Gli spiritual e i gospel
Lo spiritual In America i Neri sono sempre stati presenti, o quasi, così per individuare le origini di quella musica che definiamo comunemente Nera dobbiamo prendere in considerazione eventi che hanno avuto inizio nel XV sec. E’ infatti in questo periodo che gli Europei iniziano a prelevare Africani, da utilizzare essenzialmente per lavori di fatica, portandone un’ingente quantità anche nell’America Settentrionale (a partire dal 1619). Lo schiavismo, ancora giovane, sarebbe stato destinato a continuare ancora, più precisamente fino al XIX sec., anche se in alcuni Paesi questo era già stato abolito nel XVIII sec.
Lo spiritual è una musica afro-americana, usualmente con un testo religioso cristiano. Originariamente a cappella, questo genere musicale è antecedente al blues. Lo spiritual è l'antenato del jazz. Solitamente gli schiavi neri cantavano queste canzoni, accompagnandosi con rumori prodotti da coperchi di pentole e lattine, al fine di battere il tempo. Lo spiritual era un canto spirituale, come dice lo stesso nome, che veniva dedicato a Dio per alleviare i dolori e le sofferenze della schiavitù. Nel XIX secolo il termine jubilee era più diffuso (soprattutto tra gli afroamericani; i bianchi spesso chiamavano queste canzoni degli schiavi).
Le tracce dell'Africa si rivelano nelle tradizioni orali dei cantanti neri, derivata dai rituali tribali africani, negli stili di danza talvolta esuberanti, ma sempre personali e democratici, espressione genuina e personale di se stessi, nella 'possessione' del parlare 'in lingua', nel battesimo in immersione completa. Rispetto allo stile dei bianchi, l'espressione religiosa cristiana della comunità africana è spesso allegra, rumorosa, spontanea.
Il gospel Con l’abolizione della schiavitù, avvenuta nel 1865, la musica nera varca i confini delle piantagioni ed incontra le tradizioni musicali di origine europea. Da questa fusione e dagli sforzi da parte di alcuni compositori del periodo, di modernizzare gli spirituals e favorire così la loro diffusione e commercializzazione, nasce un nuovo genere musicale. Le sue canzoni erano ispirate dalla Bibbia e dal Vangelo e furono chiamate ‘le canzoni del Vangelo’ : Gospel, appunto. Era il 1930. Da questo momento in poi l’ascesa di questo nuovo genere musicale fu inarrestabile, e ben presto, grazie anche all’avvento ed alla diffusione di radio, giradischi e turnèe, varcò i confini americani per approdare in Europa e nelle altre parti del mondo.
I contenuti religiosi della musica Gospel ed il fatto che spesso ha accompagnato la liturgia evangelica, fa della chiesa il luogo naturale per l’esecuzione di un suo concerto. Ma non è sempre stato così. Durante il periodo della schiavitù, i 'padroni' non permettevano agli schiavi di ballare e di suonare, come si usava in Africa. Gli schiavi si riunivano così in posti segreti, all’aperto, dove condividere, attraverso la musica, le loro gioie, i loro dolori e le loro speranze. Con la fine della schiavitù, apparvero le prime chiese in cui era evidente l'influenza delle tradizioni africane dalle quali avevano ereditato le grida, gli applausi, i balli ritmici e le canzoni di esultanza nate nelle piantagioni.
Il Gospel, infine, prima di conquistare i luoghi di culto, fu addirittura bandito dalle chiese. Nonostante i suoi contenuti dichiaratamente evangelici, infatti, per la fusione del sacro (spirituals e inni) con il profano (la musica commerciale del periodo), per un certo periodo di tempo non fu ben visto dalla chiesa del periodo.
A cura di Giulia Giudice e Chiara Avallone