Introduzione ai generi letterari – Elementi di narratologia

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Transcript della presentazione:

Introduzione ai generi letterari – Elementi di narratologia Diana Dragoni

“Testo”, dal latino textus Per “testo”, dal latino textus (con significato originario di tessuto o trama), si intende normalmente l’unità risultante da qualunque atto di comunicazione. Non necessariamente il testo è espresso in parole dette o scritte, ma può essere costituito da un insieme di segni, quali gesti, espressioni facciali, immagini ecc. Ciò che esso deve possedere è il carattere della “testualità”, fatta specialmente da due elementi fondamentali: la coerenza e la coesione.

Classificazione dei testi PER TIPI: narrativi, descrittivi, argomentativi, espositivi, regolativi. PER GENERE: lirica narrativa drammaturgia Un aiuto ad affrontare i testi è dato dalla loro classificazione, che può essere fatta per “tipi” o “generi”. Per maggiore chiarezza si ricordano anche le distinzioni fra “tipologia” e “genere” testuale. In base alla tipologia, i testi si suddividono in: narrativi, descrittivi, argomentativi, espositivi, regolativi. Il “genere”, invece, è culturalmente e storicamente determinato (racconto, favola, romanzo ecc.). Infatti, mentre i tipi di testi sono comuni a tutte le lingue e culture, il genere può appartenere ad alcune culture o può semplicemente appartenere a un determinato periodo storico e poi scomparire.

In base alla forma e al contenuto si distingue in IL TESTO NARRATIVO FAVOLA FIABA NOVELLA RACCONTO ROMANZO In base alla forma e al contenuto si distingue in

Elementi sempre presenti: Un narratore Un destinatario Una storia Un ambiente Un tempo

LA FAVOLA Può avere come protagonisti esseri umani o animali (questi ultimi rappresentati con caratteristiche umane, nei pregi e nei difetti); spesso si conclude con una morale. Es.: le favole di Esopo (VI-V sec. a.C.), le favole di Gaspare Gozzi (1713-1786)

LA FIABA Più lunga della favola e ricca di colpi di scena, è caratterizzata da un’ambientazione fantastica, popolata da esseri magici, fate, folletti e streghe, gnomi e orchi, oltre a re, principi e principesse. Es.: Fiabe italiane di Italo Calvino (1923-1986)

LA NOVELLA e IL RACCONTO Le vicende si articolano secondo relazioni di causa-effetto ed arrivano ad una conclusione. I personaggi sono realisticamente individuati e inseriti in un contesto descritto con precisione, spesso con riferimenti a situazioni storiche concrete. Di minore ampiezza rispetto al romanzo, si distingue in vari tipi: storico, fantastico, comico ecc. Es.: le novelle raccolte nel Decameron di Boccaccio (1313-1375) La differenza tra il racconto e la novella è, più che altro, di natura storico-terminologica, cioè è dovuta alla prevalenza dell’uso di un termine o dell’altro a seconda dell’epoca storica, piuttosto che a una differenza sostanziale tra due sottogeneri fra loro vicini: in Italia, a partire dall’Ottocento si diffuse l’uso di “racconto” per designare il genere narrativo che fino ad allora era stato generalmente definito “novella”. I critici ritengono che la tradizione del racconto abbia avuto origine in India e che sia diffusa in Occidente a partire dal XII secolo, quando si intensificarono gli scambi economici e culturali fra l’Oriente e l’Europa medievale. Anche nella letteratura classica greca e latina si trovano esempi di racconti, che costituiscono digressioni all’interno di altre opere, soprattutto di genere storico; solo nel Medioevo il racconto si afferma come genere letterario autonomo, partendo dalla Francia, mentre in Italia si sviluppa fra il XIII ed il XIV secolo, con scrittori come Boccaccio.

IL ROMANZO Una narrazione lunga, generalmente in prosa, di vicende che possono essere reali o di fantasia, incentrate sul protagonista, intorno al quale ruotano le vicissitudini di altri personaggi. L’intreccio, ricco di sviluppi, può giungere ad una conclusione positiva o negativa. Può essere d’avventura, giallo, umoristico, satirico, psicologico, storico, verista… Es.: I promessi sposi di Alessandro Manzoni (1785 –1873) Nonostante forme precedenti che risalgono all’età ellenistica e successivamente alla ricca fioritura delle avventure medievali, è al XVIII secolo che i critici fanno risalire la nascita del romanzo moderno.

