Alcune esperienze di laboratorio sull’elettromagnetismo

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Transcript della presentazione:

Alcune esperienze di laboratorio sull’elettromagnetismo Scarica del condensatore A Oscilloscopio didattico Q Motorino elettrico A Sistema molla-magnete Q Trasformatore didattico A P. Bernardini Ventura a.a. 2010-11

- - - 1. Scarica del condensatore + + + + + Fenomeni fisici : induzione elettrostatica conservazione della carica elettrica immagazzinamento dell’energia elettrostatica trasformazione dell’energia Il condensatore è un dispositivo composto da due lastre metalliche separate da un isolante (dielettrico). L’accumulo di cariche positive su una faccia del condensatore comporta l’allontanamento delle cariche positive dall’altra faccia e quindi l’accumulo delle cariche negative All’accumulo delle cariche di segno diverso sulle due piastre è connessa una differenza di potenziale elettrico + + + + - - - + 2

+ _ + _ + _ 3 resistenza condensatore alimentatore Fase di carica Le cariche elettriche si accumu- lano sulle facce del condensato- re fino a che la tensione ai capi del condensatore non eguaglia quella dell’alimentatore corrente + _ Fase di scarica L’energia elettrostatica accumula- ta nel condensatore si trasforma in energia termica (calore sulla resistenza). L’accumulo di cariche sulle facce del condensatore si riduce fino ad annullarsi e con esso la differenza di potenziale. corrente 3

Scarica del condensatore Materiale a disposizione Alimentatore Misuratore di tensione (V) Circuito (condensatore, resistenza, cavi e interruttore) Cronometro Procedura Si chiuda l’interruttore in modo da caricare il condensatore (il misuratore di tensione raggiunge un valore massimo) Si sposti l’interruttore in modo da far scaricare il condensatore Si misurino i tempi (t) in corrispondenza dei diversi valori di tensione (V) Si proceda all’analisi dei dati (V, t) utilizzando una funzione esponenziale 4

2. Oscilloscopio didattico 5

Oscilloscopio didattico Fenomeni fisici : emissione ed accelerazione di elettroni deflessione di un fascio di elettroni in campi elettrici e magnetici Elementi dell’oscilloscopio : ampolla di vetro sottovuoto (tubo catodico) catodo incandescente anodo (disco forato) piastre di deflessione anello con bobine di deflessione schermo fluorescente 19 17 – Piastre di deflessione 18 – Anodo 19 – Catodo emettitore 22 – Schermo fluorescente 6

Gli elettroni emessi dal catodo vengono accelerati verso l’anodo dal campo elettrico Il fascio di elettroni non si arresta sull’anodo perchè questo è forato Se un campo elettrico viene applicato alle piastre deflettrici, il fascio viene deviato e incide fuori asse sullo schermo fluorescente + Catodo Anodo Piastre deflettrici Schermo _ 7

Forza di Lorentz Deflessione magnetica Le bobine fissate all’anello intorno al tubo generano altrettanti campi magnetici. Anche il campo magnetico (B) fa deviare il fascio di elettroni Forza di Lorentz Esempio: forza F a cui è sottoposto un elettrone di carica q che si muove con velocità v, in presenza di un campo magnetico uscente dal piano del foglio F v q Esperienza in laboratorio Mettere in funzione l’oscilloscopio e verificarne i principi di funzionamento Verificare che i campi magnetici generati dalle bobine spostano il fascio coerentemente con quanto previsto dall’espressione della forza di Lorentz Descrivere in dettaglio l’apparecchiatura nella relazione finale 8

3. Motorino elettrico 9 Fenomeni fisici : forza di Lorentz trasformazioni energetiche induzione magnetica Dispositivi a disposizione : motorino elettrico alimentatore regolabile misuratore di frequenza (tester) sonda per induzione Si tratta essenzialmente di avvolgimenti elettrici in presenza di un campo magnetico. Le cariche elettriche in moto (corrente) sono soggette alla forza di Lorentz e quindi il rotore è sottoposto ad una coppia di forze che lo mette in rotazione. L’energia elettrica viene trasformata in energia cinetica rotazionale e quindi in calore per effetto degli attriti. vista laterale vista dall’alto

Motorino elettrico Si vuole verificare che la frequenza di rotazione (f), cioè il numero di giri al secondo, è direttamente proporzionale alla tensione (V) di alimentazione del motorino. La tensione viene regolata e misurata dall’alimentatore. Per la misura della frequenza un piccolo magnete è stato attaccato al rotore. Una bobina, posta nelle vicinanze, è investita quindi da un campo magnetico variabile. La variazione nel tempo del campo magnetico induce una tensione sulla bobina (induzione magnetica). Per mezzo di un tester si misura direttamente la frequenza di variazione della tensione. bobina magnete N S tester 10

Motorino elettrico Procedura Si misuri la frequenza (f) di rotazione del motore elettrico al variare della tensione (V) di alimentazione Si rappresentino i punti sperimentali, con gli errori associati, in un piano (V,f) Si adattino i punti sperimentali ad una retta 11

L S P fisica 4. Sistema molla-magnete Fenomeni fisici : induzione magnetica trasformazioni energetiche Dispositivi a disposizione : magnete collegato ad una molla bobina conduttrice oscilloscopio o computer Un magnete permanente è collegato ad una molla. Messo in oscillazione penetra in una bobina. La variabilità del campo magnetico associato induce una tensione ai capi della bobina. Un oscilloscopio permette di misurare tale tensione. Le oscillazioni si attenuano nel tempo per effetto degli attriti e perchè parte dell’energia meccanica viene utilizzata per produrre energia elettrica 12

Sistema molla-magnete 1. Si metta in oscillazione il magnete, facendo attenzione che non urti la bobina 2. Per mezzo dell’oscilloscopio o del computer si verifichi che le oscillazioni sono isocrone (periodo t costante) 3. Verificare sperimentalmente che l’ampiezza (A) di oscillazione si riduce nel tempo t A 13

5. Trasformatore didattico 14 5. Trasformatore didattico Fenomeni fisici : induzione magnetica Dispositivi a disposizione : due bobine (primario e secondario) barra metallica metro alimentatore misuratore di tensione Si alimenti il circuito primario con una tensione costante 2. Si misuri la tensione ai capi del circuito secondario al variare della distanza tra i due circuiti Si verifichi la relazione tra tensione sul secondario e distanza primario secondario