Verba volant. (ma, se si lavora bene, forse manent) Firenze, 9 marzo 2011 Paolo E. Balboni.

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Transcript della presentazione:

Verba volant. (ma, se si lavora bene, forse manent) Firenze, 9 marzo 2011 Paolo E. Balboni

l’oralità non è una novità Fino al Seicento Tra Seicento e Ottocento Berlitz, Palmer, Sweet, Jepsersen ASTP: il cinema, il ‘grammofono’ e poi il ‘magnetofono’ L’approccio comunicativo

il problema base: verba volant la lingua orale è molto più incerta, variabile, incontrollabile di quella scritta nell’ascolto l’attenzione è ai significati, più che ai significanti nel parlato, lo sforzo è raggiungere lo scopo pragmatico, più che controllare la forma

una prima risposta se le parole volano, per farle permanere basta registrarle

un primo problema davanti a un (video)registratore i ragazzi si bloccano, ridono ma solo le prime volte

una seconda risposta non è detto che la registrazione debba essere fatta in classe: a. i-pod b. smart phone

cosa di può fare in classe 1.monologo -va presentato come un onore, non come un compito per vittime scarificali -quindi l’argomento deve essere scelto dallo studente, significativo per lui (e per i compagni, si spera) -non si improvvisa, ci si prepara, senza la necessità di pensare i contenuti insieme alla lingua -a piccole dosi: uno studente a incontro

una prima risposta - se si riesce a farli litigare… è produzione autentica! - valutazione collettiva della performance, prima ‘a memoria’ e poi con video, ma evitando di fare gli anatomopatologhi della lingua - ricordare che sono ‘errori’ quelli che rientrano nella lingua che dovrebbe essere già acquisita; gli altri sono problemi di interlingua futura

una prima risposta -“ ma così si fissano errori”: magari tutto quel che gli viene detto si fissasse! Il rischio è minimo -“ma così non imparano niente”: non è vero, il LAD è sempre in funzione, e se per caso compaiono cose che sono nella ‘zona di sviluppo prossimale’ (o “i+1” nell’ordine naturale) l’acquisizione spontanea è possibile. Vediamo meglio il concetto di ZSP

ma la ZSP non funziona se… se si inserisce il filtro affettivo. Vediamo prima come funziona la memorizzazione servono neurotrasmettitori bisogna evitare che producano l’ormone dello stress

una terza risposta dialogare in classe: - evitare che coinvolga solo le 2 o 3 vittime sacrificali; la registrazione può aiutare -lo ‘scenario’ può coinvolgere tutti -anche la ‘classe CSI’ coinvolge tutti

vari tipi di attività in aula 1.drammatizzazione: a piccole dosi può servire 2.roletaking 3.rolemaking 4.dialogo aperto 5.scenario 6.classe CSI 7.valutazione critica su una canzone, una pubblicità, un film, la Juventus (purché sia chiaro che è superiore a Inter e Milan)

vari tipi di attività fuori aula 1.i-pod o smart phone, visti sopra 2.le sperimentazioni di sport e italiano L2 di F. Caon (vedere sezione Materiali)

e se non si può registrare? allora è più probabile l’effetto verba volant ma non è inutile

l’importante è motivare l’attività 1.affrontare in coppia o gruppo un problema operativo (ma in gruppi multilingui, altrimenti usano la L1) 2.sostituire le parole di una canzone ( sezione “Parole in viaggio”, del solito Caon)

ma… attenzione! 1.DOP, Delayed Oral Practice 2.ciascuno dà quel che può: valutare – se proprio si deve – sulla base dell’interlingua sua, non della lingua nostra 3.un’attività scritta successiva può aiutare a fissare le cose dette con verba che si ostinano a volar via

Grazie dell’attenzione Paolo E. Balboni