DOMENICA della TRASFIGURAZIONE

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Capitolo 17 1 Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2 E fu trasfigurato.
Transcript della presentazione:

DOMENICA della TRASFIGURAZIONE II dom. di quaresima - A Gen 12,1-4a 2 Tim 1,8b-10 Mt 17,1-9 DOMENICA della TRASFIGURAZIONE

Preghiera iniziale Gesù, ti incontreremo trasfigurato, oggi. Insegna anche a noi, come l’hai insegnato a Pietro, Giacomo e Giovanni la via dell’obbedienza di fede che pare impossibile, della perseveranza che riteniamo inutile, della speranza che sembra insostenibile. L’incontro con la tua Parola ci aiuti a fidarci di Te, soprattutto quando il cammino si fa arduo e la via oscura. Da soli non sapremmo percorrerla, ma, con la forza del Tuo Santo Spirito e la luce della tua Parola, il sentiero diventa sicuro, la paura viene sconfitta, e la fatica generosamente offerta. Amen. Preghiera iniziale

Mt 17, 1-9 * 1 Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2 E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3 Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 4 Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: “Signore, è bello per noi restare qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia”. ** 5 Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. ASCOLTATELO”. 6 All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. *** 7 Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: “Alzatevi e non temete”. 8 Alzando gli occhi non videro (conobbero, fecero esperienza di) nessuno, se non Gesù solo. 9 Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò: “Non parlate a nessuno di questa visione (delle cose viste), prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti”.

CONTESTO a) letterario: * professione di fede di Pietro. * 1° annunzio della Passione (16, 21-23). * esigenza della SEQUELA (16, 24-28). Marco e Luca, al pari di Matteo collocano l’episodio della Trasfigurazione tra il primo e il secondo annuncio della passione-risurrezione di Gesù. Da ciò si deve dedurre l'importanza e la necessità di questo ordine: la trasfigurazione di Gesù sul monte non è un episodio isolato, ma prende significato nel contesto del mistero pasquale * 2° annunzio della Passione ( 17,22-23)

CONTESTO b) esistenziale: la comunità di Matteo ha una duplice esigenza: 1) armonizzare il ruolo del Battista con quello di Gesù (“una voce: Questi è il Figlio…”); 2) confermare la continuità tra prima Alleanza (Mosè – Elia “conversavano”) e seconda Alleanza.

v. 1a: “Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e v. 1a: “Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello… e li condusse in disparte, su un alto monte”. L’indicazione temporale “sei giorni dopo” racchiude un grande significato ed ha diverse sfumature: * è probabile che l’evangelista faccia riferimento - all’annuncio della passione formulato sei giorni prima, - ma soprattutto alla creazione divina, in particolare al settimo giorno. * Il numero sei indica propriamente la dimensione umana, per cui il sesto giorno, nel contesto biblico, è quello dell'attesa, della preparazione. * Il sette, invece simboleggia la sfera divina, e quindi il tempo della pienezza, del compimento. Nel contesto cristiano, la risurrezione. Il riferimento cronologico sta ad indicare l'irrompere del divino nei confini dell'uomo.

v. 1b: “… prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello…” Sulla scelta dei tre si possono fare solo dei tentativi di interpretazione. La presenza di Pietro è scontata, data la sua nuova responsabilità (cf. Mt 16,13-19). Meno comprensibile la presenza di Giovanni e Giacomo, scelti forse, perché il primo è il discepolo prediletto e l'altro colui che testimonierà per primo la fedeltà a Cristo con il martirio nell'anno 44 (cf. At 12,1-2). In ogni caso, i tre sono gli stessi che qualche tempo più tardi saranno chiamati a dividere un'altra esperienza con Gesù, quella della sua agonia nell'orto degli Olivi. La presenza degli stessi testimoni crea una correlazione tra i due episodi, l'uno di gloria e l'altro di sofferenza.

v. 1c: “…e li condusse in disparte, su un alto monte”. Soprattutto in Matteo, Gesù, quando fa o dice qualcosa di importante, sale su un monte: - 4,8: l'ultima tentazione - 5,1: le beatitudini - 15,29: moltiplicazione dei pani - 24,3: il discorso escatologico alla fine del vangelo - 28,16: i discepoli incontrano il Risorto che li invia Il riferimento all’Antico Testamento giustifica l’ insistenza di Matteo su questo particolare: il “monte” è il luogo prediletto delle rivelazioni divine: - l'incontro di Mosè sul Sinai, dove Dio gli consegnò le tavole della Torah che poi Mosè trasmise al popolo; - sul monte Oreb sia Mosè che Elia vissero la straordinaria manifestazione divina, che segnò inequivocabilmente le loro esistenze.

v.2: “E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce”. Il simbolismo della luce, nella Bibbia, esprime la realtà di Dio, sopratutto la sua partecipazione alle vicende del popolo biblico: - Es13,21-22: Dio è raffigurato come una "colonna di fuoco" - Es 3,2: è colui che "si rivela e parla dal fulmine e dal fuoco“ - Sl 44,4: … con il suo volto luminoso conquista la terra promessa Gesù “fu trasfigurato … il suo volto brillò come il sole”: la luce veniva da Lui, non era riflessa. Non si tratta neppure del cambio di persona o del passaggio da una figura all'altra perchè i discepoli continuarono a distinguere il Gesù di tutti i giorni. “… le sue vesti divennero candide come la luce". Il riferimento alle vesti rappresenta uno sviluppo della simbologia del volto luminoso. Nella tradizione biblica il vestito rivela la persona stessa come sembrano confermare le parole del salmo 102,1-2: "Signore, mio Dio, quanto sei grande! Splendore e maestà è il tuo vestito, avvolto di luce come un manto".

