Gruppo locale di Reggio Calabria

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Gruppo locale di Reggio Calabria

Chi siamo? Siamo donne e uomini di buona volontà che come soci/e o simpatizzanti del SAE, da oltre vent’anni camminiamo insieme, per le vie del Signore con il desiderio di incontrare le sorelle e i fratelli che credono nell’ Amore, in Gesù Risorto nel cui Santo Nome l’umanità intera è salva. Crediamo nella bontà del dialogo interconfessionale e interreligioso per realizzare l’Unità nel rispetto reciproco della diversità. Gigliola è la responsabile del Gruppo, Daniele è il giovane teologo biblista che ci istruisce sul Grande Codice, Francesca è la veterana che con la sua saggezza ci sostiene, Eugenia la sorella valdese che insieme a Marisa, Ivan, Angela, Frida, Tommaso e le altre sorelle e fratelli valdesi, battisti, ortodossi, arricchiscono il nostro cammino ed ancora ci sono Gina, Annelisa, Lorenzo, Maria, Nanà, Nuccia, Caterina, Silvana, Chiara, Giulia, Ester, Mimma e tanti altri fratelli che ci comunicano la gioia di sentirsi parte di una stessa comunità di fede, la chiesa di tutti coloro che si convertono ecumenicamente all’Amore universale manifestato in Cristo Gesù e non solo!

Alcune di noi, a partire dalle letture delle esperienze di donne teologhe cattoliche e protestanti tratte dal libro «Nel segno di Ruth>> (rivista Viottoli della Cdb di Pinerolo -To) e dopo aver meditato sulle seguenti : Costatazioni la Bibbia è composta da un insieme di tradizioni pensate e scritte da uomini per altri uomini; - che le tradizioni bibliche spesso legittimano il dominio del genere maschile su quello femminile; - che, di conseguenza, questa tradizione religiosa sovente non parla alle donne, alla loro esperienza concreta, quotidiana, alla loro vita, se non per controllarne i comportamenti e costringerle in ruoli decisi dagli uomini. Si tratta senza dubbio di un’eredità molto pesante e ci sembra legittimo che le donne, di fronte a questa tradizione, si pongano almeno alcuni interrogativi: - c’è nella Bibbia libertà femminile? La libertà di essere autentiche, di essere se stesse, di discutere apertamente con Dio? - c’è libertà femminile nell’uso della Bibbia? Nel modo di rapportarci ad essa, di interpretarla? - c’è una nostra libertà, a partire da noi stesse, di immaginare la divinità e il nostro rapporto con essa? (v. l'introduzione di Letizia Tomassone all'incontro n azionale donne c.d.b. di Sasso Marconi) hanno sentito quindi l’esigenza di prendere in considerazione anche il pensiero delle teologhe delle altre confessioni, per approfondire il ruolo della donna nella chiesa .

L’amore divino delle donne nella storia della salvezza Programma di Formazione Ecumenica anno 2014-2015 L’amore divino delle donne nella storia della salvezza Parte Prima Da Eva a Giuliana di Norvich

Finalità Interrogare il testo biblico per far emergere, conoscere e valorizzare il contributo dato dalle donne nella storia della salvezza. A partire da sé, dalla propria esperienza della relazione con il divino, tentare un’altra narrazione/interpretazione del testo sacro contestualizzando le storie e le gesta delle matriarche, profetesse, martiri e sante del passato e collegandole con la nostra realtà di donne del terzo millennio dopo Cristo.

Tempi di attuazione Da Eva e dalle matriarche ebree alle donne delle altre confessioni o delle altre religioni è questo il percorso che si snoderà in due anni e che si propone di esplorare insieme, nel gruppo locale del SAE di Reggio Calabria, le potenzialità e i doni espressi dal «genio femminile» nel tempo della salvezza.

Metodologia Approfondire, attraverso la lettura dei testi biblici, degli studi di alcune teologhe cattoliche e protestanti o di altre confessioni e religioni, il rapporto delle donne con il divino. Presentare al gruppo le relazioni sui personaggi scelti e con il supporto di preghiere, poesie, musica, attività varie, comunicare la propria esperienza religiosa attraverso uno scambio costruttivo e gioioso.

