Identità e culture politiche da A. Costabile, P. Fantozzi, P. Turi (a cura di), Manuale di Sociologia Politica, Roma, Carocci
Identità collettiva = il risultato dell’insieme di elementi normativi condivisi da tutti gli individui che fanno parte di un determinato gruppo sociale. Identità e gruppo sociale però non coincidono completamente. Non è detto che non ci siano conflitti e divisioni all'interno di una identità collettiva, ma perché continui a darsi una comune appartenenza è necessario che tali divisioni non distruggano completamente una base comune di riferimento.
Identità, appartenenze e culture politiche sono allora quelli che si riferiscono in maniera propria e diretta alla sfera politica (caratterizzano sindacati, partiti, movimenti, associazioni politiche) È possibile anche porsi il problema di quali siano l’identità e la cultura politica di interi paesi (degli italiani) oppure di specifici regimi politici (democratica)
Tre problemi: che rapporto esiste tra politica e cultura? La cultura svolge un ruolo autonomo per spiegare fenomeni politici 2. in che senso la cultura politica ha una valenza normativa? Offre agli individui un insieme di valori di riferimento tali da costituire una specifica visione della realtà. Consente quindi di esprimere giudizi e di sostenerli anche argomentativamente, non solo sulla base del senso di appartenenza
che rapporto c'è tra identità collettiva e appartenenza individuale? La dimensione collettiva non può cancellare completamente quella individuale (e neppure il contrario).La cultura politica non può coincidere con una dimensione meramente individuale ma è esterna al singolo individuo e gli appare come tale, lascia margini di autonomia
Definizione di cultura politica l’insieme di quegli elementi culturali che costituiscono una identità politica e, attraverso di essa, sostengono un'appartenenza politica Sin dall’antichità è stato messo in evidenza il legame tra politica attiva, partecipazione politica e credenze politiche
Es. Aristotele: stretto legame tra stratificazione sociale e atteggiamento verso la politica > la forma migliore di governo è quella dove predomina la classe media, che rifugge ogni eccesso proprio per le caratteristiche specifiche del suo status sociale e della sua formazione Es. Machiavelli, Montesquieu: importanza dell’educazione morale e religiosa e della capacità di formare cittadini capaci di senso civico nella storia di Roma
Es. Rousseau: i costumi, le usanze e le opinioni politiche hanno la stessa importanza delle leggi, perché si incidono nel cuore dei cittadini e costituiscono la vera natura dell’organismo politico Es.Tocqueville: la natura della democrazia americana è fortemente connotata in una direzione culturale. In America, la democrazia vive soprattutto di quello spirito civico che anima la partecipazione politica, la vita pubblica, la rete delle associazioni: essa non è mera e vuota procedura, ma implica l'esistenza di un insieme di valori, in primis l'eguaglianza, fortemente condivisi.
XIX secolo Il problema legato all’esistenza l’importanza di una dimensione culturale all’interno della sfera politica assume la forma di una riflessione intorno al concetto di ideologia politica
Illuminismo: l'ideologia costituisce una vera e propria scienza delle idee, capace di indirizzare l'uomo verso un progressivo percorso di emancipazione dalle vecchie e false credenze, soprattutto di tipo religioso. L'idea di fondo è la possibilità di distinguere tra un sapere vero, fondato sulla ragione e sul progresso della scienza, da un sapere falso, legato a miti e false credenze.
Mannheim (1893-1947) All’inizio, il concetto di ideologia coincide di fatto con l'idea di menzogna = smascherare l'ideologia dell'avversario implica mostrargli le falsità di una sua singola idea, posizione, opinione (significato premarxista). “Il mio avversario politico sbaglia ma può essere corretto in quanto un individuo razionale, capace cioè di riconoscere il suo errore”
Con l'analisi marxiana si introduce una concezione totale dell'ideologia: l'avversario politico non commette più un errore ma tutta la sua posizione, e non una sua singola idea, è completamente erronea in quanto riferibile alla sua classe di appartenenza.
Dallo smascheramento di una bugia allo smascheramento di una ideologia
Con tale concezione totale viene meno la prospettiva illuminista di una comune verità di riferimento: tutti i contendenti hanno una loro propria verità da imporre agli altri
Nessuno possiede la verità, tutti punti di vista sono parziali e se tutte le posizioni sono ideologiche, niente è più ideologia (il concetto serviva a distinguere un pensiero vero da uno sfarzo,una cultura politica corretta da una distorta) > Inevitabile generalizzato relativismo
Il totalitarismo è il frutto di tale relativismo: è il risultato del connubio perverso tra “irrazionalità sostanziale” (con la fine delle ideologie viene meno la possibilità di costruire organiche visione del mondo argomentabili razionalmente ed il campo viene occupato da nuove credenze e mitologie irrazionali > es. il mito della razza ariana) e “razionalismo strumentale” (i nuovi dittatori totalitari possono utilizzare le nuove tecnologie di persuasione di massa e di educazione collettiva messe a disposizione dall'evoluzione della tecnica).
