Beni comuni: criteri di gestione e metodologia per la costruzione del comune Camera del comune Commonslab Perugia
Tematiche affrontate 1.La costituzione politica del presente e le ambiguità del concetto di pubblico 2.Beni comuni: definizione ed evoluzione del concetto 3.I beni comuni della conoscenza 4.Principi costitutivi nella gestione di risorse comuni solide e durevoli 5.Valenze insite nel concetto di bene comune 6.Riflessioni e aspetti problematici della metodologia di costruzione del comune 7.Il percorso del Commonslab di riflessione, studio e costruzione del comune.
1) La costituzione politica del presente Stato a rete (Unione europea) Stato nazione (Italia) Crisi della rappresentanza e disgiunzione tra potere ed esperienza Forte partecipazione politico sindacale Finanziarizzazione pervasiva di produzione (globale) e riproduzione Centralità della produzione territorializzata (fabbrica ) Politiche pubbliche che regolano le attività del “privato” Politiche pubbliche di supporto al “privato” Centralità di output di breve periodo nella progettazione e valutazione Centralità dei fini sociali nella progettazione e valutazione
1.2) Disgiunzione di proprietà e possesso nel pubblico: l’esempio del servizio sanitario
2.1) Beni comuni: definizione ed evoluzione del concetto In generale per beni comuni si intendono “Beni che sono proprietà di una comunità e dei quali la comunità può disporre liberamente” (commons della tradizione giuridica anglosassone).
2.2) Beni comuni: definizione ed evoluzione del concetto Hess ed Ostrom forniscono una definizione più problematica in quanto intendono per bene comune: “una risorsa condivisa da un gruppo di persone e soggetta a dilemmi ( ossia interrogativi, controversie, dubbi, dispute, ecc.) sociali”.
2.3) Beni comuni: definizione ed evoluzione del concetto Per queste autrici “un bene comune è libero da valori: il suo esito può essere buono o cattivo, sostenibile oppure no e per garantire sistemi durevoli e stabili abbiamo bisogno di chiarezza, buone capacità decisionali e strategie di gestione collaborativa”
3.1) I beni comuni della conoscenza Nel caso di risorse “sottraibili”, come per esempio le zone di pesca, l’uso che ne fa una persona riduce i benefici disponibili per gli altri, tanto che una elevata sottraibilità è generalmente una caratteristica basilare delle risorse comuni ”naturali”
3.2) I beni comuni della conoscenza Quasi tutti i tipi di conoscenza, al contrario, sono relativamente non sottraibili. Anzi si crea tanto più valore quante più sono le persone che usano la risorsa e si uniscono alla comunità di utilizzatori: si parla pertanto di “cornucopia dei beni comuni”
3.3) I beni comuni della conoscenza Il valore della letteratura scientifica o di un software open source di fatto aumenta all’aumentare del numero di persone che partecipano all’impresa, un fenomeno che gli economisti definiscono “effetto di rete” Quando la conoscenza è gestita come un bene comune l’efficienza della condivisione è superiore a quella della competizione.
4.1) Principi costitutivi nella gestione di risorse comuni solide e durevoli Hardin (1968) sostiene che “la rovina è il destino ineluttabile di tutti coloro che perseguono il proprio interesse in una società che professa il libero accesso alle risorse comuni. E’ una libertà foriera di disastro generale” Questa tesi è nota come la “tragedia” dei beni comuni
4.2)Principi costitutivi nella gestione di risorse comuni solide e durevoli Ostrom ed Hess ribattono che: –se è vero che molto spesso si verificano situazioni in cui è applicato il modello di Hardin… –è anche vero che molti gruppi, comunità locali o associazioni professionali si sono dimostrati in grado di gestire e sostenere con efficacia le risorse comuni, a condizione che si disponga di condizioni adatte: Regole appropriate Meccanismi efficaci per la risoluzione dei conflitti Ben definiti confini di utilizzazione, garantiti da enti terzi.
4.3) Principi costitutivi nella gestione di risorse comuni solide e durevoli Gli studi condotti dagli economisti dei beni comuni sui sistemi sostenibili sul lungo periodo, hanno evidenziato che: –Vi è una grande variabilità di regole ad hoc; –a nessun singolo set di queste regole si poteva attribuire inequivocabilmente il merito della loro positiva sostenibilità.
4.4) Principi costitutivi nella gestione di risorse comuni solide e durevoli Otto fattori sono stati individuati come quelli: – la cui presenza è stata osservata nella maggior parte di istituzioni solide… –e per converso se ne è riscontrata l’assenza in quelle segnate da insuccesso;
4.5) Principi costitutivi nella gestione di risorse comuni solide e durevoli 1.Una chiara definizione delle possibilità e dei limiti; 2.Le regole in uso devono essere adeguate alle esigenze ed alle condizioni locali; 3.Tutti gli individui tenuti a rispettare queste regole possono partecipare alla modifica delle stesse; 4.Il diritto dei membri della comunità a stabilire le proprie regole è rispettato dalle autorità esterne;
4.6) Principi costitutivi nella gestione di risorse comuni solide e durevoli 5Deve esistere un sistema in grado di auto monitorare il comportamento dei membri; 6Deve operare un sistema di sanzioni progressive; 7I membri della comunità hanno accesso a meccanismi di risoluzione dei conflitti a basso costo; 8Le organizzazioni stratificate su più livelli ( prelievo ed utilizzo della risorsa, fornitura della risorsa, monitoraggio e sanzione, risoluzione dei conflitti e altre attività di governo) sono strutturate in forma di architettura annidata, con livelli multipli di attività.