A cominciare da Eva dare un’altra lettura dell’origine dell’umanità

Secondo la teologa Elsa Sorge, la figura di Eva, curiosa, coraggiosa, trasgressiva, che agisce nel racconto di Genesi in modo più autonomo di Adamo, è ancora un residuo dell’antica figura della grande Dea Madre. Nel mito originario Eva, porgendo la mela ad Adamo, intendeva renderlo partecipe della sua forza d’amore e della sua profonda conoscenza della vita e dell’amore. Amore e conoscenza sono strettamente connessi, la donna ne sa di più e la mela era una mela d’amore del paradiso della Dea. L’ Adamo originario, che accetta la mela, sarebbe l’uomo originario che si lascia iniziare dalla donna alla sua saggezza di amore e di vita (il serpente anticamente era simbolo di fecondità e intelligenza femminile).

Maria di Nazareth

<<Dio è amore>> (1 Gv 4,16) Questo amore infinito di Dio si manifesta nella storia umana nell’evento supremo dell’incarnazione di suo figlio. Egli si fece carne nel grembo di una donna di nome << Maria>> la quale ha creduto in questo Amore, si è fidata e per questo divenne la madre di Dio. Ancora oggi questo sublime amore è trasmesso a noi per la sua intercessione presso suo figlio Gesù. Questa considerazione è ciò che la chiesa cattolica ritiene di Maria. Sarà importante comprendere anche la visione della Madonna da parte della chiesa valdese.

S. Ildegarda di Bingen e S S. Ildegarda di Bingen e S. Angela da Foligno due tra le tante mistiche del medio evo che incontreremo nel nostro percorso…

Ildegarda a 42 anni, sentì la voce di Dio che le diceva: “Manifesta le meraviglie che apprendi ... Oh tu fragile creatura ... parla e scrivi ciò che vedi e senti...”ma più lei resisteva alla Voce, più aumentavano le sofferenze. Finalmente, cominciò a scrivere. E anche le forze ritornarono. Il primo frutto fu l’opera “Scivias” (Conosci le vie). In 35 visioni c’è tutta la storia della salvezza. È un invito pressante a “conoscere le vie, a prestare attenzione, a guardare, scrutare, discernere le vie divine, i percorsi, rettilinei o contorti, le circostanze belle o brutte nelle quali Dio ci viene incontro. Tutte le vie portano ad un’unica meta, pertanto in ogni circostanza si può desiderare Dio e conoscerlo”.

Le beghine

Le beghine è un termine di per sé comico, con cui si prendevano in giro le donne troppo bigotte e corte di pensiero invece, dice Dacia Maraini nel suo libro su Chiara d’Assisi, «le beghine tanto disprezzate erano spesso mogli di soldati morti in guerra che si dedicavano alla cura dei poveri, che seguivano la pratica della povertà, della castità e della solidarietà, senza però prendere i voti. E’ stata la chiesa a ridicolizzarle quando sono diventate numerose e hanno cominciato a influenzare l’opinione pubblica con le loro azioni virtuose, le loro critiche all’autoritarismo e ai fasti del papato>. Le Beghine hanno sperimentato, attraverso la lingua madre, un modo diverso di parlare di Dio. Ci hanno consegnato un messaggio di amore inaudito e poco comprensibile dalla logica umana ma possibile provarlo soltanto con l’intelletto d’amore, è un pensiero di donne che avevano e (hanno) con il divino un rapporto di straordinaria confidenza e suprema libertà. L. Muraro

Sara e la schiava Agar

Marta e Maria Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta! Signore non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille che mi aiuti.

