Nuove informazioni statistiche su aspetti strutturali, performance e strategie delle imprese sui mercati esteri: spunti analitici e di policy Intervento.

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Nuove informazioni statistiche su aspetti strutturali, performance e strategie delle imprese sui mercati esteri: spunti analitici e di policy Intervento al convegno «Politiche, progetti e modelli innovativi per l’internazionalizzazione delle imprese» di presentazione del Forum PA, Roma, 27 maggio 2014 Roberto Monducci Istituto nazionale di statistica Direttore del Dipartimento per i conti nazionali e le statistiche economiche

A. Il ruolo della domanda estera nella crisi e nella congiuntura recente B. Le imprese esportatrici: struttura, performance, ostacoli, esigenze di supporto

A. Il ruolo della domanda estera nella crisi e nella congiuntura recente Congiuntura recente: debolezza del Pil, crescita dell’industria manifatturiera Pil: nuova diminuzione congiunturale nel primo trimestre del 2014 (-0,1%), dopo la lieve crescita registrata alla fine del Crescita molto debole rispetto a quella media della Uem. F1F1 Il Pil sostenuto dalla domanda estera netta, ma con un’intensità via via decrescente. F2F2 Produzione industriale: nel primo trimestre 2014 produzione manifatturiera in aumento dello 0,7% sui tre mesi precedenti. Il 60% dei settori industriali è in crescita. Fatturato industriale: sostenuto dalla domanda estera, ma in recupero (lento) anche sul fronte interno. Dal 2010 al 2014 oltre 30 punti di differenziale di crescita tra fatturato estero e interno. F3F3

Rallentamento del commercio mondiale, debolezza della domanda estera extra-Ue, previsioni di recupero per l’Italia Commercio mondiale: segnali di rallentamento negli ultimi mesi soprattutto per le economie emergenti. F4F4 Commercio estero dell’Italia: tendenze recenti scarsamente dinamiche per l’export e calo ulteriore per l’import. F5F5 Nel primo trimestre 2014 export +0,3% (+1% netto energia), import -1% (+2,3% netto energia) sul trimestre precedente; export +1,5% (+2,4% netto energia) e -3,4% (+1% netto energia) sul primo trimestre del saldo commerciale: +6,9 mld nel primo trimestre (+18,2 mld al netto dell’energia). Export per area: nel primo trimestre +0,2% Ue -0,5% extra-Ue. Previsioni export Italia: dopo il calo del 2013, progressiva accelerazione nel (+2,7%, +4,2%, +4,4%). F6F6

B. Le imprese esportatrici: struttura, performance, ostacoli Struttura delle imprese e composizione dell’export La struttura delle imprese esportatrici italiane è del tutto peculiare nel contesto europeo, con una estesa presenza ed un peso rilevante di imprese di piccola e media dimensione. F7F7 Il 74,9% dell’export delle imprese manifatturiere è realizzato da imprese a controllo nazionale (32,8% le imprese o gruppi residenti solo in Italia e 42,1% le multinazionali italiane), mentre il 25,1% delle vendite è prodotto da affiliate di multinazionali estere. Nelle diverse fasi della «doppia crisi» si è modificata la composizione dei mercati di sbocco dell’export: riduzione del peso dei flussi verso l’Ue (da 58,7% nel 2008 a 53,7% nel 2013) e aumento di quello dei paesi emergenti (es: Asia orientale da 6% a 8,3%; America centro meridionale da 3,3% a 3,7%. La propensione all’export (incidenza sul valore della produzione) della manifattura è cresciuta dal 33,7% nel 2008 al 40% nel 2013.

Diversificazione geografica e performance delle esportazioni In questo quadro, la capacità delle imprese esportatrici di diversificare le vendite per mercati e di beneficiare di una rete commerciale sia in Italia che, soprattutto, direttamente all’estero appaiono elementi rilevanti per competere. Analisi degli operatori all’export che hanno realizzato, distintamente per ogni anno, vendite estere per almeno 250 mila euro: poco più di 50 mila unità, circa un quarto degli operatori, ma rappresentativi di oltre il 96% del valore dell’export totale. Quote contenute degli operatori presenti in solo uno o due paesi (13% circa) e di quelli attivi in un numero ristretto di mercati (da tre a cinque, 15%). La classe più numerosa (un terzo) è quella degli operatori presenti in un numero significativo di paesi (tra 6 e 15). F8 F8 Elevata performance di crescita per gli operatori più diversificati sui mercati, specie nella fase di crisi. F9F9

Il profilo delle imprese vincenti sui mercati esteri Il crollo della domanda interna ha determinato, alla luce della forte eterogeneità nel grado di apertura internazionale tra settori e imprese, impatti fortemente differenziati sul tessuto produttivo del Paese. Analisi delle dinamiche individuali delle imprese industriali nel periodo : integrazione tra diverse fonti Dati congiunturali: indagine mensile ISTAT sul fatturato delle imprese industriali (rappresentativa di oltre 30mila unità con 20+ addetti), che misura l’andamento dei ricavi sul mercato italiano e su quello estero; Dati strutturali su performance economica, comportamenti, organizzazione e strategie (Fonti: 9° Censimento generale dell’industria e dei servizi ; fonti statistiche e amministrative sui risultati delle imprese). Possibilità di investigare sulle relazioni tra performance e caratteristiche strutturali e strategiche delle imprese.

