Il bambino adottato: acquisizioni linguistiche e scolastiche Log. Graziella Tarter Pergine Valsugana - 12 aprile 2014
L’apprendimento linguistico Il processo iniziale di adattamento e riconoscimento reciproco tra genitore e bambino adottato ha la necessità impellente di un mezzo di comunicazione Anche quando avviene in età precocissime, prelinguistiche, i suoni che il bambino è predisposto a ricevere e riconoscere sono quelli relativi alla linguamadre, ma ha una attenzione particolare ai suoni emessi sulle frequenze di una voce di donna adulta La lingua è riconosciuta inizialmente come intonazione e ritmo, le difficoltà più marcate le troveranno dunque i soggetti con madrelingua di tipo tonico, molto diversa dall’italiano, dove invece conta di più l’articolazione dei suoni Al contrario, se la lingua d’origine è molto simile all’italiano, le difficoltà saranno dovute al transfer di regole per la similarità, ma dipende dall’età
L’apprendimento della lingua - condizioni sfavorenti Elevata differenza dalla lingua di origine nella pronuncia e nella forma ritmica (per tutte le età) Età di inserimento nella famiglia adottiva Povertà della conoscenze della lingua di origine, povertà di esperienze e di lessico per esprimerle Lo sviluppo del linguaggio non segue tappe diverse, segue però dei ritmi personali log. Graziella Tarter
Il plurilinguismo non è una realtà di pochi eletti 6912 lingue al mondo in 160 Paesi Più del 50% della popolazione mondiale è poliglotta L’età di esposizione e acquisizione non definisce la bravura successiva, anche in una acquisizione tardiva è possibile avere una alta competenza La variabilità interindividuale è molto alta e dipende al tempo di esposizione e ai contesti log. Graziella Tarter
Luoghi comuni sul bilinguismo Influenza negativamente lo sviluppo cognitivo Difficoltà di raggiungere un buon livello linguistico nelle acquisizioni in età tardiva Impossibilità di tenere separati i diversi sistemi linguistici con confusione delle due lingue Usare termini delle due lingue influenza negativamente l’efficacia comunicativa I bambini con ritardo del linguaggio o con DSL non devono imparare più lingue
Il cervello multilinguistico (R. Franceschini, J.Abutalebi, 2012) L’utilità di un apprendimento plurilinguistico va oltre l’utilitarismo immediatamente percepibile Il cervello sviluppa connessioni e sinapsi al servizio del linguaggio (a lunga data permette una preservazione dal decadimento senile) L’apprendimento precoce di più lingue produce una plasticità cerebrale che potenzia il fattore di crescita neuronale, con un effetto benefico sull’intelligenza Sviluppare competenze plurilingui vuol dire fare propri più sistemi di ancoraggio significante/significato, riconoscendone implicitamente ma precocemente la assoluta arbitrarietà Questo permette riflessioni metalinguistiche e metafonologiche precoci e flessibili log. Graziella Tarter
Il plurilinguismo esercita anche una azione regolatrice Quando il plurilinguismo è acquisito tardivamente si attivano più reti neurali, non solo le reti linguistiche della L1 Si attiva una rete extralinguistica di controllo (cingolo, caudato, corteccia prefrontale, ..), sono le aree delle Funzioni Esecutive Questa attivazione sviluppa le aree FE e tale vantaggio si estende alle componenti neurali extralinguistiche Il costo cerebrale maggiore è dato dalla acquisizione sintattico- grammaticale log. Graziella Tarter
Competenza linguistica nella acquisizione tardiva Il bilinguismo non è causa del DSL o del ritardo di acquisizione linguistica, ma per alcuni b/i può esserci un ritardo per stress di carico informativo L1 non è la prima lingua cui il b/o è esposto, ma quella con la quale c’è un rapporto emotivo più forte L’acquisizione di una lingua dopo gli 8 anni ha un effetto negativo sulla competenza fonologica (l’accento straniero entro gli 8 anni non c’è, progressivamente cresce e dopo i 20 anni difficilmente sparisce, ma dipende dalle caratteristiche sonore delle lingue) Effetto negativo sulla componente morfo sintattica (componente correttiva!) Effetto positivo sulla acquisizione lessicale log. Graziella Tarter