v. 3: “Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui”. Sul monte fanno la comparsa i due più importanti "rappresentanti" (la “Legge” e i “Profeti”). dell'AT. Mosè è il personaggio dell'AT più citato (circa 80 volte): egli rappresenta il mediatore della Torah ed è considerato un profeta che preannuncia la venuta di Cristo. Elia è ritenuto una grande figura, poiché riportò il popolo d’Israele all'adorazione del vero Dio. Il significato della presenza dei due: la legge ebraica esigeva che un fatto fosse comprovato dall'attestazione di due testimoni (cf. Dt 19,15).

v. 4: “Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: “Signore, è v.4: “Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: “Signore, è bello per noi restare qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia”. Quello di Pietro è quasi con un grido di preghiera, come risulta dal vocativo "Signore!", ma soprattutto esprime un desiderio di fissare il tempo, impedirne il trascorrere. In Os 12,10, abitare sotto la tenda è un segno della visita che Dio compie alla fine del tempo per abitare per sempre con il suo popolo. Con la sua “preghiera” Pietro esprime un sentimento umanamente condivisibile: pensa che la fine (un presente gratificante) sia lì, sul monte.

v.5a: “Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube” L'apparizione della nube luminosa interrompe la parola di Pietro e introduce la Parola della voce misteriosa di Colui che la nube rivela e occulta insieme. I racconti biblici del Sinai collegano la nube luminosa (nube - fuoco ) alla manifestazione di un Dio che vuole comunicarsi al suo popolo.   v. 5b: … che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. ASCOLTATELO”.             L’espressione è analoga a quella del Battesimo. Qui Matteo aggiunge l'imperativo ASCOLTATELO che esprime l'urgenza della sequela e dell'obbedienza.

v. 6: “ All’udire ciò, i discepoli caddero con la v.6: “ All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore”. Un gesto di adorazione, accompagnato da quel timore sbigottito che l'uomo prova quando si avvicina al sacro. Sorprendente è che questo gettarsi faccia a terra non avvenga di fronte alla visione, ma davanti all’ ascolto. Il messaggio è chiaro: solo la fede che nasce dall'ascolto della Parola consente di incontrare il mistero di Dio.

vv. 7- 8: “ Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse:. “Alzatevi e vv.7- 8: “ Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: “Alzatevi e non temete”. Alzando gli occhi non videro (conobbero, fecero esperienza di) nessuno, se non Gesù solo.” Colui che essi hanno visto trasfigurato, cioè nella luce della risurrezione, ora riappare nella sua dimensione terrena. Il gesto di toccare stabilisce una profonda comunione e trasfonde coraggio in loro. Si tratta della "carezza di un amico" che desidera farsi vicino, attento e rassicurante, in un momento di disorientamento e fatica.

v. 9: “Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò: “Non parlate a v. 9: “Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò: “Non parlate a nessuno di questa visione (delle cose viste), prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti”. * Raccontare l'avvenimento della trasfigurazione, esponeva la persona di Gesù a pericolosi fraintendimenti. * Solo quando i discepoli saranno inviati al mondo a testimoniare la sua risurrezione, potranno parlare della trasfigurazione. * Per il momento l’esperienza della trasfigurazione è un prezioso viatico che li accompagna nel tempo duro che li aspetta. È per questo che l'episodio si colloca tra i due annunci di passione-risurrezione. Fuori da questo suo alveo teologico, resterebbe un miracolo difficilmente inquadrabile nella logica del Vangelo.

TRASFIGURAZIONE «[…] La Trasfigurazione ci ricorda che le gioie seminate da Dio nella vita non sono punti di arrivo, ma sono luci che Egli ci dona nel pellegrinaggio terreno, perché "Gesù solo" sia la nostra Legge e la sua Parola sia il criterio che guida la nostra esistenza […]». (Benedetto XVI, Introduzione all’Angelus, 28.02.2010).

TRASFIGURAZIONE «Mi chiamasti e il tuo grido lacerò la mia sordità; balenasti e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza e io respirai e anelo verso di te; gustai e ho fame e sete; mi toccasti e arsi dal desiderio della tua pace» (S. Agostino, Confessioni X,27,38).

Preghiamo con Mt 17,1-9 Signore Gesù, tu riconosci, anche nella mia vita, la perenne tentazione di trovare una scorciatoia che conduca alla risurrezione senza passare attraverso la fatica. tu sai quanto mi costa rimanerti fedele nel tempo della prova. Sostieni i miei passi con il ricordo di quella luce che hai donato anche a me sul monte della Trasfigurazione e che continui a donarmi attraverso eventi e persone, giorno per giorno. La tua Trasfigurazione, Gesù, è una sosta luminosa nel cammino che conduce verso Gerusalemme, luogo della tua passione, morte e risurrezione. Anche per i tuoi discepoli, Gesù, c’è un percorso doloroso da affrontare e tu vuoi che almeno per un attimo, contemplino il tuo volto trasfigurato, la tua persona illuminata dallo splendore di Dio. Una sosta in cui ricevere la voce del Padre che invita ad ascoltarti. Una sosta che fa nascere però in Pietro la tentazione di fermarsi, di non scendere più, di restare per sempre sul monte.