Imprese vincenti e perdenti nel periodo a) Imprese “vincenti” (aumento del fatturato sia interno sia estero): imprese (18,1% del totale; pesano per il 20% del valore aggiunto complessivo). b) Imprese “crescenti solo all’estero” (aumento del fatturato estero e calo di quello interno): imprese (33% del totale; pesano per il 38% del valore aggiunto complessivo). c) Imprese “crescenti solo in Italia” (aumento del fatturato interno e calo di quello estero): imprese (13,3% del totale; pesano per l’11% del valore aggiunto complessivo). d) Imprese “in ripiegamento” (diminuzione del fatturato interno ed estero): imprese (35,6% del totale; pesano per il 30,6% del valore aggiunto complessivo).

I fattori di successo delle imprese vincenti Stima del contributo (punti percentuali) fornito da diversi fattori (struttura, strategie, ecc.) alla probabilità, per ogni impresa, di trovarsi nel gruppo dei vincenti. Vincenti: diffuse e intense relazioni con altre imprese, innovazioni di processo, ampliamento della gamma di prodotti, formazione del personale, innovazione di prodotto.

Il punto di vista delle imprese: gli ostacoli alla crescita dell’export Un elemento frenante percepito come significativo da tutto il comparto è rappresentato dalla difficoltà di comprimere i costi di produzione, in grado di ostacolare “molto” o “abbastanza” la crescita dell’export in circa il 70% delle imprese (con percentuali settoriali sempre superiori al 50%). F10F10 La presenza di vincoli di accesso al credito rappresenta un rilevante impedimento “esterno” per circa il 40% delle unità. Non emergono rilevanti difficoltà organizzativo-manageriali: tra un quinto e un quarto delle imprese ritiene le proprie dimensioni insufficienti, rivela ridotte capacità manageriali o denuncia una limitata capacità di offrire servizi all’estero. Il problema dell’insufficienza dimensionale riguarda, in sé, circa un quarto delle piccole imprese e un quinto delle medie, mentre è avvertito da meno di una grande impresa su dieci. F11F11

Il punto di vista delle imprese: forme di intervento pubblico Circa il 50% delle imprese ritiene che un’espansione delle proprie esportazioni necessiterebbe anzitutto di ulteriori misure di garanzia o agevolazione del credito all’export. D12D12 Meno rilevanti (con percentuali medie pari a circa il 20%), sono le esigenze di interventi in materia di offerta di servizi in Italia e all’estero. Misure di sostegno alle soluzioni di network sono auspicate da una impresa manifatturiera su dieci.

Conclusioni Rilevanza delle nuove informazioni statistiche e analisi prodotte dall’Istat per l’analisi dell’internazionalizzazione delle imprese (ulteriore sviluppo delle fonti sul commercio estero e sulle multinazionali; integrazione tra fonti statistiche per l’analisi delle eterogeneità interne al sistema; indagini ad-hoc su valutazioni e comportamenti delle imprese). La «doppia crisi» ha modificato strutturalmente il sistema produttivo e l’orientamento di mercato delle imprese, con una crescente importanza della capacità di diversificare geograficamente le vendite e di associare all’efficienza produttiva la ricerca di nuove opportunità (innovazioni di prodotto, ampliamento gamma ecc.). Le imprese segnalano criticità sul fronte dei costi e del credito, mentre l’aspetto dimensionale non sembra cruciale. Emergono difficoltà di valutazione delle opportunità derivanti dallo sviluppo di network e dall’offerta di servizi di supporto all’export.

F1 - Andamento del Pil in Italia e nell’Area dell’Euro Q1:2007-Q1: Variazioni percentuali congiunturali e tendenziali T1:2007 ‐ T1:2014)

F2 - Contributi delle componenti di domanda alla crescita del Pil in Italia Q1:2008-Q4: Variazioni tendenziali e valori percentuali

F3 - Indici del fatturato dell'industria Gennaio 2008–Marzo dati mensili destagionalizzati, 2010=100

F4 - Commercio mondiale 2010=100

F5 - Esportazioni, importazioni e saldi della bilancia commerciale Gennaio 2008–Marzo dati mensili destagionalizzati, milioni di euro

F6 – Import e export (beni e servizi) e previsioni Istat

F7- Esportazioni per classe dimensionale delle imprese esportatrici nei principali paesi dell'Ue - Composizioni percentuali del valore delle esportazioni – Anno 2011)

F8 - Distribuzione degli operatori all'esportazione per numero di paesi di destinazione - Composizione percentuale – Anno 2013

F9 - Dinamica dell'export per classe dimensionale degli operatori Anni Variazione percentuale di periodo dell’export

F10 - Ostacoli all’espansione delle esportazioni In percentuale sul totale delle imprese del settore

F11 - Incidenza della percezione di dimensioni insufficienti come ostacolo all’espansione delle esportazioni, per classe dimensionale In percentuale sul totale delle imprese della classe

F12 - Forme di intervento pubblico ritenute necessarie per aumentare l’export In percentuale sul totale delle imprese del settore