La fase silenziosa I bambini che incontrano per la prima volta una seconda lingua presentano un periodo di silenzio di lunghezza variabile, da poche settimane o pochi mesi o anche più per alcune lingue È importante rispettare questa fase, che è di assimilazione di modelli e di parole, senza forzare la ripetizione di parole, possibile solo in tempi successivi È il periodo nel quale il bambino riceve informazioni e le cataloga, da questa fase il bambino adottato esce di norma con produzioni di stringhe linguistiche, non di singole parole log. Graziella Tarter
L’acquisizione della seconda lingua (S. Bellocchi – F L’acquisizione della seconda lingua (S.Bellocchi – F.Genesee 2010,2012) Segue le regole e strategie universali di apprendimento: semplificazione (della pronuncia e degli enunciati), generalizzazione delle regole (morfosintattiche), riduzione delle complessità Gli errori dell’apprendente sono causati dall’uso di queste strategie, così come avviene nel bambino monolingue I bambini più grandi, con un grado di competenza linguistica in L1 già definito, possono provare a trasferire nella L2 le regole già conosciute. Questo va riconosciuto e non è patologia. log. Graziella Tarter
È comunque sempre più facile imparare in lingua (apprendimento veicolare ) che imparare una lingua L’apprendimento linguistico è facilitato quando l’attenzione non è focalizzata sulla lingua ma sui contenuti del rapporto interpersonale, del gioco, dell’attività proposta Non è necessario insegnare la lingua e le sue caratteristiche, ma aiutare il bambino a capirne i contenuti, utilizzando tutte le modalità disponibili (mimiche, imitative, iconografiche) log. Graziella Tarter
Dove mettere attenzione È importante accogliere ed elogiare tutti i comportamenti linguistici che portano il bambino ad attivarsi per essere capito o per capire È indispensabile fornire buoni modelli:correggere, ma non essere pedanti Durante il periodo del silenzio esercitare la massima tolleranza e non forzare la ripetizione In generale un buon modello non richiede al bambino di ripetere, ma di ascoltare bene: parlare di fronte al bambino, articolare con chiarezza, non subissarlo di parole
Età scolare Anche se il problema emergente è la difficoltà di apprendimento, è comunque indispensabile disporre di un profilo linguistico adeguato Il tempo di acquisizione complessivo del linguaggio informale di gioco è di circa due anni; quello del linguaggio formale e di apprendimento scolastico richiede più tempo e dipende dall’età di inizio della acquisizione (da 5 a 7 anni) I test tarati per bambini italiani non sono attendibili prima che siano passati almeno tre anni log. Graziella Tarter
L’apprendimento scolastico nel bambino bilingue log. Graziella Tarter
Per valutare l’apprendimento scolastico del bambino bilingue Analisi delle competenze linguistiche e metalinguistiche (capacità di riflettere sui suoni delle parole) del bambino Conoscenza delle competenze neuropsicologiche implicate nell’apprendimento e delle tappe stadiali (per gli ins.) Conoscenza delle caratteristiche della/delle lingua cui il bambino è stato esposto Caratteristiche della sua/loro forma scritta, se il bambino ne è stato esposto (l’età è importante!) Percorso didattico attuato dalla scuola log. Graziella Tarter
L’italiano è una lingua: Trasparente ( si scrivono i suoni che si dicono con una transcodifica precisa fonema/grafema) Consistente (ha un grafema singolo per la maggior parte dei fonemi e le eccezioni sono stabili) Prevedibile (la morfologia è molto prevedibile e sostanzialmente regolare) Alfabetica ( il mattone di accesso alla scrittura è il suono singolo) log. Graziella Tarter