Santa Chiara d’Assisi

Santa Chiara (elogio della disobbedienza) «La santa che nella grande Storia scritta dagli uomini ha sempre vissuto all'ombra di Francesco. Chiara ha dodici anni appena quando vede "il matto" di Assisi spogliarsi davanti al vescovo e alla città. È bella, nobile e destinata a un ottimo matrimonio, ma quel giorno la sua vita si accende del fuoco della chiamata: seguirà lo scandaloso trentenne dalle orecchie a sventola e si ritirerà dal mondo per abbracciare, nella solitudine di un'esistenza quasi carceraria, la povertà e la libertà di non possedere. Sta tutta qui la disobbedienza di Chiara, in questo strappo creativo alle convenzioni di un'epoca declinata al maschile. Perché, ieri come oggi, avere coraggio significa per una donna pensare e scegliere con la propria testa, anche attraverso un silenzio nutrito di idee. In questo racconto, che a volte si fa scontro appassionato, segnato da sogni e continue domande, Dacia Maraini traccia per noi il ritratto vivido di una Chiara che prima è donna, poi santa dal corpo tormentato ma felice: una creatura che ha saputo dare vita a un linguaggio rivoluzionario e superare le regole del suo tempo...»

Rebecca Rachele Tamar Lia Le matriarche: Rebecca Rachele Tamar Lia

La motivazione che ci spinge ad indagare le madri, o le "matriarche", come vengono anche chiamate queste donne nel libro della Genesi, è la ricerca della genealogia femminile, poiché sappiamo bene che, oltre agli uomini, ci sono state anche donne che, prima di noi, hanno incontrato Dio e che da questo incontro hanno lasciato trasformare la loro vita e intrapreso un cammino che ha portato dei frutti fino a noi. È indubbio quindi che le matriarche presenti nel libro della Genesi fanno parte della nostra genealogia: sono le nostre "madri" nella fede. Letizia Tomassone

La samaritana Perché parla con lei?

Santa Caterina da Siena

Caterina viene riconosciuta come una «santa viva» anche perché fa penitenza continuamente, digiuna, macera il suo corpo e alla fine si consuma. È morta a 33 anni, a forza di digiunare: è come dire che una donna, per guadagnarsi uno spazio che di solito alle donne non è consentito, deve sempre fare uno sforzo eccezionale. (Alessandro Barbero, Dietro le quinte della Storia)

Le donne dell’Esodo: Miriam e le altre. L’amore che non cede al potere …delle due coraggiose ostetriche, Shiphrah e Puah, nel Libro dell’Esodo viene completamente omessa dal lezionario, la loro opera. La lettura feriale1 dell’Esodo 1:8-22 (lezionario #389, lunedì della quindicesima settimana del tempo ordinario, anno I) salta dal verso 14 al verso 22, riducendo quindi la storia di queste coraggiose donne che hanno rischiato la propria vita sfidando le leggi capitali del faraone per sostenere la legge della vita di Dio.

Maria di Magdala

Martirologio Romano: Memoria di santa Maria Maddalena, che, liberata dal Signore da sette demòni, divenne sua discepola, seguendolo fino al monte Calvario, e la mattina di Pasqua meritò di vedere per prima il Salvatore risorto dai morti e portare agli altri discepoli l’annuncio della risurrezione.

Donne valdesi del trecento … e andavano a predicare a due a due.

«ll loro essere in relazione fra loro mi è prezioso e crea un equilibrio con quanto detto fin qui. Nelle case, negli ospizi, nei luoghi di vita e accoglienza, le immagino in una sorta di società femminile, custodi delle arti mediche e dell’arte di curare corpi e anime, capaci di creare gruppi di studio della Bibbia. Le immagino anche abili a trasmettere queste conoscenze agli aspiranti “barba” che venivano mandati a formarsi presso le loro case. Mi meraviglia, anche, questa loro capacità di farsi riconoscere come maestre da uomini, vista la difficoltà che noi abbiamo su questo piano oggi». Tratto da «Donne valdesi nel medioevo» di Letizia Tomassone

