della concezione rappresentativa liberal-democratica parlamentare e pretese di identificarsi direttamente col popolo preso come entità mistica. Fu anti-intellettualistico e antirazionalistico ed esaltò le forze dell’irrazionale, dell'istinto, della forza fisica Creò la moderna politica populistica di massa basata sulla rappresentazione scenica che si concretizzò nelle sfilate, nelle adunate oceaniche, nei canti e nelle fiaccolate.
Si servì della propaganda di massa per creare consenso usando i mezzi comunicazione di massa: la radio e il cinema. Esibì volontà di uguaglianza e giustizia (anticapitalismo) che attuò attraverso la realizzazione di opere sociali, ma applicò sempre il principio di far pagare alla nazione i costi lasciando l’appropriazione privata dei profitti. Ebbe una filosofia esclusiva fondata sui valori della disciplina, della combattività, della fedeltà e della dedizione totale al partito. Nella sua radice più profonda fu nichilista.
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