NIVOLOGIA E METAMORFISMI

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Transcript della presentazione:

NIVOLOGIA E METAMORFISMI 2) Evoluzione della neve al suolo

…anche ora la neve si sta trasformando…

Riferimenti bibliografici Immagini RENATO CRESTA - La neve e le valanghe - Mulatero editore WERNER MUNTER - il rischio di valanghe - a cura dello SVI servizio valanghe McCLUNG-SCHAERER - manuale delle valanghe - Zanichelli KAPPENBERGER-KERMANN - il tempo in montagna - Zanichelli Meteo - leggi e capricci dell’atmosfera - universale Electa/ Gallimard alcune immagini sono tratte dai libri citati nella bibliografia gli schizzi sono stati elaborati da Cuni G.

L’evoluzione della neve al suolo Gli agenti che influenzano il manto nevoso sono: TEMPERATURA VENTO PRESSIONE

“ TEMPERATURA ” L’evoluzione della neve al suolo La temperatura della neve è influenzata da due mezzi con cui è in contatto: il suolo l’atmosfera

“ TEMPERATURA ” L’evoluzione della neve al suolo Scambio di calore neve-suolo: il manto nevoso risente del calore interno della Terra che tende a disperdersi nell’atmosfera. Essendo un ottimo materiale isolante la neve trattiene buona parte di questo calore mantenendo una temperatura di circa 0°C alla base del manto nevoso.

“ TEMPERATURA ” L’evoluzione della neve al suolo Scambi di calore neve-atmosfera: si verifica un continuo scambio termico tra neve e aria, in relazione alle situazioni meteorologiche: se la temperatura dell’aria è superiore a quella del manto nevoso, questo acquisisce calore e quindi si ha un bilancio termico positivo (es: di giorno o nelle notti primaverili calde); se la temperatura dell’aria è inferiore a quella del manto nevoso, questo cede calore e quindi si ha un bilancio termico negativo (es: di notte o nelle giornate invernali fredde sui pendii a nord).

La distribuzione della temperatura nel manto nevoso In conseguenza delle variazioni di temperatura alla superficie e dell’apporto di calore per flusso geotermico dal basso, la distribuzione della temperatura all’interno del manto nevoso può assumere un andamento diversissimo tra suolo e superficie (da 0°C a -20°C e oltre).

“ TEMPERATURA ” L’evoluzione della neve al suolo Irraggiamento diretto: è dato dall’azione dei raggi del sole che incidono direttamente sul manto nevoso. Il riscaldamento che ne risulta influenza solo la porzione superficiale del manto, perchè la neve riflette le radiazioni solari (onda corta) quasi totalmente (80-90 %)

“ TEMPERATURA ” L’evoluzione della neve al suolo Irraggiamento indiretto: è dato dall’azione sul manto nevoso delle radiazioni provenienti dalla terra o dalle nuvole. Il riscaldamento che ne risulta interessa il manto in tutto il suo spessore, poiché questo tipo di radiazione (onda lunga) viene assorbito più facilmente dalla neve (effetto serra).

“ TEMPERATURA ” L’evoluzione della neve al suolo La pioggia non causa una fusione significativa del manto nevoso ma ne provoca una riduzione dello spessore dovuta all’aumento di peso degli strati superficiali carichi d’acqua. La pioggia provoca diminuzione della coesione per l’aumento di acqua libera nel manto nevoso.

“ TEMPERATURA ” L’evoluzione della neve al suolo La nebbia, avendo una temperatura più elevata di quella della superficie della neve, a contatto con manto nevoso cede una parte di umidità. Questa condensa o brina sulla superficie della neve, cedendo calore latente e quindi riscaldandola.

“ TEMPERATURA ” L’evoluzione della neve al suolo Effetti della temperatura sulla stabilità del manto nevoso* (regole pratiche utilizzabili come base decisionale) - riscaldamento massiccio e brusco (föhn, scirocco, pioggia, zero termico elevato, rialzo temperatura) accresce il pericolo a breve termine; - riscaldamento lento, non eccessivo, riduce le tensioni nella copertura di neve asciutta e produce un benefico assestamento e un consolidamento; - il freddo conserva il pericolo esistente (le tensioni del manto nevoso non scompaiono); - un raffreddamento consolida un manto nevoso umido (raffreddamento notturno con cielo sereno); * modello fortemente semplificato

L’evoluzione della neve al suolo “ VENTO ” L’evoluzione della neve al suolo L’azione del vento sulla neve si esplica con: effetti meccanici sui cristalli maggiore scambio termico aria-neve

“ VENTO ” L’evoluzione della neve al suolo effetti meccanici sui cristalli: per effetto del trasporto eolico i cristalli di neve fresca sono frammentati. I continui urti con gli ostacoli e con altri cristalli spezzano ogni ramificazione riducendo la neve ad una polvere di cristalli di ghiaccio con diametro inferiore a 0,5 mm. Attenzione: un vento anche debole provoca sempre una compattazione della neve e la conseguente formazione di lastroni.

“ VENTO ” L’evoluzione della neve al suolo

“ VENTO ” L’evoluzione della neve al suolo maggiore scambio termico aria-neve Il moto turbolento causato dai vortici di vento accellera lo scambio termico tra aria e neve. Un il vento è freddo sottrae calore dalla neve e può generare croste ghiacciate, mentre un vento caldo apporta calore alla neve e può causare un riscaldamento intenso e repentino del manto.

“ VENTO ” L’evoluzione della neve al suolo Se il vento è caldo e secco (föhn) la temperatura della neve si innalza ed induce a processi di evaporazione-sublimazione, con contemporanea eliminazione del vapore d’acqua per assorbimento da parte dell’aria secca. Si verifica quindi una veloce diminuzione dello spessore del manto nevoso per fusione.

PRESSIONE L’evoluzione della neve al suolo La pressione è data dal peso della neve degli strati superiori su quelli sottostanti. Essa ha l’effetto di addensare la neve ridefinendo la struttura dei cristalli e ha un ruolo importante nell’accellerare il metamorfismo da gradiente debole favorendo la formazione dei grani arrotondati.

Fine foto di G. Mangianti (Domodossola)