Le lingue alfabetiche come l’italiano richiedono competenze metafonologiche specifiche, da apprendere culturalmente attraverso l’insegnamento Questo apprendimento è per molta parte implicito, sostenuto dall’ambiente e dalla famiglia prima ancora che dalla scuola Attenzione particolare ai tempi: sono necessari circa tre anni di buon linguaggio orale perché si sviluppi una solida competenza metafonologica, in assenza della quale le difficoltà di apprendimento sono prevedibili ma non sono indice di DSA log. Graziella Tarter
Lo sviluppo metafonologico È una abilità linguistica che arriva al suo appuntamento evolutivo verso 4 anni circa e non necessita di un insegnamento formale per svilupparsi, almeno nelle prime fasi Le abilità di sintesi (fusione di suoni) precedono sempre le abilità di analisi La memoria verbale sequenziale sviluppa e sostiene queste abilità e nel tempo la potenzia Apprendimento linguistico spontaneo: 4a circa- fusione di sillabe 4,6 anni – analisi di sillabe Apprendimento culturalmente indotto: 5 /5,6 anni – fusione di fonemi 5,6/ 6 anni - analisi di fonemi
Sillaba > < fonema Lo sviluppo spontaneo si ferma alla fusione/analisi sillabica perché è l’unità minima del linguaggio parlato che ha salienza percettiva (riconoscibilità) e questo avviene in tutte le lingue. Il fonema, cioè il suono singolo, è frutto di una convenzione legata al processo di scrittura e non rappresenta una invarianza acustica, infatti assume modalità fonetiche diverse a seconda dei suoni coi quali si combina.
L’intervento in pillole Molti bambini di lingua e culture diverse devono convivere nella scuola pubblica e imparare a scrivere secondo denominatori il più possibile comuni La caratteristica che accomuna situazioni molto diverse è la consapevolezza sillabica (in italiano base della ortografia fonologica) Per questa ragione la fase metafonologica profonda va limitata alla acquisizione dei caratteri alfabetici, imparata la grafia è opportuno un ritorno primario al lavoro ortografico sillabico Molte lingue sono accomunate dallo scambio r/l, t/d, ecc : è importante per l’insegnante non concentrare tutto il lavoro sulla pronuncia e la presentazione di suoni simili, perpetuando così le confusioni
Carattere di scrittura La problematica è complessa e richiede una riflessione dell’insegnante, non una scelta didattica a priori: la logica è quella di adattare la didattica alle situazione, non l’inverso Per alunni già scolarizzati in lingua madre, non introdurre subito il carattere della classe di arrivo! Attenzione anche al senso di scrittura, senza allarmismi (gli errori non sono segno di patologia, richiedono tolleranza!) ma ripetendo al bambino le informazioni corrette, a casa e a scuola log. Graziella Tarter
Usare criteri di buonsenso Prima di pensare ai disturbi di apprendimento o del linguaggio, diamo TEMPO e BUONI MODELLI Le valutazioni del linguaggio fatte troppo precocemente sono empiriche e non sempre realistiche Un bambino che ancora non si esprime correttamente non deve essere confuso con un soggetto privo di comprensione, di esperienze, di conoscenze Dobbiamo dare RISPETTO E RICONOSCIMENTO ALLO SFORZO ADATTIVO, eventualmente chiedere informazioni a personale tecnico, non pensare subito a patologie
problemi L’arrivo di bambini adottati in età sempre più avanzata richiede un adattamento mentale anche agli operatori (sociali, sanitari, educativi) che accompagnano il percorso Lo scarto temporale tra l’arrivo nella nuova famiglia e la scolarizzazione è sempre più ridotto e amplifica i problemi sia di linguaggio sia di apprendimento La buona riuscita scolastica non deve essere un braccio di ferro, soprattutto non è lo specchio della buona genitorialità A volte un buon processo di innamoramento reciproco richiede di sacrificare l’immaginato, per vivere bene il reale
I figli sono sempre individui separati da noi e come tali vanno accolti, sostenuti, accettati, spinti, accuditi, amati ……….. Buona giornata a tutti!