Primi anni 50 del secolo scorso: prende avvio alla riflessione intorno al concetto di cultura politica > quali sono le condizioni di una cultura politica democratica?
La concezione politologica Almond e Verba (1963, 1980): ricerche dedicate alla cultura civica. I due studiosi americani cercano di identificare le caratteristiche della cultura civica, che identificano con la cultura politica democratica
La cultura politica … deve fare da congiunzione tra la dimensione micro e quella macro; deve fornire agli individui un insieme di atteggiamenti condivisi con cui si sostanzia il loro comportamento politico; tali atteggiamenti devono essere di tre tipi: cognitivo (insieme delle conoscenze credenze relative al sistema politico), affettivo (insieme di sentimenti che si trovano nei confronti del sistema politico) e valutativo (insieme delle valutazioni nei confronti del sistema politico).
Per questi autori, la cultura politica è l’insieme degli atteggiamenti individuali nei confronti della dimensione politica.
Essi identificano tre tipi generali di cultura politica: parrocchiale (si fonda su un atteggiamento fondamentale di tipo localistico), deferente (si caratterizza per un sostanziale rispetto nei confronti dell'autorità) e partecipativa (trae linfa da un alto livello di partecipazione politica).
I contenuti della cultura civica sono il risultato dei processi di socializzazione e di educazione che avvengono durante l'infanzia, ma anche dell'esposizione ai mezzi di comunicazione e dei comportamenti politici che si mettono in atto durante l'età adulta.
Critiche 1: se la cultura politica viene definita come un insieme di atteggiamenti soggettivi, come può fare da ponte tra individuo e sistema politico? se essa rende stabile il sistema politico, deve essere considerata come un insieme stabile di atteggiamenti, allora come si spiega il cambiamento? non tiene conto della stratificazione sociale la partecipazione è vista soprattutto come partecipazione elettorale
Critiche 2: Inoltre Almond e Verba hanno in mente uno specifico modello di democrazia, quello della democrazia liberale classica, individualista e basata sul suffragio universale, empiricamente rappresentato dalla democrazia angloamericana allora esistente, considerata come la migliore realizzazione possibile e del modello teorico E negli altri casi, ad esempio l’Italia?
Banfield (1976) ricerca empirica in un piccolo paese del mezzogiorno italiano > familismo amorale italiano = regna la più grande sfiducia nei confronti delle istituzioni e della sfera pubblica, si cerca quindi il proprio benessere particolare, della propria famiglia, a discapito di quello della comunità nel suo complesso. Ciò spiegherebbe la pressoché totale assenza di partecipazione politica.
Ricerca pionieristica e importante poiché mette in rilievo la centralità della dimensione culturale per la spiegazione del sistema politico
Istituto Cattaneo di Bologna Punto di partenza: alta considerazione data alla dimensione culturale all'interno della sfera politica.
Caratteristiche della realtà italiana: 1. La frammentazione localistica e le profonde differenze territoriali; 2. La divisione ideologica; 3. La democrazia in questione.
Democrazia cristiana parrocchia Feste religiose chiese Partito comunista sezione di partito Feste dell’Unità piazze
Importanza della socializzazione politica In Italia, la partecipazione può anche assumere forme decisamente antidemocratiche
Secondo gli studiosi americani la cultura politica democratica consente la divisione all’interno di valori di regole condivisi > non è mai la natura democratica del sistema politico in gioco ma solo le diverse strategie politiche con cui realizzare diversi e contrapposti programmi politici democratici Il conflitto cioè è interno alla democrazia
diversamente in Italia è in gioco l’idea stessa di democrazia laica, poiché soffocata da due diverse subculture che hanno in comune l’idea di qualcosa che va oltre i valori democratici ed è ad essi superiore > il conflitto è intorno alla democrazia, che non viene data per scontata
Riassumendo… Non esiste un unico modello di democrazia e di concetto stesso di democrazia non è fuori discussione Il conflitto è tanto importante quanto la stabilità La natura della partecipazione politica può essere anche non democratica La cultura politica può essere al suo interno variamente articolata (è sbagliato presupporre un tessuto di valori omogeneo e compatto)
Principali risultati ottenuti dalle indagini dell’ Istituto Cattaneo l'importanza delle subculture politiche incarnate nei partiti di massa per spiegare la specificità del sistema politico italiano; un sistema politico bloccato a fronte di profonde divisioni, nel quale non si produce un ricambio, un'alternanza; assenza del voto di opinione e predominio del voto di scambio e di appartenenza.
Tre grandi gruppi di ricerche: Divisioni territoriali Divisioni ideologiche Caratteristiche generali della cultura politica nazionale
A. divisioni territoriali (Bagnasco, Trigilia): studi dedicati alla “terza Italia” dove le reti locali familiari costituiscono il fondamento dei processi di modernizzazione e di partecipazione.