4.7) Principi costitutivi nella gestione di risorse comuni solide e durevoli Sono utili indicazioni per l’analisi di sistemi piccoli ed omogenei, mentre servono ulteriori ricerche per stabilire se siano applicabili a sistemi vasti e complessi come i beni comuni della conoscenza.
5) Valenze insite nel concetto di bene comune Valenze contenute nel concetto di bene comune : è descrittivo perché identifica modelli di governo che altrimenti non verrebbero esaminati. è costitutivo perché, fornendoci un nuovo linguaggio, ci aiuta a costituire nuove comunità sulla base dei principi relativi ai beni comuni. è espressivo perché il linguaggio dei beni comuni è un modo grazie al quale le persone possono rivendicare un legame personale con un insieme di risorse. nonché una solidarietà sociale gli uni con gli altri.
6.1) Riflessioni e aspetti problematici della metodologia di costruzione del comune Le questioni essenziali per la gestione dei beni comuni investono inevitabilmente: –l’equità, ovvero la misura del prelievo di un risorsa e il contributo al suo mantenimento; –l’efficienza, ovvero la produzione, la gestione e l’uso ottimale di un risorsa; –la sostenibilità, aspetto che ha a che fare con gli esiti a lungo termine.
6.2.1) Riflessioni e aspetti problematici della metodologia di costruzione del comune I beni comuni prodotti collettivamente richiedono: –una forte azione collettiva (si ha quando per ottenere un risultato sono necessari gli sforzi di 2 o più persone)…
6.2.2) Riflessioni e aspetti problematici della metodologia di costruzione del comune..solidi meccanismi di autogoverno (questo richiede che all’azione collettiva si integrino conoscenza e volontà da un lato e accordi coerenti tra quanti partecipano alla gestione del bene comune, dall’altro)…
6.2.3) Riflessioni e aspetti problematici della metodologia di costruzione del comune –…e un livello elevato di capitale sociale (inteso come valore aggregato delle reti sociali ed al modo in cui queste spingono le persone a fare cose l’una per l’altra) da parte dei protagonisti dell’iniziativa.
6.3.1) Riflessioni e aspetti problematici della metodologia di costruzione del comune 1. l’introduzione di nuove tecnologie può rivelarsi decisiva per la robustezza o la vulnerabilità di un bene comune.
6.3.2) Riflessioni e aspetti problematici della metodologia di costruzione del comune 2. Le nuove tecnologie possono consentire l’appropriazione di quelli che prima erano beni pubblici gratuiti e liberi (fondali marini, atmosfera, spettro elettromagnetico, spazio..)
6.3.3) Riflessioni e aspetti problematici della metodologia di costruzione del comune 3. Questa capacità dello sviluppo delle forze produttive di appropriarsi di ciò che prima non consentiva appropriazione determina una metamorfosi sostanziale nella natura stessa della risorsa che da bene pubblico non sottraibile e non esclusivo diviene risorsa comune che deve essere gestita, monitorata e protetta, per garantirne la sostenibilità e la preservazione.
7.1) Il percorso del Commonslab di riflessione, studio e costruzione del comune. Il percorso di riflessione e studio si basa su –Tre presentazioni “leggere”: Oggi, sugli aspetti generali dei beni comuni giovedì 4 marzo faremo il punto su "La protezione dei beni comuni della conoscenza“; mentre giovedì 18 marzo la discussione verterà sulla "Costruzione di nuovi beni comuni della conoscenza". –Un inquadramento sul comune dal punto di vista del capitalismo cognitivo (giovedi 25 marzo). –Ulteriori approfondimenti multidisciplinari da parte di economist*, antropolog*, giurist*, ecc.
7.2) Il percorso del Commonslab di riflessione, studio e costruzione del comune Il percorso di sperimentazione nella costruzione del comune si basa poi, a diversi livelli di scala: –sulla avvenuta attivazione della camera del comune “Commonslab” come innovazione nelle modalità di intervento politico e sociale superamento della dimensione “underground” della preesistente forma “ centro sociale”;
7.3) Il percorso del Commonslab di riflessione, studio e costruzione del comune –Su alcuni aspetti applicativi specifici: –attivazione di laboratorio multimediale come risorsa comune a livello di CSA; –sperimentazioni tese a promuovere la gestione della sanità pubblica come un bene comune; –su interazioni con le associazioni consumatori per dare corpo alla dimensione di “prosumer” facendone attori nella costruzione del comune –nella attivazione di una proposta di lavoro tesa a pensare la gestione di scuola ed università come beni comuni della conoscenza.