Scoperta e raccolta di vecchi detti, proverbi, filastrocche, canti, e storie della tradizione.

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Transcript della presentazione:

Progetto ambiente “CISIRACCONTA” “… MA STA’ A SENTI’ CHE QUESTA E’ BELLA: ...”

Scoperta e raccolta di vecchi detti, proverbi, filastrocche, canti, e storie della tradizione. Per la realizzazione sono stati coinvolti le famiglie nelle figure di genitori e nonni con interventi a scuola.

Intervista a nonna Serenella - Quando eri piccola, quali giochi facevi? -Giocavo con gli altri bambini alla famiglia, alla mamma e al bambino, facevamo dei vestiti con un'erba che si chiamava “centofili”, e usavamo le foglie dell'olmo per fare delle bellissime borsette. Prendevo due grandi foglie di olmo, ai bordi infilzavo degli stecchini per tenerle unite e fare delle borsette. - Giocavi con la pasta di sale? -No, mi piaceva molto giocare all'aperto. Con i bambini più grandi facevamo chilometri e chilometri a piedi per andare a giocare nei paesi vicini come per esempio a Rosora. Avevamo una cosa bellissima che si chiamava libertà. - Quali altri giochi ti piaceva fare? - Andavo a cercare e prendere i nidi sugli alberi; mi immaginavo di andare in bicicletta, cavalcando un ramo che infilavo in mezzo alle gambe.A Natale non avevo tutti i giochi che avete voi oggi, mi ricordo che mio zio una volta mi regalò una scatola di matite colorate, che io tenevo da conto, perchè erano per me un regalo prezioso. - Giocavi con gli altri bambini? A che cosa? - Con gli altri bambini si giocava a “campana”, oppure a “busso”. Siccome quando si stava in campagna bisognava aiutare gli adulti, noi bambini dovevamo badare ai “dindi” ( tacchini), ne approfittavamo allora per giocare e i dindi si mischiavano tutti, poi quando era il momento di tornare a casa, ognuno ritrovava il suo padroncino. - Allora avevi tanti animali? - Si, c'erano gli animali da cortile, i dindi, le galline, cani e gatti. I cani e i gatti non si tenevano per compagnia come oggi, ma erano utili. I gatti cacciavano i topi e i cani facevano la guardia e tenevano lontano le faine che spesso uccidevano i polli. -Guardavi la tv? - No, non avevamo la tv ma ascoltavamo alla radio le canzoni di Claudio Villa. - Mamma e papà ti raccontavano delle storie o delle filastrocche? - Si mamma Maria e papà Andrea la sera prima di andare a dormire mi raccontavano tante filastrocche, tutte legate ai tempi duri di allora. Ma anche i nonni avevano molto da raccontare, ci mettevamo tutti intorno al tavolo ad ascoltare.

I ricordi di una mamma La figura di mia nonna è stata per la mia infanzia la struttura portante su cui si sono sviluppate fantasia e creatività. Era abile a trasformare ogni momento della giornata in una occasione per giocare: dall’apparecchiare, al fare la pasta. Una semplice merenda a base di pane e marmellata, nelle sue mani prendeva ogni volta una forma diversa, allora mi ritrovavo nel piatto una mongolfiera, una farfalla, un fiore dal sapore di mele cotogne. La sera le piaceva raccontarmi una favola, che spesso era frutto della sua fantasia, non prima, però, di aver detto le preghierine. Una era questa: “O Bambin Bambin soave del mio cuor ti do la chiave, apri e chiudi a tuo piacer e di me fa’ il tuo voler. Mia nonna era solita cantarmi questa ninna nanna, che lei stessa, aveva scritto per mio padre nel lontano 1933: ……Ninna nanna ninna nanna tesorino della mamma fai la nanna tesoro con me. Ogni culla è una nuvola rosa dove dorme un bambino contento e si lascia cullare dal vento mentre i fiori lo stanno a guardare. Ninna nanna ninna nanna Fai la nanna tesoro piccino mentre mamma ti guarda rapita sei la gioia di tutta la vita benedicilo sempre Gesù. Ricordo la filastrocca che mi ripeteva ogni volta che dovevamo attraversare la strada: “Si guarda di qua, si guarda di la e se non viene niente…….si và”. Con mia madre cantavo tutto il giorno. In cucina c’era una vecchia radio sempre accesa e lei cantava mentre lavava i piatti, mentre puliva, mentre cucinava e mentre mi accudiva e le canzone non erano per bambini ma erano quelle che a lei piacevano: “Il mondo “, “Papaveri e papere” e “La casetta in Canadà”…. Mio padre mi ha trasmesso la passione per la natura in tutte le sue espressioni. Passavo i pomeriggi a guardare Quark e i calzini bianchi di Piero Angela, a sfogliare mensili come Airone, Natura e National Geographic.

Intervista a nonna Lina - Quando eri piccola come noi andavi alla scuola dell'infanzia? - No, non c'era la scuola materna ma solo quella elementare. - Con cosa giocavi? Avevi la bicicletta? - Non avevo la bicicletta e neppure la palla di gomma, ma facevamo la palla di pezza con stracci appallottolati stretti stretti, oppure i pupetti di creta. Con i bambini del vicinato si giocava al gioco dei sassolini, a nascondino, al salto con la corda e al gioco della campana. - Guardavi i cartoni animati in TV ? - Non c'era la televisione, e dovevo aiutare a casa. Andavo a prendere l'acqua alla fontana con la brocca e mentre aspettavo il mio turno, ne approfittavo per giocare con gli altri bambini. - Come si chiamavano i tuoi genitori ? - Mio papà si chiamava Enrico e mia mamma Elisa. -Ti leggevano delle storie o ti raccontavano delle filastrocche ? - Non mi raccontavano storie. A quei tempi si doveva lavorare. Io d'estate mi alzavo alle quattro del mattino e andavo a raccogliere le spighe del grano da battere per fare poi la farina. - Ci racconti qualche filastrocca che conosci? - Mi ricordo solo la filastrocca di palla pallina! -Che cosa ti portava la befana? - La befana mi portava le uova fresche e le arance, per me era una gran festa, ma pensavo.” perchè la befana mi porta le uova, non sa che ce le abbiamo? è proprio stupida!”.

OGGI E’ VENUTO A SCUOLA BABBO FABIANO