Giuliana di Norwich

L’amore è tutto «Dal primo momento in cui ebbi queste rivelazioni, spesso desiderai sapere più chiaramente cosa intendesse nostro Signore. Più di quindici anni dopo, mi fu data in risposta una comprensione spirituale e mi fu detto: “Bene, vorresti sapere cosa ha inteso il tuo Signore e conoscere il senso di questa rivelazione? Sappilo bene: amore è ciò che lui ha inteso. Chi te lo rivela? L’Amore. Che cosa ti rivela? Amore. Perché te lo rivela? Per amore. Rimani salda nell’amore, e lo conoscerai sempre più a fondo. Ma in lui non conoscerai mai cose diverse da questa, per l’eternità”. Così vidi con assoluta certezza che Dio prima ancora di crearci ci ha amato, di un amore che non è mai venuto meno, né mai svanirà. In quest’amore egli ha fatto tutte le sue opere, tutto quello che è vantaggioso per noi, e in quest’amore la nostra vita dura per sempre. Quando siamo stati creati abbiamo avuto un inizio, ma l’amore nel quale ci ha creati era in lui da sempre, senza principio. Tutto questo noi lo vedremo in Dio, durante l’eternità». Giuliana di Norwich, Il libro delle rivelazioni, Àncora, Milano 19972 : Decima rivelazione – Capitolo 24, pp. 160-161

Preghiere, profumi, sapori, canti, danze, silenzio sottile che come una brezza leggera ci avvolge e libera la bellezza dell’amore divino dentro e fuori di noi…

Noi donne, in questo tempo che stiamo vivendo, auspichiamo che da parte degli uomini ci sia una reale presa di coscienza sul ruolo preponderante che hanno avuto nel corso dei secoli nell’opera di negazione e cancellazione della presenza della donna nella storia. Pensiamo che dal «riconoscimento dell’Alterità nasca il superamento del peccato che porta alla prevaricazione dell’uno sull’altra, alla guerra dei sessi. Siamo chiamati a creare, ad inventare la comunione tra di noi senza neutralizzare o possedere l’altro/a, senza illuderci di essere uguali ma senza misconoscere l’unità della vocazione». Enzo Bianchi priore della comunità di Bose Questo percorso di formazione non vuole soltanto essere un tentativo di fare teologia al femminile ma un’opportunità concreta d’incontro/confronto con tutti i nostri fratelli. Occorre imparare all’interno della chiesa a vivere la differenza, restituire la relazione uomo-donna alla sua dimensione di sacramento dell’alleanza, di narrazione dell’amore di Dio per le sue creature. Pensiamo perciò che sia più coerente ed efficace definire il cammino di studio e di fede che compiamo, proprio perché ci salviamo insieme, «Teologia dell’umanità».

Costola di Adamo Partorii nel dolore la vita, ti donai una lunga genia, arai e coltivai semi di piante, raccolsi il grano nei campi, filai e tessei trame di pace su lini e sete orientali ma invano. Imbastii, cucii tele e stoffe pregiate per coprire il tuo corpo regale, sulle mie dita le piaghe cicatrizzarono mentre sui tavoli della guerra tu, divino stratega della mia vita facesti bottino. Oggi come ieri il mio corpo dolce e sinuoso non ti rende virtuoso, lo tratti con violenza inaudita come una cosa esclusiva. Dici di amarmi - sei mia, solo mia ho bisogno di te, se mi tradirai il mio amore non avrai- ma io ti dico: se mi ucciderai, sarà l’Amore che non avrà più noi per amare-. Oh perché mangiai la mela! M. Iannò

Gli uomini in conversione ringraziano, attraverso le parole del Papa, le donne «La chiesa ringrazia per tutte le manifestazioni del<<genio femminile>>apparse nel corso della storia, in mezzo a tutti i popoli e a tutte le nazioni; ringrazia per tutti i carismi che lo Spirito Santo elargisce alle donne nella storia del popolo di Dio, per tutte le vittorie che essa deve alla loro fede, speranza e carità; ringrazia per tutti i frutti di santità femminile» (Giovanni Paolo II, Mulieris Dignitatem)

A conclusione del percorso si svolgerà presso il Parco della Mondialità un’ agape sororale e fraterna aperta alle amiche e gli amici che vorranno lodare e ringraziare l’amore universale presente e operante in mezzo a noi attraverso lo spirito di Dio (la Ruah) che ci alimenta e ci sostiene. Buon percorso a tutte e tutti