Elementi di narratologia

È divisibile in unità minime di significato, dette IL TESTO NARRATIVO È divisibile in unità minime di significato, dette SEQUENZE (MICRO E MACRO) Possono essere Le sequenze, a seconda delle loro caratteristiche e del particolare significato di cui sono portatrici, si distinguono in varie tipologie. Le sequenze possono essere: 􀂀 narrative, quando narrano lo svolgimento di un’azione e l’evolversi della storia. Sono dinamiche, perché in esse avviene lo sviluppo dell’azione. Le sequenze narrative, infatti, “portano avanti” la trama, raccontano e registrano le azioni dei personaggi e i fatti, gli avvenimenti in cui essi sono coinvolti. 􀂀 descrittive: sono parti del racconto che danno consistenza al contesto della storia. Esse descrivono persone, oggetti, situazioni, e sono per questo statiche perché rallentano l’azione narrativa e lo svolgersi degli eventi. La sequenza descrittiva è indispensabile in un racconto perché fornisce le informazioni su cose e persone a inquadramento della storia. 􀂀 riflessive: in queste sequenze sono riportati pensieri, giudizi, meditazioni su un personaggio o un accadimento, anche attraverso la voce stessa del narratore. Anche le riflessive sono sequenze statiche perché frenano l’andamento degli eventi. Spesso una sequenza narrativa si presenta nella forma mista descrittiva e riflessiva. 􀂀 dialogate: sono parti del racconto che riportano i discorsi diretti dei personaggi. Sono dinamiche, perché contribuiscono allo sviluppo del racconto attraverso il confronto diretto dei personaggi, che vengono così messi in primo piano. In un testo narrativo si possono trovare normalmente tutte le quattro tipologie di sequenze. RIFLESSIVE NARRATIVE DESCRITTIVE DIALOGATE

L’unione di più sequenze può essere considerata una Le MICROSEQUENZE sono brevi sequenze in stretta relazione con unità di contenuto più ampie (sequenze), che riportano un evento oppure informazioni del segmento narrativo. L’unione di più sequenze può essere considerata una MACROSEQUENZA, un organismo complesso e articolato del testo. In essa compaiono dei mutamenti interni di una certa rilevanza e ben individuabili.

Il passaggio tra una sequenza e l’altra può essere segnalato da: mutamento di tempo (il giorno, oggi, la sera prima…); mutamento di luogo; entrata o uscita di un personaggio; diversa tipologia narrativa: descrizione, narrazione, dialogo, riflessione… mutamento di contenuto.

Gli elementi base di un racconto: la fabula e l’intreccio della storia; i personaggi e le loro caratteristiche; il luogo e l’ambiente; il tempo della storia e del racconto; il ruolo del narratore. Gli elementi che si susseguono in ordine cronologico (prima, ora, dopo) e si sviluppano in un rapporto causa-effetto (uno deriva dall’altro) costituiscono la fabula del testo narrativo. L’intreccio (trama o plot) è l’insieme dei fatti di una storia, la narrazione raccontata in una successione che non corrisponde all’ordine logico-temporale, ma viene disposto in base a un ordine scelto dall’autore.

FABULA INTRECCIO Successione logico-cronologica degli eventi essenziali per lo sviluppo della vicenda elaborata dal lettore Organizzazione e disposizione artificiale degli eventi data dall’autore

Tempo della Storia e Tempo del Racconto SCENA: TR = TS SOMMARIO: TR < TS ELLISSI: TR = 0 ANALISI: TR > TS PAUSA: TS = 0 RITMO NARRATIVO LENTO VELOCE

SCHEMA NARRATIVO (Antefatto) Situazione iniziale Esordio e rottura dell’equilibrio Peripezie Spannung (momento di massima tensione) Soluzione o scioglimento (conclusione) I testi narrativi sono tutti diversi tra loro perché gli intrecci presentano caratteristiche proprie in base alla storia narrata, allo spazio e al tempo, ma la struttura di base è una costante comune a ciascun testo perché segue uno schema-tipo, con elementi che costituiscono l’ossatura di base, senza i quali sarebbe impossibile la costruzione di un testo narrativo.