Anche nel Mezzogiorno? pur essendoci una radicale differenza, legata proprio alla specificità territoriale, queste ricerche mostrano che non si deve legare automaticamente la presenza di reti familiari localistica di tipo tradizionale alla mancanza di sviluppo.
B. subculture ideologiche Subcultura rossa (Ramella, 2000, 2001): una certa tenuta della subcultura per quanto riguarda il comportamento elettorale e, quindi,una persistente stabilità del ceto politico locale; la subcultura rossa sembra essere in grado di adattarsi al cambiamento, anche se rimangono difficoltà nel sostenere il livello di partecipazione democratica di tutti ceti sociali: “danza immobile”. Santambrogio (1996) = contrapposizione tra due anime sui modi di intendere la politica: ala più a sinistra (“identità senza politiche”) e quella più moderata (“politica senza identità”), entrambe minoritarie a favore di un centro oscillante confuso tra l'esigenza delle riferimento ai valori tradizionali e la necessità di far fronte a problemi concreti.
Subcultura di destra (Campi, 2001): nell'Italia del dopoguerra è mancata una vera e propria cultura politica di destra affine a quella delle grandi destre europee, perché soffocata dalla memoria del fascismo e dal persistere del fenomeno del fascismo nostalgico;
Primi anni ‘70: nuovi soggetti sociali reclamano un ruolo autonomo e una maggiore visibilità sul piano politico sociale > giovani e donne. Mettono radicalmente in discussione le subculture politiche tradizionali (Ricolfi, Sciolla, Bettin Lattes).
Esiste dunque una cultura politica nazionale? Quali sono le sue caratteristiche? Ha senso difendere l’idea di una cultura politica nazionale?
Rusconi (1993): rischio che, sotto le tendenze centrifughe impresse dalla Lega ed altri fenomeni sociali e politici, nazionali e internazionali, l'Italia cessi di essere una nazione.
vs Sciolla: queste idee ormai sono uno stereotipo in cui anche gli italiani si cullano, diventando un tratto caratteristico della loro cultura politica. Il familismo non è un tratto distintivo della nostra cultura. Il vero problema italiano è costituito dalla divaricazione tra società civile e Stato, dalla lontananza che esiste tra cittadini e sistema politico.
Queste ricerche hanno reso definitivamente obsoleto il modello teorico elaborato da Almond e Verba. Per provare ad elaborare un nuovo modello teorico di cultura politica è utile far riferimento alla teoria delle rappresentazioni sociali.
Per rappresentazione sociale (concetto elaborato per la prima volta da Durkheim) si intende un'idea, un modello, un simbolo con cui un determinato gruppo si rappresenta una realtà esterna. Coincide con la cultura condivisa, quella di cui non si è consapevoli.
una cultura politica può essere vista come un insieme di rappresentazioni sociali = essa è il sapere politico condiviso da un determinato gruppo politico.
Moscovici, 1989 le rappresentazioni sociali sono costruite attraverso due processi, l'ancoraggio (cioè quel processo con cui si ancora ciò che non ci è familiare a una categoria nota) e l'oggettivazione (il processo in cui si dà corpo alla nuova rappresentazione arricchendola di significati). Es. ricerca sulla psicoanalisi
Abric e Flament, articolando il livello di diffusione sociale di una rappresentazione e delle sue oggettivazioni, distinguono tre livelli: un livello meramente individuale (opinione individuale), uno di gruppo (atteggiamento di gruppo) e uno sociale più generale (stereotipo sociale).
= le subculture politiche italiane possono essere intese come insieme di atteggiamenti di gruppo che si danno all’interno di stereotipi sociali più generali (la cultura politica nazionale)
È così possibile spiegare allo stesso tempo la stabilità ed il mutamento di una cultura politica Inoltre, è importante anche il rapporto tra opinioni individuali e atteggiamenti di gruppo e stereotipi
Una cultura politica è il prodotto di tutti e di nessuno: è il risultato di una costruzione sociale che richiede anni e un lento processo di continua riformulazione e adattamento ed un livello di riflessività molto basso.
Contenuti che costituiscono una cultura politica: simboli = costituiscono la dimensione simbolica e meno riflessiva della politica, fatta di slogan, bandiere, miti, canzoni, manifestazioni; (le ragioni più viscerali, dove l’identità appare come mera appartenenza) valori = riferita a quella sfera normativa così importante per ogni cultura politica; (le ragioni del cuore) opzioni = modelli culturali maggiormente operativi, più riflessivi, più immediatamente vicini alla prassi politica e che più l'influenza. Si tratta di idee guida concrete per concrete prassi politica (le ragioni della testa)
Una cultura politica contiene tutte le dimensioni, anche se quasi mai in perfetto equilibrio In un'era come la nostra, dopo la fine delle ideologie e la caduta dei grandi valori, sembra affermarsi l'idea per cui la cultura politica deve avere soprattutto la capacità di sapersi districare pragmaticamente nei problemi concreti. Rimane però difficile pensare che la sfera dei simboli e dei valori perda definitivamente la sua importanza.