Gesù crocifisso e abbandonato, il “Volto dolente del Cristo”
Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per potercene compiacere.
Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. (Isaia, 53, 3-5)
Tutte le volte che sentirai la disperazione nell’anima, e continuerai a sorridere, e a parlare di speranza agli altri; tutte le volte che sentirai la morte nell’anima, e continuerai a sorridere, e a parlare agli altri della vita;
tutte le volte che ti sentirai peccato, e continuerai a sorridere, e a parlare agli altri di amore, e ad amare concretamente; tutte le volte che avrai l’anima piombata nel buio più assoluto, e continuerai a sorridere, e a parlare agli altri di luce:
“ti sembrerà di fare una commedia, di non vivere nella verità” “ti sembrerà di fare una commedia, di non vivere nella verità”. Ricordati: quella è “commedia divina”, quello è “ideale puro”. Quello è “essere Gesù Abbandonato”.
Infatti tutto il negativo di ogni uomo, tutto il nero del mondo, Gesù l’ha preso su di sé, se ne è rivestito, l’ha compenetrato e ha redento tutto.
Ogni dolore e ogni pena è dunque un incontro con Lui.
Se Egli ha assunto tutti i dolori, le divisioni, i traumi dell’umanità, posso pensare che dove vedo una sofferenza, in me o nei miei fratelli e sorelle, vedo Lui. Ogni dolore fisico, morale, spirituale mi ricorda Lui, è una sua presenza, un suo volto.
Posso dire: “In questo dolore amo te, Gesù abbandonato Posso dire: “In questo dolore amo te, Gesù abbandonato. Sei tu che, facendo tuo il mio dolore, vieni a visitarmi. Allora te voglio, te abbraccio!”.
Ho un solo Sposo sulla terra: Gesù Abbandonato; non ho altro Dio fuori di Lui.
In Lui è tutto il Paradiso con la Trinità e tutta la terra con l’Umanità. Perciò il Suo è mio e null’altro. E Suo è il Dolore universale e quindi mio. Andrò per il mondo cercandolo in ogni attimo della mia vita. Ciò che mi fa male è mio.
Mio il dolore che mi sfiora nel presente Mio il dolore che mi sfiora nel presente. Mio il dolore delle anime accanto (è quello il mio Gesù). Mio tutto ciò che non è pace, gaudio, bello, amabile, sereno…, in una parola: ciò che non è Paradiso.
Poiché anch’io ho il mio Paradiso, ma è quello nel cuore dello Sposo mio. Non ne conosco altri. Così per gli anni che mi rimangono:assetata di dolori, di angosce, di disperazioni, di malinconie, di distacchi, di esilio, di abbandoni, di strazi, di ... tutto ciò che è Lui, e Lui è il Peccato, l’Inferno.
Elaborato da: don Mauro Giallombardo e Anna Lollo Così prosciugherò l’acqua della tribolazione in molti cuori vicini e - per la comunione con lo Sposo mio onnipotente - lontani. Passerò come Fuoco che consuma ciò che ha da cadere e lascia in piedi solo la Verità. Ma occorre esser come Lui: esser Lui nel momento presente della vita. CHIARA LUBICH Elaborato da: don Mauro Giallombardo e Anna Lollo