PERSONAGGI DA PARTE DEL NARRATORE DA PARTE DI UN ALTRO PERSONAGGIO DIRETTA DA PARTE DI UN ALTRO PERSONAGGIO PRESENTAZIONE SI PRESENTA DA SE’ INDIRETTA FISICA o ESTERIORE PSICOLOGICA SOCIALE (contesto e classe sociale…) CARATTERIZZAZIONE CULTURALE (modo di esprimersi, argomenti, studi…) IDEOLOGICA (valori, ideali…)

IL RUOLO e IL SISTEMA DEI PERSONAGGI RUOLO NELLA FABULA: Protagonista; Personaggio secondario; Comparsa. FUNZIONE NEL SISTEMA DELLE RELAZIONI: Eroe; Oggetto del desiderio; Antagonista; Aiutante (dell’eroe) o mediatore positivo; Oppositore (dell’eroe) o mediatore negativo; Antieroe. Vediamo le quattro tipologie di ruolo che possono incontrarsi in un testo narrativo: 􀂀 il protagonista o eroe, attorno a cui si snoda lo sviluppo narrativo; è sulle caratteristiche del protagonista che si concentrano lo sforzo descrittivo del narratore e, di conseguenza, l’attenzione del lettore; 􀂀 l’antagonista, determinante nello sviluppo dell’intreccio narrativo perché rappresenta l’ostacolo che impedisce al protagonista di esaurire immediatamente l’azione; 􀂀 l’aiutante, il personaggio secondario che aiuta il protagonista o l’antagonista schierandosi dall’una parte o dall’altra; 􀂀 l’oppositore, secondario anch’egli, intralcia l’azione “opponendosi” all’azione dell’aiutante

LA TIPOLOGIA DEI PERSONAGGI Personaggi DINAMICI Si modificano o dal punto di vista fisico o psicologico o passano da uno stato sociale all’altro Personaggi STATICI Non sono soggetti a evoluzione o mutamenti di alcun tipo

LO SPAZIO La descrizione dei luoghi può avere funzione DENOTATIVA (effetto di realtà e verosimiglianza) CONNOTATIVA (carica di significati simbolici) E può servirsi di una modalità di rappresentazione EXTRADIEGETICA (affidata a sequenze unicamente descrittive) DIEGETICA (disseminata all’interno della narrazione dei fatti)

IL TEMPO I riferimenti al tempo in cui si sono svolti i fatti (INDICATORI o MARCHE TEMPORALI) Precisare la durata degli avvenimenti Definire l’epoca di riferimento servono a Cogliere la prospettiva temporale (cioè la distanza tra l’ «allora» dei fatti e l’ «adesso» della narrazione) Scandire la successione dei fatti

AUTORE NARRATORE Scrittore che ha ideato e scritto il testo, quindi è dotato di una precisa fisionomia storica Persona fittizia che nasce dalla finzione letteraria, a cui è affidato il compito di narrare la storia

STRUTTURA E GRADI DELLA NARRAZIONE STRUTTURA A CORNICE: Il NARRATORE di 1° GRADO narra la CORNICE (racconto di base) all’interno della quale compaiono il NARRATORE di 2°, 3°… STRUTTURA A RACCONTI PROVENIENTI DA ALTRE FONTI: Il NARRATORE di 1° GRADO sostiene di narrare una storia che gli ha riferito un NARRATORE di 2° GRADO, che afferma di averla appresa da un NARRATORE di 3°… STRUTTURA A INCASTRO: Il NARRATORE di 1° GRADO introduce un NARRATORE di 2° GRADO che narra una storia che risulta incastrata nella narrazione principale.

è presente come personaggio e si esprime in prima persona ESTERNO NARRATORE INTERNO o autodiegetico è presente come personaggio e si esprime in prima persona ESTERNO o extradiegetico non partecipa ai fatti narrati e espone la vicenda in terza persona NASCOSTO Non interviene mai e si limita a una narrazione più oggettiva possibile PALESE Si manifesta attraverso commenti, giudizi, appelli al lettore…

IL PATTO NARRATIVO SUSPENSE e SORPRESA INTRUSIONI del NARRATORE IMMEDESIMAZIONE del lettore SOSPENSIONE DELL’INCREDULITA’ ILLUSIONE DI REALTA’ SUSPENSE e SORPRESA INTRUSIONI del NARRATORE

PUNTO DI VISTA e FOCALIZZAZIONE

LINGUA e STILE

FONTI: Il testo narrativo letterario e le sue caratteristiche generali: http://www.italiano.lascuola.it/italiano/media /approfondimenti/Approfondimenti__Testo_le tterario.pdf Guida per l’uso del portfolio europeo… http://www.esp-pel.it/328d517.html BIGLIA, MANFREDI, TERRILE, CURRARINI, Interminati spazi, a, Paravia, 2010.